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Monastero nuovo
Le Somport o da Roncisvalle, troviamo qui tracce più numerose delle mansiones romane e delle pietre miliari, ma assai meno monasteri e ospizi. Sono invece numerose, nella toponomastica, nell’arte e nelle tradizioni, le memorie della conquista araba, della Reconquista cristiana e delle loro alterne vicende. Se quello è un Cammino «europeo», questo era certo più «spagnolo»: è diventato più internazionale oggi, che molti pellegrini a piedi e/o motorizzati sono animati dal desiderio di compiere tutti i percorsi che portano a Santiago, e quindi si mettono, anche senza una necessità logistica, su questo percorso.
SIVIGLIA All’inizio di questo percorso ci si trova nella Spagna dell’Andalusia, terra che deve il suo nome ai Vandali, ma fu sede di un’antichissima civiltà preromana. Siviglia è uno dei più antichi insediamenti umani della Spagna, e deve, secondo la leggenda, la sua fondazione al semidio Ercole. Storicamente il primo insediamento fu dei Tartessi, intorno all’VIII secolo a.C., che la chiamarono Ispal. Testimonianza di questa civiltà è il Tesoro del Carambolo trovato nei dintorni della città nel 1958(ora nel Museo Arqueológico). Con la caduta della civiltà che faceva capo alla mitica città di Tartesso, Siviglia fu fenicia, greca, cartaginese, prima di essere la Hispalis romana. Capitale della fiorente provincia romana della Betica (che prendeva il nome dal fiume Betis), conservò il suo ruolo con i Vandali (411) e i Visigoti (441), divenne cristiana nel secondo secolo d.C. e nel 287 qui vennero martirizzate le sante Giusta e Rufina2, da allora sue patrone. Conquistata dagli Arabi nel 712, le venne dato il nome di nome di Ishbiliya (da cui Siviglia), e il fiume Betis ebbe il nome di wadi al-Kabir (grande fiume), da cui deriva il nome attuale Guadalquivir. Tornò cristiana nel 1248 quando Ferdinando III che poi fu proclamato santo, la conquistò e vi pose la sua residenza. A Siviglia vi sono testimonianze di tutte le culture che si sono via via succedute, soprattutto di quella araba. La cattedrale, realizzata sul luogo della principale moschea della città, è una delle chiese più grandi d’Europa: a cinque navate, è lunga centodiciassette metri, larga settantasei e alta quaranta, ed è stata realizzata fra il 1402 e il 1506. Presenta dieci portali, settantacinque grandi vetrate e un notevole chiostro, il Patio de los Naranjos (Cortile degli Aranci), al centro del quale troneggia una bellissima fontana visigotica. L’originario minareto è stato trasformato in campanile, con la costruzione della cella campanaria nel 1568, e con i suoi novantatré metri, che lo rendono visibile da molto lontano, è diventato il simbolo per eccellenza di Siviglia, ed è detto la Giralda. Sulla sommità si vede una figura femminile che simboleggia la fede cristiana con lo stendardo; alta quattro metri, funziona da segnavento, ed è chiamata affettuosamente Giraldillo. All’interno, ricco di opere d’arte, oltre alle vetrate sono da segnalare le pale
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3. Patio de las Doncellas negli Alcázares reali di Siviglia, iniziato nel 1364 e rinnovato nel XVI secolo.
4. La Giralda, simbolo della Siviglia araba e cristiana.