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Intervista al sindaco Mauro Armelao ad un anno e mezzo dal suo insediamento. Sottolineata l’importanza delle infrastrutture, tra i punti salienti del suo programma elettorale
Antonio Di Lorenzo >antonio.dilorenzo@givemotions.it<
Sembra di rivivere la trama di “Vent’anni dopo” di Alexandre Dumas padre, quando D’Artagnan va a cercare i suoi vecchi amici moschettieri e li ritrova, certo, ma totalmente cambiati. Aramis è diventato abate e appoggia La Fronda nemica di Mazzarino; Porthos è un conte infelice perché vuole diventare barone; Athos è tutore di un rampollo che forse è anche suo figlio. E anche lui, D’Artagnan, s’è venduto al cardinale per ottenere una promozione. Insomma, i protagonisti sono rimasti se stessi ma la vita li ha trasformati nel profondo. Come succede più o meno a tutti.
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Oltre 700 persone si sono messe in marcia per la pace. In prima fila c’erano con tante famiglie e cittadini il vescovo monsignor Giampaolo Dianin e il sindaco della città Mauro Armelao. La pace, ha sottolineato, il vescovo durante la marcia, deve partire dal basso, si deve costruire di giorno in giorno nelle comunità per poi a cerchi concentrici allargarsi alle realtà più grandi. La pace si costruisce, si è ribadito, con le azioni di tutti i giorni. L’evento è stato organizzato dall’Acr diocesana, in collaborazione con gli scout del Masci, l’oratorio salesiani di Chioggia, la Comunità di Villaregia, la Caritas diocesana e la pastorale giovanile della Diocesi. Il percorso lungo qualche chilometro è partito dall’oratorio salesiano di Chioggia per procedere lungo Riva San Domenico, Isola dell’Unione, via Roma, piazza Todaro, via San Marco, via Sottomarina per arrivare a viale Isonzo, qui è proseguito verso la parrocchia della Beata Vergine di Lourdes dove l’evento è terminato. La marcia alla quale hanno partecipato tantissimi giovani e famiglie anche con bimbi piccoli al seguito si è fermata all’altezza del parcheggio dei bus dell’Isola dell’Unione e in Piazza Todaro davanti alla scuola elementare a Sottomarina. Nelle due occasioni sono state ascoltate le testimonianze di vita fra le quali è stata ricordata quella di Carlo Acutis, il ragazzo morto di leucemia nel 2006 a 15 anni proclamato beato dalla chiesa lo scorso settembre. Tanti sono stati gli striscioni portati dai volontari che inneggiavano alla pace e ad una Chioggia accogliente, ai diritti e dignità per tutti. “La pace deve partire dalle azioni che mettiamo in campo tutti i giorni – ha detto il sindaco Mauro Armelao durante la marcia - Si deve partire dalla concordia con il vicinato e nel territorio. Come istituzioni dobbiamo dare messaggi di pace. Solo partendo da questo si può pensare a risolvere i conflitti e le questioni gravi nel mondo”.
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Dopo le ultime elezioni si respira la stessa aria trionfante di vent’anni fa, quando il centrodestra di Berlusconi era vincente e la bandiera era il famoso 61 a 0 della Sicilia, ottenuto polverizzando gli avversari. Per carità, la destra-centro di Meloni oggi ha tutto il diritto di cantare vittoria, perché ha davvero trionfato in Lombardia e nel Lazio. E la maggioranza di governo è più salda. Vero. Alla pari dei moschettieri tutto è come allora ma tutti i protagonisti sono cambiati. A sinistra non ci sono più D’Alema e Prodi, a destra c’è una coalizione assai diversa, oggi con baricentro spostato e come leader una deputata che ha i toni grintosi e non quelli melliflui dell’ex cavaliere; non c’è neanche più neanche la Lega schiacciasassi d’un tempo come non esiste più l’Ulivo, bensì un Pd che cerca se stesso neanche fosse Diogene ed è anima di una sinistra come sempre divisa e litigiosa. Tutti sono se stessi e tutti sono cambiati. Anche l’elettorato non è più lo stesso: sei elettori su dieci sono rimasti a casa. Dato allarmante quant’altri mai. Perché? Perché gli elettori non hanno sempre ragione, spiega Calenda. Troppo comodo. Invece sì, in democrazia vince chi vota e ci si deve interrogare di fronte alla marea di persone rinunciatarie verso questo diritto. Intanto non è più vero che a votare vanno soprattutto gli elettori con una motivazione ideologica: alta astensione uguale vittoria della sinistra, si sosteneva. No. Alta astensione vuol dire che sono stati a casa tutti, di qui e di là. E ha vinto la destra.
Poi queste elezioni hanno visto affievolirsi l’idea di un centro ago della bilancia: non è così, al massimo è un centrino. Invece bisogna ammettere che gli elettori stanno a casa perché le proposte non hanno affascinato né sono state affascinanti.
Un lungo e nutrito corteo si è stretto intorno alle proprie istituzioni, sindaco e vescovo, e ha manifestato.
C’erano molti ragazzi e bambini
Quando ci sono in ballo questioni che toccano nel profondo, le persone si muovono: al referendum del 2016, quello che perse Renzi, l’afflusso fu alto; alle elezioni di settembre nel Veneto la percentuale è stata superiore alle regionali del 2020. Si voleva dare una spallata. Stavolta no. Tocca all’opposizione, come da copione, intercettare il cambiamento: altrimenti Meloni & c. governeranno cinque e altri cinque anni.
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.
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Motivazioni personali e politiche sono alla base di questa piccola crepa che si apre tra le fila della maggioranza. Dall’opposizione Montanariello: “Abbiamo perso un anno e mezzo”
Piccola scossa di terremoto in seno alla giunta comunale clodiense. Due assessori non faranno più parte della squadra scelta da Armelao a inizio mandato. Si tratta di Pier Luigi Serafini, assessore al Bilancio ed Elisabetta Griso. Per il primo si tratta di una scelta dettata da motivazioni personali, anche se modalità e tempistiche con cui si è conclusa l’esperienza lasciano perplessi. Più definita la situazione dell’ex-assessore Griso, per la quale, parole del primo cittadino Armelao: “Sono mutate le condizioni politiche e amministrative in seno alla maggioranza per le quali l’assessore Griso non è più rappresentativa dal punto di vista politico, tanto da influire negativamente sul corretto ed efficace funzionamento dell’organo collegiale di cui è parte”.
