Sostenibilità: migliorare non solo l‘immagine ma anche l‘ecobilancio con Mewa.
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Da 30 anni
Mewa: tutto per l’industria da un unico fornitore
Storia
Mewa:
anno XIV - n.3 Maggio/Giugno 2023 Macchine
Regolamento macchine: le novità per le imprese
TAGLIATI PER LA QUALITÀ
Da quasi 50 anni specialisti nel taglio di precisione di profilati in alluminio, siamo riconosciuti nel settore per la qualità ed i servizi offerti.
Con oltre 20 unità di taglio distribuite su una superficie di 4.200 mq, abbiamo una capacità produttiva annua di oltre 24 000.000 di pezzi L’organizzazione aziendale viene supportata da una struttura informatica di massimo livello. Le procedure e il controllo di processo sono effettuati in conformità alle normative di settore e ISO 9001:2015 certificate dall’ente Bureau Veritas.
I principali settori che serviamo sono: automotive, medicale, gas domestico, macchinari per settore alimentare, pneumatica e oleodinamica, illuminazione, elementi strutturali e di movimentazione, sistemi di automazione, motori elettrici, arredo d’interni.
✔ Soluzioni per l’Industria 4.0
4.0
✔ Sistemi di controllo (DCS, PLC, PC industriali)
✔ Strumentazione industriale di misura e controllo
✔ Interfacciamento HMI
✔ Sensoristica
✔ Quadri e regolatori
✔ Software per l’industria
✔ SCADA, telecontrollo e reti tecnologiche
✔ Strumentazione da laboratorio
✔ Valvole e attuatori
✔ Efficienza energetica
✔ Motion control
✔ Fieldbus e comunicazione
✔ IoT per l’industria
IL DIGITALE È PER TUTTE LE IMPRESE
Siamo arrivati quasi a conclusione del primo semestre 2023 e, oltre ai primi dati del settore manifatturiero che iniziano ad emergere, si è parlato molto di una grande novità: il nuovo Regolamento Macchine adottato dal Parlamento Europeo che andrà a sostituire l’attuale Direttiva macchine 2006/42/CE. Si tratta di un regolamento (non più di una direttiva) che affronta un nuovo tipo di industria, più smart e più automatizzata rispetto alla precedente direttiva. Per questo la nuova proposta di regolamento riguarda anche le macchine e i prodotti altamente digitalizzati come i robot o le stampanti 3D per la fabbricazione: una novità ancora in divenire che ha sollevato già le prime polemiche ma che, sembra, vuole andare incontro a una necessità ormai decisiva per l’industria italiana, diventare 4.0.
Ed è proprio l’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 50 anni, ad essere al centro del dibattito politico-economico. Nonostante le sue potenzialità, infatti, l’AI rimane ancora poco utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni. Qualche dato incoraggiante arriva però da Anitec-Assinform, secondo cui, nel nostro Paese, il mercato dell’Intelligenza Artificiale ha raggiunto nel 2022
un volume di circa 422 milioni di euro (+21,9%) e, tra il 2022 e il 2025, è previsto che l’AI raggiunga i 700 mln con un tasso di crescita medio annuo del 22%, ancora poco rispetto ad altri paesi europei, ma qualcosa per gli standard della penisola.
“L’intelligenza artificiale applicata all’impresa, nell’immaginario comune, è spesso associata ad attività legate ai giganti del settore tech”, ha dichiarato Giovanni Baroni, presidente di Piccola
Industria di Confindustria. “È invece importante comprendere come questa disciplina sia alla portata di tutte le imprese”. Un po’ per paura del nuovo e un po’ per l’idea di non farcela, infatti, il rischio italiano è quello di rimanere fermi a un tipo di industria ormai obsoleta: un timore che potrebbe spaventare alcuni piccoli o medi imprenditori a tal punto da chiudere i battenti. In Italia, infatti, tra i vari numeri emersi da questo primo semestre 2023, emergono anche le cessazioni di impresa, un fenomeno che, almeno in Lombardia, è salito del 17,1% come probabile conseguenza delle mancate chiusure durante il periodo dell’emergenza sanitaria, che erano state disincentivate dalle misure di sostegno adottate dalle istituzioni. Almeno però, a crescere sono le attività gestite in prevalenza da stranieri, donne e giovani.
Insomma, per quest’Italia che viaggia tra soddisfazioni e preoccupazioni, è necessario investire negli abilitatori di trasformazione digitale come l’AI, così da sostenere la resilienza e attivare nuovi modelli di business. Un modo per farlo è quello di puntare sui settori che rappresentano i pilastri dell’economia italiana, come quello della metalmeccanica e meccatronica che da solo genera il 50% del valore aggiunto della manifattura. Ma non solo, le PMI che ancora investono poco nel digitale, rappresentano il 99% del nostro tessuto imprenditoriale, per questo oltre alle risorse del PNRR è importante partire dal territorio, dal confronto tra e con le piccole e medie imprese. Solo così è possibile fare la differenza e avvicinarsi in maniera consapevole a una risorsa immensa come l’AI.
TEXTILSHARING
Abbigliamento da lavoro, panni per la pulizia dei macchinari, tappeti assorbiolio, lavapezzi. Tutto a noleggio grazie al sistema circolare di servizi Mewa che permette di ridurre la quantità di rifiuti e risparmiare tempo, risorse e spazio prezioso destinato alla logistica.
Era il lontano 1908 quando un lungimirante imprenditore tedesco, Hermann Gebauer, ebbe un’idea geniale quanto pionieristica e inventò un panno da fornire alla fiorente industria dell’epoca perché lo si potesse usare per la pulizia delle macchine industriali. Non si trattava però di un panno qualsiasi usa e getta: lo si poteva infatti riutilizzare più volte e soprattutto se ne poteva esternalizzare il lavaggio e la manutenzione. Intorno a questo concetto nacque la Mewa, acronimo di Mechanische Weberei Altstadt e vennero gettate le basi del Textilsharing, un modello circolare di servizi che col tempo Mewa estese anche ad altri prodotti.
Oggi Mewa fornisce alle aziende di tutta Europa da 47 sedi abbigliamento da lavoro e protettivo, panni per la pulizia, tappeti assorbiolio e zerbini e ne cura la gestione, la manutenzione, lo stoccaggio e la logistica. Fornisce inoltre a catalogo anche articoli sulla sicurezza sul lavoro. Circa 5.700 dipendenti e oltre 190.000 clienti dei settori industria, commercio, gastrono -
Mewa: tutto per l’industria, da un unico fornitore
mia e artigiani: questi i numeri di Mewa oggi. Nel 2021 Mewa ha realizzato un fatturato di 770,4 milioni di euro e figura quindi tra i leader nel segmento della gestione dei tessili. L’azienda ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo impegno verso la sostenibilità, per il suo agire responsabile e per la gestione del marchio. Nel 2021 Mewa ha anche ottenuto da Confindustria in Italia il
In alto: operatori con abbigliamento della collezione Mewa Dynamic Industry per la massima libertà di movimento A fianco: il sistema circolare di servizi Mewa
riconoscimento di “Best Performer dell’economia circolare” nella categoria Grandi Imprese di Servizi.
PANNI RIUTILIZZABILI E SEMPRE PULITI
Il panno Mewa è la soluzione ideale per pulire le macchine industriali, sia per la qualità del prodotto, sia per il servizio con il quale viene proposto al cliente. Molto assorbente e resistente, si può riutilizzare fino a 50 volte, rimuove tutti i tipi di sporco, non lascia tracce residue e, grazie alla sua particolare composizione, riduce i tempi di pulizia delle macchine fino al 30% rispetto ai normali rotoli di carta. Le aziende che scelgono Mewa hanno sempre a portata di mano il panno giusto e non devono preoccuparsi del riassortimento delle scorte e dello smaltimento. Ricevono infatti la quantità necessaria di panni,
oltre a uno o più contenitori di sicurezza SaCon, che servono per lo stoccaggio e il trasporto sicuro e conforme alle normative dei panni usati. Il giorno concordato l’autista Mewa raccoglie i panni per portarli a lavare e contemporaneamente porta anche un carico di panni puliti. Il sistema circolare dei panni Mewa, rispetto all’utilizzo di panni monouso in carta, evita di produrre una gran quantità di rifiuti soggetti a smaltimento.
ABBIGLIAMENTO DA LAVORO
Riutilizzare i prodotti tessili per l’industria ricorrendo al servizio Mewa, oltre a ridurre la quantità di rifiuti, significa anche risparmiare tempo, risorse e spazio destinato alla logistica che altrimenti sarebbero necessari se ci si dovesse occupare personalmente di tutto l’iter di gestione. Nel caso dell’abbigliamento protettivo, con il servizio Mewa si ha anche la certezza di utilizzare capi a norma che mantengono inalterate le loro proprietà, anche dopo ripetuti riutilizzi e lavaggi.
L’offerta Mewa di abbigliamento da lavoro e protettivo per l’industria è molto ampia e diversificata. Tra le numerose linee che Mewa offre al settore, la più recente è la collezione Mewa Dynamic Industry: comoda e confortevole, risponde alle esigenze degli operatori che desiderano avere un aspetto curato anche nei panni lavorativi. Rispetto all’abbigliamento convenzionale, la linea Mewa Dynamic Industry è stata studiata per garantire
Il panno Mewa per l’industria si può riutilizzare fino a 50 volte
assoluta libertà di movimento, grazie ad una particolare attenzione all’ergonomia e ad ogni minimo dettaglio: è realizzata con tessuti particolarmente resistenti, testati anche per essere sottoposti alle condizioni estreme. Sono dettagli importanti l’assenza di cuciture sugli avambracci della giacca, che consente di allungare le braccia anche molto in alto, senza che la giacca tiri e ostacoli il movimento (Effetto high-reach), così come la comoda cintura elastica del pantalone.
TAPPETI ASSORBIOLIO
Un altro prodotto Mewa molto utile per l’industria è il tappeto assorbiolio Multitex, in grado di assorbire e trattenere fino a 3 litri di liquidi. Anche Multitex rientra nel ben noto sistema completo di servizi Mewa: viene fornito, ritirato dopo l’uso, lavato e riconsegnato direttamente dove viene utilizzato. I tappetini preservano il pavimento e le suole delle scarpe dei collaboratori scongiurando il rischio che scivolino su perdite di olio o di acqua. Vengono così rispettati gli standard di sicurezza, i pavimenti rimangono puliti e i collaboratori possono concentrarsi sulle loro attività.
LAVAPEZZI AD ALTA PRESSIONE PER GLI UTENSILI
Completa l’offerta Mewa per l’industria la lavapezzi High-Pressure, uno strumento utilissimo per pulire piccoli componenti in metallo. Anche Mewa High-Pressure viene offerta a noleggio grazie al sistema completo di servizi Mewa che, oltre alla consegna della lavapezzi, prevede anche la sua manutenzione periodica, il cambio del filtro, il rabbocco del detergente e la sostituzione delle parti soggette a usura. Il tutto eseguito dal Service Mewa.
PRODOTTI TESSILI PER L’INDUSTRIA: PERCHÉ IL NOLEGGIO?
Ma quali sono i vantaggi concreti per chi sceglie il sistema di servizi Mewa?
Sgravio da oneri e responsabilità: il cliente non deve più preoccuparsi dell’abbigliamento da lavoro e può concentrarsi sul proprio core business.
- Flessibilità: l’abbigliamento da lavoro può essere fornito in base alle esigenze del cliente o adattato alle nuove assunzioni.
- Identificazione e personalizzazione: ogni collaboratore e ogni collaboratrice indossano sempre e solo il proprio indumento, contrassegnato da un codice a barre e, eventualmente, anche dal proprio nome.
- Igiene e aspetto curato: gli indumenti vengono regolarmente ritirati da Mewa e lavati secondo un calendario concordato con il cliente. In questo modo i dipendenti indossano sempre abiti puliti e curati. - Le temperature di lavaggio comprese tra 60° e 75° C garantiscono inoltre un’igiene certificata.
- Controllo dopo il lavaggio: Mewa verifica se i capi sono in perfette condizioni e se la funzione protettiva rimane inalterata anche dopo ripetuti lavaggi. In caso di anomalie, gli indumenti
Lo stand Mewa a Mecspe 2023 a Bologna
vengono riparati o sostituiti.
- Sostenibilità: l’abbigliamento da lavoro viene lavato in impianti modernissimi dove il consumo di acqua e detergenti è ridotto al minimo. Ne traggono vantaggio anche i clienti, che indirettamente migliorano la loro immagine in termini di sostenibilità.
- Costi pianificabili: i costi dell’intero servizio sono concordati in anticipo con il cliente. In questo modo si riduce al minimo
il rischio di costi nascosti che possono invece subentrare se l’abbigliamento da lavoro viene acquistato (ad esempio i costi per le riparazioni o per gli adattamenti successivi).
- Professionalità e vicinanza al cliente: il Gruppo Mewa lavora da oltre un secolo con il modello circolare del riutilizzo e offre un servizio puntuale, affidabile e di alta qualità con 47 sedi in Europa.
Quest’anno ha segnato il debutto di Mewa al Mecspe dove, nel padiglione della Subfornitura, l’azienda ha presentato il suo intero sistema circolare di servizi. E la scelta di esserci si è rivelata vincente: molti visitatori si sono fermati allo stand per chiedere informazioni, ricevere un’offerta o fissare un incontro a breve. “La fiera Mecspe raccoglie un bacino di aziende che costituiscono un target molto importante per noi, con oltre 14.000 clienti in Italia solo in questo settore”, commenta Velko Winters, amministratore delegato di Mewa Italia. “Il nostro
punto di forza è la completezza dell’offerta, perché siamo in grado di fornire al cliente, oltre a specifiche linee di abbigliamento da lavoro e protettivo, anche una gamma di prodotti utili per garantire la pulizia e l’igiene nell’ambiente di lavoro industriale: panni, tappeti assorbiolio e zerbini. Anche la lavapezzi, un prodotto che abbiamo integrato da una decina di anni nella nostra offerta, viene utilizzata con soddisfazione da un sempre maggior numero di clienti, così come i DPI che vendiamo a catalogo a corredo del nostro sistema di servizi”.
Un debutto di successo al Mecspe
Nel 2022 crescono le cessazioni per le imprese lombarde mentre le iscrizioni calano leggermente. A questo trend negativo si contrappone però l’aumento delle attività gestite in prevalenza da stranieri, donne e giovani.
Anche quest’anno il report Unioncamere Lombardia sulla demografia delle imprese lombarde nel 2022, ha evidenziato alcuni dati rilevanti. Tra questi, una crescita del 17,1% delle cessazioni di impresa, già in parte recuperate nel primo trimestre 2023, e un leggero calo delle iscrizioni (-1,2%), fattori che determinano un saldo negativo che si attesat al -7.265. L’aumento delle cessazioni è un probabile recupero delle mancate chiusure durante il periodo dell’emergenza sanitaria, che erano state disincentivate dalle misure di sostegno adottate dalle istituzioni. Inoltre, lo stock di imprese attive diminuisce dello -0,2% tornando sui livelli del 2019 dopo la crescita del 2021.
Ci sono però dei numeri incoraggianti. Secondo il rapporto, infatti, nel 2022 sono in aumento le attività gestite in prevalenza da stranieri (+1,1%), donne (+0,4%) e giovani (+0,3%).
