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Cosa sarà

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Mare fuori

Mare fuori

benestante e intellettuale, Federico ne fa parte ma con il suo comportamento mostra quanto nella sua famiglia manchi la capacità di comunicare, di comprendersi e di esprimere i propri sentimenti. I Vismara invece sono una famiglia di Ostia, dichiaratamente fascista in cui però l’attaccamento ai legami parentali è esageratamente manifesto, tanto da diventare causa e motore di alcune azioni compiute dai suoi componenti. Tra le due famiglie, si muove Federico interpretato da Pietro Castellitto, un giovane dottorando alla Facoltà di Filosofia, appassionato (ma forse sarebbe meglio dire, ossessionato) di Friedrich Nietzsche, che spera ogni giorno inutilmente di ottenere una borsa di studio per le sue ricerche. I predatori è un film ironico che a tratti usa i toni del grottesco e della satira per descrivere alcuni spaccati della realtà: le scene del film sono infatti delle fotografie fatte non solo di immagini, ma anche di parole che riescono (nei limiti della giovane età e dell’inesperienza del regista) a descrivere, a raccontare alcuni spaccati della società. La trama non è di per sé molto originale visto che sia il cinema che la televisione hanno proposto svariate volte racconti sul conflitto tra classi sociali e culturali. Bisogna aggiungere inoltre che dal punto di vista puramente registico il film è ancora privo di una certa eleganza e raffinatezza che sicuramente sarebbero stati aggiunti da una maggior consapevolezza (e forse coraggio) nell’utilizzo di più movimenti di macchina. Invece la regia risulta un po’ acerba e statica, ma questo gioca sicuramente a favore della scrittura che risulta fresca, originale e delicatamente libera soprattutto lì dove si rischia di scadere negli stereotipi caratteriali e culturali dei personaggi: intellettuale freddo e distaccato vs fascista popolare e folkloristico.

Marianna Dell’aquila

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di Francesco Bruni

BBruno Salvati è un regista di commedie che non fanno ridere, i suoi film non hanno successo e il suo produttore è restio a realizzare il suo prossimo progetto. Anche la sua vita privata non va certo a gonfie vele: Bruno si è appena separato dalla moglie Anna e non riesce ad essere un padre presente per i figli Adele e Tito.

Un giorno, dopo un urto banale, Bruno si accorge che il suo naso non smette di sanguinare. L’uomo si affida all’ematologa Paola Bonetti. Dopo una serie di analisi, scopre di essere affetto da una mielodisplasia, ossia un tumore del sangue. Per la sua sopravvivenza dovrà sottoporsi a un trapianto di midollo: per fare ciò occorre trovare un donatore oppure affidarsi a una banca dati. Oltretutto non v’è certezza della riuscita del trapianto.

La narrazione procede tra salti in avanti e indietro nel tempo, tra presente in ospedale in attesa dell’intervento e i mesi passati trascorsi alla ricerca del donatore. La figlia Adele, giudiziosa e sensibile, confessa di essere pronta a donare il suo midollo nel caso in cui fosse compatibile. Il figlio minore Tito, più immaturo e timoroso, è preso da un attacco di panico prima di sottoporsi alle analisi. Purtroppo, pur essendo in parte compatibili per la donazione del midollo, i figli sono entrambi fortemente allergici: la donazione per loro può essere molto pericolosa. Occorre trovare un altro donatore. Durante una conversazione col padre, Bruno viene

Origine: Italia, 2020 Produzione: Carlo Degli Esposti, Nicola Serra per Palomar, Vision Distribution, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video Regia: Francesco Bruni Soggetto: Francesco Bruni Sceneggiatura: Francesco Bruni, Kim Rossi Stuart (collaborazione) Interpreti: Kim Rossi Stuart (Bruno), Lorenza Indovina (Anna), Barbara Ronchi (Fiorella), Giuseppe Pambieri (Umberto), Raffaella Lebboroni (Paola Bonetti), Fotiní Peluso (Adele), Tancredi Galli (Tito), Nicola Nocella (Nicola), Elettra Mallaby (Madre di Bruno), Stefano Rossi Giordani (Umberto da giovane), Ninni Bruschetta (Produttore) Durata: 101’ Distribuzione: Vision Distribution Uscita: 27 marzo 2021

a sapere di avere una sorellastra di cui ignorava l’esistenza, frutto di una relazione extraconiugale del genitore. La donna si chiama

