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Papà Nino, colono in Africa che vidi solo da ragazzo

padre a Venezia sul Ponte dei Sospiri, con due valige di legno, di ritorno dall’Africa. Le aveva davvero, così come lei le aveva viste in sogno. Allora mia mamma prende la cornetta, dall’altra parte c’è il papà tornato in Italia, telefonava proprio da Venezia.

“Ciao Ida, sunti rivàa, chi manca di me’ putei?” (“Ciao Ida, sono arrivato, chi manca dei miei bambini”?)

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“Manca Pierino”.

“Al sìvi bèla”, lo sapevo già. Infatti Pierino era morto in giugno, schiacciato da un carro mentre lavorava nei campi alla periferia di Cividale.

Nel momento in cui Pierino moriva, mio padre stava dormendo in Etiopia sotto un baobab. In quello stesso istante il papà ebbe una visione: vide in sogno la statua del Cuore di Gesù che c’è nella chiesa di Cividale e dentro il Sacro Cuore ha visto la faccia di Pierino. Quindi quando la mamma gli ha detto al telefono che Pierino era morto non si è stupito.

A distanza di 5 anni è triste constatare che nessuno di loro è in vita.

A destra Borsella durante la salita alla cupola affrescata dal Pordenone in Santa Maria di Campagna a Piacenza nel 2018 dall’ostessa del paese che si mise di mezzo. Intanto mio padre aveva perso tutta la terra per vari motivi. Il papà non poteva lavorare al Canale Navarolo perché non aveva la tessera del partito.

Nel 1929, su consiglio del parroco, chiese la tessera del Pnf per lavorare e mantenere la famiglia.

Nel dicembre del 1935 partì come camicia nera per l’Etiopia (potevi andare solo come camicia nera, non come civile). Io ero nato nel giugno di quell’anno, e quindi non l’ho più visto se non anni dopo, e non me lo ricordavo per niente: me lo immaginavo come uno fortissimo. Quando nel 1937 ci fu l’attentato a Rodolfo Graziani – viceré d’Etiopia – mio padre era ad Addis Abeba, e mentre le camicie nere massacravano i neri per rappresaglia, lui stava in caserma e piangeva con Attilio Bottoli di Cividale, che abitava a 50 passi da casa nostra». La storia dell’attentato terroristico contro Graziani è diventato tragicamente famoso, perché ad esso seguì un pogrom spontaneo con omicidi di civili innocenti e saccheggi. Quanto raccontato da Giovanni Borsella trova oggi riscontro in tutti i libri di storia: bande di randellatori in camicia nera si scatenano per la città. Prosegue Giovanni Borsella: «Mio padre non ha mai pianto durante la prima guerra mondiale – durante la quale aveva visto delle carneficine orrende – ma ha pianto ad Addis Abeba, vergognandosi di essere italiano. È stato chiuso in caserma tre giorni, non ha voluto uscire e assistere a quello scempio.

Quando gli diedero 500 ettari di terra nell’Harar, mio papà era diventato praticamente un agrario. Noi nel 1941 dovevamo andare giù in Etiopia a raggiungerlo, ma ormai era cominciata la guerra.

Don Egisto – mio fratello –, che ascoltava Radio Londra, riceveva notizie vere: gli italiani continuavano a ritirarsi e gli inglesi continuavano a vincere. Invece a leggere la stampa nazionale gli italiani vincevano sempre. E se c’era una ritirata era sempre una ritirata strategica».

Fu così che la famiglia Borsella scoprì che la situazione era precaria e che gli inglesi continuavano ad avanzare. Era inoltre dal 1940 che non sapevano più niente del capofamiglia: «Dal 1940 non si sa più niente (prima mio padre scriveva una lettera al mese). Mia madre andò a Vercelli a cercare notizie (c’era un amico di papà che era tornato).

A Cividale c’erano solo tre persone che leggevano il Corriere della Sera (e per comprarlo bisognava andare a Rivarolo): il Marchese Cavalcabò, Ida Borsella (mia mamma) e qualche volta il parroco.

Nel 1942 Mussolini viene a Mantova e riceve solo dieci donne che hanno i mariti in Africa. Mia mamma è una di loro. Quattro giorni dopo essere stata ricevuta da Mussolini è messa al corrente del fatto che mio padre era stato preso dagli inglesi per l’ennesima volta: fu catturato sei volte, ma continuava ad evadere.

Fu salvato dai neri che gli volevano bene, aveva imparato lo swahili e, imbarcatosi sulla Caio Duilio, circumnavigò l’Africa (Capo di Buona Speranza, da Suez non passavi più) e tornò a casa.

Un pomeriggio dei primi di dicembre del 1942, alle quindici c’era talmente freddo che siamo tutti nella stalla quando arriva di corsa l’ostessa, che a Cividale ha il telefono pubblico. Dice a mia madre che c’era un appuntamento telefonico con Venezia per le diciassette.