Una piccola crepa, dunque, che si apre tra le fila della maggioranza, significativa non tanto nei numeri, quanto nel “peso” dei referati ricoperti (Bilancio e Lavori Pubblici) e nel fatto che gli ex assessori erano stati scelti in prima persona dallo stesso Armelao.
Come lecito attendersi, non mancano i commenti delle opposizioni, in particolare del consigliere del PD Montanariello. “Il Sindaco revoca le
deleghe all’assessore ai lavori pubblici, a distanza di pochi giorni dalle dimissioni di Serafini. Si tratta dei due assessori che si era scelto proprio lui. Ha fatto perdere alla città un anno e mezzo, avendo puntato su persone che non conoscevano la città dal punto di vista amministrativo e geografico”. Dito puntato in particolare su Elisabetta Griso, fin da inizio mandato criticata dai Democratici.
“Abbiamo detto più volte – insiste - che l’operato dell’assessore era inadeguato. Non si tratta di una questione personale; si vede anche dai video relativi ai consigli che la Griso non era in grado di fornire risposte tecnico-politiche; più volte addirittura confondeva i testi delle risposte che doveva dare alla città. Ripetutamente abbiamo incalzato il sindaco, ci ha dato contro. La sua maggioranza ha detto che eravamo inopportuni. In questo modo ha sbagliato due volte: la prima nello sceglierli, la seconda nel non ascoltarci”. Polemica la chiosa finale del consigliere PD “Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Vogliamo bene alla città, non ai droni telecomandati che si levano in volo”.
Luca RapacciuoloA pochi giorni dall’uscita di scena dalla giunta comunale degli exassessori Serafini e Griso, arrivano i nomi scelti dal sindaco Mauro Armelao per portare avanti il lavoro dei predecessori. Si tratta di Paola Orlando, (che avrà deleghe a bilancio, finanze, tributi, partecipate, personale, informatizzazione e innovazione) e Angelo Mancin (deleghe a lavori pubblici, edilizia scolastica, Legge speciale per Venezia, viabilità, rapporti con le frazioni, patrimonio e servizio manutentivi). Si tratta di figure molto diverse che cerchiamo di conoscere meglio.
L’Avvocato Paola Orlando è iscritta all’Ordine degli Avvocati di Venezia e titolare di uno studio legale specializzato in diritto civile, diritto penale, diritto di famiglia e diritto del lavoro. Nata a Torino e trasferitasi a Fiesso d’Artico, vanta esperienze lavorative e politiche
assai diversificate, con un profilo di crescita continua e costante che dovrebbe garantire doti di “trasversalità”; requisito necessario per un territorio particolare come il clodiense. Per la Lega, a partire dal 2021, ha ricoperto i ruoli di Referente per la provincia di Venezia per il Referendum sulla Giustizia e Referente per la provincia di Venezia per il Dipartimento Antimafia.
E’ una scelta agganciata al partito anche quella di Angelo Man-
cin, in servizio presso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Venezia. Per lui da segnalare un importante incarico organizzativo nel triennio 2007-201 0, come consigliere di amministrazione del Gruppo Veritas.
Dunque l’indirizzo del sindaco sembra essere quello di rafforzare il peso politico della giunta clodiense; non adeguatamente garantito dagli uscenti Serafini e Griso. (l.r.)
“Mi auguro che il nuovo assessore svolga il suo compito a tempo pieno e che abbia quella capacità politica, fino ad oggi assente, per affrontare quelle opportune azioni promesse in campagna elettorale”
Come ovvio che sia, le dimissioni dell’assessore al Bilancio Pier Luigi Serafini non sono piaciute a molti in consiglio comunale. Il tema è principalmente legato alle modalità e tempistiche dell’uscita dalla giunta; oltre che chiaramente le motivazioni. Portavoce del malumore da parte del Movimento 5 Stelle locale è Daniele Stecco, che dichiara: “In questi giorni ci sono state le dimissioni dell’assessore Serafini e per le motivazioni date, faccio fatica a giustificarle. Avrei compreso meglio se l’abbandono fosse stato causato da divergenze politiche rispetto alla maggioranza, ma a quanto pare sembra che siano tutti in armonia, nonostante le richieste di Fratelli d’Italia, non accolte nell’ultimo bilancio, senza causarne malu-
mori, almeno così ci vogliono far sembrare”. Sembra che a spingere l’ex assessore a fare un passo indietro sia stata l’eventualità di dovere svolgere il proprio incarico a tempo parziale; principalmente in ragione di una mancata riforma nazionale su quota 100 per la pensione che di fatto lo obbligherebbe a tenere un piede a Chioggia e uno nell’ Azienda Sanitaria Polesana.
“Proprio all’inizio di questa amministrazione avevo criticato la scelta del sindaco di avere tutti gli assessori part-time, precisando che avrebbero avuto delle difficoltà, mentre secondo lui questo non era assolutamente un problema - ricorda Stecco, che aggiunge - oggi lo stesso ex assessore Serafini lo conferma dichiarando che nei referati as-
segnati l’amministrazione avrà sicuramente bisogno di un collaboratore sempre attivo e presente”.
Il “peccato originale” secondo Stecco è stata dunque proprio la scelta iniziale fatta da Armelao e dallo stesso Serafini; impegni importanti richiedono riflessioni
accurate.
“Forse Serafini doveva fare più attenzione ad accettare una delega di assessore così impegnativa, se riteneva di farlo a tempo pieno soltanto una volta andato in pensione”.
