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PORTOGALLO
from LA MOCHILERA
Il mio nome è Giorgio De Palo e sono un musicista di Roma. Dopo quattro anni a Berlino tra lavoro in ufficio e concertini per i bar della città, ho deciso di trasferirmi in Portogallo alla ricerca di mare, sole e una vita più giusta.
Al momento vivo come un cosiddetto Digital Nomad a Lisbona con la mia ragazza Manon. È stata lei ad avvicinarmi alla permacultura e a uno stile di vita più ecologico.
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Con la mia ragazza Manon era il momento di lasciare Berlino. Dopo quattro anni vissuti sotto l’incantesimo di questa città era arrivata l’ora di voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo. La destinazione per settembre era Alentejo, una regione del Portogallo a sud di Lisbona. Le aspettative erano alte, specialmente dopo aver visto foto di scogliere mozzafiato e di una natura incontaminata e selvaggia. Dopo una vita passata nelle grandi città come parte integrante della società moderna, era arrivato il momento di trovare una risposta alla seguente domanda: “Come vivere e sopravvivere in maniera autonoma ed eco sostenibile al di fuori del sistema?” Fu così che ci avvicinammo per la prima volta alla permacultura, un sistema di principi agricoli e sociali basati su ecosistemi naturali studiati per rispondere alla nuova e crescente consapevolezza del degrado ambientale globale. Su una piattaforma online chiamata “workaway” incontrammo diversi progetti interessanti; diverse famiglie, spesso con bambini, che seguivano uno stile di vita alternativo in simbiosi con la natura. Ne trovammo una pronta ad accoglierci e l’avventura potè finalmente iniziare. Giungemmo dunque in questo piccolo paradiso terrestre appartenente a degli inglesi, una giovane coppia che si era buttata alle spalle la frenetica vita londinese, genitori di una piccola peste selvaggia dai capelli d’oro che correva seminuda sui quattro ettari di terreno senza mai fermarsi. Eravamo estasiati e non vedevamo l’ora di metterci all’opera. C’era di tutto: un piccolo stagno naturale, foresta, diverse casette, alcune diroccate che erano ancora da ristrutturare. Durante la nostra prima esplorazione incontrammo un enorme pannello
solare sincronizzato con l’arco del sole che provvedeva al fabbisogno energetico della famiglia, e diversi gatti, galline e addirittura un pavone, che rendeva il tutto ancora più divertente e colorato. C’era anche una vecchia stalla abbandonata, in precedenza abitata da pecore, ora invece sommersa di fieno e letame che veniva utilizzato come fertilizzante. Il progetto era ancora relativamente nuovo e ci aspettava la parte più dura, smantellare il terreno e prepararlo per le prime semine una volta concluso l’inverno. Era stata una nostra scelta; prima di passare alla parte più piacevole, quella dei raccolti, volevamo capire bene il tipo di lavoro che comportava una vita del genere. Passammo dunque mattinate sui campi a sgomberarli dalle “erbacce” e renderli fertili, preparandoli per il cosiddetto “humus” che si sarebbe creato con l’umidità delle piogge invernali. Mattine in questo paradiso terrestre volavano e lavorare all’aria aperta, nonostante la notevole fatica fisica, sembrava la cosa più giusta per l’essere umano; soprattutto pensando all’enorme quantità di persone in tutto il mondo ammassate tra quattro mura sedute davanti a uno schermo a pigiare tasti. Ci siamo dimenticati che in fondo siamo animali, parte integrante della natura stessa…e il risultato è ben visibile, no? Arrivavo tutti i giorni per l’ora di pranzo con una fame da lupi che mi sarei mangiato un bue intero; nel frattempo il mio corpo continuava a crescere e a fortificarsi, mi sentivo rinato. I pomeriggi li passammo esplorando la regione, spe-
cialmente la costa vicentina, parte del parco naturale “Alentejano” e i suoi piccoli paesini fuori dal tempo. Fu qui che surfai la mia prima onda, innamorandomi ancor di più di uno sport del quale avevo sempre e solo sognato. I tratti di costa con le sue scogliere ricoperte di vegetazione facevano godere di una vista spettacolare sull’oceano maestoso e infinito, che era lì a respirare di fronte ai nostri occhi. Sorgeva spontanea la domanda: “Com’è possibile che per tutti questi anni lo abbiamo maltrattato, mentre lui è sempre lì che continua a nutrire la nostra anima?”. I nostri ultimi giorni li passammo presso una famiglia francese, una coppia ancora più giovane della prima con tre figlie dai 3 ai 12 anni, che avevano deciso di educare loro stessi in casa, il cosiddetto “homeschooling”. Vivevano in delle Yurte mongole delle quali Manon ed io ci innamorammo fin da subito. Con la loro energia circolare e le loro porticine per entrare che ti costringevano a piegarti in segno di rispetto, ci sembrava di vivere un sogno. La cosa che colpì di più di questa famiglia fu che si sostentavano con 500€ al mese , mangiando quasi 365 giorni l’anno dal loro raccolto. Da loro imparammo principalmente la connessione con la propria terra, in cui fatica e sudore vengono ben ripagati. Si trattava di un rapporto emozionale e fisico a tutti gli effetti. Fu un mese incredibile, che ha piantato un seme nelle nostre anime e del quale non ci dimenticheremo mai.
