Il Nuovo dell'Estate 2021

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La frana di Vasto del 1956

Ci sono momenti di una storia locale che non possono essere dimenticati. Come la frana che colpì parte del territorio vastese nel 1956. Un intero quartiere, in quel giorno, scomparve e con esso le tradizioni, i colori, il calore dei suoi abitanti, pescatori del sud Italia. La forza subdola della natura manifestò all’inizio la sua violenza con un piccola crepa sul muro delle Lame che divenne pian piano spaccatura e ferita sempre più profonda che polverizzò la parete, facendo scivolare inesorabilmente edifici, abitazioni e pezzi di vita. Uomini fino ad allora abituati a lottare contro il mare, aspirando quotidianamente ad un ritorno a terra come ad un luogo sicuro, si

sono trovati a subire il tradimento della terra, a conferma ulteriore del tragico e antico bifrontismo della Natura madre e matrigna. È così che una realtà a colori, fatta di pennellate compatte e fredde come il lavoro duro, continuo, ma anche di tinte più tenui e calde, come un sentimento religioso radicato e rassicurante e un ambiente familiare costruito su rapporti e valori autentici, acquista improvvisamente il grigiore della polvere sollevata da una terra impazzita. L’evento tragico non fu fortunatamente catastrofico, non vi sono stati morti, tutto accadde lentamente senza violare le persone. E poi Vasto conosceva. È una storia fatta anche di fra-

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