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San Frediano

di Giovanni Guida

Agli inizi del mese di dicembre del 2009 Mons. Michelangelo Giannotti, Vicario Generale della Diocesi e rettore della Basilica di San Frediano in Lucca, ritrovò l’urna-reliquiario contenente sei ossa integre di San Cesario diacono e martire (identificate attraverso il cartiglio in latino) nel deposito della curia tra gli oggetti non inventariati pervenuti dalle chiese dismesse della Diocesi. Reliquiario a urna di San Cesario: di bottega lucchese del secolo XVIII; in legno intagliato, dipinto, dorato a mecca; presenta un corpo a pianta quadrangolare mistilinea con spigoli smussati e decorati da foglie d’acanto arricciate. All’interno è rivestita con velluto rosso damascato, sul quale sono adagiate le ossa del diacono: due omeri, un femore, una scapola (sul margine laterale della scapola è posizionato il cartiglio in latino “Ossa ex S. Cæsarii Diac. M.” ) e due ossa coxali del bacino. Sul retro del reliquiario vi è il sigillo arcivescovile di fr. Giulio Arrigoni, OFMObs., Arcivescovo di Lucca (1849-1875).

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Secondo la tradizione, queste reliquie sarebbero state donate nel 10-

64 da papa Alessandro II,il quale già vescovo della città,considerato una delle personalità più energiche della chiesa lucchese medievale- quando si sarebbe recato a Mantova per un Concilio - all’antica Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo,comunemente chiamata di San Ponziano, oggi non più esistente, ubicata in località Placule, a poca distanza dalle mura medievali di Lucca. Tale dono giustifica il trasporto da Roma a Lucca in quanto nel 1062 insediò nella Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme - dove si conserva parte del corpo di S. Cesario - i Canonici Regolari di S. Frediano di Lucca. Il Venerabile Cesare Franciotti (1557-1627), devoto di S. Cesario, non potendo trovare tra le antiche scritture dell’archivio di San Ponziano notizie riguardanti la traslazione delle reliquie del santo da Roma a Lucca, ipotizza che il Vescovo Jacopo di Lucca (801818) durante il suo viaggio a Roma avrebbe ottenuto le ossa del martire per il monastero di San Ponziano. Secondo P. Giuseppe Bonafede, Agostiniano lucchese, la traslazione delle reliquie di San Cesario sarebbe avvenuta nell’ottavo secolo. Tale luogo divenne importante per la diffusione, nel corso dei secoli, delle reliquie del santo in alcuni territori. Nell’anno 1724, infatti, il Duca Marulli aiutato dal Cav. Giovan Battista Domenico Sardini di di Lucca, Ambasciatore della “Respublica Lucensis” presso i sovrani più potenti del XVIII secolo,riuscì ad ottenere dall’Abate del monastero di San Ponziano di Lucca, D. Giustino Conti (al secolo Bartolomeo Conti) della Congregazione Benedettina Olivetana, una porzione di osso del braccio di S. Cesario Diacono e Martire. La reliquia - accompagnata da una lettera testimoniale dell’abate della Congregazione di Monte Oliveto, datata 12 febbraio 1724 e autenticata da Mons. Fabrizio Pignatelli, vescovo di Lecce, il 18 maggio 1724 - fu incastonata in un prezioso ostensorio d’argento e riposta nel Palazzo Ducale di S. Cesario di Lecce, dove la quarta domenica di luglio dello stesso anno fu traslata nella Chiesa Parrocchiale, intitolata a Santa Maria delle Grazie, con una solenne cerimonia. Nel 2010 Mons. Giannotti, costatando lo stato del reliquiario e le condizioni delle ossa ricoperte dalla polvere e ragnatele,

Ex ossibus S. Caesarii: Ricomposizione delle reliquie di San Cesario diacono e martire di Terracina, testi ed illustrazioni di Giovanni Guida, [s.l.: s.n.], 2017 fece eseguire una ricognizione necessaria a un intervento di pulitura e di risistemazione delle stesse, con la reintegrazione dei sigilli. Intervennero inoltre nel 2017 il prof. Gino Fornaciari, Professore di Paleopatologia e Archeologia Funeraria, e dalla Dottoressa Simona Minozzi, specialista in osteoarcheologia dell’Università di Pisa che esaminarono le sei ossa determinando che potrebbero essere di un individuo in età giovanile tra i 20 e i 25 anni. per approfondimenti:

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