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Burgos

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SAN GIACOMO

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1. San Giacomo in trono incorona i pellegrini, particolare della vetrata di un discepolo di Peter von Andlau del 1490 ca. Badisches Landesmuseum, Karlsruhe. Questa iconografia si afferma nel pieno Medioevo ed esprime la certezza che a colui che ha compiuto il pellegrinaggio non mancherà il patronato di Giacomo nel giorno del Giudizio finale.

2. Il busto di san Giacomo ai margini del mondo, particolare del Mappamondo (1086) del Beatus di Burgo de Osma. La collocazione di san Giacomo agli estremi confini delle terre conosciute è dovuta alla vicinanza di Finisterre alla tomba dell’apostolo. I Beatus sono i manoscritti miniati spagnoli, del X e XI secolo, che riportano l’Apocalisse di san Giovanni e i Commentari al testo redatti nell’VIII secolo dal monaco spagnolo Beato di Liébana (730 ca.-798). «Chi è dunque questo grande e potente personaggio che i cristiani vengono in massa a implorare, da entrambi i lati dei Pirenei? [...] l’apostolo del nostro Signore e Salvatore, il cui corpo è stato sepolto in Galizia e che tutti i Paesi della cristianità: Francia, Inghilterra, Italia e, in primo luogo, la Spagna, venerano come loro santo patrono e protettore. Spesso la moltitudine di quelli che vanno e vengono sulla strada dell’Occidente è talmente importante che, a volte, vi si trova appena lo spazio per avanzare». Così, di ritorno da Santiago, riferiscono i messi di ‘Ali Ben Yussuf (11061142), secondo emiro della dinastia almoravide in Marocco. Qualcosa era cambiato in Galizia. Non solo una chiesa, ma un paese era nato, intorno a un’arca ritrovata, che conteneva il corpo di san Giacomo, san Jago, il Señor Santiago, «Capo splendente d’oro della Spagna, protettore nostro e patrono del popolo1». A quel corpo accorrevano da ogni parte, e da ciò furono per sempre segnate la geografia e la storia dell’Europa e del mondo. Ci sono spiegazioni del fatto, ma per comprendere un imponente fenomeno di così lunga durata, illuminato ma non esaurientemente spiegato da rilievi di tutte le scienze, si deve partire dalle prime due evidenze, il santo e il fatto, cioè dalla persona di san Giacomo e dal fatto del pellegrinaggio. Chi sia san Giacomo emerge con chiarezza essenziale dai martirologi2. Nell’edizione del Martirologio Romano del 2001, alla data 25 luglio, si legge: «Festa di san Giacomo apostolo, che, figlio di Zebedeo e fratello del beato Giovanni Evangelista, fu testimone con Pietro e Giovanni della Trasfigurazione del Signore e della Sua agonia. Decapitato vicino alla festa di Pasqua da Erode Agrippa, fu il primo degli apostoli a ricevere la corona del martirio»3 . In una precedente edizione, quella del 1631 di Urbano VIII, era stato aggiunto: «Le sue sacre ossa, trasportate in questo giorno da Gerusalemme in Spagna, e nascoste in Galizia, agli ultimi confini (della terra di quei tempi), famosissime per la venerazione di quelle genti, e per il concorso di numerosi cristiani, che colà andavano per devozione e per voto, sono piamente venerate»4. Papa Urbano VIII aveva peraltro ripreso praticamente alla lettera quanto compariva in un martirologio del IX secolo, quello di Usuardo di Saint-Germain-des-Prés († 877)5 . La redazione di questo testo fu definita dopo un trentennio di polemiche: questo testimonia il fatto che, nella tradizione relativa a san Giacomo, alcuni punti non erano chiari, e tali presumibilmente rimarranno. Nell’edizione del Martirologio del 2004 si legge questa aggiunta, relativa alla tradizione del culto: «In quest’anno 2004 cadendo la festa dell’apostolo di Domenica, a S. Giacomo de Compostela in Spagna, dove si venera secondo la tradizione il suo sepolcro, per un privilegio speciale, si celebra un solenne Giubileo». Nei testi dei martirologi troviamo dunque la via per identificare i tratti essenziali del santo. La sua famiglia innanzitutto; poi la sua vita con Gesù e il suo essere scelto

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