L’esponente M5S riconosce la preparazione tecnica dell’ex-
assessore, ma al contempo ne sottolinea la “fragilità politica”; in particolare in riferimento all’ aumento della Tari, l’assenza di esenzione Irpef per i redditi più bassi e i numerosi tagli nonostante un avanzo presunto disponibile di circa 7 milioni di euro. Dirette e “pungenti” sono le dichiarazioni finali di Stecco: “Chissà se proprio questi errori politici hanno fatto capire che gestire il bilancio del nostro Comune non è un dopo lavoro? Ad ogni modo mi auguro che il nuovo assessore svolga il suo compito a tempo pieno fin da subito e che abbia quella capacità politica, fino ad oggi assente, per affrontare quelle opportune azioni promesse in campagna elettorale, perché la nostra città non ha bisogno di un ragioniere (senza nulla togliere a questa professione), ma di una persona che sappia risolvere i problemi del bilancio”.
Luca RapacciuoloQuando arriva l’ultimo riscontro alla nostra richiesta di intervista, la mezzanotte è passata da qualche minuto. Finisce probabilmente a quest’ora (ma non è certo) una delle tante giornate di lavoro del sindaco di Chioggia, Mauro Armelao. A più di un anno dall’elezione; l’attività di amministrazione della città del primo cittadino è entrata nel vivo. Gestire una realtà strutturata e con peculiarità uniche come il territorio clodiense espone per forza di cose a scelte, decisioni che non sono semplici e possono non piacere a tutti. La politica è anche questo, e Chioggia non rappresenta di certo un’eccezione a questa regola. Per questo abbiamo chiesto ad Armelao un riscontro su temi importanti e anche scomodi che riguardano il territorio. Lo abbiamo fatto con domande, semplici, brevi e dirette. Si inizia con gli avvicendamenti degli assessori Serafini e Griso; due nomi che
erano stati voluti fortemente proprio dal sindaco poco dopo l’elezione. Sindaco, come ha vissuto questo piccolo “rimpasto” in Giunta?
“Devo dire che ho vissuto con serenità e senso di responsabilità. La politica è anche questa. E’ chiaro che ci sono momenti in cui la politica opera delle scelte; penso che ora si tratti proprio di uno di quei momenti”.
L’impegno per la città di Armelao, al di là delle opinioni dei singoli, è fuori discussione. Le opposizioni però incalzano da qualche mese sui grandi temi che devono essere affrontati per imprimere una vera “svolta”, ritenendo che finita la fase di “ambientamento” ora inizi il momento delle scelte di peso. In questo senso la mobilità, nel pensiero del sindaco, è il vero nodo da sciogliere. In questo anno e mezzo è stato fatto molto per la città. Quale grande tema verrà affrontato da qui in avanti e sta più a cuore a
lei?
“Abbiamo fatto molto in questo primo anno e mezzo, frutto di una squadra di centro destra coesa e piena di buona volontà. Il tema che mi sta più a cuore sono le infrastrutture, mi riferisco a Romea, ferrovia e vertiporto. Poi molto altro ancora ma la priorità è dare a Chioggia collegamenti con le altre città”.
L’ora è tarda, ma c’è spazio per una piccola riflessione sulle sensazioni che regala l’esperienza di governo del territorio. Cosa apprezza maggiormente di questa avventura da primo cittadino ormai entrata nel vivo?
“Sicuramente il contatto con i cittadini, i rapporti umani. Mi dà soddisfazione riuscire a risolvere le problematiche della gente; questa è l’attività che amo maggiormente. Da quando ho iniziato, non ho mai smesso di essere il sindaco tra la gente”.
La politica è da anni entrata nei palcoscenici offerta dai social network. Non sono poche le ironie di questi mesi arrivate dalle opposizioni (PD locale su tutti con Montanariello) in merito all’esposizione dello stesso sindaco Armelao.
L’opposizione le rimprovera un approccio eccessivamente “mediatico”, legato all’uso massiccio dei social network. E’ giusto che lei abbia diritto di replica “Utilizzo in maniera seria i social e tutti i canali di comuni-
cazione. Credo sia un modo trasparente di informare i cittadini. Se ci pensa, anche la minoranza li usa più o meno con la stessa frequenza, però per criticarmi. Il mio uso è finalizzato al far vedere ai cittadini parte delle tantissime cose belle che stiamo facendo per Chioggia. Non vedo proprio dove stia il problema”.
La crescita economica di un territorio dovrebbe essere accompagnata da quella sociale, se si vuole evitare di diventare una “città-museo” come capitato alla vicina Venezia.
Sindaco, il Comune di Chioggia, numeri alla mano, vive una fase di decremento del numero di abitanti costante. Molti sono i giovani che se ne vanno dalla città. Qual è il motivo secondo lei?
“Posso dire che le ragioni principali sono legate al poco lavoro e anche alla innegabile difficoltà nel reperire case a prezzi calmierati. Su questo ultimo tema garantisco che faremo una seria riflessione nei prossimi mesi per cercar di ripopolare i centri storici”. (l.r.)
“Il tema che mi sta più a cuore riguardaLuca Rapacciuolo Mauro Armelao
“In questo anno è mezzo non ho mai smesso di essere il sindaco tra la gente, risolvere le problematiche è l’attività che amo maggiormente”
Le iniziative. 11 progetti per
Il vicesindaco: “Con la partecipazione al bando regionale per la rigenerazione urbana e la ripresa economica, sono stati assegnati circa 178.000 euro per interventi di riqualifica ed ammodernamento della città”
Rivitalizzare le aziende presenti in città con una serie di progetti che avrà come soggetti attuatori Comune di Chioggia, Confesercenti e Confcommercio. Il Distretto del Commercio avrà quali partner anche C.C.I.A.A., Banca Patavina, Arteven, Associazione Albergatori, Associazione Artigiani, Ascot, Cisa Camping, Gebis, Consorzio Con Chioggia Si, Consorzio Lidi di Chioggia e Pro Loco con interventi per 800 mila euro.
“Le attività commerciali sono l’anima della nostra città – ha affermato Daniele Tiozzo Brasiola, vicesindaco di Chioggia con delega al Commercio - e l’Amministrazione Armelao intende sostenerle con iniziative concrete. Grazie alla partecipazione al bando regionale per la rigenerazione urbana e la ripresa economica nell’ambito dei distretti del commercio, a Chioggia sono state assegnate risorse per circa 178.000 euro che saranno destinate ad interventi di riqualifica ed ammodernamento della città e a specifici interventi destinati alle imprese”
Sono previsti 11 progetti - dalla rigenerazione urbana alla promozione del territorio, dalla formazione agli incentivi per l’ammodernamento e la riapertura delle attività, dall’efficientamento energetico alla sicurezza - che coinvolgerà i settori Commercio, Turismo, Lavori Pubblici, Urbanistica e Politiche Comunitarie da sviluppare entro luglio 2024.