Se infatti l’incidenza dell’imprenditoria straniera in Lombardia è pari al 13,4%, l’imprenditoria femminile ha dimostrato, ancora una volta, di saoer traghettare il settore, fino a determinare un incremento della quota «rosa» sul totale del tessuto imprenditoriale lombardo, pari al 19,7%. Più che positivi anche i numeri dell’ imprenditoria giova-
Lombardia: meno imprese ma più giovani
nile lombarda che, per il secondo anno, segna un aumento arrivando al 8,4%.
IN CRESCITA LE CESSAZIONI
Nel quarto trimestre del 2022 le iscrizioni hanno mostrato un calo rispetto allo stesso periodo del 2021 (-5,2%), così come le cessazioni (-10,8%), che erano molto cresciute nel trimestre precedente. L’anno si
chiude così con un saldo negativo di 7.265 posizioni, dato dalla differenza tra le 56.510 iscrizioni, in lieve calo rispetto al 2021 (-1,2%), e le 63.775 cessazioni, che hanno registrato un deciso aumento nel 2022 (+17,1%) nonostante lo stop dell’ultimo trimestre.
L’aumento delle cessazioni è stato guidato soprattutto dalle cessazioni di ufficio (+62,8%), ovvero da prov-
vedimenti delle Camere di Commercio che hanno cancellato posizioni formalmente ancora attive ma in realtà non più operative. Anche le cessazioni dichiarate dalle imprese hanno comunque mostrato una crescita (+4,9%). Il rimbalzo delle cessazioni rappresenta probabilmente un recupero delle mancate chiusure durante il periodo dell’emergenza sanitaria: il biennio 2020-2021 è stato infatti caratterizzato da un livello particolarmente basso di mortalità imprenditoriale, probabilmente grazie alle misure di sostegno all’economia adottate dalle istituzioni per arginare l’impatto negativo del Covid-19.A fine 2022 la dinamica di cessazioni e iscrizioni porta il numero di imprese registrate in Lombardia a 945.555, con una riduzione del -0,7% su base annua. Considerando solo le posizioni attive, ovvero al netto delle imprese che non hanno ancora avviato l’attività oppure sono sottoposte a procedure concorsuali, lo stock risulta pari a 813.390 unità, in calo del - 0,2% rispetto all’anno precedente. Tale flessione riporta la consistenza del tessuto imprenditoriale lombardo sui livelli del 2019, dopo il calo del 2020 dovuto al Covid e il recupero del 2021, quando le iscrizioni erano tornate a crescere mentre le cessazioni era rimaste su valori ridotti.
ALCUNE PROVINCIE IN CONTROTENDENZA
Non tutte le province hanno mostrato una diminuzione: nel 2022 le imprese attive sono infatti cresciute a Milano (+1,8%) e Monza-Brianza (+1%), territori caratterizzati da elevati tassi di natalità, mentre a Lodi sono rimaste stabili. I cali più significativi si sono verificati a Sondrio (-3,8%), Cremona (-3,7%), Pavia (-3,4%), Mantova (-2,5%), Lecco (-2,4%) e Bergamo (-2,1%). Queste province hanno registrato livelli di mortalità più alti della media, in molti casi per via delle numerose cancellazioni
d’ufficio eseguite dalle Camere di Commercio
Un confronto con i livelli del 2015 conferma come la provincia di Milano risulti particolarmente attrattiva, registrando una crescita di circa 10 punti, mentre Monza-Brianza è rimasta stabile. Tutti gli altri territori hanno invece evidenziato una contrazione dello stock di imprese attive.
I SETTORI
La maggior parte dei settori economici mostra un segno negativo, particolarmente intenso per industria (-2,2%), commercio (-2%) e alloggio e ristorazione (-1,8%), comparto che ha mostrato un’inversione di rotta a partire dal 2020. L’agricoltura prosegue il trend decrescente (-1,5%), mentre le costruzioni confermano la sostanziale stabilità (-0,1%) degli ultimi due anni, dopo il forte calo che ha caratterizzato il periodo precedente.
Non rallenta invece la crescita degli altri servizi (+2%), comparto che ormai rappresenta il 38,2% del tessuto economico regionale, quota cresciuta di oltre 5 punti nell’ultimo decennio.
GIOVANI, DONNE E STRANIERI Analizzando le caratteristiche demografiche degli imprenditori, emerge come, a fronte del calo complessivo del numero di imprese, risultino invece in aumento le attività gestite in prevalenza da stranieri (+1,1%), donne (+0,4%) e giovani (+0,3%).
Per le imprese straniere si tratta di un ritorno alla crescita dopo la sostanziale stabilità del 2021. La mobilità internazionale non si è però ancora del tutto ripresa e i ritmi di crescita risultano inferiori ai livelli pre-Covid. L’incidenza dell’imprenditoria straniera in Lombardia è pari al 13,4%, un dato superiore alla media nazionale. Le imprese femminili da diversi anni crescono più veloce -
mente della media, determinando un incremento della quota «rosa» sul totale del tessuto imprenditoriale lombardo, pari al 19,7%. Tale percentuale rimane però inferiore all’analogo dato nazionale (22,8%).
Il dato forse più sorprendente è quello che riguarda l’imprenditoria giovanile, che archivia un segno positivo per il secondo anno consecutivo, dopo una lunga fase calante dovuta anche al processo di invecchiamento della popolazione. Le imprese lombarde gestite in prevalenza da giovani sono l’8,4% del totale (vs 9% italiano).
L’ARTIGIANATO
Nel 2022 si è registrata una ripresa delle iscrizioni al ruolo artigiano (+6,1%), mentre le cessazioni, dovute alla chiusura d’impresa o alla perdita dei requisiti, sono cresciute meno intensamente (+3%). Tale dinamica non è però sufficiente per riportare in attivo il saldo, che rimane negativo per oltre 3 mila posizioni. La variazione del numero di imprese artigiane su base annua risulta pari al -1,3%, dopo il -1,5% del 2021.
A parte il settore dei servizi, che rimane stabile, tutti gli altri comparti registrano una diminuzione, particolarmente intensa nell’industria (-2,9%) e nei trasporti (-1,9%).
L’edilizia, dove sono attive il 40% delle imprese artigiane lombarde, mostra un calo in linea con la media (-1,4%).
Prosegue quindi la tendenza alla riduzione dello stock di imprese artigiane, che in Lombardia ha portato a una perdita complessiva di circa 38 mila posizioni attive rispetto ai livelli massimi del 2008.
IL PRIMO TRIMESTRE 2023
Nel primo trimestre 2023 prose -
gue in Lombardia il recupero delle cessazioni di impresa (20.741), che crescono del +19% su base annua pur risultando ancora inferiori alla media del periodo 2017-2019. L’aumento è dovuto in parte all’elevato numero di cessazioni di ufficio (2.446), provvedimenti amministrativi intrapresi dalle Camere di Commercio per eliminare posizioni formalmente attive ma in realtà non più operative; aumentano però anche le cessazioni dichiarate dalle imprese (18.295;+7,1%).
Rimangono stabili le iscrizioni (18.296;-0,2% su base annua), che hanno sostanzialmente recuperato i livelli pre-pandemia, diversamente da quanto avvenuto in Italia, confermando la resilienza del sistema imprenditoriale lombardo a fronte del peggioramento delle prospettive economiche. La dinamica congiunta di iscrizioni e cessazioni determina un deterioramento del saldo (-2.445 posizioni) rispetto a quanto registrato nel primo trimestre 2022, tuttavia il dato risulta migliore in confronto agli analoghi valori del
periodo 2017-2019. Il numero di imprese attive cala del -0,4% su base annua, proseguendo il percorso di normalizzazione post-pandemia legato al venir meno delle misure straordinarie di sostegno all’economia che avevano disincentivato le cessazioni.
Per quello che riguarda i settori, continua la crescita dei servizi (+2%), comparto che da solo raccoglie il 38,5% delle imprese lombarde, mentre prosegue il trend calante che da diversi anni caratterizza l’industria (-2,5%), il commercio (-2,2%) e l’agricoltura (-2,1%), anche per via di fenomeni di selezione e concentrazione in corso in questi settori.
Le attività di alloggio e ristorazione, che erano aumentate fino al 2019, mostrano anch’esse un calo (-2,1%), mostrando di non essersi ancora riprese dagli effetti negativi causati dalla pandemia. Una riduzione più ridotta si registra infine nelle costruzioni (-0,8%), che negli ultimi anni avevano arrestato la tendenza negativa in corso fin dal 2012.
Nel 2022 si è registrata una ripresa delle iscrizioni al ruolo artigiano (+6,1%), mentre le cessazioni, dovute alla chiusura d’impresa o alla perdita dei requisiti, sono cresciute meno intensamente (+3%)
Materiali Lavorati: • Acciaio Inox 304/316/303/307
• Inconel628, Alloy, Monel
• Acciai comuni da costruzione;
• Acciai speciali;
• Acciai automatici e leghe leggere;
• Materiali plastici.
Lavorazioni eseguite:
• Tornitura da barra fino a Ф65
• Tornitura di ripresa fino a Ф 180
• Fresatura 4/5 assi fino a 800x400x300
• Produzione ingranaggi e dentatura
• Piccoli assemblaggi di precisione
F.lli Locatelli s.r.l. meccanica di precisione dal 1967
Dopo 15 anni, il Regolamento Macchine è stato modificato. Il nuovo documento rispecchia le attuali esigenze dell’industria e l’avvento del 4.0, per questo, tra i protagonisti, c’è lo sviluppo tecnologico delle macchine oltre ai possibili rischi indotti dall’IoT, dall’AI e dall’esposizione agli attacchi cyber
Il 7 febbraio 2023 è stato pubblicato l’accordo provvisorio frutto dei negoziati interistituzionali per il nuovo Regolamento Macchine (Regulation of the European Parliament and of the Council on machinery) che, dopo l’iter di approvazione, sostituirà l’attuale direttiva macchine 2006/42/CE.
Il risultato sarà la trasformazione della direttiva (atto legislativo dell’Unione europea che prevede un recepimento da parte deli Stati membri) in un regolamento (atto legislativo dell’Unione europea direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri).
I vantaggi di questa trasformazione saranno: la necessità di assicurare un’attuazione uniforme in tutta l’Unione; garantire che gli Stati membri non impongano requisiti tecnici nazionali che vanno oltre i requisiti di sicurezza di cui all’allegato I dell’attuale direttiva e/o contraddicano tali requisiti di sicurezza; consentire una più rapida e coerente
Regolamento macchine: le novità per le imprese
applicazione della legislazione proposta e istituisce un contesto normativo più chiaro.
La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguarda le macchine e i prodotti altamente digitalizzati come i robot o le stampanti 3D per la fabbricazione. Il Regolamento entrerà in vigore il 20° giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e verrà applicato 42 mesi dopo la data della sua entrata in vigore; la nuova norma riguarderà sia i produttori, sia gli utilizzatori e prenderà il posto della Direttiva Macchine.
Del testo della nuova Direttiva Macchine se ne è parlato anche durante il webinar di Assolombarda da titolo “Regolamento Ue sulle macchine: le principali novità per le imprese”.
“La direttiva è generalmente pertinente, efficace, efficien -
te e coerente”, ha spiegato Fabiola Leuzzi di Confindustria. “Nonostante questo, necessita di una maggiore chiarezza giuridica in alcune delle sue disposizioni, di una migliore coerenza con altre normative e di alcuni requisiti amministrativi che incidono sull’efficienza della direttiva.
La direttiva, sostenuta dai principi del nuovo approccio è sufficientemente flessibile per consentire gli sviluppi tecnologici in un’era digitale, tuttavia, le nuove innovazioni nella digitalizzazione potrebbero testare l’efficacia e l’idoneità della direttiva per il futuro”.
Di seguito, alcuni punti del testo spiegati più nel dettaglio.
MODIFICHE SOSTANZIALI
La direttiva macchine viene applicata alle macchine nuove e non prende in considerazione
gli interventi di modifica, regolamentati finora soltanto dalle legislazioni nazionali, differenti per le diverse nazioni. Inoltre, il Regolamento Macchine si applica anche ai prodotti che hanno subito “modifiche sostanziali”, ovvero modifiche: • effettuate con mezzi fisici o digitali dopo che il prodotto è stato immesso sul mercato o messo in servizio;
• che non sono previste o pianificate dal fabbricante;
• che influenzano la sicurezza creando un nuovo pericolo o aumentando un rischio esistente.
Il soggetto che apporta simili modifiche deve soddisfare tutti gli obblighi previsti dal regolamento per i fabbricanti.
“Sulla definizione di modifica sostanziale abbiamo individuato delle criticità, nonostante questa abbia un forte impatto sugli utilizzatori”, spiega Fabiola Leuzzi. “Per noi era importante che la linea guida desse indicazioni con esempi pratici, per capire come trovare un equilibrio tra la sicurezza della macchina e il fatto di evitare oneri alle imprese. La Commissione ha infatti incluso una definizione di modifica sostanziale (articoli 14 e 15, definizione art. 1 punto 16), come la modifica non prevista
dal fabbricante e, in seguito alla quale, la conformità del prodotto macchina rispetto ai requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute può essere compromessa - prosegue Leuzzi - ma occorre che la linea guida aiuti le aziende a distinguere le diverse casistiche con l’obiettivo di avere un giusto equilibrio fra le esigenze di sicurezza e la necessità di evitare oneri non necessari alle imprese utilizzatrici”.
OPERATORI ECONOMICI
Nel nuovo Regolamento Macchine sono poi state introdotte le figure dell’importatore e del distributore. L’importatore può immettere sul mercato dell’Unione europea un prodotto
proveniente da un paese terzo, mentre il distributore è un soggetto, diverso dal fabbricante o dall’importatore, che mette a disposizione sul mercato un prodotto.
L’importatore ha il compito di assicurarsi che il fabbricante abbia portato a termine le corrette procedure per la valutazione della conformità del prodotto e deve indicare sul prodotto: il proprio nome, l’indirizzo postale e l’indirizzo di posta elettronica. L’importatore è dunque responsabile della conformità del prodotto e ne risponde in prima persona. Gli obblighi dei distributori sono invece minori e si basano sulla verifica che il prodotto sia correttamente identificato
Il “componente di sicurezza” nel nuovo Regolamento Macchine comprende anche componenti digitali, compreso il software: per la prima volta il regolamento si applica quindi anche ad un prodotto immateriale
(compresi i riferimenti del fabbricante e dell’eventuale importatore) e accompagnato dalla documentazione necessaria e nella dovuta diligenza nel trasporto e conservazione del prodotto in modo da non comprometterne la conformità ai requisiti di sicurezza.
COMPONENTI DI SICUREZZA
I componenti di sicurezza rientrano nel campo di applicazione della direttiva macchine e, come tali, devono essere marcati CE.
Per definizione, il “componente di sicurezza” nel nuovo Regolamento Macchine comprende anche i componenti digitali, compreso il software: per la prima volta il Regolamento Macchine si applica quindi anche ad un prodotto immateriale. Il software che svolge funzioni di sicurezza e che viene immesso sul mercato in maniera separata dovrà quindi essere marcato CE ed essere accompagnato da una dichiarazione di conformità UE e, per quanto necessario, da istruzioni per l’uso.
DOCUMENTAZIONE E LINGUA
La lingua delle informazioni, a differenza del passato, si prevede che sia “facilmente comprensibile per gli utilizzatori, come stabilito dagli Stati membri”.
“Anche su questo punto è necessario fare chiarezza”, commenta Fabiola Leuzzi.