Fiorella e vive a Livorno. Bruno si reca nella città toscana con il padre e i figli e rintraccia Fiorella che lavora in un’agenzia immobiliare. Bruno si reca da lei fingendo di cercare un appartamento. Col passare dei giorni, tra i due nasce un rapporto di confidenza, Fiorella racconta che la mamma è morta e di non avere né fratelli né sorelle. Mentre passeggiano sul lungomare, Bruno le dice di essere suo fratello e gli racconta la verità sulla sua famiglia. La donna va su tutte le furie e se ne va. Tornato a Roma, Bruno confessa alla dottoressa che con la sorella non è andata bene. Il medico gli dice che non sono ancora riusciti a trovare un donatore, ne avevano rintracciato uno ma è deceduto. Ormai l’uomo è pessimista sulla possibilità di avere un trapianto. Quella notte riceve una telefonata dal padre che gli chiede di affacciarsi dalla finestra: il genitore è in compagnia di Fiorella. Il giorno dopo la dottoressa sottopone la donna ai test: la sorella è compatibile al 50% con lui. Il prelievo e il trapianto sono programmati una settimana più tardi. Bruno deve iniziare subito la chemioterapia. L’uomo si ricovera, la moglie Anna è accanto a lui. Bruno inizia ad avere delle visioni della sua infanzia con la mamma, poi riceve la visita di Fiorella che si è sottoposta al prelievo di midollo. La sorella gli dice che deve stare bene presto. La dottoressa lo va a trovare subito dopo l’intervento e lo informa che il trapianto ha attecchito: tra qualche giorno andrà a casa. La Bonetti lo invita a prendere parte a una gita in barca che lei fa ogni anno con i suoi pazienti trapiantati. Bruno scoppia a piangere.

Qualche mese dopo, in estate, Bruno si presenta all’appuntamento per la gita. Prima di salire in barca, si avvicina ad Anna e le chiede di tornare insieme. La dottoressa accoglie i suoi pazienti e il gruppo prende il largo.

LLa fragilità, la paura, le debolezze dell’essere umano di fronte alla vita ma soprattutto di fronte alla malattia.

Cosa sarà (la stessa domanda se la poneva una nota canzone del duo Lucio Dalla e Francesco De Gregori) è la quarta fatica da regista di Francesco Bruni che ha chiuso la Festa del Cinema di Roma 2020. Il film sarebbe dovuto uscire subito dopo in sala ma è stato bloccato dalla serrata dei cinema.

Cosa sarà? Ce lo chiediamo quando nella vita irrompe l’imprevisto con il suo carico di paure e incertezze, quando si apre un abisso che non si era calcolato, mentre si è impegnati a vivere la vita nella sua pienezza.

Il regista Francesco Bruni, dopo Scialla, Noi 4 e Tutto quello che vuoi, sceglie di raccontare una storia che ricorda l’esperienza in parte vissuta in prima persona. E lo fa scegliendo come alter-ego un Kim Rossi Stuart in particolare forma, protagonista di una storia di formazione del dolore.

Un regista quarantenne scopre per caso di essere affetto da un linfoma che lo mette a rischio e per il quale si deve sottoporre a un trapianto di midollo. Vicino a lui la famiglia: una moglie dalla quale si sta separando, due figli diversissimi, un padre distante per anni. Ma poi ecco una rivelazione improvvisa e decisiva.

Il punto di forza del film è la capacità di trasmettere ‘a pelle’ sentimenti forti. Diretta, come un pugno nella pancia (ma sferrato senza violenza) la pellicola ha la capacità di trasmettere la paura della malattia e della morte con disarmante efficacia.

Cosa sarà è la pura e semplice rappresentazione dei pensieri più intimi e nascosti di Bruno: un uomo ancora giovane, chiuso in una stanza d’ospedale e prigioniero del suo dolore, assistito da un infermiere che è un po’ un angelo custode, pronto ad accorrere se dalle telecamere a circuito chiuso vede qualcosa che non va. Il film vive di alternanze: interno-esterno, vita-morte, salute-malattia, presente-passato.

Mentre dentro la stanza d’ospedale c’è la lotta, la paura, il dolore, fuori c’è il mondo, la famiglia, gli affetti (vecchi e nuovi), in una parola la vita.

E poi c’è l’acqua: simbolo forte di rinascita, speranza, vita. È in una città di mare (Livorno) che Bruno Salvati rintraccia la sua possibile salvatrice, una sorella di cui ignorava l’esistenza, ed è su una barca che prende il largo che ricomincia la nuova vita di Bruno, ‘Salvato’ dal trapianto.

E la vita vince sulla morte, sulla paura, sul dolore.

Il film vive letteralmente sulla pelle del suo protagonista Kim Rossi Stuart (che ha anche collaborato con Bruni alla sceneggiatura), bravissimo nel dar corpo alla rabbia, al dolore, alla paura del protagonista. Accanto a lui spicca un poker di presenze femminili: Raffaella Lebboroni nel ruolo dell’ematologa capace, sincera, dura e insieme empatica, (ce ne fossero così nei nostri ospedali!); Lorenza Indovina nei panni della moglie quasi ex, docile e forte allo stesso tempo; Fotinì Peluso, che offre il volto alla matura e posata figlia Adele e Barbara Ronchi, la sorella ritrovata e salvatrice.

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