“La costituzione del Distretto del Commercio di Chioggia e Sottomarina è una buona notizia per le imprese del territorio”, ha sottolineato Roberta Gandolfo di Confesercenti Venezia e Rovigo. “Confesercenti si è impegnato a contribuire e a sostenere le imprese del commercio e della ristorazione nella definizione di itinerari dellattratività in grado di valorizzare eccellenze locali, siano esse gastronomiche, culturali o legate all’accoglienza turistica”.
“Il Distretto del Commer-
cio”, ha aggiunto il presidente Confcommercio-Ascom Chioggia Alessandro Da Re, “ può essere la soluzione di una buona parte dei problemi della nostra città.
Abbiamo aderito al progetto perché ci crediamo, c’è tanta strada da fare e c’è da investire,
ma noi vogliamo fare la nostra parte. La priorità è la rivitalizzazione del centro storico ma anche la riqualificazione energetica è un altro tema importante per il futuro della nostra economia”.
Anche per Chioggia parte il percorso per realizzare lo “Status di città Balneare”
Alla fine, la montagna ha partorito il mare!
All’appuntamento romano del G20, spiagge italiane, dello scorso 2 febbraio ha preso il via l’iter per la definizione delle norme che comporranno lo “Status di Città Balneare”: un insieme di regole che lo Stato riassumerà in un disegno legislativo e che modificheranno per sempre i comportamenti amministrativi dei comuni del balneare italiano. Le difficoltà date da città che da 10 mila abitanti passano durante la stagione estiva a 200 mila, le
cosiddette città a fisarmonica, verranno superate. Il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè ha risposto positivamente alla richiesta formulata dal sindaco Roberta Nesto a nome di tutti i comuni del network G20Spiagge.
“Vi aspetto in Ministero con la proposta che avete formulato perché è un lavoro significativo e che mette a frutto le vostre esperienze” ha affermato Il Ministro Santanché.
“Dal 2018 abbiamo lavorato per comprendere – ha dichiarato la coordinatrice del G20Spiagge, Roberta Nesto – se le nostre diversità in termini di presenze, di collocazione geografica, di storia e infrastrutture potevano impedire un insieme normativo nazionale: ma più siamo andati avanti, più ci siamo resi conto, noi sindaci, che i problemi erano comuni. E abbiamo costruito una proposta, un progetto di Status preciso e unico. Pensare che ora diventi la base per il nostro comportamento amministrativo non può che renderci soddisfatti”.
Mobilità aerea avanzata. L’annuncio del sindaco Armelao: “Non possiamo farci trovare impreparati a questa sfida
L’obiettivo è l’incremento dei flussi turistici e i servizi per i cittadini, migliorare l’accessibilità, l’intermodalità, la sicurezza e ridurre il traffico stradale, la rapidità di consegna di merci
N el futuro di Chioggia anche un vertiporto. La Mobilità Aerea Avanzata Nazionale Aam (Advanced Air Mobility) prevede l’impiego di droni a energia elettrica ed è un settore in rapida espansione. La proposta per la realizzazione del vertiporto, pronto a decollare anche in Veneto con il gruppo Save, è stata presentata a fine gennaio al Business Center dell’aeroporto Marco Polo di Venezia e coinvolge soggetti pubblici e privati Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile), Enav (Ente Nazionale Assistenza al Volo), Regione Veneto, sviluppatori e operatori del volo con droni. Saranno una decina i vertiporti che collegheranno tutto il territorio del Nord-Est permettendo di raggiungere Cortina, ma anche Brescia e Bologna. L’obiettivo per Chioggia è l’incremento dei flussi turistici e i servizi per i cittadini, migliorare
l’accessibilità, l’intermodalità, la sicurezza e ridurre il traffico stradale, la rapidità di consegna di merci, anche materiale sanitario, e sviluppo del business logistico.
“Chioggia - ha affermato il sindaco Mauro Armelao - settimo comune del Veneto e secondo comune della provincia, città di interesse turistico con un crescente arrivo di crociere (quest’anno saranno 36) non può farsi trovare impreparata a questa sfida. Immaginiamo tra 4/5 anni a quale diffusione sarà arrivata questa tipologia di mobilità, noi oggi non possiamo perdere questo treno. Non possiamo lasciare che questa resti un’occasione persa come tante altre del passato che oggi ci vedono senza una strada sicura di collegamento e senza una linea ferroviaria”.
Il Comitato Romea-Ferrovia ritiene che per fare uscire dall’isolamento la città sia più urgente
C’era un tempo e forse ci sarà nel futuro visto che compare nel programma del sindaco Mauro Armelao che ha ribadito l’intenzione di realizzare una pista di atletica insieme ad altre infrastrutture sportive.
All’Isola dell’Unione la pista di atletica, anche se non regolamentare, consentiva di allenarsi a correre, provare il salto in lungo, il lancio del peso… ma da qualche anno le aree a disposizione sono utilizzate per il calcio.
Per promuovere la creazione di questa importante struttura
sportiva che da troppo tempo manca alla città si sta attivando anche il Panathlon Club di Chioggia che intende dedicare l’anno sociale 2023 a questo tema di sicuro interesse.
“Il Panathlon - ha affermato il presidente Stefania Lando nel corso dell’assemblea annuale dei soci - nell’esercizio di quelle che sono le sue prerogative e funzioni istituzionali, si farà ambasciatore e propulsore, presso tutti i livelli possibili, affinché il sogno di realizzare una pista di atletica anche a Chioggia diventi
la realizzazione della Romea a quattro corsie e la linea ferroviaria che consenta di arrivare a Piove di Sacco. E qualche obiezione
realtà”.
