arte
LUISA PAVESIO
DA PINOCCHIO A DANTOCCHIO: IL NUOVO MULTIEXPERIENCE MUSEUM DI FIRENZE
A
ttivissimo protagonista della vita culturale fiorentina – e non solo, perché la sua esistenza trascorre da un viaggio all’altro per portare nel mondo l’icona di Pinocchio e la sua bella e civile Toscana – Pierfrancesco Bernacchi è Presidente della Fondazione Collodi di Pescia, paradiso dei grandi (per le bellissime sculture e mostre) e dei piccini (che trovano tutto, ma proprio tutto, sull’internazionalissimo eroe collodiano). Ma oggi, senza abbandonare il burattino più famoso del mondo, Bernacchi ha realizzato un’istituzione museale dal concetto innovativo. In pieno centro di Firenze, in un Palazzo avito dei Ricasoli sito nella via omonima, questo “multiExperience Museum”, come viene definito, offre una serie di ampie sale che, partendo da una galleria di libri di Pinocchio, si addentrano nelle stanze dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso di Dante Alighieri, con animazioni grafiche su parete, recitazione di testi e statue a misura d’uomo di grandi protagonisti della Commedia. Le sale dantesche sono tuttora da completare, perché il progetto, concepito nel 1995 (Bernacchi non è uomo di improvvisazione, e prima di creare questo museo sensoriale ha visitato un centinaio di siti analoghi nel mondo con l’intento di evitare i difetti che immancabilmente trovava in ognuno) ha conosciuto una fase progettuale di tre mesi ed una altrettanto breve di lavori per l’adattamento degli spazi, cui hanno contribuito fra gli altri la stessa Fondazione Pinocchio, istituzioni e Banche fiorentine, e Mediaset, che presto pubblicizzerà al meglio l’immagine del Museo. Ci ha colpiti anche una splendida esposizione, destinata a divenire permanente, di Silvano, detto Nano, Campeggi, grande illustratore fiorentino morto più che novantenne nel 2018, dopo aver creato per i colossi della Metro Goldwyn-Meyer, Paramount e Columbia Pictures fra gli altri, più di 3.000 poster cinematografici (Via col vento, il primo, e poi Casablanca, La gatta sul tetto che scotta, Colazione da
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Tiffany, Un americano a Parigi, solo per ricordare i film più famosi). Questi poster in esposizione, di proprietà della Fondazione Collodi, sono stati modificati da Campeggi aggiungendo una figura di Pinocchio all’originale, e creando quadri dove ai miti contemporanei degli attori cinematografici si affianca il piccolo e intramontabile eroe di legno. Perché proprio Pinocchio e Dante?, chiedo. La risposta è immediata: la necessità di stendere un ponte fra i due fiorentini più famosi (Lorenzini, pur nato a Collodi, visse e studiò a Firenze), creando una realtà museale assolutamente inedita dove i due testi letterari, fra i più tradotti al mondo, si vivono attraverso immagini, statiche o in movimento, dal forte impatto emotivo e multisensoriale. Il Museo è già visitabile, ed è in fase di completamento anche il ristorante, che si avvarrà della tradizione e abilità del Villa Garzoni di Collodi. Presidente Pierfrancesco Bernacchi
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