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Accessibilità e percorsi
L’offerta di fruizione dei siti recuperati dovrebbe fare riferimento a due tipologie di utenza: i locali (gli abitanti nei comuni del • contesto), che costituiscono la domanda più consolidata: le visite scolastiche, gli usi del tempo libero (la pesca, la passione ambientale e per gli animali...); i visitatori, che si prefigurano come • una domanda potenziale per i fine settimana, per lo più proveniente dalle città nel raggio di 50/100 chilometri.
Nei progetti sino ad ora attuati il potenziale dei visitatori “cittadini” è stato trascurato anche perchè in Italia il turismo di prossimità è molto meno diffuso che in altri paesi. In ogni caso è evidente che gli obiettivi e i comportamenti del turista sono completamente diversi da quelli del residente. Quindi, se da una parte è un motore di sviluppo locale, perchè è disposto a pagare per le visite, dall’altra richiede prestazioni e attrezzature diverse da quelle sinora pensate nei progetti di recupero.
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Dalle esperienze francesi e tedesche, molto diffuse, emerge che il turismo di prossimità richiede mete in collana, itinerari di greenways (percorsi senza motore nel paesaggio non urbanizzato) o di strade quiete (vicinali o comunali percorrribili a bassa velocità, in contesti di buona qualità paesistica), attrezzature ricettive anche piccole ma qualificate paesisticamente e “di charme”. mete della fruizione musei ed ecomusei traghetto cascine didattiche punti di vendita diretta prodotti agricoli percorsi di connessione attrezzature di interscambio porta del fiume nodo intermarca loisir naturalistico sport/attività en plein air sport/attività attrezzate
Questi requisiti superano il singolo progetto e richiedono pianificazione (vedi i primi esperimenti sul “Po dei laghi”) e investimenti a scala territoriale, per offrire percorsi completi, sistemi intermodali (ferrovia-bici, auto-bici etc.), coordinamento nella gestione dei beni (orari, servizi etc...).
Sistema degli itinerari di greenways o strade quiete per la fruizione dei beni e delle mete
Sopra e a fianco, un esempio di pianificazione della fruizione attraverso reti di itinerari, mete e punti di interscambio a scala d’area vasta (dal Masterplan del Po dei Laghi per il Parco del Po Torinese, a cura Castelnovi e Paicon, 2011)
Per agevolare la fruizione occorre comunicazione orientata: da una parte la presentazione didattica, con una cartellonistica (o video, o presentazioni) accattivante e facilmente comprensibile, che illustri gli aspetti naturalistici del luogo ma anche la storia degli interventi; dall’altra una documentazione più approfondita, che tratti di risorse e problematiche generali, pur presenti nel caso specifico, e si possa portare a casa.
E’ importante anche la rete infrastrutturale interna, che comunque deve assicurare: una buona accessibilità complessiva
• (per i bambini, gli anziani, i portatori di handicap), i parcheggi, posizionati il più • possibile all’esterno, defilati e filtrati rispetto a luoghi d’interesse naturalistico, i percorsi, studiati in modo da • contenere le esigenze di “esplorazione” dei visitatori, facendole corrispondere agli itinerari di visita e collegando in sequenza le attrezzature e le mete interne.
Fruizione dei laghi di cava
Gli specchi d’acqua costituiscono il fulcro attrattivo di tutti i tipi di fruitori, dai pescatori agli amanti del paesaggio, e le loro sistemazioni presentano molte potenzialità d’uso per il tempo libero, da gestire ottenendo un equilibrio con le esigenze ambientali.
Quindi, ferme restando le risorse naturalistiche ottenute qualificando le fasce spondali, per i laghi abbastanza grandi sono possibili diversi tipi di attività in acqua, con le relative sistemazioni spondali (arenili, pontili, alberature da ombra etc..) e attrezzature (approdi, rimesse per imbarcazioni, sistemi di sicurezza). E’ importante che già nel progetto complessivo di attuazione del bacino siano previste le diverse possibilità, in modo da profilare le sponde e definire le profondità più opportune sin dall’inizio.
Per una buona gestione vanno dunque attivate specifiche attenzioni: per assicurare una certa separatezza • paesistica e ambientale tra le parti a più alta pressione antropica (per affluenza e per intensità degli usi) e quelle più riservate alla fruizione naturalistica e di piccoli numeri, per evitare l’intrusione e la diffusio- ne di specie ittiche esotiche, che destabilizzano gli equilibri ecosistemici complessivi, per garantire la sicurezza di nuotato- ri e natanti, tenendo conto della pericolosità implicita nelle importanti profondità dei bacini estrattivi.
Birdwatching: gli osservatori
Gli osservatori per l’osservazione dell’avifauna (bird watching) costituiscono una delle mete principali dei percorsi naturalistici nelle fasce spondali. Sono disposti in luoghi strategici per osservare l’avifauna in acqua, talvolta con pontili e camminamenti sulla palude, o con torrette panoramiche per consentire la vista al di sopra della vegetazione. La casistica di questo tipo di attrezzature è molto varia, come dimostra il campionario seguente, e in qualche caso diventa occasione per segnare paesaggi monotoni con elementi di spicco, con ruolo di landmark architettonici.
Oasi Naturalistica La Madonnina
Sant’Albano Stura - Cn
L’Oasi Naturalistica, ottenuta da un sito di cava e gestita da un’associazione privata, dispone di tre punti di osservazione, predisposti su rilevati con pareti e capanni in legno e mascheramento dei percorsi di accesso.
