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Osservazioni sulle emergenze sanitarie internazionali moderne
Osservazioni sulle emergenze sanitarie internazionali moderne
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Excursus sul nuovo virus SARS-Cov-2
Le emergenze di salute pubblica del XXI secolo hanno dimostrato l’importanza della messa in atto di azioni di Comunicazione del Rischio e Coinvolgimento della Comunità (RCCE), al fine di modificare i comportamenti volti a ridurre la trasmissione dell’infezione.
di Francesca Centrone e Michele Quarto, U.O.C. Igiene A.O.U. Policlinico Bari
Nel nostro paese e sullo scenario internazionale si presentano, periodicamente, eventi legati a trasmissione di microrganismi patogeni emergenti o riemergenti, in grado di determinare focolai epidemici o addirittura pandemie. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 12° programma generale di lavoro (2014-2019) ha posto tra i cinque obiettivi strategici quello della riduzione di mortalità, morbosità e disagi sociali legati alle epidemie. Dal 1947, ha ampliato la definizione di evento soggetto a notifica internazionale a tutti quelli che possono costituire un’emergenza per la salute pubblica di rilevanza globale, ovvero il cosiddetto PHEIC (Public Health Emergency of International Concern). Negli ultimi decenni si sono verificate diverse “minacce” pandemiche: la SARS nel 2002/2003, l’influenza aviaria A/H5N1 nel 2005, la pandemia da virus influenzale A/ H1N1 nel 2009, la MERS (Middle East Respiratory Syndrome) nel 2012, l’epidemia da virus Ebola del 2014, oltre ad AIDS, tubercolosi, malaria, morbillo e rosolia tutt’oggi costantemente presenti nello scenario globale. L’OMS ha fondato il PED (Pandemic and Epidemic Diseases), dipartimento che sviluppa strategie operative volte ad affrontare le malattie epidemiche, individuando in tempi rapidi i cosiddetti eventi ‘sentinella’, ossia quelle concentrazioni di casi che possano rappresentare una allerta per l’emergenza di una nuova epidemia, e fornire informazioni utili a formulare raccomandazioni per individuare casi sospetti, soggetti a rischio e quindi l’attuazione di strategie di contenimento idonee.
Le emergenze di salute pubblica del XXI secolo hanno dimostrato l’importanza della messa in atto di azioni di Comunicazione del Rischio e Coinvolgimento della Comunità (RCCE), al fine di modificare i comportamenti volti a ridurre la trasmissione dell’infezione, sia al fine di favorire la divulgazione di informazioni complete, onde evitare le cosiddette epidemie mediatiche. Oggi, internet e i social media rappresentano una delle principali fonti di informazione della popolazione, con innumerevoli vantaggi ascrivibili alla capacità di raggiungere un numero illimitato di persone, alla velocità di trasmissione dei dati, alla possibilità di veicolare messaggi corretti, e alla possibilità di consentire un aggiornamento continuo. Di contro gli stessi media, offrono il fianco ad un uso incontrollato e arbitrario, con diffusione di notizie anche non attendibili o strumentali, che rischiano di generare i due estremi ovvero in una direzione il panico e nell’altra una sottovalutazione del rischio. Per arginare questo fenomeno nasce la digital epidemiology, nuovo settore di ricerca e applicazione, unisce scienza, tecnologia e salute pubblica, anche attraverso l’utilizzo di social media come opportunità mirata a migliorare la sorveglianza di eventuali eventi epidemici. Dal 31 dicembre 2019, giorno in cui le autorità cinesi hanno comunicato l’allerta per un cluster di casi di polmonite da agente all’epoca non riconosciuto, identificato di recente come SARS-CoV-2, l’OMS e l’ECDC monitorano costantemente l’evoluzione e forniscono valutazioni del rischio per guidare le attività di risposta dei paesi a questa che può rappresentare una potenziale nuova minaccia pandemica.
Minacce pandemiche degli ultimi 10 anni:
SARS 2002/2003
Influenza Aviaria A/H5N1 2005
Virus Influenzale A/H1N1 2009-2010
MERS (Middle EAST Respiratory Syndrome) 2012
VIrus Ebola 2014
Presenti ancora oggi:
AIDS
Tubercolosi
Malaria
Morbillo
Rosolia
Per quanto concerne i paesi europei e secondo il “risk assessment” espresso nell’ultimo report dell’ECDC (28 febbraio 2020), il livello di rischio per la popolazione europea risulta moderato e la possibilità di nuovi casi di importazione da altri paesi, al di fuori della Cina, sembra aumentare man mano che il numero di paesi che segnalano casi aumenta. Inoltre, il rischio di insorgenza di cluster, simili a quelli rilevati negli ultimi giorni in Italia, associati a COVID-19, in altri paesi dell’UE è attualmente considerato da moderato a elevato. Il livello di rischio per i cittadini europei viaggiatori e/o residenti nelle zone con trasmissione comunitaria del virus è considerato alto. In Italia il raccordo regionale con il livello nazionale di governo dell’epidemia viene garantito da una task force tramite la partecipazione giornaliera a videoconferenze in cui si ricevono elementi di indirizzo e coordinamento e, viceversa, si comunicano dati e criticità rilevate a livello regionale. L’insorgenza, indubbiamente inaspettata per le dimensioni, di un focolaio di casi di CO- VID-19 in Lombardia e la progressiva propagazione in altre regioni ha determinato l’emanazione con le circolari ministeriali anche del DECRETO LEGGE 23 febbraio 2020, n.6: Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. In Puglia, l’emergenza sanitaria in atto viene gestita da una task force regionale che si avvale del Laboratorio di Epidemiologia molecolare e sanità pubblica dell’U.O.C Igiene del Policlinico, quale Centro Regionale di Riferimento per l’accertamento diagnostico di COVID-19, e dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale (OER) che raccoglie le indagini epidemiologiche sui casi dei Dipartimenti di Prevenzione e provvede ai flussi informativi.
DECRETO LEGGE 23 FEBBRAIO 2020 N.6
Il decreto è intervenuto in modo organico, nella situazione di emergenza sanitaria internazionale dichiarata dall’Organizzazione mondiale della sanità, allo scopo di prevenire e contrastare l’ulteriore trasmissione del virus. Il testo prevede, tra l’altro, che nei comuni o nelle aree nei quali risulta positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o comunque nei quali vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal contagio, le autorità competenti sono tenute ad adottare ogni misura di contenimento adeguata e proporzionata all’evolversi della situazione epidemiologica.
Tra le misure sono inclusi, tra l’altro:
• il divieto di allontanamento e quello di accesso al Comune o all’area interessata;la sospensione di manifestazioni, eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato;
• la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole e dei viaggi di istruzione;
• la sospensione dell’apertura al pubblico dei musei;
• la sospensione delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità;
• l’applicazione della quarantena con sorveglianza attiva a chi ha avuto contatti stretti con persone affette dal virus e la previsione dell’obbligo per chi fatto ingresso in Italia da zone a rischio epidemiologico di comunicarlo al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente, per l’adozione della misura di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva;
• la sospensione dell’attività lavorativa per alcune tipologie di impresa e la chiusura di alcune tipologie di attività commerciale;
• la possibilità che l’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità sia condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale;
• la limitazione all’accesso o la sospensione dei servizi del trasporto di merci e di persone, salvo specifiche deroghe.
Si è introdotta, inoltre, la facoltà, per le autorità competenti, di adottare ulteriori misure di contenimento, al fine di prevenire la diffusione del virus anche fuori dai casi già elencati.
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