Mutatis Mutandis Nick Turpin di Sonia Pampuri
Cominciai a camminare e il mondo mi inondava del suo potenziale Joel Meyerowitz
Su quali riferimenti culturali, biografici o esperienziali si basa il tuo modus fotografico? Il mio lavoro e il mio approccio alla fotografia sono influenzati da molteplici fonti, inizialmente studiavo arte e storia dell’arte, il che mi ha dato un forte senso estetico in termini di utilizzo di strumenti visivi come colore e composizione, scala e prospettiva nella mia creazione di immagini. Mi ha anche permesso di fare riferimento alla pittura nel mio lavoro, molte delle mie immagini riecheggiano o imitano stili di pittura classica o particolari dipinti come nello scatto del bimbo francese che sventola un tricolore come nella serie “Liberty Leading the People” o il mio uso della luce ispirato ad Edward Hopper nei miei lavori più recenti della serie Exodus . Ho sempre creduto che più sai e hai visto, più devi esprimere tutto questo patrimonio di esperienze e conoscenze nel tuo lavoro. Da giovane fotografo i miei principali riferimenti erano i primi fotografi Magnum che documentavano la vita, ma combinavano quella documentazione con una grande destrezza estetica, oltre che umorismo e surrealismo. Fotografi come Elliot Erwitt e Henri Cartier Bresson sono stati i primi fotografi che ho imitato in bianco e nero. Come stagista presso l’ufficio di Magnums a Londra alla fine degli anni ‘80, ho incontrato molti dei loro famosi fotografi, tra cui Bresson. È stato da questo momento che ho capito che mi interessava solo usare la fotocamera per documentare, volevo osservare la vita non dirigerla. Da giovane ero molto interessato a cosa significa essere umani per essere una persona, cosa era importante nella vita e cosa non lo era. Ho studiato molti sistemi di credenze così come la filosofia. In particolare mi interessavano le idee del buddismo e l’idea che il sé fosse un’illusione, sperimentavo questa perdita di sé in meditazione ma anche moltissimo quando ero per strada a fotografare estranei in luoghi pubblici. Penso che la Street Photography sia stata una combinazione di queste cose per me, l’esperienza del fare unita al desiderio di documentare la società e utilizzare la fotografia come continuazione della mia indagine sulla vita. In anni più recenti il mio lavoro è stato influenzato dai New York Street Photographers degli anni ‘60 e ‘70, Garry Winogrand e Joel Meyerowitz. Quando insegno mostro l’immagine di Meyerowitz “Fallen Man” 1967 che mi ha davvero insegnato quanto si possa trasmettere in un singolo fotogramma, che un singolo fotogramma potrebbe contenere un’intera storia o più. Tendo a imparare le
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