Mia mamma (che era veneta) la notte prima si era sognata mio

In chiusura un commento su Monsignor Giovanni Cazzani, vescovo di Cremona: «Monsignor Cazzani era come una dea indiana, con tante mani. Una mano a destra era soprattutto Monsignor Boccazzi, canale diretto per comunicare con Farinacci. Le mani a sinistra erano: padre Isidoro , guardiano dei Cappuccini, don Chilometro e Monsignor Guido Astori, il Parroco di Sant’Agata. Alla fine della guerra l’ingegner Bianchi, capo delle Fiamme Verdi, saputo che Monsignor Astori ospitava dei fascisti, andò per arrestarlo. Alle tre del mattino suonò e don Astori venne giù. Bianchi disse: “sono qui per arrestarla”. Al che don Astori rispose: “guardi che nella sala accanto è pieno di partigiani”.

Don Boccazzi divenne parroco del Duomo poco più che trentenne, tale era la sua levatura culturale e teologica. Era - tra l’altro - docente di dogmatica in seminario. Durante un’omelia in cattedrale fece un’asserzione sconcertante che fece il giro della città: “Ho la certezza teologica che il fascismo vincerà la guerra”. Era notoriamente filo-fascista, ma sul piano esistenziale e su quello della carità era un vero prete di Cristo. Infatti salvò un sacco di gente condannata dal Tribunale Speciale. Tra l’altro fece attenuare una condanna al confino di don Aporti, parroco di Bonemerse: questi doveva finire a Terni, fu invece mandato, anche per l’intervento del Vescovo, per due mesi a San Bassano, qui a due passi».

4 Febbraio 2004 • Gli studenti Mark Zuckerberg e Eduardo Saverin volevano solo creare un canale all’interno di Harvard

Arriva Facebook, e la comunicazione è rivoluzionata

(v.r.) L’obiettivo, come disse poi il fondatore Mark Zuckerberg, era quello di favorire le relazioni umane, facilitare che le persone rimanessero in contatto anche vivendo a distanza. Per questo motivo nacque Facebook, ma nemmeno lui pensava che in due decenni avrebbe rivoluzionato la comunicazione come è accaduto.

Il 4 febbraio 2004 Mark, con l’aiuto di Eduardo Saverin (il ruolo gli verrà riconosciuto solo dopo una causa civile), pensava ad un modo per connettere gli studenti dell’Università di Harvard. Per questo fonda “The Facebook”, idea che in fretta viene copiata da altre università americane, per poi allargarsi al Canada. Ma perché limitarsi agli universitari? L’idea è buona universalmente, tanto che in poco tempo i 1000 dollari a testa versati dai due fonda- tori si dimostrano l’investimento del secolo. Già nel 2006 gli utenti sono 9 milioni: per iscriversi basta avere 13 anni e fornire una email valida. Arriva il “news feed”, che mostra cosa stanno facendo gli amici in tempo reale, e nel 2009 il tasto “like” per esprimere apprezzamento. Il 2012 è un anno decisivo per l’ulteriore crescita, con Zuckerberg che acquisisce Instagram e Whatsapp e quota il titolo Facebook al Nasdaq. Alla fine di quell’anno gli utenti superano il miliardo.

Se il fine è positivo, i problemi non tardano a manifestarsi. È nel 2017 che si moltiplicano le accuse al social network di contribuire fortemente alla diffusione di fake news in grado anche di condizionare le elezioni politiche. L’anno dopo arriva lo scandalo di Cambridge Analytica, con la fuoriuscita di dati personali di quasi 100 milioni di utenti. La crescente preoccupazione per la protezione dei dati è un argomento ancora urgente, e ancor più lo è la diffusione di false informazioni, sulle quali non è semplice esercitare un corretto ed efficace controllo.

Ma tra i lati negativi a livello sociale c’è anche la mitigazione delle forme di autocontrollo: le stesse persone che prima si esimevano dall’esprimere la propria opinione pure al bar temendo di essere inopportune, ora senza limiti fanno sapere al mondo la propria opinione, qualunque sia e in qualsiasi modo articolata, convinti che il mondo non aspetti altro. Un concetto ben riassunto da Umberto Eco quando affermò che “i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli”. Mark Zuckerberg ed Eduardo Saverin

Gennaio

11 ADDIO A DAVID SASSOLI

A soli 65 anni ci lascia un giornalista, poi conduttore televisivo e infine politico, che dopo tre mandati da europarlamentare del Pd stava svolgendo l’incarico di presidente del Parlamento Europeo.

13 PROSCIOLTA ANGELA CAUZZI

L’ex sovrintendente del Teatro Ponchielli viene prosciolta perché il fatto non sussiste: ad accusarla per fatti tra il 2016 e il 2020 era un consigliere della Fondazione. Sul caso si scatena la polemica politica in Consiglio comunale.

28 MUORE L’AVVOCATO GUALAZZINI

Scompare all’età di 82 anni Cesare Gualazzini, un avvocato dalla lunga carriera e molto noto a Cremona.

29 MATTARELLA ANCORA PRESIDENTE

Come il predecessore Napolitano, anche a lui, alla scadenza del mandato, viene chiesta la disponibilità per un ulteriore incarico dopo che si era arrivati all’ottavo scrutinio, e lui accetta. Con 759 voti è il secondo presidente più votato di sempre dopo Sandro Pertini.

