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La resurrezione di Lazzaro
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lemme, è «il trionfo della croce che ha condotto alla luce quelli che l’ignoranza accecava. Cristo ha affrancato dal peccato tutti coloro che ne erano trattenuti, e ha redento tutta l’umanità»7. La guarigione del cieco nato è prefigurazione dell’illuminazione battesimale e, per la medesima ragione, anche della resurrezione. Per il redattore delle Costituzioni apostoliche, le diverse guarigioni compiute da Cristo, «demiurgo di tutti gli uomini», palesano il suo potere di resuscitare. Al termine della sua enumerazione, egli conclude: «Sarà proprio quegli, che con la terra e la saliva ha restituito l’organo mancante al cieco nato, a rialzarci (...) Sarà proprio quegli, che a sua volta è risorto dai morti, a resuscitare tutti i defunti»8 .
La resurrezione di Lazzaro
Secondo il racconto della resurrezione di Lazzaro, riportato soltanto dal quarto Vangelo (Giovanni 11), l’episodio ha avuto luogo poco prima dell’arresto di Gesù. Conoscendo la predilezione di Giovanni per i segni simbolici, sembra proprio che l’episodio prefiguri la resurrezione di Cristo. Occorre ricordare che quest’evangelista non usa mai la parola miracolo ma «segno»? La parola di Gesù a Marta: «Io sono la risurrezione» (Giovanni 11,25), fa comprendere il signi-
184 EPISODI DELLA VITA DI GESÙ 1. Guarigione del cieco, pisside in avorio (particolare), VI secolo, Musée de Cluny, Parigi.
2. Gesù guarisce il cieco ponendogli la saliva sugli occhi, dittico (particolare), metà del VI secolo.
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3. Resurrezione di Lazzaro, pisside ovale in avorio (particolare), fine V secolo, Museo Civico Archeologico, Bologna.
4. Resurrezione di Lazzaro, catacomba dei Ss. Pietro e Marcellino, Roma.
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ficato di questo segno. In effetti, per i primi cristiani, la resurrezione di Lazzaro è il segno profetico della resurrezione dei morti alla fine dei tempi. «Il Signore prefigurava le cose eterne attraverso quelle temporali» insegna Ireneo, «e mostrava di essere colui che ha il potere di donare all’opera da lui modellata [l’uomo] la guarigione e la vita, affinché si credesse anche nella sua parola relativa alla resurrezione. Nello stesso modo, pertanto, alla fine [dei tempi], alla voce del Signore i morti resusciteranno»9. Quindi, non sorprende che quest’episodio occupi una posizione di rilievo tra le pitture funerarie delle catacombe e sui sarcofagi. Peraltro, se pensiamo che il battesimo, da san Paolo in poi, è presentato misticamente come sepoltura con Cristo e resurrezione con lui, si comprende facilmente perché la resurrezione di Lazzaro sia stata interpretata dai Padri come simbolo del battesimo. La nuova creatura, «ri-nata», che emerge dalla piscina battesimale, è già «un figlio della resurrezione». È lo stesso significato che i Padri attribuiscono ad altri due racconti di resurrezione, spesso citati assieme a quello di Lazzaro: la resurrezione della figlia di Giairo (Matteo 9,18-26) e quella del figlio della vedova di Nain (Luca 7,11-17). Nel caso della figlia di Giairo, la parola di Gesù, «La fanciulla non è morta, ma dorme», sorprende, perché poco prima se ne è annunciata la morte. Sia che questa parola appartenga a Gesù stesso o sia stata riformulata dalla tradizione,
1. Resurrezione di Lazzaro, affresco, cappella «Cristiana», complesso ospedaliero di S. Giovanni, Roma.
2. Resurrezione di Lazzaro, vetro dorato, IV secolo, Museo Pio Cristiano, Città del Vaticano.
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3. Resurrezione della figlia di Giairo, sarcofago (particolare), inizio V secolo, Musée de l’Arles antique, Arles.
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non è certo per attenuare la portata del miracolo; sembra piuttosto che la frase rinvii all’idea che la morte sia un «sonno», cioè una parvenza di morte o una morte provvisoria, dal momento che l’essere umano è destinato alla resurrezione alla fine dei tempi. Notiamo anche che il termine «resuscitare» significa letteralmente «rialzarsi», come ci si rialza dopo aver dormito. Il gesto di Gesù che prende la fanciulla per mano per farla rialzare, fa pensare anche alla rappresentazione di Gesù al momento della sua discesa agli Inferi (nella dimora dei defunti), quando prende Adamo per mano per farlo rialzare e lo porta con sé alla dimora dei vivi nel paradiso di Dio. «Dio non è il Dio dei morti ma dei vivi», diceva Gesù. La mano di Cristo è la mano creatrice di Dio che, nello stesso modo in cui ha donato la vita, può riaccenderla. La fede nella resurrezione è una delle affermazioni principali del cristianesimo, come testimonia il simbolo apostolico: «Credo nella resurrezione della carne e nella vita eterna». La rappresentazione nell’arte cristiana di ognuna delle tre resurrezioni compiute da Gesù illustra la fede dei primi credenti nella resurrezione dei loro morti.
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