E’ stata così creata una commissione coordinata dal presidente Lando e presieduta da Manuela Levorato, socia del Panathlon Chioggia, che si avvarrà della collaborazione di Leonardo Toson, Gianni Pagan, Carlo Albertini e Gianmarco Albertini a rappresentare il mondo dei giovani Panathleti. La commissione promuoverà l’organizzazione di incontri, dibattiti, tavole rotonde per incoraggiare la creazione della pista di atletica. (e.f.)
è stata sollevata anche in merito ai 164 mila euro stanziati dal Comune di Chioggia solo per lo studio di progettazione del vertiporto che si potrebbe utilizzare per altri fini e progetti che consentano di accedere al Pnrr.
“Pensare al vertiporto - aggiunge il primo cittadino di Chioggia - non significa affatto, e lo dico con forza, che venga meno il mio impegno di sindaco nell’agire per
risolvere le problematiche decennali della nostra viabilità ordinaria: la Romea in primis e poi il collegamento ferroviario con Padova e Venezia, il raddoppio dell’Arzerone, oltre che la messa in sicurezza di tanti tratti di strada che attraversano il nostro territorio. Il drone non va certo a sostituire l’utilizzo delle strade”. Eugenio Ferrarese
Armelao: “Non verrà meno il mio impegno per risolvere le problematiche decennali della nostra viabilità ordinaria, la Romea in primis”
La dottoressa Buratti: “Si svolgono tutte le attività rivolte a garantire la tutela della salute dei cittadini grazie ad interventi di prevenzione e controllo in molteplici settori”
Iservizi veterinari per tutta l’area del Distretto di Chioggia hanno trovato una nuova sede, più ampia e fruibile, in Borgo San Giovanni, al civico 1183. “Tutti coloro che hanno bisogno di riferirsi ai vari servizi veterinari della Ulss 3 per quest’area - spiega il direttore generale Edgardo Contato - potranno farlo recandosi nei locali attigui alla sede del Dipartimento di Prevenzione. Lasciata la precedente collocazione in Riviera Caboto, che presentava non pochi limiti strutturale ed era complicata da raggiungere, oggi gli operatori e i servizi, e contemporaneamente i cittadini che devono fare riferimento ad essi, fruiscono di spazi ampi, luminosi, ordinati, dotati di parcheggio e di accessi attenti anche ai portatori di disabilità, senza barriere architettoniche.
È un passo avanti importante, in una città come Chioggia e per la sua economia, che vedono nei servizi veterinari un punto di rifermento imprescindibile”.
Ma non solo. “Nella nuova sede di Borgo San Giovanni - spiega la dottoressa Patrizia Buratti, referente del distretto di Chioggia per il Servizio di Igiene degli Alimenti di Origine Animale- si svolgono tutte le attività proprie dei servizi veterinari rivolte a garantire la tutela della salute dei cittadini grazie ad interventi di prevenzione e controllo in molteplici settori: dalle aziende zootecniche e mangimistiche agli stabilimenti di produzione di alimenti di origine animale inclusi i punti vendita al dettaglio e ai controlli sul benessere animale negli allevamenti e durante i trasporti. In questa sede si svolge
inoltre tutta l’attività amministrativa di competenza. Da qui partono gli ispettori, con i mezzi messi a disposizione dall’azienda sanitaria, per effettuare controlli e campionamenti presso il mercato ittico all’ingrosso di Chioggia, sui pescherecci della flotta di Chioggia, negli allevamenti zootecnici dell’entroterra e sugli allevamenti di molluschi bivalvi. A questi uffici il privato cittadino può rivolgersi anche per semplici informazioni e per eventuali segnalazioni”.
La nuova sede dei servizi veterinari è dotata degli spogliatoi e dei servizi igienici per il personale, oltre che delle attrezzature necessarie e dei frigoriferi per la conservazione dei campioni prelevati e che debbano essere stoccati prima del trasporto a Legnaro presso l’istituto zoopro-
filattico sperimentale delle Venezie.
Ecco gli orari di attività e i riferimenti dei servizi vaccinali nella nuova sede, per sezioni operative. Sanità Animale, Svet – A info 041.8724020 : lunedì - mercoledì -venerdì 8, 30 -12. Servizio Igiene Alimenti Origine Animale e Derivati, Svet – B info 041.8724010.
Apertura lunedì mercoledì- venerdì dalle 8 alle ore 13. Servizio di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche – Igiene Urbana Veterinaria, Svet – C info tel 041.8724030) Segreteria Anagrafe canina, lunedì e mercoledì 08 -10 venerdì ore 11 -13. Molluschicoltura e Punti Sbarco 041.
Sociale. La cerimonia di consegna alla presenza del vicesindaco e del presidente Ascom
Lo ha ricevuto in dono dall’A.S.D. Sorriso Bike. “Il nostro territorio è ricco di associazioni che messe in rete creano un potenziale enorme”, ha commentato Daniele Tiozzo Brasiola
L’Università Popolare “Guido Oselladore” di Chioggia ha ricevuto in dono dall’associazione A.S.D. Sorriso Bike Team un defibrillatore. Nata per promuovere i valori del ciclismo, la Bike Team lo scorso anno aveva donato dei cuscini per le sedie a rotelle usate dagli ospiti della Rsa (Residenza Sanitaria Assistenziale) “Felice Casson” e inoltre aveva fatto una donazione alla scuola dell’infanzia Le Vele.
Il defibrillatore è stato consegnato al presidente dell’Università Popolare Eolo Bullo alla presenza del vicesindaco e assessore allo Sport del Comune di Chioggia Daniele Tiozzo Brasiola e del presidente Ascom Alessandro Da Re.
“Il nostro territorio è ricco di associazioni che messe in rete
creano un potenziale enorme”, ha affermato il vicesindaco Daniele Tiozzo. “Sappiamo che la nostra città ha un cuore grande e gesti come questo lo testimoniano. Oltre all’ambito sportivo, nel quale le associazioni rappresentano la nostra città, emerge anche un forte legame con il territorio e un senso di comunità”.
“Il defibrillatore ha un costo di circa 1.100 euro - ha detto il presidente di A.S.D. Bike Team Alessandro Crivellari – ma non ne parliamo per ostentare il gesto quanto per far capire agli sponsor, che credono in noi investendo del denaro, cosa facciamo con quei soldi. Ci sembrava doveroso”.
