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di Alessandro Rossi

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2001 – ODISSEA NELLO SPAZIO: IL VINO DEL FUTURO …

di alessandRo Rossi

“2001: Odissea nello spazio” è un film prodotto nel 1968, diretto da Stanley Kubrick. È un colossal di fantascienza ambientato in un vicino futuro: si parla del 1968 e quando fu girato il 2001 era ben lontano. Il film tocca temi come l’identità della natura umana, il suo destino, il ruolo della conoscenza e della tecnica: argomenti assolutamente attuali ai giorni nostri, anche quando si parla di vino. Il film è considerato un capolavoro della storia del cinema e ne costituisce una svolta epocale, anche al di fuori del genere fantascientifico. Ora ci troviamo in epoca Covid-19, in un mondo più alla “Mad Max”, altro capolavoro cinematografico ambientato in uno scenario postapocalittico, certamente più simile a quello che stiamo vivendo in questo periodo. La domanda è una sola: quale sarà il vino del futuro? Cosa ci riserverà questo momento di transizione così surreale? Come si modificherà – non geneticamente parlando – l’esigenza dei nuovi wine lovers, ovvero i millennials del futuro con il calice in mano? Quale trasformazione richiederanno ai produttori di vino? Cerchiamo di fare chiarezza. Il punto di lettura del bicchiere sta mutando molto velocemente, la degustazione è più esigente e attenta. Proviamo ad analizzare le richieste dei giovani appassionati.

Rapporto qualità/prezzo: elemento fondamentale per avere accesso al prodotto considerando un portafoglio più limitato; gli anni ’80 sono finiti e, con loro, il grande potere di acquisto; non torneranno mai più le grandi profondità di annate - oramai esaurite - difficilmente replicabili anche a causa dei costi di gestione delle cantine. Pulizia anche nei vini meno puliti: sempre di più la naturalità verte su pulizie assolute. Il consumatore pretende sempre di più che questo elemento - a me caro – sia indiscutibile. Un vino non pulito è un errore e gli errori non sono più ammessi, soprattutto quelli di concetto.

Tracciabilità: le aziende devono esistere e devono essere visibili da Google-Maps. Investiamo ancora di più su un concetto di négoce alla francese, sviluppiamo vigne ma identifichiamole in un contenitore che ha un solo nome: Cantina.

Storytelling: dobbiamo raccontare la storia delle aziende e dei vini prodotti, ma raccontiamole in chiave moderna attraverso video/audio e mezzi di comunicazione del futuro. Lo stemma di famiglia su un arazzo è fondamentale ma ha fatto il suo tempo, serve molto di più.

Sostenibilità: preserviamo sempre di più le risorse naturali per le generazioni future e nuovi metodi per avere il minore impatto possibile sull’ambiante. Pensiamo ai figli che porteranno avanti le aziende dei padri, lavoriamo anche per loro. Sono il futuro.

Punto di bevuta: ogni epoca ha il suo punto di bevuta. Il palato muta e con esso anche lo stile dei vini. Andiamo incontro alle esigenze del consumatore finale e non cerchiamo l’opposto. Studiamo la gastronomia del momento e adeguiamo i vini anche a quella: il vino si beve soprattutto a tavola. Don Chisciotte non esiste più e neanche i mulini a vento.

Possibilità di approvvigionamento an-

che in minimi quantitativi: meno possibilità di acquisto? Più aziende in carta e pochi cartoni di ognuna di loro. La difficoltà di gestione di una cantina è facilmente intuibile, vuoi per il momento storico, vuoi per il numero di aziende – per fortuna – che ad oggi producono con una qualità molto buona. Più spazio per tutti e vinca il più bravo. La partita si gioca sul campo, non sulla carta.

Carte dei vini più dinamiche: velocità, curiosità, dinamicità, voglia di assaggiare tanto, voglia di scoprire tutto. Queste le caratteristiche del nuovo consumatore. Come togliere la sete ad un assetato? Dandogli da bere, ma quando la sete è culturale, allora servono idee e velocità di esecuzione.

Purezza dei vitigni: per capire come si comporta un vitigno - sia esso in gioventù o in invecchiamento - per scoprirne caratteristiche e riconoscibilità, spesso è necessaria la purezza. I giovani appassionati, i nuovi wine lovers vogliono “entrare” dentro i principali vitigni dell’ampelografia nazionale e non. Si richiede dunque purezza e tracciabilità.

Nuova lettura in fase di degustazione:

il dizionario è anziano, il nuovo verbo avanza inarrestabile e vuol esser divulgato in fretta. Il linguaggio del futuro, quello utile a raccontare il vino per avvicinare i nuovi consumatori sarà più semplice ed oggettivo. Il tempo stringe …

Nuovi interpreti della comunicazione: Il tempo passa e le persone invecchiano; prima o poi tutti noi smetteremo di cercare di anticipare i tempi, in fondo è questo lo scopo dei comunicatori. Il nostro compito sarà quello di lasciare le basi alle nuove leve, alle nuove generazioni ed aiutarle a mutare la comunicazione in qualcosa di più consono al futuro che avanza.

Perché senza le basi – diceva qualcuno – scordatevi le altezze.

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