31 Arvedi Compra Terni

Il Gruppo Arvedi porta a termine un’acquisizione molto significativa, rilevando da Thyssenkrupp la Acciai speciali Terni in aggiunta alle controllate commerciali situate in Germania e Turchia oltre che in Italia. Il contratto viene firmato ad Essen per il Gruppo cremonese dal presidente Giovanni Arvedi e dall’amministratore delegato Mario Caldonazzo. Nasce un gruppo da 7,5 miliardi di euro di fatturato con oltre 6.600 dipendenti.

Febbraio

5 MICHELANGELO A SANREMO

Il Festival di Amadeus si conferma un grande successo. A vincere è la coppia formata da Blanco e Mahmood col brano “Brividi”. Sul palco con loro sale Michele Zocca, in arte Michelangelo, 27enne di Vescovato, produttore e autore del brano.

8 ITALIA ORO NEL CURLING

Una specialità che sembrava lontana dalle nostre corde ci regala l’oro alle Olimpiadi di Pechino. Autore dell’impresa la copia formata da Amos Mosaner e Stefania Costantini, che in finale battono la Norvegia col punteggio di 8-5.

Marzo

3 LA PIAGA DELLE BABY GANG

A Cremona escalation preccupante: ragazzini arrivano ad accerchiare i carabinieri allo Zaist per evitare che perquisiscano l’abitazione di uno di loro.

6 I BATTERI PER MICHELANGELO

16 ARIANNA FONTANA DA RECORD

Arianna diventa la donna italiana più medagliata alle Olimpiadi conquistando la medaglia d’oro (11ª medaglia complessiva) nello short track, confermando il succcesso di 4 anni prima a Pyeongchang.

17 ARRESTATO IL TASSISTA

Un tassista di Cremona, già indagato per sequesto di persona e lesioni colpose gravissime ai danni di un giovane cliente, viene arrestato a Cremona a seguito di un’intercettazione telefonica che lo inchioda. Per un credito di 1o euro avrebbe provocato la sua caduta dall’automezzo.

Barra Il Simbolo E Scrivi

In occasione del 545° compleanno del Buonarroti si utilizza una nuova pratica: batteri, microorganismi per restaurare le sculture sulle Cappelle medicee.

16 BOMBE SUL TEATRO

Tra le tragedie della guerra, grande sgomento provoca il raid sul rifugio all’interno del teatro di Mariupol che ospita un migliaio di civili.

24 NAZIONALE, I MONDIALI SFUMANO ANCORA

Con la sconfitta nel primo spareggio casalingo con la Macedonia del Nord gli azzurri di Mancini mancano per la seconda volta consecutiva la qualificazione al campionato mondiale di calcio

27 LO SCHIAFFO ALLA CERIMONIA DEGLI OSCAR

Fa il giro del mondo lo schiaffo che l’attore Will Smith rifila sul volto del presentatore Chris Rock in occasione della cerimonia di consegna dei premi Oscar. Rock aveva fatto una battuta evitabile indirizzata alla moglie di Smith, che salito sul palco lo ha colpito platealmente. Salirà sul palco poco dopo anche per ritirare la statuetta che l’ha premiato come miglior attore protagonista per il film “King Richard”.

24 LA RUSSIA INVADE L’UCRAINA Putin ordina l’invasione dell’Ucraina. Il tentativo è di occupare l’intero Paese, compresa la capitale Kiev, ma i russi devono fare i conti con la strenua difesa degli ucraini che si battono con coraggio.

Aprile

7 I PREZZI E LA CRISI GLOBALE

L’indice dei prezzi alimentari delle Nazioni Unite raggiunge il livello record, innescando la crisi globale.

11 ERGASTOLO PER MALLARDO

Patrick Mallardo condannato all’ergastolo in primo grado per aver ucciso il 18enne di Casalmaggiore Daniele Tanzi nel maggio 2021 alla periferia di Parma.

12 TERRORE NEL METRO

Attentato nella metropolitana di New York. Un attentatore con la maschera antigas spara sulla gente, ferendo decine di persone.

20 MARTA TRIONFA NELLA FRECCIA VALLONE

Un doppietta da sogno, che proietta l’azzurra cremonese Marta Cavalli nell’olimpo del ciclismo. Dopo aver trionfato nella Amstel Gold Race (il 10 aprile), si è ripetuta con un’altra prestazione monstre nella prestigiosa Freccia Vallone. Ha messo il turbo sul terribile Muro de Huy (pendenza media del 9,8%) poi ha affiancato nel duello la superdecorata campionessa olandese Annemiek van Vleuten, l’ha scrutata, è salita sulla vetta con una lucidità fenomenale e l’ha superata tagliando il traguardo mostrando i muscoli.

24 MACRON RIELETTO IN FRANCIA

Il presidente uscente è confermato all’Eliseo superando al ballottaggio Marine Le Pen col 58% dei voti.

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