Nel programma delle iniziative promosse dalla Bike Team nel corso del 2023 spicca la “Biciclettata” organizzata il 25 aprile,
una piacevole gita in bicicletta aperta alle famiglie dal percorso facile, adatta anche ai più piccoli ed anche a chi non è allenato, che si concluderà con una grigliata finale. Il 1 ottobre 2023 si terrà il Trofeo Serenissima a Sant’Anna, da trent’anni una delle gare che appassionano gli amanti della bici. All’ultima edizione di questa competizione, svoltasi il 18 settembre 2022, era presente la campionessa olimpionica Paola Pezzo che ha partecipato alle premiazioni. L’Università Popolare “G. Oselladore” ha inaugurato il 18 febbraio 2023 il 42° Anno Accademico 2022/23. Le lezioni si svolgono nella sede in calle Cesare Battisti n. 263 (ex scuola elementare Principe Amedeo).
Eugenio FerrareseMontanariello all’assessore regionale al turismo:
“Il Treno del Mare era un servizio molto apprezzato da chi voleva raggiungere da un lato Chioggia e Sottomarina e, dall’altro, Rosolina e il Della del Po, rendendo per tante persone più comodo l’accesso ad una offerta turistica che comprendeva città d’arte, località balneari e luoghi preziosi dal punto di vista naturalistico. A distanza di quasi 10 anni dalla sua interruzione, la Giunta regionale intende ripristinare il Treno del Mare?”.
Il quesito è stato posto, con una interrogazione all’assessore ai Trasporti, dal consigliere regionale del Pd Veneto, Jonatan Montanariello. “Per 16 anni, dal
1998 al 2014, - osserva - il “Treno del Mare” ha reso possibile raggiungere le località balneari anche dalle province di Verona e Vicenza, senza coincidenze. Nei fine settimana estivi, portava a Rosolina e Sottomarina una media di 500 persone, coprendo le tratte Schio-Vicenza-PadovaRovigo-Chioggia e Cerea-Rovigo-
Chioggia. Varie iniziative e offerte venivano messe in campo anche dai gestori di stabilimenti balneari e dagli albergatori, con sconti sui servizi di spiaggia e prezzi in convenzione sui soggiorni in hotel”.
“L’ipotesi - dice - di reintrodurre il servizio, con la possibilità di viaggiare con biciclette, è stata ripresa negli anni scorsi anche dal presidente del Parco Delta del Po Veneto attraverso progetti finanziabili con il Recovery Fund”.
Non da ultimo, Montanariello sottolinea il fatto che “il ritorno del Treno del Mare toglierebbe traffico su strada, alleggerendo le code”. (a.a.)
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“Il treno del mare va ripristinato”
E’ stato realizzato da Pier Giorgio Tiozzo Gobetto che, rispetto all’edizione di 40 anni prima di Riccardo Naccari e Giorgio Boscolo, allarga lo sguardo a riferimenti territoriali e sociali più ampi
Un vocabolario che raccoglie insieme le tradizioni legate al mare, alla pesca, alla cantieristica e quelle del mondo dell’orticoltura e più recentemente del turismo. Da oltre un secolo Chioggia e Sottomarina sono collegate da un ponte, ma i dialetti specifici delle due cittadine fanno emergere delle differenze ora spiegate nel “Vocabolario chioggiotto e sottomarinante” di Pier Giorgio Tiozzo Gobetto (art&print Piove di Sacco 2022). Era il 1982 quando venne pubblicato il “Vocabolario del dialetto chioggiotto” di Riccardo Naccari e Giorgio Boscolo (Charis editrice Chioggia), ma già dieci anni dopo il prof. Manlio Cortellazzo, docente di dialettologia all’università di Padova, aveva proposto a Pier Giorgio Tiozzo di lavorare ad un vocabolario del dialetto chioggiotto. Nel corso di questi 40 anni sono state stampate numerose opere e studi regionali e locali (tra cui i 60 numeri della rivista semestrale “Chioggia”) che hanno permesso di integrare e approfondire le conoscenze del dialetto locale e nello stesso tempo operare una revisione da diversi punti di vista.
Piergiorgio Tiozzo ha salvaguardato quanto già raccolto nel vocabolario di Naccari-Giorgio
Boscolo, ma ha anche allargato lo sguardo a riferimenti territoriali e sociali più ampi rileggendo la sempre più ampia documentazione disponibile. Il lessico chioggiotto più specifico è quello dei pescatori a cui si aggiunge il linguaggio più urbanizzato dei marinai in contatto con i vari porti dell’Adriatico, dei commercianti, degli artigiani, ma anche quello delle persone più ‘colte’ il cui linguaggio si avvicina al veneziano e all’italiano; il lessico degli ortolani è invece più legato al mondo rurale padovano. Inoltre ciascuna attività e mestiere usa parole specifiche che riguardano gli attrezzi e i vari strumenti di lavoro. Si potrebbe aggiungere anche un terzo microcosmo linguistico, quello delle frazioni del territorio chioggiotto, ma la varietà è assai articolata con influenze che derivano dai vocaboli
padovani e polesani assai diffusi. Il “Vocabolario chioggiotto e sottomarinante” di Pier Giorgio Tiozzo è quindi un ‘aggiornamento’, un volume di 500 pagine frutto di trent’anni di ricerche, privilegiando i termini usati correntemente e la cultura locale.
Eugenio FerrareseUna intensa attività artistica caratterizzata da ricerca e sperimentazioni dell’arte moderna, ma anche lo studio costante della figura umana per avvicinarsi al realismo.
Piergiorgio Chiereghin è un pittore assai noto per le sue numerose personali e collettive, per la sua attività di docente di disegno e storia dell’arte nella scuola media e liceo e tra i fondatori del gruppo pittorico G5, presente a Chioggia fin dal 1973.
Un suo ciclo pittorico di 6 opere è stato recentemente collocato nella chiesa della Madonna di Lourdes di Sottomarina. Sulla parete ad est i temi evangelici riguardano il mare, quelli della parte opposta, ad ovest, la terra, la pesca, gli ortolani. Assai vivaci i colori dei dipinti, brillanti e luminosi anche nelle parti in ombra.