“Per quanto riguarda la lingua, questa modifica comporterebbe la necessità per i fabbricanti di controllare nei recepimenti delle direttive, in ogni Stato membro, qual è la lingua accettata (o quali sono le lingue accettate) e questo potrebbe portare a delle difficoltà per i fabbricanti. Mettendo a confronto il testo della direttiva 2006/42/CE con quello del Previsional Agreement del 7 febbraio 2023 si nota che, mentre nella passata versione c’è scritto che la lingua delle informazioni è il linguaggio ufficiale comunitario, nella nuova proposta si parla di un linguaggio che può essere facilmente comprensibile come determinato dallo stato membro. Eppure, come
tutti sanno, in molti Stati si parlano più lingue, quindi, sarà anche questa una cosa da chiarire, un punto che per Confindustria potrebbe rivelarsi ancora critico”.
Per quanto riguarda la documentazione, questa può essere fornita anche in formato digitale e, quando questo accade, il fabbricante dovrà:
• indicare sulla macchina e sull’imballaggio o in un documento di accompagnamento come accedere alle istruzioni digitali;
• presentare le istruzioni in un formato che consenta all’utente finale di stamparle, scaricarle e salvarle su un dispositivo elettronico;
Il nuovo Regolamento Macchine chiede che i circuiti di comando che svolgono funzioni di sicurezza siano progettati in modo da evitare che attacchi malevoli possano causare comportamenti pericolosi delle macchine
• metterle a disposizione online durante il ciclo di vita previsto della macchina e per non meno di 10 anni dopo l’immissione sul mercato della macchina;
• fornirle gratuitamente in formato cartaceo entro un mese su richiesta dell’acquirente al momento dell’acquisto.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Il Nuovo Regolamento Macchine si applica anche a:
• sistemi che utilizzano tecnologie di intelligenza artificiale e di apprendimento;
• macchine senza guidatore, ossia le macchine autonome (AGV), questi sono sempre più diffusi e stanno soppiantando la movimentazione manuale di oggetti nei più disparati settori, dalle linee produttive, ai magazzini, agli ospedali.
Nello specifico, la valutazione dei rischi dovrà tenere conto dell’evoluzione del comportamento delle macchine progettate per funzionare con diversi livelli di autonomia. Anche la
fase di apprendimento deve essere considerata, limitando il comportamento della macchina, mediante adeguati circuiti di sicurezza, in modo da non oltrepassare i limiti considerati nella valutazione dei rischi.
CYBERSECURITY
Anche la Cyber Security OT rientra del nuovo Regolamento Macchine, assumendo un peso importante. La sicurezza informatica è un aspetto che non può più essere trascurato, soprattutto per le macchine: oggi quasi tutte le macchine sono connesse a reti dati che possono essere oggetto di attacchi da parte di malintenzionati. Si tratta di fatti già accaduti e che potrebbero verificarsi ancora.
Per questo motivo il nuovo Regolamento Macchine chiede che i circuiti di comando che svolgono funzioni di sicurezza siano progettati in modo da evitare che attacchi malevoli possano causare comportamenti pericolosi delle macchine. Inoltre, è stato introdotto un nuovo requisito di sicurezza e di tutela della salute esplicitamente dedicato alla protezione dei sistemi informatici contro la corruzione. Collaborazione uomo-macchina
I tradizionali metodi di protezione delle persone mediante delimitazione delle zone pericolose non sono adatti quando gli uomini e le macchine devono condividere uno spazio di lavoro, come avviene nelle applicazioni con robot collaborativi (o cobot).
Il requisito fondamentale di sicurezza e di tutela della salute relativo ai rischi dovuti agli elementi mobili è stato quindi modificato, così da monitorare
le nuove soluzioni da adottare per garantire la sicurezza delle persone in applicazioni collaborative, tenendo in considerazione anche gli aspetti di stress psicologico che queste situazioni possono arrecare.
PRODOTTI AD ALTO RISCHIO
L’allegato IV della direttiva 2006/42/CE, contiene invece l’elenco dei prodotti considerati ad alto rischio, ed è diventato l’allegato I del nuovo Regolamento Macchine. I prodotti citati in questo allegato sono sempre gli stessi, ma sono stati aggiunti i componenti di sicurezza con comportamento auto-evolutivo e le macchine che incorporano sistemi con comportamento auto-evolutivo. Inoltre, per sei categorie di prodotto non è prevista, per il fabbricante, la possibilità di applicare la procedura di valutazione della conformità con controllo interno sulla fabbricazione. Per i
seguenti prodotti, dunque, sarà necessario l’intervento di un organismo notificato.
• dispositivi amovibili di trasmissione meccanica, compresi i loro ripari;
• ripari per dispositivi amovibili di trasmissione meccanica;
• ponti elevatori per veicoli;
• apparecchi portatili a carica esplosiva per il fissaggio o altre macchine ad impatto;
• componenti di sicurezza con comportamento totalmente o parzialmente autoevolutivo mediante approcci di apprendimento automatico che garantiscono funzioni di sicurezza;
• macchine che incorporano sistemi con comportamento totalmente o parzialmente auto-evolutivo che utilizzano approcci di apprendimento automatico che garantiscono funzioni di sicurezza e che non sono stati immessi sul mercato in modo indipendente, rispetto solamente a questi sistemi.
La produzione metalmeccanica in Italia nel 2022 regge pur con un lieve calo: un dato che rispecchia in gran parte l’andamento del Paese, considerando che il comparto genera il 50% del valore aggiunto della manifattura nazionale.
Idati arrivano dalla 165ª edizione dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria
Metalmeccanica - Meccatronica italiana, che ci parla di un 2022 con chiusura in negativo per l’attività produttiva del settore, segnando un -0,4 rispetto al 2021, un risultato sostanzialmente in linea con quanto fatto registrare dall’intero comparto industriale (-0,3%).
“Non avremmo voluto vedere un segno meno davanti al dato della produzione industriale del 2022, non vorremmo continuare a vedere nei nostri bilanci quella stretta sui margini – determinata ancora in larga misura dai costi dell’energia e delle materie prime – che continua ad essere significativa, lasciando così un’ombra lunga sulle prospettive positive”, ha spiegato Federico Visentin, presidente di Federmeccanica. “Nonostante questo, le nostre aziende continuano ad investire, ma quanto può durare tutto ciò? Servono azioni di sistema per affrontare le emergenze, e politiche industriali per stimolare la crescita dell’industria. L’erosione dei margini rispetto ai livelli di produzione è un fenomeno che si potrebbe assimilare agli effetti negativi prodotti dal cuneo fiscale, che nel nostro Paese è sempre troppo alto. Anche su questo punto
Il settore che muove l’Italia
Le attività della metallurgia, negli ultimi due trimestri del 2022 hanno segnato cali tendenziali produttivi a doppia cifra, non registrati altrove nel settore
non possiamo abbassare la guardia, per le persone che lavorano e per la competitività delle imprese che producono. C’è quindi ancora tanto da fare, non si può stare fermi, si deve andare avanti e lo si deve fare insieme”. Nel quarto trimestre dell’anno, la produzione metalmeccanica è aumentata dell’1,3% rispetto al terzo quando
aveva fatto segnare un contenuto +0,4%, mentre nel confronto con l’ultimo trimestre del 2021, c’è stata una variazione del +0,2% dopo i cali dell’1,2% e dell’1,9% rispettivamente nel secondo e terzo trimestre 2022.
Malgrado le tendenze positive, nell’ambito dell’aggregato metal-
meccanico sono stati osservati andamenti differenziati tra i vari comparti. In particolare, le attività della metallurgia, negli ultimi due trimestri del 2022 hanno segnato cali tendenziali produttivi a doppia cifra, non registrati altrove nel settore.
LE PROSPETTIVE A BREVE TERMINE
Le prospettive a breve emerse dalla consueta indagine congiunturale, condotta presso un campione di imprese metalmeccaniche associate, indicano un’attenuazione della fase negativa della congiuntura settoriale, così come osservata nei trimestri precedenti:
• il 32% delle imprese intervistate si dichiara soddisfatto del proprio portafoglio ordini;
• il 28% prevede incrementi di produzione a fronte del 18% che pronostica riduzioni;
• il 22% ritiene di dover aumentare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali.
Si attenua la quota di imprese che valuta cattiva o pessima la situazione della liquidità aziendale (10% rispetto al precedente 14%) ma i livelli rimangono più elevati rispetto al passato.
Le attese delle imprese sono inoltre condizionate dalle conseguenze economiche e umanitarie del prolungamento del conflitto russo-ucraino che continua a inasprire la spirale dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime rendendo più complessa e onerosa l’attività produttiva delle imprese.
“I dati dell’indagine confermano ancora una volta il peso del nostro settore nell’intera industria. Si vede infatti molto bene quanto le nostre performance condizionano i risultati del complesso Industria”, commenta Diego Andreis, vicepresidente di Federmeccanica. “Se andiamo bene siamo volano per l’economia italiana, in caso contrario, questo si ripercuote su tutti. Generiamo infatti il 50% del valore aggiunto della manifattura e produciamo la totalità dei beni di investimento che portano innovazione tecnologica a tutti i rami dell’Industria
e agli altri settori dell’economia. È necessaria maggior consapevolezza sul valore delle imprese del nostro settore. Di recente abbiamo condotto un’indagine da cui emerge che ci sono ancora molte persone che non sanno cosa sia l’Industria, d’altra parte, sono in tanti a ritenere che vada supportata. I dati della congiunturale servono anche a generare questa consapevolezza e ci dicono che sostenere e sviluppare le filiere del nostro settore vuol dire sostenere e sviluppare il nostro Paese”.
INVESTIMENTI GREEN
Secondo i dati dell’indagine congiunturale, la quota di imprese rispondenti che prevede di attuare forme di investimento nei prossimi sei mesi è aumentata rispetto allo scorso trimestre passando dal 64% di fine settembre all’attuale 70%.
Con riferimento alle tematiche ambientali, nel 63% dei casi le attività di investimento avranno ricadute positive sia sul risparmio energetico sia sulla sostenibilità ambientale. Il 29% delle imprese si focalizzerà solo sul risparmio energetico e il restante 8,0% invece sulla sostenibilità ambientale intesa come riorganizzazione del processo produttivo e/o adozione di nuovi modelli di produzione; utilizzo materie prime seconde (es. recupero e riutilizzo scarti del processo produttivo); contenimento emissioni
Il conflitto in Ucraina continua a inasprire la spirale dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime rendendo più complessa e onerosa l’attività produttiva delle imprese
atmosferiche; riutilizzo/riciclo acque di scarico; ecc.
Per quanto riguarda le altre aree di investimento, il 32% degli investimenti sarà destinato ad accrescere il capitale fisso (capannoni, macchinari ecc.), per il 25% in tecnologia e digitalizzazione (es. Industria 4.0). A seguire troviamo la formazione (21%), investimenti in ricerca e sviluppo (19%) e altre allocazioni (3%).
ANCORA ALTI I COSTI ENERGETICI
Nel quarto trimestre del 2022 la percentuale di imprese sofferenti per i costi dell’energia è sempre molto alta, e pari al 71%, nonostante l’attenuazione registrata dei prezzi sui mercati internazionali. Nel 51% dei casi gli elevati costi delle materie prime e dell’energia hanno comportato la riorganizzazione del lavoro e/o dell’attività produttiva, nel 20% si è verificata una riduzione dell’attività di investimento, mentre il 22% ha dichiarato altre conseguenze.
SVILUPPO AZIENDALE
Geartec consolida la sua crescita
Geartec conferma il trend di crescita già evidenziato negli ultimi anni, chiudendo il 2022 all’insegna di risultati sorprendenti. Con 6,630 milioni di euro di fatturato, infatti, l’azienda di Legnano segna una crescita del 30% rispetto all’anno precedente.
“Un incremento importante che consolida il nostro posizionamento”, ha specificato Giancarlo Piatti, direttore generale di Geartec. “Una strategia che trova riscontro
nei trend positivi dei settori tecnici specifici con cui Geartec collabora soprattutto da quando abbiamo puntato sulle microlavorazioni come core-business differenziante”.
Anche le proiezioni future sono molto positive grazie ai recenti investimenti che, andando a regime, potranno incrementare ulteriormente le potenzialità produttive. Infatti, a inizio 2023 la società si è dotata di un nuovo centro di
fresatura a 5 assi MAX MILL 630 EMCO destinato a coadiuvare gli altri dispositivi, come il recente centro di fresatura a 5 assi DMG Mori modello DMU50 del valore di 500.000 euro, dotato di sistema di automazione Robo Trex 52, in grado di provvedere al carico/scarico automatico dei semilavorati e dei pezzi finiti.
“Il nostro parterre di macchine è diventato molto importante tanto che oggi si compone di ben 20 centri lavorazioni: un vero e proprio sistema integrato che nel 2022 ha prodotto oltre 30.000 pezzi solo per quanto attiene alle microlavorazioni il cui controvalore contribuisce per 1,3 milioni di euro sul totale del fatturato”, ha aggiunto Piatti.
L’elettronica si conferma comunque in generale il comparto più importante e redditizio per Geartec con una incidenza complessiva del 36% sul totale operativo della società mentre il mercato food & beverage occupa il 30%, il settore meccanico-manifatturiero l’11% e il medicale l’8%.
Ma il 2023 è un anno importante e di transizione per una serie di altre iniziative che l’azienda di Legnano ha portato a termine e sta implementando. È infatti stato messo in opera un impianto fotovoltaico ed è stata avviata la costruzione di un nuovo capannone attiguo alla sede, con una superficie di 500 m2 per un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro.
Marposs rileva la startup Digital Strategy Innovation
Il Gruppo Marposs, azienda competente nella fornitura di strumenti per l’ispezione, la misura e il controllo in ambiente di produzione, annuncia di aver acquisito la maggioranza qualificata della startup veneta Digital Strategy Innovation (DSI), azienda specializzata in ricerca applicata nei campi dell’AI, Big Data e Data Analysis.
Nata nel 2020 sulla base dei risultati scientifici sviluppati all’interno dell’Università Ca’ Foscari Venezia e sostenuta da VeniSIA, acceleratore di innovazione e sostenibilità del medesimo Ateneo, DSI fornisce servizi di consulenza in ambito IT, nell’integrazione di sistemi e servizi digitali.
“L’acquisizione di Digital Strategy Innovation garantisce un laboratorio d’avanguardia dove perfe-
zionare i nuovi progetti in settori paralleli e complementari a quelli in cui già operiamo”, ha dichiarato Stefano Possati, presidente del Gruppo Marposs. “Si tratta di un’opportunità per coinvolgere studenti e ricercatori anche nella creazione di gruppi di lavoro interdisciplinari e percorsi di formazione e consolidare il collegamento tra Marposs e le Università.”
Per la prima volta nella sua storia, Marposs ha deciso di acquisire una giovane startup, investendo sul potenziale dell’azienda e del suo personale, rafforzando le sinergie con il mondo accademico e degli Istituti di ricerca, fucina inesauribile di talento e innovazione.
“Già dai primi contatti è risultato subito chiaro come Marposs fosse strutturalmente e cultural-
mente predisposta a supportare e potenziare gli aspetti legati alla ricerca accademica e applicata che caratterizzano DSI”, ha aggiunto Andrea Albarelli, promotore scientifico di DSI.
“L’impulso che l’ingresso in Marposs determinerà per lo sviluppo di DSI, permetterà di attuare una
strategia di sistematica acquisizione di nuovi talenti, soprattutto dal bacino della formazione avanzata e del dottorato di ricerca, aumentando ulteriormente le competenze a disposizione del Gruppo in tutti gli ambiti del digitale”, ha concluso Andrea Gasparetto, direttore tecnico di DSI e PhD in computer science.
