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Sangüesa

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Monastero nuovo

Monastero nuovo

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degni di nota sono il coro ligneo del 1520 e il retablo dedicato all’Assunzione della Vergine del 1629. A testimonianza della sua posizione strategica, la città conserva ancor oggi una doppia cinta di mura con sessantotto torri.

CÁPARRA Della città romana di Cáparra, quinta tappa dell’Iter ab Emerita Asturicam, resta oggi miracolosamente in piedi un arco a quattro luci, unico resto evidente di una città che occupava sedici ettari. A testimonianza della scarsità di servizi per i pellegrini, che invece vanno aumentando, è proprio sotto questo arco che molti di loro devono adattarsi a dormire, se non vogliono percorrere altri diciannove chilometri per raggiungere il più vicino rifugio. Proprio per questo, l’arco è divenuto il logo dell’intero Camino de la Plata.

15. L’arco di Cáparra, assurto recentemente a simbolo del Camino de la Plata, dopo la ripresa dei pellegrinaggi lungo questo tracciato. 16. Veduta di Baños de Montemayor.

17. Torre con nido di cicogne, Baños de Montemayor.

BAÑOSDE MONTEMAYOR Come dice il suo nome, questa piccola città deve la sua esistenza alla presenza di acque termali sulfuree che sgorgano a 50°C. Conserva un aspetto medievale che risale all’epoca delle signorie feudali, quando mezza città era soggetta al duca di Béjar e l’altra metà al marchese di Montemayor: alla rivalità esistente fra i due feudatari, si deve la fondazione delle due chiese dedicate a santa Maria e a santa Caterina. La chiesa di Santa María presenta oggi forme barocche, e si ammira un bel portale sovrastato da un rilievo della Vergine Assunta; la chiesa di Santa Catalina conserva le originali forme romaniche e presenta in facciata un oculo e una piccola statua romanica della santa. Attraversando i borghi di Calzada de Béjar, Valdelacasa, San Pedro de Rozados, si giunge a Salamanca.

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18. Il portale barocco della chiesa di Santa María de la Asunción a Baños de Montemayor. Ai lati dell’arco, nei tondi, i santi Pietro e Paolo.

19. Il portale romanico e la nicchia con l’immagine di santa Caterina, chiesa di Santa Catalina, Baños de Montemayor.

20. Particolare del portale plateresco dell’Università di Salamanca, con l’immagine di Ferdinando II e Isabella, i Re Cattolici: l’iscrizione in greco e latino dà importanza agli studi e sottolinea la grande estensione dell’Impero spagnolo.

21. La cattedrale di Salamanca (secoli XII-XVIII).

21 SALAMANCA La sua origine risale alla fortezza Helmantica, costruita da popolazioni iberiche, intorno alla quale si sviluppò un abitato. Conquistata da Annibalenel III secolo a.C., fu poi presa dai Romani, che nel I secolo a.C. costruirono sul fiume Tormes il ponte da cui ancor oggi si entra in città. Conquistata poi in successione da Alani, Gotie Visigoti, nel 712 fu occupata da Musa ibn Nusayr: poiché la valle del Duero fu, nel tempo che seguì, terra di confine, Salamanca fu vittima di scorrerie di eserciti e conobbe grande decadenza. Dopo la Reconquista, fu ripopolata nel XIII secolo per volere di re Alfonso IX di Leóne durante il suo regno fu fondato, nel 1218, l’Estudio General, nucleo dell’Università, confermata dal re Ferdinando III di Castiglianel 1243e ratificata da papa Alessandro IV (1255). È stata cantata dal poeta Unamuno4, che le affidò il suo ricordo: «Cuando yo me muera guarda, dorada Salamanca mia, tu mi recuerdo», «Quando morirò, conserva tu, mia Salamanca dorata, il mio ricordo», e chiamandola così ne esaltò il colore caratteristico delle pietre, che al tramonto risplendono. Celebre città universitaria racchiude tutto il suo notevole patrimonio storico in un’area piuttosto ristretta, che ha al suo centro la Plaza Mayor. Entrando in città dal ponte romano del I secolo d.C. che scavalca il río Tormes con i suoi ventisette archi, quindici dei quali sono ancora originari, si ha una visione d’insieme della città e si giunge al complesso delle cattedrali.

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