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Aguzza la vista: La Berta

di Gemma Berti, Giorgia Vestuti, Elena Casati

La storica città di Firenze cela al suo interno misteri, tradizioni e aneddoti di cui, guardandoci attorno più attentamente, troviamo traccia. In via de’ Cerretani, passando di fronte alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, in mezzo alle pietre, possiamo notare una testa pietrificata, comunemente chiamata dai fiorentini “La Berta”. Sono innumerevoli le teorie che forniscono una spiegazione riguardo all’identità della donna rappresentata. Si pensa che la testa sia stata realizzata per omaggiare l’amata e conosciuta erbivendola del quartiere che, dedita per tutta la sua vita al lavoro e alla religione, una volta anziana lasciò tutti i suoi risparmi alla chiesa di Santa Maria Maggiore, desiderando che fosse dotata di una campana per il campanile. Una seconda teoria, invece, sostiene che la testa appartenga ad un’antica statua romana, utilizzata per ornare l’edificio durante il Medioevo. Infine, secondo una versione più comunemente accreditata, la testa apparterrebbe ad una donna a cui venne lanciata una maledizione dallo scienziato Cecco d’Ascoli, condannato al rogo per eresia dall’Inquisizione nel 1327. Si narra che l’uomo, sfilando dinanzi alla Chiesa di Santa Maria Maggiore verso il patibolo, supplicava i presenti di dargli dell’acqua e che una donna, affacciata alla finestra, esortò la folla a non offrirgli dell’acqua, dicendo: “Se beve non brucia!”. Così lo scienziato, adirato, disse alla donna: “E tu di lì il capo non caverai mai!”, ed ella rimase pietrificata all’istante. Qualunque sia la teoria che preferite, d’ora in poi, quando passerete dinanzi alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, ricordatevi di alzare lo sguardo per ammirare e volgere un saluto alla storica “Berta”.

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