Danfoss completa l’acquisizione di Bock GmbH
Danfoss ha finalizzato l’acquisizione di Bock GmbH, attivo nei compressori a CO2 e a basso GWP utilizzati nelle applicazioni di refrigerazione e riscaldamento, un accordo annunciato per la prima volta alla fine dell’anno scorso. Il completamento dell’acquisizione rafforza la posizione di Danfoss come fornitore preferito di soluzioni di refrigerazione e riscaldamento più green. L’annuncio
è stato fatto in concomitanza con la comunicazione da parte di Danfoss di ottimi risultati per il 2022, che dimostrano l’enorme potenziale di crescita dei prodotti e delle soluzioni che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi climatici globali e regionali.
I celebri compressori alternativi semi-ermetici e unità condensatrici a CO2 a basso GWP di Bock si integrano perfettamente nell’ampio portafoglio prodotti di Danfoss, rafforzando ulteriormente la nostra posizione di fornitore ideale di soluzioni di refrigerazione e riscaldamento green.
“Quando c’è più di una strada per la decarbonizzazione, non ci
TRATTAMENTI TERMICI
Con il fuoco non scherziamo
sono troppe soluzioni”, ha spiegato Kristian Strand, presidente di Danfoss Commercial Compressors. “Aggiungendo la tecnologia di Bock all’ampio portafoglio Danfoss di compressori, valvole, controlli, scambiatori di calore e sensori, stiamo semplicemente consolidando la nostra posizione di fornitore leader di soluzioni di refrigerazione e riscaldamento più ecologiche.
“La presenza globale di Danfoss aprirà nuove opportunità commerciali per Bock e, insieme, nutriamo grandi speranze per il futuro”, ha aggiunto Marcus Albrecht, CEO di Bock. “L’innovazione continuerà ad essere
per noi un elemento chiave per continuare ad offrire soluzioni di refrigerazione e riscaldamento sempre più sostenibili”.
Con uno dei più ampi portafogli al mondo di compressori per refrigeranti naturali come CO2 (R744), idrocarburi e altri refrigeranti a basso GWP, Bock ha un’impressionante reputazione globale per la qualità, l’innovazione e la tecnologia rispettosa del clima nei settori della refrigerazione e del condizionamento dell’aria. Il portafoglio e l’impegno di Bock per l’efficienza energetica integrano la gamme prodotti esistente di Danfoss, fornendo ai clienti un unico fornitore di fiducia.
Carbotempra è una azienda di trattamenti termici, con impianti di ultima generazione, dotata di laboratorio per prove metallurgiche e tecnologiche.
L’azienda è specializzata nella tempra di acciai per cuscinetti e speciali, nella cementazione gassosa e carbonitrurazione.
Laboratorio metallurgico
Cementazione
Carbonitrurazione
Tempra e rinvenimento
Sottoraffreddamento
Normalizzazione
Ricottura normale e in bianco
Sabbiatura
Nonostante le prospettive positive, nel nostro Paese il mercato dell’AI resta meno sviluppato rispetto a quello di altri paesi industrializzati: in Italia, infatti, solo il 6,2% delle imprese utilizza sistemi di Intelligenza Artificiale, contro una media UE dell’8%.
Prima tappa a Verona, con Confindustria Veneto e Confindustria Verona per il ciclo di incontri “l’Intelligenza Artificiale a servizio delle PMI: use cases e ambiti di sviluppo”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub. Si tratta di un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Saranno le imprese stesse, a raccontare le
L’intelligenza artificiale e il futuro delle Pmi italiane
proprie esperienze e strategie di impiego dell’AI in azienda, grazie alla presentazione di casi concreti e al confronto diretto con i partecipanti. L’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 50 anni, è oggi al centro del dibattito politico-economico. Big data, elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono
un impiego diffuso, capace di incidere nella vita quotidiana di imprese e individui in maniera ancora più profonda rispetto alle innovazioni precedenti.
I DATI DELL’ITALIA
Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, l’AI rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati ISTAT del 2021, solo il 6,2% delle imprese ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea; in particolare, la percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. Positivo però l’aumento che, secondo dati OCSE, continuano a registrare gli investimenti in capitale di rischio, la ricerca e il numero di talenti riferiti all’intelligenza artificiale, pur se, anche in questo caso, molto inferiori a paesi limitrofi come Germania o Francia.
Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, in Italia il mercato dell’Intelligenza artificiale ha raggiunto nel 2022 un volume di circa 422 milioni di euro (+21,9%) e, tra il 2022 e il 2025, è previsto che l’AI raggiunga i 700 mln nel 2025 con un tasso di crescita medio annuo del 22% (cfr. Il Digitale in Italia 2022 v.2). L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato (Digital Enabler) come ad esempio Cybersecurity, Big Data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano. Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell’AI resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati: per questo è fondamentale avere una
visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’AI.
UNA TRANSIZIONE NECESSARIA
“L’intelligenza artificiale applicata all’impresa, nell’immaginario comune, è spesso associata ad attività legate ai giganti del settore tech”, ha dichiarato Giovanni Baroni, presidente di Piccola Industria di Confindustria.“È invece importante comprendere come questa disciplina sia alla portata di tutte le imprese. Infatti, può essere applicata in ogni realtà industriale, a prescindere dalla dimensione, e assicurare benefici in
Per l’Italia è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali e acquisire maggiore consapevolezza delle potenzialità dell’AI
termini di minori costi e maggiore efficienza, contribuendo anche al raggiungimento di criteri ESG sempre più richiesti dal mercato e dagli investitori. Per cogliere questa opportunità è necessario però supportare le nostre Pmi nella transizione digitale”, ha osservato il leader delle PMI.
“Si tratta di un processo complesso, elaborato attraverso tecnologie interdipendenti e soprattutto competenze, attitudine mentale e capacità di trasformarsi. In questo quadro, poi, il ritardo italiano in termini di professionisti e studenti in materie STEM è un gap che non possiamo più permetterci e che rischia di pesare sempre di più sullo sviluppo e la crescita del Paese, sottraendo alle imprese il capitale umano necessario per essere competitive”.
Gli investimenti negli abilitatori di trasformazione digitale, come l’Intelligenza Artificiale, sono vitali per l’innovazione, per sostenere la resilienza delle imprese e abilitare nuovi modelli di business nonché trasformare filiere ed ecosistemi in tutti i settori”, Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform. “I Digital Enabler, da un lato, consentono alle imprese di conoscere e monitorare al meglio i processi e, dall’altro, di produrre prodotti evoluti e con nuove funzionalità grazie a una profonda integrazione tra fisico e digitale. Le PMI rappresentano il 99% del nostro tessuto imprenditoriale, ma investono ancora troppo poco nel digitale, con una crescita inferiore rispetto ad altri segmenti business: dobbiamo cogliere questo momento e le opportunità del PNRR per spingere l’acceleratore sull’innovazione, per recuperare punti di produttività, rafforzare le nostre filiere industriali e restare leader industriali nel mondo. Siamo convinti che partendo dal territorio, dal confronto diretto e concreto tra e con le piccole e medie imprese si possa fare la differenza e incoraggiare un’adozione consapevole dell’AI”.
A DÜSSELDORF
Quattro fiere per l’industria metallurgica
Dal 12 al 16 giugno 2023
Düsseldorf diventerà il polo di incontro per l’industria internazionale della fusione e della metallurgia: le fiere leader a livello mondiale Gifa, Metec, Thermoprocess e Newcast, che si tengono ogni quattro anni e che insieme coprono l’intero spettro della tecnologia di fonderia, della fusione, della metallurgia e della tecnologia dei processi termici, quest’an-
L’agenda
GIFA
12 - 16 giugno 2023
Düsseldorf, Germania
www.gifa.com
Metech 12 - 16 giugno 2023
Düsseldorf, Germania
www.metec-tradefair.com
Thermprocess
12 - 16 giugno 2023
Düsseldorf, Germania
www.thermprocess-online.com
no sono particolarmente richieste dai settori ad alta intensità energetica, in quanto le sfide attuali alimentano la digitalizzazione del settore della tecnologia dei metalli e la sua ricerca di soluzioni sostenibili e orientate al futuro.
Più di 2.000 espositori provenienti da oltre 50 Paesi raccoglieranno le tendenze globali e presenteranno l’intera gamma di tecnologie e prodotti attuali
in dodici padiglioni espositivi. I temi caldi del Bright World of Metals sono: la decarbonizzazione dell’industria metallurgica, gli eco-metalli, l’economia circolare, la digitalizzazione, i processi di produzione additiva, la mobilità elettrica e la costruzione di automobili leggere.
“Alla luce dell’attuale contesto industriale, siamo in attesa delle edizioni di Gifa, Metec, Thermprocess e Newcast”,
spiega Malte Seifert, direttore di Gifa, Metec, Thermprocess e Newcast. “Il Piano di Protezione del Clima 2050 dell’UE metterà alla prova il “coraggio” dell’industria metallurgica, che ha quindi più che mai bisogno di una piattaforma di comunicazione per lo scambio a livello mondiale. Il feedback degli espositori dimostra che l’incontro di giugno alle quattro fiere tecnologiche sarà di rilievo. Oltre a marchi di prim’ordine come Heinrich Wagner Sinto, Oskar Frech, Vesuvius per Gifa, Dihag Holding, Primemetals, SMS Group (Metec), Heunisch, Kutes Metal, Thoni Alutec (Newcast) o Aichelin, Electrotherm e WS Wärmeprozesstechnik (Thermprocess), praticamente tutte le aziende più note saranno rappresentate a Düsseldorf per affrontare la grande trasformazione con innovazioni e idee all’avanguardia. L’allentamento delle restrizioni ai viaggi nelle regioni asiatiche ha dato un ulteriore impulso alle iscrizioni degli espositori”.
Newcast 12 - 16 giugno 2023
Düsseldorf, Germania www.newcast.com
Automatica
27 - 30 giugno 2023
Monaco di Baviera, Germania automatica-munich.com/en
EuroBLECH
25 - 28 ottobre 2023
Hannover, Germania www.euroblech.com
Nortec 23 - 26 gennaio 2024
Amburgo, Germania
www.nortec-hamburg.de/en
Fornitore Offresi
15 - 17 febbraio 2024
Milano www.fornitoreoffresi.com
Mecpse 6-8 marzo 2024
Parma www.mecspe.com
Lasys
4 - 6 giugno 2024
Stoccarda, Germania
www.messe-stuttgart.de/lasys
AMB
10 - 14 settembre 2024
Stoccarda, Germania
www.messe-stuttgart.de/amb
Autopromotec
21 - 24 maggio 2025
Bologna
www.autopromotec.com/it
CASE HISTORY
Per le sue macchine utensili, utilizzate nei più svariati settori, Trevisan ha scelto i giunti rotanti Johnson-Fluiten, resistenti all’usura e agli shock termici, privi di manutenzione e utilizzabili in tutte le condizioni grazie alla loro speciale tenuta meccanica: caratteristiche fondamentali per una partnership duratura.
Da 60 anni Trevisan Macchine Utensili è un nome conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per l’affidabilità e precisione delle sue soluzioni per l’industria meccanica. Fra le caratteristiche dell’offerta che hanno decretato il successo dell’azienda vanno ricordate la capacità di personalizzare le soluzioni in base alle richieste dei clienti e l’efficienza e puntualità del servizio di assistenza.
I centri di lavoro, le linee di tornitura e le macchine speciali di Trevisan Macchine Utensili sono stati acquistati da aziende operanti in moti campi, dall’industria energetica al comparto agricolo, passando per il settore spaziale, aeronautico, navale, automotive, meccanico e oil & gas, distinguendosi in tutti i casi per le ottime prestazioni e il contributo decisivo alla competitività dei processi produttivi nelle realtà che li hanno scelti. Inoltre, la maggior parte delle lavorazioni meccaniche, le finiture, il controllo qualità, l’assemblaggio e il collaudo sono effettuate internamente, garantendo una totale conformità di ogni aspetto
Il giunto rotante per tutte le condizioni operative
agli elevati standard richiesti dalle aziende clienti.
COMPONENTI CONTROLLATI
Con queste premesse è logico aspettarsi l’applicazione di standard elevati anche per la selezione dei componenti speciali che però devono essere acquistati da aziende specialistiche.
Fra questi rientrano i giunti rotanti, fondamentali nelle macchine utensili: il calore sviluppato durante la lavorazione richiede che l’utensile sia lubrificato adeguatamente per evitare che si surriscaldi e per consentire una lavorazione uniforme. Per far arrivare il lubrificante fino all’utensile occorre un giunto rotante, la cui resistenza e tenuta devono assicurare un apporto constante di fluido, nelle giuste quantità e solo dove occorre, in tutte le fasi della lavorazione.
Il giunto rotante Serie G, nella versione GFLA con attacco radiale, particolarmente adatto per applicazioni ad alta dinamica con l’impiego di liquidi lubrorefrigeranti
Anni fa, Trevisan Macchine Utensili, decise di testare alternative ai giunti che utilizzava abitualmente: la ricerca delle soluzioni disponibili sul mercato condusse l’azienda verso Johnson-Fluiten, che da oltre vent’anni progetta e produce giunti rotanti per applicazioni con acqua, vapore, olio e fluidi refrigeranti.
“I tecnici Johnson-Fluiten si sono mostrati convinti della validità delle loro soluzioni, che ci hanno
fatto provare senza impegno”, ha spiegato Rossella Trevisan, titolare di Trevisan Macchine Utensili. “Abbiamo subito convenuto che avevano ragione: al di là delle minime difficoltà implicite in qualunque cambiamento di componenti, che abbiamo per altro superato rapidamente con l’aiuto del fornitore, le prestazioni si sono subito rivelate brillanti, del tutto all’altezza delle aspettative”.
EFFICIENTI E VERSATILI tra le caratteristiche di Trevisan Macchine Utensili va sicuramente ricordata l’attenta progettazione, in grado di unire un elevato grado di personalizzazione dell’impianto finito con una relativa standardizzazione della componentistica, che consente un’efficiente gestione del magazzino.
“Cerchiamo di utilizzare per quanto possibile gli stessi giunti rotanti per tutte le nostre soluzioni”, aggiunge Rossella Trevisan. “Trovare un unico giunto che si adatti alle diverse situazioni che si presentano a fronte di una così ampia gamma di macchinari non è banale, ma le soluzioni Johnson-Fluiten hanno dimostrato di possedere questa caratteristica”. I giunti Johnson-Fluiten sono infatti particolarmente versatili: a differenza della maggior parte dei giunti sul mercato, che si adattano al variare di una sola condizione operativa (velocità, pressione, temperatura o tipo di fluido), queste soluzioni sono utilizzabili in tutte le condizioni, gra-
zie alla speciale tenuta meccanica. In particolare, il componente scelto per la maggior parte dei progetti è un giunto rotante Serie G, nella versione GFLA con attacco radiale, particolarmente adatto per applicazioni ad alta dinamica con l’impiego di liquidi lubrorefrigeranti. La lavorazione speciale delle facce di tenuta in carburo di silicio rende questi giunti particolarmente resistenti all’usura e agli shock termici, mentre il sistema di tenuta a labirinto garantisce un’efficiente protezione dei cuscinetti a sfere da eventuali trafilamenti.
Il componente non richiede alcuna manutenzione e ha una durata molto elevata, caratteristica fondamentale per ridurre la necessità di interventi e particolarmente apprezzata da chi esporta macchinari in tutto il mondo e, comprensibilmente, adotta ogni cautela per
evitare che siano necessarie onerose trasferte per manutenerli.
