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Carlo Galloni

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Intervista a

DI DANIELE PATERLINI

CARLO GALLONI

Presidente dell’associazione “Sentiero d’Arte”, un percorso che coniuga creatività, ambiente, storia e impresa

Luglio 2016, un terribile incendio distrugge interamente l’impianto di Langhirano della Fratelli Galloni. Danni per milioni di euro, migliaia di prosciutti bruciati e cinquanta posti di lavoro a rischio. Ma reagire alle sventure, con la determinazione di una storia fatta di lavoro e la visionarietà di chi è abituato a fare impresa e guardare oltre l’ostacolo, è una caratteristica tutta emiliana e ha permesso di realizzare quello che altrove sarebbe stato un miracolo: la riapertura dello stabilimento un anno dopo il drammatico rogo. Dal vortice di passioni e riflessioni di quel periodo Carlo Galloni, che con la sorella Mirella e i figli Federico, Francesco e Luca gestisce l’azienda, ne ha ricavato un’intuizione, che non ha tardato a tradurre in realtà. Ha preso forma così il progetto “Sentiero d’arte”, una passeggiata nella vallata di Langhirano per far conoscere i principali luoghi d’interesse storico, religioso e collegarli alle imprese economiche del territorio. Il percorso, libero e accessibile, è stato inaugurato nel 2020 e si snoda per sei chilometri lungo il Canale San Michele e attraverso vigneti e campi arriva alle porte di Langhirano. Lungo il tracciato, in un paesaggio rimasto intatto nel tempo, si susseguono installazioni d’arte contemporanea, create appositamente per il progetto, inserite perfettamente nella natura circostante. Un progetto inedito per il nostro territorio, che Carlo Galloni, nell’intervista che segue, spiega nella genesi e nelle finalità.

Il sentiero d’arte nasce da una vicenda triste, ma il connubio arte e natura è speranza. Come ha avuto origine la scelta di realizzare il sentiero? Quali obiettivi si propone?

“Il progetto è nato come opportunità di superare un momento di difficoltà, facendo sì che da un evento tragico scaturisse un’idea innovativa, capace di connettere l’arte ai valori dell’impresa e alla bellezza del nostro territorio. Alcuni amici artisti erano rimasti infatti molto colpiti dai colori intensi che le strutture

Sopra un’opera di Mirta Caroli, in alto la realizzazione di Giovanni Sala lungo il Canale San Michele. Al centro la scultura Sinottica di primavera di Danilo Cassano. A sinistra Carlo Galloni

di ferro dello stabilimento avevano assunto a causa dell’incendio. Da queste immagini suggestive sono nate alcune riflessioni sul legame tra arte e paesaggio, lavoro e territorio. Integrando tutti questi elementi, inseriti nell’area storica che comprende Torrechiara e la Badia, si è voluto così creare un percorso basato su una visione moderna, prestando attenzione al passato ma con la consapevolezza di essere proiettati verso il futuro: un concetto dinamico fondato sulla combinazione di tradizione e innovazione, che rappresenta a pieno i nostri valori aziendali”.

La scelta del luogo da cosa deriva?

“Qui si trova un’alchimia paesaggistica perfetta. Il Canale di San Michele è un’opera tanto antica quanto fondamentale per l’irrigazione della pianura. Il percorso lungo il canale offre al visitatore una serie di elementi di straordinaria profondità: l’arte con le opere esposte all’aperto, la storia con i monumenti e il castello, il lavoro, l’agricoltura e infine il sacro, rappresentato dalla Badia. Il percorso assume anche un significato di itinerario etico”.

Chi sono gli artisti che hanno partecipato al progetto?

“Un contributo fondamentale è arrivato dal pittore e scultore parmense Alberto Vettori, ideatore del progetto, assieme a Candida Ferrari, Graziano Pompili e Danilo Cassano. Nel percorso vi sono anche opere di Mirta Carroli, Giovanni Sala, Alberto Timossi, Oscar Accorsi, Lorella Salvagni, Antonella De Nisco: tutte figure rilevanti nel panorama artistico contemporaneo, che hanno fortemente creduto nel sodalizio tra arte, natura e lavoro, alla base del progetto”.

Qual è stata la collaborazione con “Parma, io ci sto!”?

“Il supporto dell’Associazione si è rivelato di grande importanza, prima di tutto per la realizzazione del concorso internazionale che ha portato alla rigenerazione di Piazza Leoni a Torrechiara, capace di coinvolgere 25 studi di architettura, per un totale di oltre 100 professionisti. “Parma, io ci sto!” continua inoltre a sostenerci, patrocinando il progetto, a garanzia del suo valore per il territorio”.

Crede che per il territorio di Parma, ci sia spazio anche per altri progetti analoghi, che sappiano intervenire valorizzando il paesaggio?

“A Parma il legame tra territorio e realtà imprenditoriali è molto forte. In questo contesto, sta emergendo una particolare sensibilità nei confronti del connubio tra arte, lavoro, ambiente e sociale. Sono tante le occasioni per valorizzare il paesaggio, ma è importante che ogni progetto assuma una propria valenza e sia caratterizzato da un perfetto equilibrio tra queste componenti. In sintesi, attraverso la contemporaneità di arte e architettura, è possibile connettersi alla natura senza sottometterla, offrendo invece nuovi spazi, significati e guardando insieme al futuro”.

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