“Spesso nei luoghi sacri nei quadri del ‘700 e ‘800 - spiega Chiereghin - prevaleva una maniera cupa. In questi dipinti le ombre si scuriscono solo quel tanto che basta per rendere il volume dei soggetti trattati e per vivacizzare le opere ho preferito servirmi dei contrasti”. Dipinti e sculture di Chiereghin sono presenti in altri luoghi della città: una grande tela che raffigura Padre Raimondo Calcagno tra i ragazzi dell’oratorio” è conservata nell’oratorio dei padri Filippini; nella sagrestia della chiesa Madonna di Lourdes di Sottomarina, insieme ad un bassorilievo bronzeo del martirio di S. Maria Goretti, vi è la pala “Cristo risorto”; la casa di riposo “Il Girasole” di Sottomarina custodisce un polittico in acrilico, raffigurante le tappe della vita; e nell’atrio della scuola primaria Salvatore Todaro di Sottomarina possiamo vedere il polittico con “le avventure di Ulisse”. (e.f.)
Era giunto nel 1941 a Chioggia per lavorare nello stabilimento del cugino. Conosce e si innamora di Flavia. Nel ’43 viene portato nel campo di Fossoli in Emilia Romagna e poi ad Auschwitz
Una pietra d’inciampo per ricordare Cesare Carmi nella ricorrenza della Giornata della Memoria (27 gennaio). E’ stata collocata lo scorso 5 febbraio in Corso del Popolo alla presenza del sindaco Mauro Armelao e del presidente del Consiglio Comunale Beniamino Boscolo Capon nei pressi di calle Scopici dove Carmi risiedeva ospitato dalla famiglia Toffoli che gestiva un panificio proprio all’angolo della calle. Questa iniziativa è stata realizzata grazie all’interessamento dell’Associazione Partigiani (Anpi) di Chioggia con la collaborazione di Iveser (Istituto Veneziano per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea), Comunità Ebraica di Venezia, Fondazione Clodiense, dipartimento di Biologia del Mare dell’Università di Padova, Spi Cgil, Comune di Chioggia, Comune di Venezia, Municipalità di Venezia Murano Burano, Centro Tedesco di Studi Veneziani.
La storia di Cesare Carmi, la cui famiglia ebrea risiedeva a Genova, è stata ricordata dal presidente dell’Anpi Chioggia Enrico Veronese. Il giovane genovese Carmi era giunto nel 1941 nella città lagunare per lavorare nello stabilimento conserviero Sacia da poco aperto da un cugino. Conosce e si innamora di Flavia, anch’ella originaria di Genova. Durante l’occupazione nazista dopo l’8 settembre ’43 tutti gli ebrei vengono arrestati e poi inviati nei campi di concentramento. E così avviene anche per Cesare Carmi dapprima portato nel campo di Fossoli in Emilia Romagna e poi spediti in Polonia ad Auschwitz.
Nel gennaio 1945 i nazisti abbandonarono il lager polacco trascinando con sé coloro che erano ancora in grado di camminare. Cesare Carmi trovò la morte durante la lunga traversata in mezzo alla neve e non si conosce né la data della scomparsa né il luogo dove è stato sepolto.
In ricordo di Cesare Carmi e delle vittime degli stermini nazisti
sabato 4 febbraio 2023 nell’Aula Magna di Palazzo Grassi è stato presentato il libro di Luciana Laudi “Venezia -Fossoli: direzione Auschwitz. Lettere di Cesare Carmi 1943-1944”.
Anche Chioggia ha commemorato, lo scorso 10 febbraio, il Giorno del Ricordo, istituito con la legge 92 del 30 marzo 2004 con l’obiettivo di conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel dopoguerra e della complessa vicenda del confine orientale.
“E’ una ricorrenza – ha detto il sindaco di Chioggia Mauro Armelao – alla quale sono particolarmente legato. Ricordo, oltre vent’anni fa quando proprio a Chioggia, organizzai io stesso “Foibe e la censura della storia. Da più di 50 anni cerchiamo giustizia e non vendetta”, convegno in occasione del quale ho conosciuto Nidia Cernecca. E’ mancata nel 2020, lei era presidente dell’Associazione Nazionale Congiunti Deportati Italiani in Jugoslavia. Suo padre era stato torturato e poi decapitato dai titini. Lei ricordava tutto e nei suoi ricordi di bambina il fatto terribile
tornava costantemente. Da quel convegno le cose sono cambiate, ora quegli orrori non sono più un capitolo nascosto della storia recente, i familiari delle vittime vedono riconosciuti quei tragici eventi in un Giorno dedicato”.
“È fondamentale recuperare la nostra storia - ha detto l’assessore alla Cultura Elena Zennaro. - Oltre gli steccati ideologici ci sono nostri compatrioti che hanno perso la vita e vanno onorati o che hanno vissuto e vivono con il marchio di esule. Una marchiatura dolorosa che va condivisa e compresa per creare una consapevolezza collettiva di un periodo buio della storia italiana”.
Territorio. L’intervento del presidente Cia Venezia Federica Senno
Cinque milioni e 900 mila euro arrivano in provincia di Venezia (nell’area della Città Metropolitana) per il contrasto al dissesto idrogeologico. Lo stanziamento è stato annunciato dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, è contenuto in un decreto ministeriale dello scorso 10 febbraio. In particolare 1,5 milioni di euro riguardano lavori lungo le arginature del fiume Brenta nei comuni di Fossò e Campolongo Maggiore; 4,4 milioni di euro invece serviranno per la diaframmatura e il ringrosso delle arginature del fiume Piave nelle aree a valle del ponte sulla strada statale 14 fino a San Donà di Piave. “Si tratta di due interventi importanti - commenta la presidente di Cia Venezia Federica Senno - che si sommano a quelli previsti dal Pnrr e annunciati qualche settimana fa, con 20 milioni di euro destinati a sei interventi per opere di rinforzo, sistemazione e protezione del suolo su tutta l’area metropolitana. Si tratta sicuramente di opere attese. Il lavoro stesso degli agricoltori è sinonimo di manutenzione del territorio, ma occorrono anche interventi di portata maggiore, per preservare zone più ampie e i centri abitati da eventi calamitosi, come frane, allagamenti ed alluvioni. Vorrei però ricordare che nel Pnrr ampio spazio (con la relativa disponibilità economica) è riservato
agli interventi sulla siccità”. La presidente di Cia Venezia ricorda infatti che il tema caldo dei prossimi mesi sarà proprio quello della penuria d’acqua. Secondo l’Anbi (l’associazione dei consorzi di bonifica), i primi 3 mesi dell’anno idrologico (ottobre-dicembre) si sono conclusi con un deficit di precipitazioni di oltre il 28% rispetto alla media del periodo (236 mm contro i 328 mm della media tra il 1994 e il 2021).