I giunti Serie G permettono di ridurre al minimo vibrazioni, coppia di attrito e perdite di carico, consentendo un andamento costante della lavorazione, ottimizzando l’efficienza e quindi la competitività della produzione.
L’IMPORTANZA DEL SERVIZIO
La perfetta tenuta, l’affidabilità e la resistenza dei giunti rotanti JohsnonFluiten non sono le sole caratteristiche alla base di questa lunga collaborazione. Come tutti i clienti di Johnson-Fluiten anche Trevisan Macchine Utensili ha infatti avuto modo di apprezzare gli elementi che compongono il servizio pre e post-vendita.
In particolare, la preparazione dei tecnici di Johnson-Fluiten si traduce in un servizio di consulenza, che anche nel caso di Trevisan Machine Tools è stato prestato senza alcun impegno sin dal primo contatto. La capacità di ascolto e comprensione delle esigenze del cliente ha permesso ai tecnici di ottenere le informazioni giuste per proporre la soluzione più adatta in tempi brevi; l’esperienza e conoscenza dei settori applicativi sono ala base della sicurezza con la quale Johnson-Fluiten ha potuto garantire il reperimento del giunto rotante ottimale per le esigenze della produzione.
Caricamento automatizzato anche per PMI
Grazie alla competenza di un gruppo solido come Hoffmann, la piccola-media azienda A.T.O.M ha potuto innovare i suoi processi di produzione, garantendo ai propri clienti maggiore velocità di lavorazione e un’elevata qualità dei pezzi.
A.T.O.M. SRL, officina meccanica di Cureggio (NO), è cliente di Hoffmann Group dal 2003 ed è una delle prime aziende italiane ad aver adottato il sistema di caricamento automatizzato su macchine utensili GARANT Automation Basic. Tra i vantaggi di Garant Automation Basic, tra cui una maggiore reattività alle richieste del mercato e la possibilità di investire il tempo dei propri collaboratori in attività a più alto valore aggiunto.
A.T.O.M. è una piccola-medio azienda del novarese che non ha aspettato l’ultimo momento per innovare i propri processi di produzione. ià intorno agli anni ’90, l’azienda guidata dal padre Luciano Baronti e in seguito da Ugo e i suoi fratelli, Giovanni e Antonio, ha introdotto dei sistemi di automazione, inserendo le prime macchine con i cambi pallet. “Sapevamo che anche una minima automazione avrebbe migliorato il processo produttivo”, ha affermato Ugo Baronti, socio e responsabile della produzione A.T.O.M. Non solo, nel 2007 l’azienda ha poi introdotto la prima linea in FMS con cambi pallet multipli e nel 2018 il primo robot antropomorfo per il caricamento. Un percorso di miglioramento continuo che infine ha portato all’adozione del sistema di caricamento automatizzato su macchine utensili Garant Automation Basic.
Se una volta l’automazione era appannaggio della grande industria e dell’automotive, sinonimo di grandi lotti e continuità produttiva, oggi rappresenta un’opportunità anche per le PMI.
“Prima non c’era nulla sul mercato, ma grazie a tecnologie più semplici e
accessibili a tutti, utilizzare sistemi di automazione ora è vantaggioso anche su piccoli lotti”, spiega Ugo Baronti.
“Con Garant Basic, Hoffmann Group ha unito semplicità d’uso, economicità del sistema e utilizzo su piccoli lotti, rendendo possibile l’automazione anche nelle PMI”.
VELOCITÀ DI ATTREZZAMENTO GARANTITA
Cosa fare se un’officina meccanica dispone di una macchina molto versatile e complessa, ma datata? Era proprio questo il caso di A.T.O.M. SRL, che voleva automatizzare la sua Mazak Integrex per farla lavorare su turni non presidiati, o con gli operatori presenti ma svincolati dalle attività di caricamento. In Garant Basic, Baronti ha individuato la soluzione: la possibilità di integrare il sistema a una macchina meno recente a un prezzo vantaggioso lo ha convinto definitivamente.
Ugo Baronti non ha alcun dubbio sul più importante vantaggio di GARANT Basic. Già poche settimane dopo l’installazione, ha avuto modo
di metterlo alla prova, rispondendo alla richiesta di un cliente di anticipare la produzione di alcuni componenti.
Ugo Baronti, socio e responsabile della produzione di A.T.O.M. Srl con, a fianco, Garant Automation Basic
“Se non avessi avuto GARANT Automation Basic da far lavorare sabato e domenica – commenta Baronti – non avrei potuto soddisfare la richiesta. La velocità di attrezzamento del sistema ci ha permesso di realizzare i pezzi solo con un cambio pinze e il caricamento dei programmi sulla macchina utensile. Questo è stato il primo goal segnato dal sistema”. Non solo, gli operatori che prima eseguivano semplici attività di carico e scarico, ora sono maggiormente impegnati nel processo di controllo qualità dei pezzi. Oltre alle caratteristiche tecniche e ai vantaggi di GARANT Automation Basic, anche la storia, la reputazione e le competenze di Hoffmann Group hanno fatto la differenza nella scelta di Baronti. “A differenza di tanti piccoli integratori che oggi ci sono e domani non si sa, avere un nome dietro come Hoffmann Group è anche un motivo di scelta”, ha concluso Baronti. “Se questo sistema è stato introdotto nel suo catalogo è perché ci crede e perché l’automazione, del resto, è il futuro”.
Asportazione del truciolo tramite tecnologia additiva
La tecnologia additiva, o stampa 3D, consente a Seco Tools di creare prodotti che altrimenti sarebbero difficili o impossibili da produrre.
I vantaggi includono tempi di consegna più brevi, maggiore durata dell’utensile e maggiore sostenibilità. Lo sviluppo e la produzione di prototipi di utensili per l’asportazione del truciolo tramite la tecnologia additiva (AM, additive manufacturing) sta diventando sempre più comune nelle operazioni di Seco Tools. Uno dei principali punti di forza di questo metodo di produzione è la possibilità di realizzare utensili e soluzioni specifici per i clienti, che sarebbero difficili da ottenere attraverso la produzione ordinaria.
Ma, soprattutto, la tecnologia AM darà il meglio di sé nella produzione di utensili con un design
particolare. Ciò può includere geometrie complesse o altre personalizzazioni in base alle esigenze specifiche del cliente.
Esempi di tali personalizzazioni includono la realizzazione di utensili più leggeri, che migliorano le proprietà di smorzamento delle vibrazioni, oppure offrono migliori possibilità di raffreddamento.
La tecnologia AM in futuro aprirà anche alla possibilità di riparare utensili rotti, apportando materiale sulle zone danneggiate, ricostruendole.
Ciò potrebbe, ad esempio, coinvolgere i componenti dell’utensile o il ricondizionamento di diversi tipi di connessione macchina.
Questa è un’idea particolarmente buona in termini di ambiente e sostenibilità. Un altro vantaggio della tecnologia AM, rispetto alla produzione tradizionale in questo
contesto, è la riduzione degli sprechi di materiali. Seco Tools produce già staffe di bloccaggio inserti con canali di raffreddamento per gli utensili
Jetstream tramite la stampa 3D. Il reparto R&D di Seco Tools lavora costantemente per migliorare l’uso della tecnologia AM per lo sviluppo e la realizzazione di prodotti nuovi ed esistenti. L’azienda è costantemente alla ricerca di modi per migliorare i propri prodotti e utilizzare al meglio la tecnologia AM. È possibile utilizzare diversi metodi per la produzione additiva; quello utilizzato da Seco Tools è denominato SLM (Selective Laser Melting, fusione laser selettiva). In questo caso, per realizzare i prodotti vengono utilizzati i laser e un letto di polvere metallica.
ADDITIVE MANUFACTURING
Piattaforma software per ottimizzare la produzione on-demand
Quickparts, azienda esperta nei servizi di produzione industriale on-demand, ha stretto una partnership con Materialise, società leader mondiale nel settore delle soluzioni di stampa 3D, per sfruttare la sua piattaforma CO-AM per gestire i suoi flussi di produzione distribuiti in tutto il mondo. La piattaforma supporterà le capacità di produzione con tecnologie tradizionali e additive (AM) di Quickparts e si integrerà ai sistemi di produzione esistenti.
“L’adozione di CO-AM per la gestione della attività di produzione di Quickparts ci consentirà di ottimizzare i nostri stabilimenti produttivi distribuiti in tutto il mondo e di modernizzare le nostre capacità con la massima efficienza, in modo da poter garantire i tempi di consegna più rapidi del settore”, ha dichiarato Ziad Abou, CEO di Quickparts.
ALTE PRESTAZIONI
“Una volta integrato CO-AM, potremo evadere gli ordini più velocemente, il che ci permetterà di migliorare la nostra struttura dei costi attraverso l’ottimizzazione del nostro parco macchine massimizzandone la produzione. Il sistema offre a noi e ai nostri clienti la tracciabilità di ogni pezzo lungo il processo di produzione, in modo da poter raggiungere i più alti standard di qualità con tutti i nostri pezzi”. I clienti di Quickparts dei settori aerospaziale, automotive, beni di consumo, medicale ed energetico utilizzano sempre più spesso le tecnologie di Additive Manufacturing per l’innovazione dei loro prodotti e per risolvere le sfide della supply chain, con l’aspettativa di ottenere sempre un eccellente livello di qualità e tempi di consegna molto brevi. L’integrazione della piattaforma CO-AM aiuterà Quickparts ad
ampliare con successo le proprie attività di Additive Manufacturing con un ecosistema aperto che si connette a un’ampia gamma di tecnologie e si integra con le infrastrutture di produzione esistenti.
Materiali compositi in fibra di carbonio
Roboze, fornitore di soluzioni di produzione additiva industriali, rivela gli ultimi sviluppi ottenuti dall’implementazione di due materiali di punta dell’azienda: Carbon PA PRO, PA 6 rinforzata con fibre di carbonio, e Carbon PEEK, matrice PEEK rinforzata con fibre di carbonio. La combinazione di ricerca nella scienza dei materiali e il processo produttivo, ideato dall’azienda, aumentano le opportunità applicative col fine ultimo di accelerare la transizione digitale delle aziende e
lo sviluppo economico.
L’impiego di materiali compositi, in grado di combinare proprietà chimico-fisiche tipiche dei materiali tradizionali, quali leghe metalliche, ceramici e polimeri, è sempre più frequente in ogni settore industriale. L’utilizzo di materiali compositi performanti, unito ai benefici di una tecnologia di stampa 3D, ha dimostrato negli ultimi anni una serie di vantaggi: economici, in quanto permette di abbattere costi e tempi rispetto ai metodi
“L’architettura aperta di CO-AM consente ai produttori di lavorare con gli strumenti che preferiscotradizionali; di processo, in quanto permette di ottimizzare fasi produttive e la catena di approvvigionamento; di progetto, incrementando la flessibilità progettuale.
Lo sa bene Roboze, azienda specializzata nella progettazione e produzione delle stampanti 3D più precise al mondo per la produzione di parti con super polimeri e materiali compositi in sostituzione dei metalli in settori con condizioni di lavoro estreme. Il core business dell’azienda è
no, dando loro la flessibilità di costruire un processo su misura per la loro attività”, ha dichiarato Bart Van der Schueren, CTO di Materialise. “Non vediamo l’ora di collaborare con Quickparts per creare e far crescere la loro soluzione software per offrire servizi di produzione on-demand di alta qualità attraverso CO-AM”.
legato alla ricerca e sviluppo di soluzioni innovative nel campo della manifattura additiva, innovazioni ad alte prestazioni che hanno accelerato diversi settori dell’industria manifatturiera.
Oggi Roboze fa un ulteriore passo in avanti e presenta gli ultimi sviluppi della sua ricerca su filamenti già esistenti incrementando le prestazioni e la qualità dei componenti prodotti tramite le sue soluzioni: Carbon PA PRO e Carbon PEEK.
DI MONTAGGIO
Cilindro di posizionamento con sistema di serraggio a cuneo
L’ampia gamma di componenti di serraggio meccanico di norelem permette di bloccare i pezzi standard in pochi secondi. Di lunga durata, facili da montare e con un campo di serraggio da 0 a 30 millimetri, i cilindri di posizionamento con sistema di serraggio a cuneo permettono di centrare e bloccare in modo affidabile i pezzi standard e di gestire rapidamente le variazioni del processo produttivo.
I sistemi di posizionamento meccanico sono utilizzati nella produzione automatizzata in molti processi diversi. Devono essere veloci e affidabili e, se necessario, facili da regolare.
I cilindri di posizionamento di norelem con sistema di serraggio a cuneo soddisfano tutti questi requisiti. Sono realizzati in acciaio da bonifica brunito e sono disponibili in quattro diversi diametri, da 10 a 20 mm. I cilindri permettono di raggiungere una forza di tenuta da 5,4 kN a 22,6 kN, con un campo di serraggio da 0 a 30 mm. Tali caratteristiche li rendono ideali per molti processi produttivi che prevedono il fissaggio di elementi standard, anche in combinazione con sistemi di cambio rapido. La facilità di assemblaggio offre
numerosi vantaggi. Per montare i cilindri di posizionamento sono sufficienti utensili standard; il cilindro viene precaricato manualmente, il che significa che non sono necessarie bussole di centraggio o di posizionamento. Rispetto alle soluzioni con sfere, i cilindri di posizionamento norelem con sistema di serraggio a cuneo offrono un significativo aumento della forza di bloccaggio a parità di coppia di serraggio. Il cuscinetto assiale di alta qualità è caratterizzato da un’elevata capacità di carico e una lunga durata.
Ulteriori caratteristiche distintive sono:
- Campo di serraggio facilmente regolabile
- Indipendente dal diametro e dalla finitura superficiali del foro (fino a H12)
- Effetto discendente
- Flessibilità del fissaggio per facilitare l´adattamento rapido ai cambiamenti nel processo produttivo Come accessorio, norelem offre anche un kit di riparazione (vite con testa svasata, O-ring e ganasce in 3 parti), con il quale è possibile riparare un cilindro di posizionamento in modo rapido e semplice.
Per tutelare il proprio personale, PetrolValves ha scelto i riscaldatori
Leister: una garanzia per il processo di collaudo delle valvole che ha permesso all’azienda di ottenere un minor dispendio di energia e consumi ragionevoli, una minore spesa e, soprattutto, maggiore sicurezza.
Dal 1956 PetrolValves Group fornisce soluzioni ingegnerizzate al settore dell’energia. L’azienda è conosciuta per l’affidabilità e l’elevato contenuto tecnologico di valvole, attuatori e sistemi di regolazione del flusso, studiati per accompagnare il percorso di transizione energetica dei clienti che operano nel settore Oil & Gas con particolare attenzione alla Qualità, all’efficienza e alla sostenibilità. Fin dagli esordi PetrolValves ha investito in ricerca e sviluppo e in un severo controllo qualità di tutta la catena di fornitura, con particolare attenzione ai controlli eseguiti interamente all’interno dell’azienda per garantire che le prestazioni di prototipi e prodotti siano sempre eccellenti anche nelle più difficili condizioni operative e ambientali.
CONTROLLI IN SICUREZZA
Le particolarità del settore in cui trovano impiego le soluzioni PetrolValves rendono fondamentale l’aspetto della sicurezza. Le soluzioni Petrolvalves sono certificate ISO 10423 e soddisfano i requisiti API64 (PR2), ma non è solo alla sicurezza dei prodotti che l’azienda presta attenzione: prio -
Riscaldatori con controllo remoto per la sicurezza degli operatori
ritaria è anche la sicurezza delle persone che operano in azienda. La capacità di effettuare controlli all’interno dell’azienda è fra i punti di forza di PetrolValves, che nello stabilimento di Castellanza (VA) dispone di locali e banchi prova progettati appositamente per ricreare le condizioni, spesso estreme, di utilizzo dei prodotti. Per evitare di sottoporre a queste condizioni estreme anche il personale, le apparecchiature utilizzate per le prove devono poter funzionare in situazioni con controllo da remoto.
