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Taiwan: il costo dell'indipendenza
di Giulia Agresti
La carne di maiale, elemento banale e ben conosciuto, è in questi giorni protagonista di uno scontro molto duro tra forze politiche a Taiwan. Per capire l’accaduto bisogna risalire al 27 novembre 2020, data in cui i parlamentari del Partito di Opposizione, Kuomintang, hanno lanciato al Premeier Su Tseng-chang della carne di maiale per evitare che potesse parlare, dando inizio a una violenta rissa. La reazione del Kuomintang era dovuta alla decisione del governo di permettere l’importazione dagli Stati Uniti di carne di maiale contenente ractopamina, un farmaco utilizzato come additivo per mangimi per aumentare la massa magra dell’animale, ma con terribili conseguenze sia per l’animale, sia per il consumatore. L’uso della ractopamina è stato vietato in quasi tutti i paesi del mondo, ma in alcuni, tra cui Giappone, USA, Canada e Corea del Sud, è stata ritenuta non nociva per il consumo umano. La questione torna a galla il 18 dicembre 2021, giorno in cui i cittadini taiwanesi sono andati a votare su quattro quesiti di iniziativa popolare, tra cui la richiesta di vietare l’importazione di tale tipo di carne. Il problema, come spesso succede, non è solo etico-salutare, ma anche geopolitico: se viene vietata la carne degli Stati Uniti, si è costretti a comprarla dalla Cina. È ormai da tantissimi anni che i rapporti tra i due paesi continuano ad inasprirsi: da una parte la Cina rivendica Taiwan come proprio territorio, dall’altra Taipei difende la propria libertà e democrazia.
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Per evitare un eventuale attacco da parte di Pechino, il presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, salito al potere nel 2016, ha attuato una politica di fortificazione e modernizzazione delle Forze Armate del paese attraverso l’investimento in armi mobili. Tsai ha affermato che Taiwan non cerca uno scontro, ma che “se la sua democrazia e il suo stile di vita sono minacciati, farà tutto il necessario per difendersi” e che la caduta del paese provocherebbe “conseguenze catastrofiche” per la situazione d’equilibrio attuale in Asia.
Su Tseng-chang, primo ministro del Taiwan La già precaria relazione tra Pechino e Taipei è stata scossa dalla richiesta da parte del Taiwan di partecipare al CpTpp (Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership), ovvero l’accordo di libero scambio transpacifico voluto da Obama nel 2018. Non essendo riconosciuto come Stato indipendente, per la Cina il Taiwan non e s i s t e n é p o l i t i c a m e n t e , n é giuridicamente, quindi la richiesta non può che essere vista come provocazione. Dal canto proprio, gli Stati Uniti, che da tempo procurano armi e sostegno politico a Taiwan, hanno accettato la lettera di adesione del paese. Ad affondare il coltello nella piaga è stato Joe Biden, il quale ha invitato al Summit Virtuale sulla Democrazia Taipei e non Pechino. La risposta della Repubblica Popolare Cinese non si è fatta aspettare: ben presto il Ministro degli Esteri cinese ha espresso di essere in “ferma opposizione” alla mossa del Presidente Americano, mentre il Portavoce di Pechino Zhu Fenglian ha affermato che “le azioni degli Usa dimostrano come la democrazia sia solo una copertura per far avanzare i loro obiettivi geopolitici”. La minaccia della Cina si fa sempre più reale e incombente in seguito all’allerta dei numerosi caccia cinesi nei cieli di Taiwan: 150 in soli 4 giorni. Inoltre, il Ministero della Difesa Nazionale taiwanese ha dato notizia su Twitter di 27 veicoli inviati dall’Esercito Popolare di Liberazione Cinese (PLA) ed entrati ad Adiz. Le autorità taiwanesi hanno dichiarato di aver inviato aerei da combattimento per controllare quelli cinesi, e hanno schierato i sistemi missilistici per tenere monitorata la situazione. A inizio dicembre 2021 Taiwan ha perso ancora un altro alleato diplomatico, il Nicaragua, che ha scelto di riconoscere il governo della Repubblica Popolare Cinese. La decisione annunciata dal governo di Managua lascia Taipei con soli 14 alleati al mondo, in gran parte stati insulari del Pacifico e dei Caraibi, e solo il Vaticano in Europa.