ipcm® n. 70 - Luglio/Agosto 2021

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EDITOR’S LETTER

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a situazione economica europea è in forte miglioramento. La fiducia delle imprese e dei cittadini sta tornando, i consumi riprendono e questo atteggiamento si riflette sui dati di crescita in forte accelerazione e sul ritorno di una forte esportazione. Alcuni indicatori lasciano addirittura presagire una ripresa ancora più sostenuta a livello euro. La campagna vaccinale ci sta aiutando a contenere efficacemente l’epidemia. È vero, c’è lo spauracchio delle varianti ma grazie alla vaccinazione di una larga fetta della popolazione europea, il tasso di contagio e soprattutto quello di ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva è di gran lunga più basso rispetto anche solo a sei mesi fa. Sono notizie positive dunque, quelle che ci accompagnano nell’ingresso in questo periodo estivo, non ancora post-pandemico ma sicuramente con maggiori certezze rispetto al precedente. La nota ancora più positiva è che l’industria sembra effettivamente rispecchiare i dati ufficiali dei monitoraggi nazionali ed europei, fattore non scontato dal momento che spesso si assiste a uno scollamento fra le previsioni “dei palazzi” e la realtà produttiva. I numeri di ipcm® pubblicati in questi primi sei mesi del 2021 sono stati ricchi di reportage su investimenti in innovazione come non mai, e anche questa edizione di luglio-agosto non è da meno: tante e tali sono le aziende di cui riportiamo le esperienze in questa edizione che l’immagine che ne risulta è quella di un manifatturiero forte e solido in molti settori industriali, soprattutto se a gestire le aziende ci sono capitali privati e famiglie di imprenditori che – a differenza dei fondi di investimento o dei gruppi finanziari – non guardano tanto all’EBITDA e ai dividendi quanto al valore dell’impresa nella sua globalità (il personale, le competenze e le esperienze da tutelare). Ciò non significa che siano stati eliminati tutti i fattori di instabilità. Permane la scarsità di materie prime, con relativo aumento esagerato dei loro prezzi, che sta mettendo a dura prova tutti i settori, una condizione in cui l’industria si trova più per motivi politici che per reali congiunture manifatturiere. Lo stesso accade con il travel ban ancora imposto dagli USA ai Paesi Schengen e pochi altri (Brasile, India, Cina, Sudafrica per esempio). Se gli ordini esecutivi emanati dall’ex presidente Donald Trump e confermati dall’attuale amministrazione Biden lo scorso marzo 2020 avevano lo scopo di contenere la diffusione del COVID-19 e tutelare il mercato del lavoro, ora non se ne comprende la motivazione. Ci troviamo in una fase di ripartenza a livello globale e le norme devono essere modificate perché tanti sono gli interessi economici europei negli USA. Senza contare che questo travel ban persistente ha fatto cadere la clausola della reciprocità, dal momento che i cittadini americani possono venire in Europa rispettando le regole imposte (green pass o tampone). Infine c’è il nodo del green pass obbligatorio per accedere a tanti luoghi pubblici in cui il distanziamento è impossibile da mantenere, se non a scapito di pesanti limitazioni. Per alcuni l’obbligatorietà del green pass causerà più danni che benefici alle nostre economie in ripresa. La posizione di ipcm® è invece favorevole: non esiste nulla di più motivante e positivo per la produttività che lavorare in sicurezza. La possibilità di tornare agli eventi in presenza, agli appuntamenti personali con i clienti (già ripresi, ma sempre con un filo di ansia sottesa), a un’atmosfera più rilassata e meno timorosa negli uffici, sui mezzi pubblici e al ristorante, ma soprattutto vivere l’home office come una possibilità e non un obbligo sono tutti ingredienti per la ricetta della nuova normalità.

Alessia Venturi Editor-in-chief Direttore Responsabile

international PAINT&COATING magazine - JULY/AUGUST 2021 - N. 70

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