PetrolValves produce valvole per impianti sottomarini che vengono testate rispettando una procedura ben precisa: una parte delle prove critiche previste dalla normativa API sono le prove di Pressure/ Temperature Cycling Test dove la
Petrolvalves produce valvole, attuatori e sistemi di regolazione del flusso per il settore energetico e oil&gas
valvola viene ripetutamente sottoposta a riscaldamento e raffreddamento mentre viene mantenuta in pressione a gas, raffreddata con azoto liquido e successivamente riscaldata fino a 140°C, per creare la condizione di shock termico. La temperatura viene mantenuta per 8/10 ore.
Fino a qualche tempo fa il riscaldamento delle valvole in fase di collaudo avveniva con l’impiego di resistenze elettriche (termostrisce) che presentavano diverse criticità, prima fra tutte il contato diretto con la superficie della valvola da riscaldare. Per rendere più sicuro il processo, già una decina d’anni fa il Corporate Quality Director di Petrolvalves Group si era rivolto a Leister, trovando nei sistemi ad aria calda una valida e sicura alternativa alle termostrisce e
Per il riscaldamento delle valvole in fase di collaudo, Leister ha fornito a Petrolvalves dei riscaldatori industriali tipo LHS 61 System abbinati a soffianti Airpack (a sinistra) e ASO (a destra)
scoprendo in Leister un partner efficiente e disponibile dal punto di vista della consulenza e del servizio.
PRATICITÀ E CONVENIENZA
La soluzione proposta da Leister è stata di utilizzare riscaldatori industriali tipo LHS 61 System abbinati a soffianti Airpack e ASO. Rispetto ai sistemi precedenti, l’introduzione dei riscaldatori Leister ha portato notevoli vantaggi al processo di collaudo delle valvole, a partire dal minor dispendio di energia e minor spesa. I riscaldatori Leister riescono a erogare in tempi molto rapidi aria calda alle temperature richieste dalla procedura di collaudo (150°C-300°C). Altro importante aspetto, sono i ragionevoli di questi componenti (circa 11 kW, decisamente inferiori rispetto alle decine di kW degli impianti a termostrisce); e il fatto di essere molto sicuri.
Le valvole devono essere portate a temperature elevate con gas in pressione: per garantire la sicurezza di tutte le persone coinvolte il collaudo avviene all’interno di bunker sotterranei progettati per resistere a eventuali esplosioni dove nessuno può entrare o avvicinarsi. All’interno del bunker, i riscaldatori sono installati all’interno di speciali casse coibentate insieme alle valvole, che naturalmente sono chiuse durane
il collaudo. Per poter mettere in funzione l’impianto in sicurezza è necessario che i riscaldatori siano comandabili da remoto.
Oltre a garantire la sicurezza degli operatori, l’operatività da remoto permette di registrare ogni singolo evento durante il test e di mantenere operativi i
UN RETROFITTING SEMPLICE E VELOCE
Per questo sistema di collaudo sono stati scelti i riscaldatori LHS 61 S di Leister, abbinati alle soffianti AIRPACK e ASO. I riscaldatori LHS 61 S sono compatti e potenti; facili da integrare in ogni impianto grazie al montaggio dall’alto, sono dotati di protezione in caso di surriscaldamento e di allarme per sovra-temperatura dell’elemento riscaldante.
Le soffianti Airpack e ASO sono particolarmente indicate per impianti dove sono richieste potenze e volumi d’aria notevoli: sono infatti in grado di convogliare grandi quantità d’aria a elevata pressione e sono agevolmente in grado di alimentare più di un riscaldatore Leister simultaneamente.
livelli di sicurezza necessari per far funzionare il sistema giorno e notte in assenza di operatori. Il sistema comprende tre termocoppie, una per la temperatura ambiente, una per la superficie della valvola e una per la temperatura interna della valvola: queste tre temperature sono costantemente monitorate per poter lavorare entro i limiti di tenuta delle guarnizioni e dei vari componenti.
Una caratteristica che PetrolValves ha apprezzato dei riscaldatori Leister è stata la facilità con la quale è stato possibile il retrofitting, grazie alla predisposizione per il controllo remoto: oltre a portare all’esterno i comandi è stata creata anche un’interfaccia aggiuntiva per questa particolare applicazione, ma questo è stato semplificato notevolmente dal fatto che i riscaldatori LHS 61 S sono già dot ati di serie di un’ottima interfaccia remotabile per controllo da PLC.
Mollificio Lombardo compie 91 anni. Nel suo lungo percorso ha vissuto in prima linea i tanti cambiamenti nel mondo dell’impresa e del lavoro. Nonostante il presente sia carico di incertezze, l’azienda chiude il 2022 con risultati positivi.
di Eva De VecchisLa solidità di oltre 90 anni in un mondo produttivo in trasformazione
Mollifico Lombardo, azienda che produce componenti elastici in filo e nastro per svariati settori manifatturieri, ha compiuto 90 anni. A fondare l’azienda fu il Commendatore Emilio Longoni il quale, da un piccolo laboratorio, avviò un’attività di produzione artigianale che ha attraversato la storia d’Italia dalla Seconda guerra mondiale alla ricostruzione postbellica, dagli anni del boom economico sino ai giorni nostri, che vedono alla guida la quarta generazione Longoni. Quello che emerge da un confronto tra presente e passato è senz’altro la
difficoltà nel fare previsioni a lungo termine a causa della rapidità con cui il mondo e il mercato stanno cambiando. Un esempio arriva proprio da questi ultimi tre anni, che hanno visto l’intrecciarsi di una crisi sanitaria, nuove guerre, difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali, scarsità di prodotti e tempi di consegna dilazionati.
Nonostante tutto, l’azienda di Cavico (BG) sta attraversando questi anni di incertezza con spirito combattivo. Lo scorso anno Mollificio Lombardo ha vissuto un rimbalzo positivo, in parte atteso, sul versante automotive. Nel 2021 è cresciuta infatti non solo la mobilità elettrica ma anche la produzione di veicoli tradizionali di alta gamma. La ripresa
della Cina, il primo Paese a entrare ma anche a uscire, almeno temporaneamente, dalla crisi sanitaria, ha generato un’ondata positiva sui produttori di componenti italiani che hanno stabilimenti nello stato asiatico. Un altro settore che ha dato grandi soddisfazioni è stato quello medicale, il quale ha permesso all’azienda di lavorare anche durante la fase più dura del primo lockdown, pur restando un business marginale rispetto al fatturato complessivo. Certo, oggi qualcosa è cambiato. Un’azienda deve sapere comunicare bene in tutti gli ambiti, anche sul fronte del personale gli sforzi si moltiplicano, dal momento che i ragazzi che decidono di dedicarsi alla metalmeccanica diminuiscono
sensibilmente. Non si tratta quindi solo di affrontare un periodo di crisi: a cambiare, prima di tutto, è la visione del lavoro. “Bisogna cercare una strategia a lungo termine e vivere giorno per giorno, sempre pronti a rivedere i progetti adeguandosi al cambiamento – sostiene Emilio Longoni, Amministratore Delegato di Mollificio Lombardo – senza crearsi grandi aspettative, ma continuando tenacemente a credere nel domani”.
Emilio Longoni, come è andato l’ultimo anno e quali sono per voi i maggiori fattori di criticità?
La situazione nel 2022 non è cambiata molto rispetto all’anno precedente. I tempi di consegna sono sempre molto lenti e i prezzi non si sono ancora stabilizzati. Mi sento di dire che ci troviamo di fronte a un’altra nuova situazione: sappiamo che al 90% arriverà una crisi nel 2023, con il rischio di trovarci in uno scenario nel quale i fornitori aumenteranno i prezzi delle materie prime (molto dipenderà dal prezzo del gas) e avranno al contempo un calo delle vendite. Si tratta di un’onda molto lunga che parte da lontano e che ci porteremo dietro nei prossimi mesi.
Ma ciò non dipende solo dalla crisi delle materie prime, la difficoltà è frutto anche di un cambiamento culturale e del nuovo paradigma secondo il quale il lavoro non rappresenta più il pilastro della vita. Si inseguono mestieri creativi, più che manuali e faticosi. In conclusione, durante quest’anno ci siamo accorti ancora di più del fatto che ci sono tanti elementi critici: la
forza lavoro, le materie prime, il modo e il tempo per fare business, ovvero la frenesia di ricevere immediatamente risposte a domande apparentemente semplici, il dover coniugare dei vecchi progetti con le nuove normative. A tutto questo si aggiunge la preoccupazione legata all’aumento del costo dell’energia, che rappresenta per noi una spesa non irrilevante.
Come procede la sede in Brasile? Nonostante le difficoltà attraversate durante il primo periodo del Covid – momenti nei quali la popolazione ha pagato un pesante tributo – il mollificio, grazie anche agli aiuti sanitari che abbiamo inviato dall’Italia, ha prodotto molto e bene, riuscendo a crescere in modo significativo rispetto al periodo precedente.
Oggi la nostra azienda ad Apucarana è positiva in termini di fatturato e anche di ricavi. È un mondo molto diverso dal nostro, con altre dinamiche, attività e metodi che non sempre condividiamo ma che in qualche
modo vanno accettati. Assistiamo comunque a un’evoluzione positiva della nostra presenza in Brasile
Cosa prevede per i prossimi mesi? Non mi sento di fare delle previsioni precise per il 2023, e per questo motivo è difficile programmare nuovi investimenti. Anche chi ci “governa” in ambito nazionale e in ambito europeo non è particolarmente costante e puntuale nelle comunicazioni, si dichiara una recessione alle porte che poi viene smentita dopo pochi giorni, si sente dire che verso la fine del primo semestre 2023 l’inflazione comincerà a scendere, vedremo. Certamente assistiamo ad un mercato che va così veloce da non dare neppure il tempo di adeguarsi, aumentando la sensazione di incertezza. Siamo strettamente legati alle decisioni di altri paesi, le filiere sono fragili e vulnerabili: se un paese estero sceglie di non produrre più un determinato articolo, la manifattura italiana può andare in difficoltà.
Per tornare alla domanda, al momento ciò che possiamo fare è vedere come va giorno per giorno, senza aspettarsi nulla, sebbene un po’ di preoccupazione resta, anche per le nuove generazioni di imprenditori che si affacciano sul futuro del paese. Tuttavia, chi fa impresa sa cosa significa attraversare i periodi più complessi per l’economia, ma so anche che è vitale credere tenacemente nel domani.
La realtà virtuale per soluzioni innovative e accessibili
Quest’anno, alla fiera di Hannover, igus è stata presente con due aree espositive: uno stand dedicato alle soluzioni smart plastics e un secondo stand con novità digitali che hanno svelato le molteplici opportunità di un mondo virtuale parallelo. Nel mondo digitale ingegneri e progettisti si possono incontrare per creare insieme modelli 3D di nuovi macchinari, impianti e veicoli in scala 1:1, evitando costose trasferte e relative emissioni di CO2. La realtà virtuale dell’iguverse consente di sviluppare i prodotti in modo più rapido, sostenibile, affidabile e conveniente, facilitandone la messa in funzione. Nel metaverso ideato da igus è possibile, inoltre, organizzare corsi di formazione e gestire interventi di manutenzione.
“Le opportunità che la realtà virtuale offre al mondo dell’ingegneria meccanica sono affascinanti. Vogliamo utilizzare attivamente e sfruttare al
PER PIÙ SETTORI APPLICATIVI
massimo questa tecnologia, fin da subito”, ha spiegato Frank Blase, amministratore delegato di igus. “Puntiamo a sviluppare soluzioni innovative accessibili con facilità anche da piccole e medie imprese con budget più limitati e competenze meno estese”. Nel medio periodo, igus ha quindi in programma di mettere a disposizione l’iguverse come servizio digitale di cui le aziende potranno avvalersi senza sostenere alcun costo di sviluppo. Tra le novità digitali presentate in anteprima all’Hannover Messe anche igusGO, un sistema di intelligenza artificiale che, in pochi secondi tramite smartphone, trova e ordina il giusto pezzo di ricambio. Utilizzando questa nuova app basata sul cloud, l’utente può scattare una foto del suo prodotto o del suo macchinario che viene analizzata dall’AI per suggerire i componenti igus esenti da lubrificazione che potrebbero essere utilizzati per ottimizzarne i costi.
Sul fronte delle novità di prodotto, continua a crescere la gamma di robotica low-cost igus che favorisce l’automatizzazione delle medie imprese. A partire da maggio 2023 è disponibile ReBeL KID, il nuovo piccolo cobot dotato, su richiesta, anche di comandi vocali e proposto a un prezzo entry level (3.999 euro). ReBeL KID è una delle tante soluzioni offerte sul marketplace RBTX di igus, dove i clienti possono trovare oltre 350 progetti di
automatizzazione, da prendere come esempio concreto o da implementare subito sul campo. Oltre alla gamma di automazione e robotica low cost, igus ha numerose novità smart plastics. Grazie a questi prodotti le aziende possono cogliere le opportunità dell’industria 4.0 avviando, con costi contenuti, processi di Condition Monitoring (monitoraggio delle condizioni) e di Predictive Maintenance (manutenzione predittiva).
Accessori per sistemi di movimentazione e convogliamento
Ct Meca propone una vasta gamma di accessori per la realizzazione di sistemi di movimentazione e convogliamento:
• Profilati in alluminio e accessori (elementi di montaggio...)
• Sfere portanti per tutti i tipi di carichi, disponibili in diversi materiali per ottimizzare l’utilizzo finale del prodotto (acciaio, inox o plastica)
• Rulli liberi e ruote omnidirezionali per i sistemi di movimen-
tazione a gravità
• Catene a tapparella in acetale o inox e accessori
• Supporti con cuscinetti
• Piedi e rotelle per ogni tipo di carico
Questi accessori sono utilizzabili in diversi settori di applicazione tra i quali il settore medicale e agroalimentare. Per la manutenzione dei macchinari la maggior parte di questi componenti è in pronta consegna.
MOTION CONTROL
Servomotore per applicazioni di lavaggio critico
Kollmorgen, esperta nei sistemi di controllo del motion ad alte prestazioni, ha lanciato il suo servomotore AKMA costruito appositamente per garantire durata, facilità di pulizia e versatilità. Il motore presenta una superficie in alluminio anodizzato temprato per offrire ai proget -
tisti di macchine un’opzione igienica ed economica, rispetto all’acciaio inossidabile, nelle applicazioni in ambienti di lavaggio critici a media e alta gravosità.
Il design leggero del motore AKMA ne facilita l’installazione e la manutenzione, mentre la sua
elevata densità di coppia offre ai costruttori di macchine maggiori prestazioni in un ingombro ridotto. Il motore è ideale per applicazioni di motion di precisione nella lavorazione di alimenti e bevande e nelle operazioni di confezionamento farmaceutico e medicale. Il grado di protezione IP69k dell’AKMA consente di fornire prestazioni elevate anche in ambienti umidi e difficili, supportando applicazioni critiche come il tracciamento e il posizionamento di sistemi di antenne a piedistallo. La superficie in alluminio anodizzato offre una forte resistenza agli agenti chimici in un’ampia gamma di pH. Poiché il motore
presenta una superficie più liscia e indurita, che è più resistente ai graffi e non si sfalda come quella di un motore verniciato, può essere utilizzato sopra la linea alimentare. L’albero in acciaio inossidabile dell’AKMA soddisfa i requisiti di sicurezza funzionale, mentre la struttura arrotondata dell’alloggiamento “in un unico pezzo” elimina la necessità di una tenuta tra la flangia e l’alloggiamento, per evitare l’accumulo e l’ingresso di acqua. Il motore AKMA presenta anche un sistema per equalizzare la pressione tra l’interno e l’esterno del motore, aumentando l’OEE e la durata del motore stesso.
