L'IMPRESA DEL FARE
ICT Group: l’innovazione a misura di PMI L'azienda reggiana è in forte espansione, merito di una scelta che viene da lontano e da continui investimenti
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el dibattito intorno ai nuovi paradigmi imposti dal 4.0, un elemento non smette di stupire: la sartorialità - o personalizzazione - delle soluzioni tecnologiche applicabili in azienda. A Reggio Emilia un’impresa ha fatto di questa specifica il suo marchio di fabbrica, anticipando le esigenze di settori ad alta competenza e conquistando nicchie specifiche sui mercati esteri. Con oltre un centinaio di referenze sul proprio sito internet, ICT Group è oggi una realtà leader nel design e nella produzione di software gestionali, o ERP. Abbiamo incontrato Marco Minelli, fondatore e socio di maggioranza della società, l’ingegner Marco Tamarozzi, presidente e responsabile area progettazione, e l’ingegner Samuel Campani, responsabile della gestione clienti, per farci raccontare questa realtà. Signor Minelli, partiamo dalle origini. Come siete arrivati a vendere i vostri prodotti in Portogallo e addirittura a Singapore? «ICT Group realizza software gestionali che aiutano le azienda nella propria organizzazione. Que-
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n° 04 - 2020
sti sistemi sono oggi un supporto fondamentale per far funzionare un’attività complessa. Sono, per usare una metafora, il sistema nervoso dell’impresa. I nostri gestionali hanno alcune caratteristi-che uniche: sono scalabili, adatti cioè a clienti piccoli e grandi e tra i pochissimi esistenti ad esse-re web nativi, quindi in grado di lavorare in modalità desktop e in rete. Sono, in buona sostanza, realizzati per il mondo moderno». Perché avete sviluppato così tanti gestionali “verticali”? Non era più semplice realizzarne uno che si adattasse alle esigenze di tutte le imprese? «Le spiego. Nel 2007 ci siamo trovati in mezzo a una morsa. Da una parte la concorrenza di grandi competitor come SAP, che ha dalla sua il marketing, e dall’altra AX, Zucchetti e Teamsystem che hanno galvanizzato il mercato grazie a prezzi competitivi. In quel momento noi abbiamo scelto di concentrare i nostri sforzi e la nostra competenza sul linguaggio Java, per realizzare “verticalizzazioni” o customizzazioni specifiche. E in
questo senso il caso ci ha trovati pronti». Cioè? «Quell’anno abbiamo partecipato ad un bando di Regione Emilia Romagna per informatizzare una sala operatoria e lo abbiamo vinto. In sostanza abbiamo ragionato come se la sala operatoria fosse un reparto produttivo di un’impresa, in cui tante persone lavorano di comune accordo ad un progetto. Abbiamo quindi suddiviso tutte le fasi dell’intervento in modo da monitorare ognuna di esse e produrre al termine dell’operazione un report dettagliato di quanto accaduto in sala operatoria». Molto interessante. Ingegner Tamarozzi, oltre alla personalizzazione del software, cosa accomuna questi progetti informatici? «Senza dubbio la tracciabilità. Siamo partiti con progetti dedicati alla tracciabilità della filiera delle carni e dei prodotti caseari, per arrivare al medicale. Dopo l’informatizzazione della sala operato-ria, siamo passati a quella delle centrali di sterilizzazione dei ferri chirurgici