Prendete in considerazione una destinazione vicina rispetto alle mete esotiche Per molti vacanza è sinonimo di viaggio all’estero, ma siete sicuri qualche attrazione imperdibile non si trovi nei dintorni di casa vostra? Il supporto all’economia locale sta alla base del turismo sostenibile, scegliete una città vicina oppure uscite dal centro abitato e immergetevi nella natura. Avete mai pensato a un tour enogastronomico nel Monferrato o a un week-end alla scoperta dei borghi rinati dopo i terremoti di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio? Ci sono tesori a due passi da voi che aspettano solo di essere scoperti.
Viaggiate nei periodi di bassa o mezza stagione Il segreto dei turisti responsabili? Viaggiare nei periodi di bassa o mezza stagione, per evitare il sovraffollamento tipico dell’alta stagione. Oltre ad avere un chiaro vantaggio per la destinazione scelta e per i suoi abitanti, potrete dire addio alle code interminabili e alle folle di turisti. Per non parlare del lato economico: chi viaggia in bassa stagione spesso risparmia sia sui voli che sugli alloggi.
TIPS ECO
Evitate i prodotti monouso in plastica I rifiuti in plastica stanno letteralmente invadendo il nostro pianeta, soprattutto gli oceani. Per quanto sia complicato eliminare del tutto il consumo di plastica dalle nostre abitudini quotidiane, possiamo prendere alcuni accorgimenti per limitare l’utilizzo dei prodotti usa e getta. Innanzitutto, consigliamo di portare una bottiglia da riempire di volta in volta, evitando così di doverne comprare in plastica nel corso della vacanza. Ma controllate prima che l’acqua sia potabile! Per ridurre l’uso della plastica potreste anche usare una borsa di tela per la spesa e utensili da cucina riutilizzabili per i vostri picnic, rifiutare le cannucce per le bibite e acquistare shampoo e prodotti per l’igiene personale ricaricabili.
Rispettate regolamenti e indicazioni Avventurarsi lungo sentieri non tracciati, campeggiare in mezzo alla natura o dare da mangiare agli animali selvatici può sembrare fantastico... ma se esistono dei divieti un motivo c’è! Non cedete a questa tentazione e rispettate i regolamenti sui comportamenti da adottare per il rispetto della flora e della fauna, come l’obbligo di seguire i sentieri tracciati nei parchi nazionali, il divieto di attraversare proprietà private e così via. Non si tratta di imporsi dei limiti, ma di salvaguardare la natura in tutto il suo splendore per le generazioni future.
Quando possibile, acquistate e consumate prodotti locali Viaggiare in modo sostenibile e responsabile significa anche sostenere l’economia della destinazione scelta per le vostre vacanze. Cercate di evitare la grande distribuzione, comprate souvenir prodotti localmente e scegliete i ristoranti frequentati dai local. È un ottimo modo per supportare l’economia locale e soprattutto per assaggiare le specialità della tradizione! Non sapete dove mangiare o dove comprare i prodotti tipici? Chiedete a qualcuno del posto
Non lasciate tracce del vostro passaggio Un turista responsabile non lascia tracce: ricicla e/o smaltisce la spazzatura in modo responsabile quando possibile, non lascia assolutamente scritte sugli edifici e non altera gli habitat naturali. Oltre a non aggiungere niente all’ambiente, non sottrae nulla, quindi non prende souvenir come conchiglie, sassi, nidi, piume e altri ogget ti.