LO STUDIO DI ROCKWELL
La fabbrica smart ha bisogno di giovani talenti
Rockwell Automation, specializzata in automazione industriale e trasformazione digitale, annuncia i risultati dell’ottava edizione dello “State of Smart Manufacturing Study”. Lo studio che è stato condotto a livello globale ha coinvolto oltre 1.350 produttori di 13 tra i maggiori paesi industrializzati e, tra questi, l’Italia. I risultati emersi a livello globale conducono a una visione condivisa che pone massima attenzione a una crescita profittevole che, comunque, non vada ad intaccare la qualità. Viene anche enfatizzata la propensione verso un miglior utilizzo dei sistemi di analisi dei dati e l’adozione di tecnologie per aumentare la resilienza, favorire l’agilità, incrementare la sostenibilità e far fronte alle sfide relative alla forza lavoro.
Anche il nostro Paese risulta allineato ai trend globali, anche se a livello locale emergono alcuni aspetti che meritano una particolare attenzione:
• Pur essendo la crescente indisponibilità di personale qualificato un problema a livello globale, per i produttori italiani costituisce il
principale ostacolo al superamento della concorrenza. Il 41% dei produttori dichiara infatti di avere difficoltà ad attrarre talenti con le capacità richieste.
• In controtendenza rispetto agli altri paesi, in Italia il 77% degli intervistati attribuisce molta importanza allo Smart Manufacturing quale fondamento per il futuro dell’azienda, a fronte del 73% registrato a livello globale.
• Un altro dato significativo risiede nel fatto che il 37% di aziende italiane attribuisce all’industrial Internet of Things (IIoT) il primo posto per la maggior espressione di ROI, rispetto al 25% delle aziende globali. Subito dopo per l’Italia c’è l’integrazione delle macchine con il 32% e l’automazione dei processi che invece fa segnare un 30%.
• Il 40% delle aziende italiane punta ad aumentare l’automazione nei prossimi 5 anni per incrementare le performance aziendali. Il dato è superiore alla media europea che
invece si attesta sul 38%. Sempre per raggiungere lo stesso obiettivo il 36% dei produttori intende perseguire nuove opportunità di mercato mentre il 35% ritiene fondamentale potenziare la formazione e i programmi dedicati alle risorse umane.
• Rispetto al sondaggio dello scorso anno, risulta raddoppiato il numero dei produttori che ritiene che la propria organizzazione non disponga della tecnologia necessaria per superare la concorrenza. In tutto ciò, purtroppo, l’Italia resta in posizione arretrata rispetto agli altri paesi, con una propensione all’investimento per l’innovazione tecnologica del 22,6% del budget operativo, a fronte di una media globale del 25%.
• Lo scarso utilizzo dei dati raccolti è un problema che affligge tutti. A livello globale, ad oggi una media del 32% dei dati raccolti non viene sfruttata mentre l’Italia è più propensa a tale uso con una
AUTOMATION
In Italia è ormai diffusa la convinzione per cui la tecnologia di produzione intelligente sia il fattore abilitante per reagire più velocemente alle turbolenze del mercato e massimizzare il valore dei dati. Eppure, molti produttori, hanno ancora difficoltà ad attrarre personale con competenze adeguate.
percentuale del 28%. Così come, solo l’1% ha dichiarato che in Italia una percentuale compresa tra il 75 e il 100% dei dati raccolti non viene utilizzata a fronte di un 2% a livello globale
• Pur risultando l’Italia un po’ indietro sulle politiche ESG con il 72% delle aziende che ha dichiarato di avere in atto iniziative formali o informali, a fronte del 78% delle aziende a livello globale, in Italia un numero considerevole di aziende, il 39%, ha in già in essere politiche formali ESG o di sostenibilità, a livello corporate. D’altro canto, invece, l’8% dichiara di non avere alcuna iniziativa in corso.
GLI OBIETTIVI DELL’ITALIA
“In uno scenario particolarmente complesso come quello attuale, i produttori puntano a obiettivi di crescita profittevole con attenzione alla qualità, maggior resilienza, agilità e sostenibilità, con la consapevolezza di non poterli raggiungere senza l’adozione di tecnologie avanzate a supporto di una produzione intelligente”, afferma Fabrizio Scovenna, Managing Director di Rockwell Automation Italia. “Tuttavia, uno dei principali ostacoli individuati a livello globale, così come, in maniera ancor più significativa, dai produttori italiani è la difficoltà nel reperire personale che abbia le qualifiche necessarie per supportare i nuovi paradigmi industriali. Certamente la collaborazione sempre più stretta tra il mondo accademico e quello produttivo sta già facendo riscontrare risultati positivi, ma siamo ancora molto lontani da una situazione soddisfacente. Nonostante un buon numero di aziende manifatturiere abbia già intrapreso il proprio percorso di digitalizzazione arrivando perfino ad avvicinarsi alle tecnologie più innovative come l’intelligenza artificiale, il machine learning e la realtà aumentata, il settore continua a essere visto dalle
Il 40% delle aziende italiane punta ad aumentare l’automazione nei prossimi 5 anni per incrementare le performance aziendali
giovani leve come meno dinamico rispetto ad altri”.
“Da una parte – aggiunge Scovenna – dobbiamo lavorare per far sì che le aziende manifatturiere continuino a credere nell’innovazione e aumentino i propri investimenti fino ad allinearsi a quella percentuale di un quarto del budget operativo annuale che è pratica comune a livello globale. Dall’altra, è necessario far percepire all’esterno quanto la ormai più che dischiusa dinamicità del settore con una propensione a incentivanti politiche di formazione, possa rappresentare per tutti una grande opportunità di impiego ma soprattutto di un gratificante
sviluppo del potenziale umano”. Lo studio, che ha analizzato le risposte di 1.353 partecipanti, con ruoli che vanno dal management ai massimi vertici aziendali e provenienti da 13 dei principali paesi industrializzati, è stato realizzato in associazione con Sapio Research e Plex Systems. L’indagine ha riguardato industrie discrete, di processo e ibride, con una distribuzione bilanciata delle dimensioni aziendali e un fatturato compreso tra i 10 milioni e oltre i 10 miliardi di dollari, in modo da fornire un’ampia panoramica delle prospettive aziendali nel settore manifatturiero.
L’Italia resta in posizione arretrata rispetto agli altri paesi con una propensione all’investimento per l’innovazione tecnologica del 22,6% del budget operativo
SOLUZIONI SOSTENIBILI
Si chiama WoMat la startup che ha come obiettivo quello di sviluppare materiali ad alto valore tecnologico e basso impatto ambientale. Come? grazie alla profonda competenza delle sue fondatrici e alla voglia di supportare le realtà aziendali accelerandone l’evoluzione.
di Eva De VecchisDonne e innovazione: un binomio vincente
WoMat è una startup di definizione e sviluppo di materiali innovativi a basso impatto ambientale, nata dalla passione di cinque donne, da anni attive nell’innovazione e nella ricerca, e dal sostegno di Reinova, azienda modenese specializzata in validazione di componenti per il powertrain elettrico, che, in qualità di incubatore, aiuterà la startup nella sua fase iniziale di implementazione e crescita. Le socie fondatrici di WoMat sono cinque ricercatrici: Carola Esposito Corcione, Aurora Rizzo, Silvia Colella, Antonella Giuri e Raffaella Striani. Lato Reinova, invece, faranno parte del progetto
L’idea alla base di WoMat è quella di sviluppare materiali che riducono i costi di realizzazione di un prodotto mantenendo la performance adeguata, proponendo soluzioni tecnologiche ed ecosostenibili basate su materiali innovativi e destinati a varie industrie del
Made in Italy e non solo. A parlarci di questa nuova realtà sono Stefania Carlucci, responsabile commerciale Reinova e Ceo di WoMat, e Carola Esposito Corcione, professore associato dell’Università del Salento.
Come è nata l’idea di WoMat?
Stefania Carlucci: “WoMat nasce dall’incontro di due realtà: Reinova, nata nella Motor Valley a Modena, un polo innovativo incentrato sulla conversione verso il mondo elettrificato, e cinque ricercatrici. Incontro che ci ha permesso di colmare quel gap tra mondo industriale e mondo universitario.
Con WoMat si è creato un feeling naturale tra noi di Reinova e l’Università del Salento, con cui eravamo in contatto per altre attività e grazie alla quale abbiamo incontrato queste donne così interessate all’ambito ingegneristico, fisico e chimico: ecco come è nata l’idea di WoMat. A dircelo è il nome stesso, dove ‘Wo’ sta per ‘women’ e ‘Mat’ per ‘materials’ così da far emergere sia l’unicità delle donne, sia quella di materiali innovativi con capacità sostenibili”.
Carola Esposito Corcione: “Siamo cinque scienziate con una ultradecennale esperienza
Carola Esposito Corcione: “WoMat ha anche l’obiettivo di normalizzare la presenza delle donne in ambito scientifico, perché non siamo né meglio né peggio degli uomini, siamo identici”
Il team di ricercatrici WoMat: da sinistra, Raffaella Striani, Silvia Colella, Aurora Rizzo, Carola Esposito Corcione, Antonella Giuri
nella progettazione di materiali innovativi, hi-tech ed ecosostenibile. Posso confermare che la forza di WoMat sta proprio nella fusione tra mondo universitario e mondo industriale: due realtà apparentemente lontane e che invece sono complementari. Il nostro obiettivo è quello di toccare più o meno tutti i settori delle scienze applicate: dall’ingegneria chimica all’ingegneria energetica, passando per l’ingegneria dei materiali, le tecnologie per i beni culturali, la chimica e la fisica”.
L’obiettivo di WoMat è quello di sviluppare materiali che riducano i costi di realizzazione di un prodotto ma che mantengano performance adeguate, proponendo soluzioni tecnologiche ed ecosostenibili. Può spiegarci più nel dettaglio come funziona la vostra startup e come è possibile conciliare questi tre aspetti?
Esposito: “Noi riteniamo di poter progettare dei materiali innovativi che possano soddisfare i requisiti delle sfide contemporanee della scienza e
della tecnologia, a partire dalla salute e dall’ambiente per arrivare all’energia e ai beni culturali. Per questo, i prodotti WoMat sono senz’altro più performanti, ma anche più economici ed ecosostenibili, di quelli degli attuali competitors. Come abbiamo fatto? è stato possibile e sarà possibile proprio grazie a questa sinergia tra una realtà di eccellenza come Reinova e una realtà di ricerca tecnologicamente avanzata rappresentata da noi scienziate, che abbiamo un’esperienza di oltre vent’anni e che ora siamo al servizio di questo nuovo progetto. La nostra startup vuole mettere insieme tre aspetti: economicità, ecosostenibilità ed elevate performance, optando per delle strategie di produzione e di progettazione di questi materiali innovativi che mettano al primo posto lo sviluppo di soluzioni a misura d’uomo. In questo senso, la figura dell’ingegnere è la figura chiave perché, partendo dalla chimica e dalla fisica, egli è in grado di ingegnerizzare, appunto, e di trasferire l’idea a livello di sviluppo preindustriale e poi industriale.
WoMat vuole quindi sviluppare prodotti e servizi innovativi ad alto valore tecnologico per conto nostro o di atri, per uso industriale o per uso di ricerca e vogliamo occuparci di tutti gli aspetti: dall’idea alla progettazione e, grazie a Reinova, anche dell’industrializzazione e dell’ingegnerizzazione”.
A quali industrie potrebbero rivolgersi i vostri servizi?
Sono rivolti anche alle realtà produttrici di plastica e gomma o di utensileria?
Carlucci: “Noi come Reinova siamo a stretto contatto con aziende per lo più legate alla mobilità e all’automotive che ci permettono di ascoltare e comprendere quelle che sono le reali esigenze dei nostri clienti, tra queste; lo sviluppo di batterie, di materiali anticorrosivi, isolanti termici o elettrici. Questo tipo di ascolto, inoltre, ci aiuta molto a individuare in che direzione andare per proporre
soluzioni che diano un valore aggiunto al mercato. Ma non ci poniamo limiti, i nostri settori di riferimento, infatti, possono essere svariati e questo è per noi una forza incredibile: partiamo dall’automotive (micromobilità e mobilità) passando per le fonti rinnovabili, le attività mediche e biomedicali ma anche i componenti di arredo outdoor e indoor, vista la resistenza dei materiali da noi progettati”.
Uno degli obiettivi di WoMat è poi quello di rispettare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nello specifico il punto 17 menziona il “consumo e produzione responsabili”. Pensa che in Italia ci siano ancora troppo poche realtà che si preoccupano di produrre in modo sostenibile?
Carlucci: “Credo che la maggior parte delle aziende parlino molto di sostenibilità senza occuparsene davvero. È invece necessario farlo in maniera concreta con coscienza e consapevolezza della propria mission. Adeguare il business aziendale ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030, oltretutto, porta a svariati vantaggi di tipo economico e di risparmio energetico. Per noi essere sostenibili è un valore aggiunto e un
carattere distintivo rispetto ai competitors”.
Quando nasce un’impresa al femminile è sempre una grande conquista. Pensate che il ruolo delle donne e delle imprenditrici sia in espansione nel vostro settore?
Carlucci: “Sono certa che la donna abbia sempre ricoperto un ruolo fondamentale nelle aziende, stando però sempre un po’ dietro alle quinte, per questo è importante esporsi e farsi strada. La donna ha senz’altro una spiccata sensibilità e cura del dettaglio che rappresentano dei punti di forza. Per quanto ci riguarda, questa diversità ci può caratterizzare rispetto ad aziende a prevalenza maschile”.
Esposito: “Oggi, le donne stanno prendendo spazio, ma sono ancora un po’ indietro, soprattutto nei settori scientifici e tecnologici. Io non ho mai avuto paura di fare il mio lavoro e di essere ingegnere e madre allo stesso tempo. Quello che credo è che sono le opportunità che ci danno ad essere inferiori. Il punto, dunque, non è avere paura ma avere la possibilità di portare avanti con soddisfazione la vita privata e quella lavorativa. WoMat, ha anche questo
come obiettivo: normalizzare la presenza delle donne in ambito scientifico, perché non siamo né meglio né peggio degli uomini, siamo identici. Non c’è motivo di chiedersi perché una donna sceglie un percorso scientifico proprio perché non ce lo chiediamo con un uomo. Inoltre, trovo che vadano sfatati alcuni miti, come il fatto che le donne non sappiano fare squadra o che la facciano meno degli uomini: noi di WoMat ci riteniamo molto coese e speriamo di andare avanti così”.
Quali sono i vostri obiettivi per la seconda metà del 2023?
Carlucci: “Quello che volgiamo è essere sempre più a stretto contatto con aziende leader nello sviluppo di materiali per comprendere meglio le loro esigenze e per stringere nuovi contatti di collaborazione. Adesso stiamo lavorando per brevettare soluzioni tecnologiche che abbiamo già studiato e, infine, chiederemo rinforzi per la fase di implementazione. Continueremo quindi il nostro percorso di ricerca e sviluppo per arrivare alla fine del 2024 con qualcosa di importante portare sul mercato”.
