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NOTIZIE IN PILLOLE

Epilessia: a Roma si in segna come intervenire se capita a scuola

Con il progetto “La scuola non ha paura delle crisi” promosso dal Bambino Gesù di Roma nell’ambito delle iniziative coordinate dalla Lega Italiana contro l’Epilessia (Lice) per la Giornata Mondiale, ogni anno, si formano insegnanti e ragazzi preparandoli ad affrontare l’emergenza della crisi convulsiva. Dall’avvio del progetto, ormai cinque anni fa, sono state 17 le crisi epilettiche avvenute tra i banchi di scuola e superate ricorrendo a corrette manovre di soccorso. Per l’edizione 2020, circa 300 persone tra medici, studenti e insegnanti si sono incontrate ancora una volta per la tutela delle persone affette da questo disturbo. Al Bambino Gesù, solo nel 2019 sono stati quasi tremila i ricoveri relativi all’epilessia. Dal 2010 ad oggi, all’interno dell’ospedale, sono stati eseguiti più di 250 interventi chirurgici con una percentuale di successo pari al 70%.

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Il laser di nuova generazione per curare i calcoli

Sempre più tech il futuro dell’urologia. Dall’incontro svoltosi a Milano nel mese di febbraio ‘La luce che cura in urologia’, è il laser la novità per il trattamento di patologie in costante crescita anche tra i più giovani, come la calcolosi urinaria e l’iperplasia prostatica benigna. Fattore estremamente positivo sarebbe la diminuzione di dolore e perdite ematiche, con recupero post-intervento più veloce. In particolare sono i laser a olmio e tullio di nuova generazione gli strumenti ritenuti più performanti. Questi eviterebbero le incisioni e le cicatrici degli interventi tradizionali, assicurando una completa bonifica del calcolo, in quanto il classico ‘bombardamento’ effettuato in questi casi non solo non porta sempre i risultati sperati, ma se ripetuto a lungo può causare danni al rene a causa dell’energia liberata dal litotritore. Con il laser si auspica dunque di poter operare più velocemente e con una maggiore attenzione alle sofferenze del paziente.

L’Aiom chiede estensione per lo screeni g al colon a 74 anni

L’Associazione italiana di oncologia medica chiede l’estensione dello screening a 74 anni per la prevenzione dei tumori gastrointestinali. La richiesta è stata avanzata durante il convegno ‘News in Gi Oncology’ svoltosi a Vicenza. I casi di tumore al colon hanno registrato un calo negli ultimi 5 anni (2014-2019) e questo calo è avvenuto grazie ai programmi di screening applicati in molte regioni italiane. Le differenze territoriali però sono ancora troppo nette, con una copertura del 92% a nord, 95% al centro e 50% nel sud Italia, ed è proprio a sud che l’Aiom ha rilevato solo il 24% di adesioni ai programmi di prevenzione. Lo screening è in grado di identificare un tumore ogni 850 persone asintomatiche e ad individuare adenomi potenzialmente mutabili in cancro che, se rimossi prima che si trasformino in neoplasie, riducono le probabilità di sviluppare nuovi tumori negli anni seguenti. Il tumore del colon retto è il secondo più frequente in Italia dopo quello al seno e il 20% dei casi è scoperto troppo tardi. L’Aiom ha dunque chiesto l’estensione del test sino ai 74 anni, ad oggi garantito dal Servizio Sanitario Nazionale per la fascia d’età 50-69 anni.

Terapie sperimentali : rigenerato polmone in ambito pediatrico a Milano

Un bambino siciliano di 4 anni, affetto dalla nascita da una rara patologia respiratoria degenerativa è stato sottoposto ad una terapia sperimentale, per la prima volta al mondo adattata in ambito pediatrico. Attraverso un’infusione di cellule staminali, prese da una biobanca, è stata bloccata la degenerazione del polmone provocata dalla malattia, permettendo agli alveoli di crescere ed espandersi in maniera corretta. Questa ha permesso la rigenerazione del polmone del piccolo paziente, ottenendo risultati incoraggianti. Il protocollo, per un operazione precedentemente studiata solo su adulti, è stato adottato dalla primaria di chirurgia e pediatria dell’ospedale Buzzi di Milano, Gloria Pelizzo. Il trattamento ha appena superato la prima fase, il bambino riesce a respirare autonomamente per la maggior parte della giornata. La ricerca non è stata ancora ufficialmente approvata ma potrebbe rappresentare una grande evoluzione per le più delicate tecniche sino ad ora usate in età pediatrica.

All’aeroporto di Bari ambulanza operativa H24

Asl Bari ha attivato con Aeroporti di Puglia S.p.a. un servizio di 118 bariatrico per soccorso e trasporto che sarà disponibile tutto l’anno h 24, compresi i festivi e potrà assicurare anche alle zone abitate limitrofe finora scoperte una migliore copertura. L’ambulanza dell’aeroporto inoltre è l’unica in Puglia ad essere attrezzata per gestire eventuali interventi per pazienti obesi, arrivando a sollevare sino a 300kg di peso, evitando quindi agli operatori sforzi eccessivi. A bordo del mezzo saranno presenti un autista soccorritore e un infermiere professionale esperto in gestione delle emergenze e in tecniche di rianimazione. In Italia sono ancora pochi gli aeroporti dotati di questo servizio ma la rete 118 in Puglia è un’eccellenza del nostro territorio e per poter restare tale verrà potenziata nel corso del prossimo anno con nuove postazioni per facilitare il lavoro dei pronto soccorso.

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