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Il trono vuoto: l’etimasia
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Cristo, che non è politica, ma cosmica. Come afferma molto appropriatamente Cirillo di Gerusalemme: «Egli è in primo luogo Creatore, poi Signore. Ha creato dapprima tutto per volontà del Padre, quindi esercita la sua signoria su ciò che esiste per suo tramite»16 . La maniera più comune di rappresentare la maestà di Cristo è quella di mostrarlo assiso su un trono. Sin dalla più alta Antichità, in numerose civiltà il trono è un seggio particolare, destinato a capi, re e imperatori. Per rendere manifesta la loro posizione al di sopra degli uomini comuni, il trono era sopraelevato in modo da dominare gli astanti. Esso è di per sé l’emblema dell’autorità suprema. Le divinità principali come Apollo o Zeus erano talvolta rappresentate assise su un trono. Vi sedeva il re anche all’epoca della monarchia ebraica. Per analogia, si diceva che Dio, il padrone del mondo, avesse il suo trono in cielo. Gesù annuncia che, al momento del giudizio finale, «il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria», e che gli apostoli saranno assisi «su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele» (Matteo 19,28; vedi Giovanni 25,31). In una delle visioni dell’Apocalisse compare «il trono dell’Agnello» (7,9-17). A ciò si deve il fatto che, nell’iconografia cristiana, Cristo è spesso rappresentato assiso su un trono.
Il trono vuoto: l’etimasia
A partire dal V secolo si rappresenta curiosamente un trono vuoto. In realtà, è vuoto della presenza visibile di Cristo, sebbene Cristo resti misteriosamente presente nella sua Chiesa. Questa presenza sarà simboleggiata sul trono vuoto dai suoi emblemi: la croce, la corona, il libro dei Vangeli, ecc., definiti insigna Christi. Ciò rappresenta la trasposizione nell’arte figurativa di quanto avveniva nei concili. Gli storici del concilio di Efeso e del secondo concilio di Nicea riferiscono che al centro dell’assemblea dei vescovi era stato installato un trono su
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48 I SIMBOLI DI CRISTO 1. Cristo in maestà assiso su un trono, IV secolo, catacomba dei Ss. Pietro e Marcellino, Roma. «IlFiglio dell’uomo sarà seduto sul trono dellasua gloria» (Matteo 19,28).
2. Cristo in trono tra Pietro e Paolo, avorio, dittico di Berlino (anta destra), VI secolo, Staatliche Museen, Berlino.
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cui era posto il libro dei Vangeli. Questo era emblema della presenza di Cristo e della continuità del suo insegnamento, che i Padri conciliari non dovevano perdere di vista. È solo secondariamente e più tardivamente che la raffigurazione del trono vuoto simboleggerà l’attesa e «la preparazione» (hetoimasia in greco) della parusia e del giudizio finale, da cui l’appellativo etimasia dato a questo tipo di rappresentazione.
3. «Etimasia»: trono col rotolo dei Vangeli al posto di Cristo, cappella di S. Prisca, S. Maria Capua Vetere. Indica la continuità della parola di Cristo nel tempo della Chiesa.
4. «Etimasia»: il trono all’interno di un cerchio con il rotolo dei Vangeli, sormontato dalla croce gemmata; ai lati Pietro e Paolo, al di sopra i simboli degli evangelisti, mosaico, arco trionfale (primo registro), S. Maria Maggiore, Roma.
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