DESIGN LEGGERO
Robot collaborativo per carichi elevati
Omron, fornitore esperto di soluzioni per l’automazione industriale, ha annunciato il lancio del nuovo cobot Omron TM20 per un carico di 20 kg. Il nuovo cobot è ideale per attività quali pallettizzazione, asservimento macchine e movimentazione di materiali. Durante la gestione di carichi elevati, Omron TM20 offre un ingombro ridotto e un raggio d’azione di 1,3 metri.
Omron TM20 è l’ultima aggiunta alla linea di cobot Omron TM, nota per la facilità d’uso, l’affidabilità e la sicurezza. È progettato per funzionare perfettamente con altri prodotti Omron, inclusi sensori, controller e software, per fornire una soluzione di automazione completa per i clienti industriali.
CASE HISTORY
Una delle caratteristiche principali del cobot Omron TM20 è il suo design leggero, con un peso di soli 33 kg. Ciò semplifica l’integrazione con i robot mobili, offrendo maggiore flessibilità ed efficienza negli ambienti industriali. Il robot è dotato anche di speciali coperture per i giunti, per proteggerlo dall’olio da taglio e da altri materiali pericolosi, il che lo rende adatto per l’uso in applicazioni di asservimento macchine.
“Omron TM20 è progettato per essere facile da usare, affidabile e sicuro”, commenta Fernando Vaquerizo, Fixed and Cobots Product Marketing Manager di Omron Europe. “Libera gli operatori dalle attività che richiedono il sollevamento di carichi pesanti, lavorando fianco a fianco con le
L’automa intelligente e sicuro
in Italy. Fondata con l’obiettivo di creare soluzioni in grado di affrancare le persone dai lavori ripetitivi, faticosi e pericolosi, si è dedicata ad applicazioni robotiche nel mondo dell’industria e della sanità, culminate nella creazione del robot antropomorfo Robee.
persone in tutta sicurezza”. Il calcolatore del ROI di Omron supporta le aziende nel processo di valutazione di un investimento nei robot collaborativi, incluse opportunità di leasing semplici e convenienti. Inoltre, Omron offre un’ampia gamma di servizi di supporto, tra cui installazione, formazione e manutenzione, per garantire ai clienti di ottenere il massimo dal loro investimento.
Principali caratteristiche e vantaggi:
• Capacità di carico di 20 kg per la movimentazione di parti e materiali più pesanti
• Raggio d’azione di 1300 mm ideale per applicazioni di pallettizzazione
• Miglioramenti del ciclo grazie a giunti più veloci
• 24 mesi di garanzia dopo la registrazione.
Oversonic Robotics esiste solo dal 2020 ma ha già fatto parlare molto di sé: si tratta infatti di una delle aziende più innovative nel segmento tecnologico del Made
Per questo robot la definizione di “collaborativo” è riduttiva: si tratta infatti di un vero e proprio compagno di lavoro in grado di relazionarsi con gli operatori con modalità praticamente sociali, grazie all’interfaccia vocale in grado di sostenere normali conversazioni.
I 40 giunti di Robee permettono movimenti complessi, abilitando funzioni di picking e handling; siste-
mi di visione evoluti e telecamere in grado di valutare la profondità permettono di muoversi in sicurezza in ambienti aperti al pubblico. La multinazionale tedesca Mayr® dal 1897 produce limitatori di coppia, giunti di trasmissione e freni di sicurezza per tutti i segmenti dell’industria meccanica.
Una volta terminati i test sui primi prototipi e presa la decisione di proseguire con la produzione in serie, Oversonic non ha esitato a contattare Mayr, azienda che annovera fra le proprie referenze realtà di spicco come TQ Systems.
All’interno dell’ampio catalogo Mayr, Oversonic si è subito indirizzata verso i freni della linea ROBA-
Servostop Cobot, serie progettata appositamente per i robot leggeri, come quelli collaborativi. Affidabili e compatti, il loro design rende facile integrarli anche in spazi molto ristretti. L’elevata densità di potenza permette di contenere il consumo di energia, caratteristica apprezzata anche per le conseguenze positive sull’ambiente oltre che sull’efficienza e produttività. I freni ROBA-Servostop Cobot possono funzionare con una temporanea sovreccitazione ed una successiva riduzione di voltaggio; la coppia di frenatura nominale va da 0,23 a 9 Nm e la velocità massima può variare fra i 4500 e i 10500 giri al minuto.
ASSERVIMENTO MACCHINE UTENSILI
Per riuscire a portare a termine correttamente le diverse richieste di produzione, è importante saper partire dal “cosa” si deve produrre per progettare e migliorare il “come” del processo. Lo sa bene Iron’s Technology, azienda italiana che ha avviato un progetto di standardizzazione unico nel suo genere, utilizzando i robot Motoman GP di Yaskawa.
Fondata a Cesena (FC) nel 2011, Iron’s Technology è considerata un punto di riferimento nella progettazione e nell’implementazione di linee di produzione customizzate e nelle attività di manutenzione dei macchinari e assistenza. Guidata dalla volontà di migliorare e implementare l’operato delle aziende offrendo ai propri clienti esperienza e competenza nei campi della meccatronica e dell’automazione industriale, si avvale di un team di 30 professionisti accomunati da preparazione e passione. Coerentemente con il suo claim “Mech It Easy!”, ha dato vita a una proposta unica: le isole robotizzate “Ready to Use”.
13 MODELLI PER L’ASSERVIMENTO DELLE MACCHINE UTENSILI Grazie all’esperienza decennale maturata nei campi della robotica e dell’assistenza tecnica su macchine utensili multimarca, Iron’s Technology è stata in grado di comprendere pienamente le esigenze delle diverse
Isole Ready to Use con ingombro ridotto
realtà produttive e di combinarle per garantire ai propri clienti una serie di soluzioni standard capaci di dare risposta ad ogni richiesta del mercato, per una produttività “alle stelle”. Il progetto, unico nel suo genere, comprende 13 modelli standardizzati con ben 56 configurazioni di celle robotizzate “Ready to Use” destinate all’asservimento delle macchine utensili.
Ursa Minor, Ursa Maior, Gemini, Cepheus, Leo, Auriga, Orion, Draco, Pegasus, Delphinus, Cassiopeia, Lyra e Libra: questi i nomi delle celle plug and play, capaci di operare in maniera integrata ai principali macchinari CNC per la manipolazione di piccole e medie serie e di soddisfare le richieste d’automazione dei processi di asservimento delle principali lavorazioni di macchine utensili, abbattendo notevolmente i costi
della manodopera e aumentando la produttività.
Caratterizzate da semplicità d’utilizzo, estrema versatilità ed affidabilità, tecnologie allo stato dell’arte, consumi ridotti (a partire da 1 KW), attenzione all’ecosostenibilità, connettività IIoT e Industry 4.0 Ready, queste soluzioni ben rappresentano lo spirito di Iron’s Technology: promuovere una tecnologia che semplifichi il lavoro dell’uomo senza sostituirsi ad esso. Grazie ad un ingombro minimo di 1 m², sono ideali per gli spazi ridotti e non occupano lo spazio operatore, lasciando quindi la possibilità di asservire la macchina utensile anche in modalità manuale; i sistemi di safety, combinati ai laser scanner con lettura a 270°, garantiscono la massima sicurezza anche senza l’ausilio di recinzioni. I componenti di alta qualità e l’uso di un software
proprietario dedicato dall’interfaccia user friendly semplificano e completano la proposta rendendola stabile e affidabile, mentre il collegamento elettrico è effettuato in modalità plug and play attraverso un unico connettore.
I sistemi combinano dunque in un’unica attrezzatura tutti i vantaggi di isole robotizzate complete, con la possibilità di venire messe in opera in totale autonomia - in breve tempo e senza bisogno di adattamenti - su qualsiasi macchina utensile.
LA PARTNERSHIP CON YASKAWA
Per offrire ai propri clienti la migliore soluzione non si può prescindere dalla scelta dei giusti partner tecnologici. Da sempre integratore Fanuc, Iron’s Technology ha deciso di ampliare la propria rete di fornitori. Dopo un’attenta analisi del mercato, la scelta è ricaduta su Yaskawa.
Diversi sono stati i motivi, a partire dal rapporto qualità/prezzo e dalla filosofia dell’azienda giapponese, che da sempre si prefigge di fornire soluzioni di elevata qualità. Dote che Iron’s Technology aveva già avuto modo di apprezzare qualche tempo prima, quando ha fatto per la prima volta uso delle soluzioni di motion control dell’azienda giapponese per la realizzazione di una sua macchina speciale. Soluzioni apprezzate a tal punto da rendere Yaskawa il fornitore ufficiale di soluzioni dedicate al motion per le successive realizzazioni di Iron’s Technology.
Ma anche la vastità della gamma di robot Motoman GP ha avuto un ruolo importante, permettendo di individuare le soluzioni ottimali per le celle in termini di combinazioni sbraccio-portata. Le caratteristiche di compattezza, velocità e precisione, tipiche di questa famiglia di robot industriali, ben si sposano con la proposta di Iron’s Tecnology.
Estremamente versatili dal punto di vista applicativo – basti pensare che l’acronimo GP sta proprio per General Purpose – offrono prestazioni supe-
riori anche in ambienti gravosi, dato il grado di protezione IP67, e sono disponibili in una vasta serie di modelli, con carico variabile da 4 a 600 kg e sbraccio da 727 a 3058 mm.
Motoman GP ha rappresentato un’ottima soluzione anche per permettere a Iron’s Technology di perseguire il suo obiettivo di contenimento degli ingombri. L’ingombro ridotto e il design sottile del braccio riducono, infatti, lo spazio d’installazione e il rischio d’interferenza con i sistemi periferici, aumentando anche la flessibilità d’installazione.
Il controllo compatto YRC1000 è sinonimo di elevata precisione della traiettoria e di elevata efficienza in
un volume d’ingombro di soli 125 litri, mentre il suo Teach Pendant, con soli 730 g, è il dispositivo di programmazione più leggero della categoria. A queste caratteristiche va aggiunta l’importanza dell’assistenza tecnica di Yaskawa, che supporta l’intero ciclo di vita dei prodotti e dei sistemi, così come affianca il cliente nello studio delle esigenze specifiche delle sue applicazioni, per un miglioramento continuo della produttività. Un’assistenza disponibile in tutto il mondo, grazie ad una capillare rete di filiali e centri che rendono estremamente più agevole reperire ovunque eventuali parti e ricambi per sistemi installati all’estero.
Estremamente versatili dal punto di vista applicativo, i robot Motoman GP offrono prestazioni superiori anche in ambienti gravosi, dato il grado di protezione IP67, e sono disponibili in una vasta serie di modelli.
CASE HISTORY
Denso ha introdotto gli
AMR sicuri e flessibili di Mobile Industrial Robots dedicati al trasporto dei materiali, all’interno del suo impianto di produzione di componenti per motori termici nel Tennessee.
Denso, colosso delle forniture per il settore della mobilità, ha aumentato l’efficienza, migliorato l’ambiente lavorativo e l’ergonomia dei dipendenti, gestendo un mercato del lavoro in un particolare momento di contrazione. Ciò è stato possibile grazie all’impiego di sei robot mobili autonomi MiR250 per il trasporto di materiali nell’impianto di produzione di componenti per motori termici che si sviluppa su un’area di 800.000 metri quadrati situata ad Athens, Tennessee. La case study di Mobile Industrial Robots (MiR) racconta come Denso è riuscita a portare a termine con successo più di 500.000 missioni da quando ha implementato il suo primo robot MiR nel 2020, riscontrando in meno di un anno il ritorno sull’investimento (ROI) e una crescente necessità di implementare altri AMR per ulteriori applicazioni logistiche.
AMR RAPIDI E PERSONALIZZABILI
Denso è uno dei maggiori clienti di Mobile Industrial Robots a livello globale. Ha numerosi robot MiR in funzione anche nelle altre due sedi statunitensi, oltre che in tre stabilimenti in Europa e due in Asia. Secondo Travis Olinger, ingegnere di logistica e automazione Denso, l’azienda ha scelto gli AMR rispetto ai veicoli a guida automatica (AGV) in quanto gli AMR sono in grado di navigare da soli con una mappatura e cambi rapidi, senza la necessità di
Robot mobili per migliorare l’ambiente lavorativo
I robot MiR250 sono particolarmente validi per la loro velocità di due metri al secondo e il carico utile di 250 chilogrammi
una costosa infrastruttura integrata nel pavimento degli stabilimenti.
“I robot mobili autonomi sono stati la scelta migliore per il nostro ambiente lavorativo che è molto dinamico e che avrebbe richiesto ai robot di cambiare regolarmente percorso”, ha affermato Olinger.
“Dopo aver testato gli AMR di alcuni fornitori diversi, ci siamo resi conto che i robot MiR offrono vantaggi significativi in termini di flessibilità, sicurezza e facilità d’uso. MiR si è distinta per la possibilità di utilizzare chiamate API REST per comunicare con i robot, per la natura intuitiva del
software MiR Fleet, per la facilità di mappatura, di creazione delle missioni e di cambiamento della posizione. La piattaforma MiR è estremamente intuitiva rispetto alle altre che abbiamo esaminato”.
Olinger ha sottolineato che i robot MiR250 sono particolarmente validi per la loro velocità di due metri al secondo e il carico utile di 250 chilogrammi (550 libbre), che permettono di gestire parti metalliche pesanti con la capacità di navigare in spazi ristretti. La standardizzazione del sollevatore di scaffali MiR250 che traina i carrelli realizzati da ROEQ, partner MiR, ha permesso a Denso di espandersi rapidamente in altre
aree utilizzando la stessa base di carrelli e personalizzandola per ogni utilizzo. Quando il team di ingegneri riceve ulteriori richieste di trasporto automatizzato, può facilmente progettare scaffalature attorno ai carrelli, aiutando a liberare spazio, aumentando la flessibilità e ottenendo in modo più rapido molti vantaggi.
I VANTAGGI PER I DIPENDENTI
Olinger prosegue, affermando che i dipendenti Denso dovevano percorrere fino a 12 miglia (7,5 km) al giorno per movimentare il materiale tra l’area di produzione e il magazzino, impiegando circa
L’inserimento dei robot MiR è stato accettato rapidamente dai dipendenti Denso, assieme agli operai di altri reparti che li hanno richiesti per il trasporto delle merci
il 60% del loro tempo a spingere carrelli. Il programma pilota iniziale per automatizzare questo trasporto con gli AMR ha eliminato tale compito manuale, consentendo a sei lavoratori di passare ad attività di maggior valore. Il progetto si è rapidamente ampliato per portare i componenti direttamente alla linea di produzione, per un’efficienza just-in-time. L’inserimento dei robot è stato accettato rapidamente dai dipendenti, assieme agli operai di altri reparti che hanno richiesto il supporto degli stessi per il trasporto di merci come materiali per la manutenzione e pezzi di ricambio. Denso ha recentemente acquistato cinque robot MiR500 per progetti futuri di trasporto che richiedono carichi pesanti.
“Automatizzare queste attività ripetitive e faticose con nuove tecnologie che semplificano il lavoro, ci ha aiutato a mantenere la forza lavoro esistente”, conclude Olinger.
“Avevamo molte posizioni di lavoro aperte per attività a valore aggiunto nell’ambito della produzione. Il nostro intento è di valorizzare il personale e non impiegarlo più per svolgere mansioni faticose e ripetitive”.
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