Racconigi - Cn
L’“Osservatorio sulla Palude” è una struttura in legno, allestita con pannelli illustrativi, con piano rialzato, studiato appositamente a corredo della nuova zona umida. Dal livello inferiore si osserva la porzione di bacino in primo piano, mentre dal piano superiore si gode di una visione panoramica della zona umida.
Area naturalistica Le Chiesuole
Parco del Taro - Pr
La sistemazione dell’ex cava è indirizzata ad una utenza scolastica e per gruppi. Un ampio camminamento pedonale conduce ad aule didattiche all’aperto, alla torre osservatorio che può ospitare fino a 10 persone, e ai capanni per l’osservazione che costituiscono un punto di sosta attrezzata fruibile anche dai disabili motori.
Osservatorio a due piani del Parco Adda Nord costruito su pontili nell’area umida, costituisce un punto di riferimento visivo per il visitatore e un punto panoramico importante dell’intera radura paludosa.
Osservatorio a due piani dell’oasi naturalistica (ex cava di argilla), riconosciuta come importante stepping stone della rete ecologica lombarda, punto di riferimento internazionale per il birdwatching (oltre 250 specie).
Strutture per la didattica e la fruizione
Le attrezzature per la fruizione (aule didattiche, case del parco, sedi espositive, blocchi di servizi) sono oggetto molto diversificato delle convenzioni delle attività estrattive e delle relative sistemazioni ex-post, che vengono realizzate dagli operatori industriali e cedute in uso ad associazioni o al Parco.
In qualche caso (felice) attrezzature importanti, accompagnate talvolta anche da attività ricettive, vengono inserite in cascine. Si tratta di complessi edificati che residuano dalle tenute acquistate in blocco dagli operatori industriali per le attività estrattive e che alla fine si trovano inserite in un nuovo contesto paesistico e ambientale, d’acqua invece che di terra, prive della funzionalità originaria e quindi disponibili per nuove attività. In altri casi si tratta di edifici nuovi, realizzati appositamente per le nuove funzioni o connessi all’attività estrattiva, o ancora di strutture precarie, predisposte per funzionare come punto di servizio per la fruizione naturalistica durante l’attività produttiva.
Parco del Po Cuneese (Faule - Cn)
Vicino alla Cava Fontane, è stato recentemente allestito con fondi regionali ed europei (che hanno permesso anche la realizzazione di questo volume) il Centro Didattico del Parco del Po Cuneese dedicato alle geologia. Grazie a laboratori didattici specifici, le scuole si avvicinano alla geologia del luogo e del Parco, partendo dal presupposto che tutto è collegato al suolo.
Carignano -To
Edificio, posto all’ingresso del percorso naturalistico della Lanca di S.Michele e dei laghi di cava, predisposto in parte per gli uffici dell’attività produttiva, in parte come attrezzatura per il parco, con sala e portico per didattica e punto sosta. Alla fine dell’attività estrattiva l’intero edificio viene ceduto e diviene interamente in disponibilità del Parco.
Parco dei Laghetti (Martellago - Ve)
In un’area di circa 60 ettari, ex cava di argilla recuperata a parco con numerose attività di fruizione, sono inserite due nuove strutture: un punto ristoro e una sala polivalente. Le due strutture, in acciaio e legno, presentano forme differenti, suggerite dalla diversità dei luoghi. Un parallelepipedo appoggiato sul prato per il punto ristoro-bar; una struttura a palafitta per la sala polivalente, accessibile attraverso una passerella, scelta per mettere in risalto il dislivello dal piano di campagna.
Cascina del Rotto (La Loggia - To)
Il progetto di riassetto definitivo prevede il recupero e il riuso a fini ricettivi e di servizio al Parco della Cascina del Rotto, che oggi si affaccia sui laghi di cava. Si prevede la separazione del bacino principale in due, realizzando un itsmo, sul quale viene ripristinato il viale di accesso alla cascina, documentato dai catasti storici, con filari di pioppo cipressino.
Oasi del Ceretto (Carignano - To)
L'Oasi Botanico Ricreativa è inserita da oltre 10 anni nel contesto di una cava attiva, e dispone di attrezzature lungo un percorso paesistico naturalistico con centro visite attrezzato per proiezioni e esercitazioni pratiche. La costruzione polifunzionale richiama, nella struttura, l’architettura tipica della cascina piemontese.
Il paesaggio delle attività produttive
Ormai da tempo i reperti delle attività produttive dismesse sono entrati nel novero delle testimonianze storiche che rendono interessante il paesaggio culturale. L’attenzione per l’archeologia industriale dagli edifici si è estesa ad interi ambiti territoriali interessati storicamente da insediamenti produttivi complessi, ad iniziare dal comprensorio della Ruhr, in Germania.
I siti di cava, paesisticamente connotati dai laghi, dal fiume ma anche dalle attrezzature per l’estrazione e la lavorazione degli inerti, sono adatti a diventare mete di visita di un paesaggio “culturale” interessante, utilizzando come landmark le attrezzature dismesse, o rendendo visitabili alcune parti degli impianti ancora in attività. L’attrattiva aumenta di fronte ai macchinari innovativi, come ad esempio le attrezzature di nuova generazione per la produzione di inerti o gli esperimenti di fotovoltaico flottante.
In ogni caso, superati i temi complessi della sicurezza dei visitatori e della separazione tra attività produttiva e fruizione, si può individuare nei progetti e nei programmi gestionali di questi siti una prospettiva di interesse turistico per i segni dell’attività industriale e delle sue attrezzature, costituendo in questo modo una meta particolare negli itinerari variati del turismo di prossimità.
Esempi di utilizzo di tecnologia fotovoltaica sulla superficie di laghi di cava.
Sopra, La Pommeraie-sur-Sèvre. A destra, cantina Petra, Suvereto