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LACROCE

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LACROCE

La croce come strumento di supplizio era un’atrocità del mondo romano. In memoria di Cristo, Costantino soppresse questo tipo di esecuzione per le condanne alla pena capitale. È per questo che le prime rappresentazioni della crocifissione di Gesù non appaiono prima del V secolo e, in principio, timidamente. È solo a partire dal VI secolo che si moltiplicano. Poiché la morte di Cristo sulla croce costituiva un elemento essenziale della loro fede («crocifisso sotto Ponzio Pilato»), i primi cristiani non potevano non parlarne, seguendo san Paolo e i Vangeli. Teodoro di Mopsuestia lo ricorda nella sua catechesi: «È una regola delle Scritture quella di indicare attraverso la menzione della croce tutta l’economia di Cristo, perché attraverso la croce arrivò alla morte; ora, è attraverso la morte che egli abolì la morte e presentò manifestamente la vita nuova, immortale e immutabile»1. Cirillo, vescovo di Gerusalemme, là dove Gesù aveva subito il suo supplizio, non esitava, a sua volta, a dire ai suoi catecumeni: «Ogni azione di Cristo è una gloria per la Chiesa cattolica, ma la croce è la gloria delle glorie»2. Molto presto i cristiani trovarono un segno simbolico per designare nel contempo la croce e Cristo. Ripresero il «segno» che corrispondeva all’ultima lettera dell’alfabeto ebraico, la taw mistica che designava il nome del Dio ineffabile. Questo segno aveva la forma di un + o di un × (→ Taw). Tracciandolo sulla fronte ci si faceva il segno della croce. È dunque questo segno che il battezzatore tracciava sulla fronte del catecumeno: proprio in tal modo si indicava che costui entrava a far parte del popolo di Dio. Sant’Agostino poteva affermare a giusto titolo: «Qual è il segno di Cristo che tutti conoscono, se non la croce di Cristo?». Il segno +, che ricorda una croce, è detto «croce greca». Quando questo segno è circondato da un cerchio, evoca la croce gloriosa e dunque la resurrezione. Questo simbolo di Cristo è soprattutto presente in Oriente. Nel mondo latino prevale piuttosto la forma a «croce latina» (†). I cristiani egiziani, condizionati dalla cultura dell’antico Egitto, utilizzarono a partire dal IV secolo l’ankh, il geroglifico che significava «vita» e che era visibile ovunque, nelle iscrizioni e nelle

32 I SIMBOLI DI CRISTO 1. Croce greca inscritta in un cerchio formato datralci di vite tra due monogrammi di Cristo, bassorilievo, ruderi della chiesa dedicata nel 512 ai Ss. Martiri Sergio, Bacco e Leonzio, Bostra, Giordania.

2. L’ankh. Statua del tempio di Ammone recante il simbolo egizio della vita, XVIII dinastia, Karnak, Egitto.

3. Personificazione della pace recante la croce ansata egizia (ankh), affresco della cupola, V secolo, cappella paleocristiana (protocopta) della Pace, necropoli di Bagawat, oasi di Kharga, Egitto.

4. Disegno in silhouette della figura della pace con l’ankh.

5. Croce ansata, o «croce di vita», simbolo ispirato all’ankh (simbolo della vita) dell’antico Egitto, bassorilievo, stele egiziana, V secolo, Museo Copto del Cairo Vecchio.

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raffigurazioni dei templi. Essi ne fecero il simbolo della croce di Cristo che, trionfante sulla morte, procura la vita eterna ai battezzati: un eccellente esempio di inculturazione. Per la forma che la caratterizza, questa croce è detta «ansata» o anche «chiave di vita» per il suo significato e il disegno a chiave. Questo significato della croce va associato a un’altra immagine, quella dell’«albero della vita» del giardino dell’Eden. La croce di Cristo è il vero albero della vita che procura l’immortalità beata. Seguendo la medesima interpretazione tipologica,

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essa viene messa in relazione con l’immagine dei quattro fiumi dell’Eden, ripresa dall’Apocalisse. Abbiamo quindi constatato che il monogramma di Cristo era interpretato come una croce simbolica, soprattutto a partire da Costantino che lo aveva reso popolare. Dall’editto di Milano, che l’imperatore aveva emanato nel 313, la rappresentazione della croce nuda, vale a dire senza il crocifisso, venne spesso considerata come il trofeo della vittoria di Cristo sulla morte. Ciò richiede una spiegazione.

34 I SIMBOLI DI CRISTO 1. La croce «albero della vita» da cui sgorgano i quattro fiumi paradisiaci, basilica di S. Giovanni in Laterano, Roma. I fiumi portano i nomi indicati nel libro della Genesi (2,10-15). La croce salvatrice diviene fonte di vita eterna.

2. Cristo imberbe tiene nella mano destra la croce gemmata come emblema della sua vittoria sulla morte; tipo della rappresentazione paleocristiana della resurrezione, parte centrale del sarcofago a cinque riquadri detto «del Cristo degli adoranti», fine IV secolo, Musée de l’Arles antique, Arles.

3. Trofeo in bronzo in memoria della vittoria diGiulio Cesare a Tapso, Museo di Ippona, Annaba, Algeria. Il «trofeo», che aveva la forma di una croce, divenne simbolo della «croce vittoriosa» di Cristo sulle forze del male: «Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!» (Giovanni 16,33).

4. Medaglione di Valentiniano II recante il labarum (stendardo) costantiniano con il chrismon, Bibliothèque Nationale de France, sezione medaglie. In seguito a una visione, Costantino aveva posto alla testa delle sue armateil proprio stendardo con il «segno diCristo»: «Con questo segno vincerai».

5. Croce gemmata (ornata di pietre preziose), simbolo della croce gloriosa, mosaico absidale, VII secolo, chiesa di S. Stefano Rotondo, Roma.

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