A soffrire sono soprattutto le falde che in questo periodo dell’anno dovrebbero rimpinguarsi con le piogge autunnali e che invece sono ai minimi rispetto alle medie del periodo. Quindi precise sono le considerazioni conclusive. ”Bene con questi lavori – conclude la presidente Senno – ma sollecitiamo gli interventi urgen-
Sono stati stanziati 1,5 milioni di euro per le arginature del fiume Brenta e 4,4 milioni di euro per il fiume Piave
ti sui mini bacini, sulle vasche di laminazione e su tutte le soluzioni utili per trattenere e conservare l’acqua: se no tra pochi mesi saremo di nuovo in emergenza. Inoltre bisogna verificare se i piani delle acque dei Comuni sono aggiornati. Per questo ribadiamo la nostra proposta di costituzione di un tavolo permanente fra consorzi di bonifica, consiglio di bacino, Città Metropolitana, Regione Veneto e le associazioni di categoria, per definire un piano strategico idrico”. Il tema del dissesto idrogeologico è destinato così a tenere banco ancora per parecchio tempo, in previsione di una estate che si preannuncia non certo facile anche quest’anno.
Fisa Venezia nelle scorse settimane ha presentato una lezione sulla sicurezza nel mondo acquatico fronte al secondo corso della scuola navale militare “Francesco Morosini” a Venezia. I temi trattati hanno destato l’interesse da parte degli allievi che hanno potuto fare diverse domande a cui sono seguite anche dimostrazioni teorico pratiche su come approcciare la persona in difficoltà in acqua con o senza i presidi al galleggiamento o come svincolarsi da eventuali approcci da parte della persona soccorsa in stato di agitazione. L’unità Fisa è giunta con il gommone da soccorso Zenobia condotto dal pilota
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dimostrazione di soccorso cinofilo nautico sotto gli occhi entusiasti e curiosi dei cadetti e uomini e donne
della Marina Militare tra cui spiccava l’entusiasmo del comandante della scuola navale il Capitano di Vascello Gianpaolo Nardone e il direttore dei corsi Francesco Punturi che hanno ammirato le capacità straordinarie di Nuvola e il suo padrone in qualche operazione complessa di soccorso. Nelle prossime settimane si svolgeranno delle lezioni di salvamento in piscina a Sacca Fisola, sulle tecniche elementari di soccorso con Rescue Tube e Rescue Can. Insomma importanti lezioni per affrontare le emergenze in mare a cui bisogna saper essere preparati nelle sfortunate ipotesi che si verifichino.
Si apre un periodo cruciale per l’autonomia, il presidenzialismo, il terzo mandato e la “riscossa” delle Province
Èvero. In alcuni casi se ne parla da decenni, dividendosi tra favorevoli e contrari, tra speranzosi e scettici. Fatto sta che non se ne è fatto nulla.
Di cosa stiamo parlando? Delle grandi riforme istituzionali che dovrebbero cambiare definitivamente il volto al nostro Paese.
Quella certamente più sentita, almeno nel nostro territorio, è certamente la riforma in senso federale del nostro Paese.
Negli anni passati, Veneto e Lombardia celebrarono anche un refe-
Il Ministro Roberto Calderoli ha portato all’attenzione del Consiglio dei Ministri una cornice autonomista
rendum, la cosiddetta autonomia è stata la madre di tutte le battaglie. Il presidente Zaia chiese, a gran voce, un impianto autonomista articolato su 23 materie prevedendo, inoltre, di trattenere i 9 decimi del residuo fiscale.
In buona sostanza gli autonomisti Veneti chiedevano di poter tenere il 90% dei soldi delle tasse dei veneti garantendo di gestire, senza nulla chiedere allo Stato Centrale, 23 materie, scuola compresa.
A questa visione totalmente autonomista se ne contrapposero almeno altre due: quella dei contrari che considerano questa riforma uno “smembramento dell’Unità Nazionale” e quella dei possibilisti
che, però, non parlano di residuo fiscale e che considerano più “realistico” concentrarsi su nove materie e non 23.
Rispetto a questo dibattito, dunque, quale è oggi la novità?
La novità è che il Ministro Roberto Calderoli ha portato all’attenzione del Consiglio dei Ministri una cornice autonomista. Certo, c’è ancora molto da fare a partire dai cosiddetti Lep (i livelli essenziali di prestazione: quegli indicatori che dovrebbero dimostrare come in qualsiasi regione, anche in presenza di una riforma autonomista, i servizi ai cittadini siano gli stessi), ma almeno è stato messo un primo punto.
PRESIDENZIALISMO
E COSTITUZIONE
La seconda grande riforma della quale si parla molto è tornata alla ribalta all’indomani della vittoria elettorale di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. Parliamo, ovviamente, del presidenzialismo.
Ma cos’è? Per capirci: oggi l’Italia è una Repubblica Parlamentare dove al centro di tutto ci sono, appunto, la Camera dei Deputati e il Senato che hanno il compito, tra le altre cose, di votare la fiducia al Presidente del Consiglio incaricato e di eleggere il Presidente della Repubblica.
Con una modifica della Costituzione si vorrebbe, almeno questo è l’intendimento di alcune forze politiche di Governo, introdurre il presidenzialismo. In buona sostanza si sposterebbe si sposterebbe, in modo sostanziale, il
focus dalle Camere alla figura del Presidente sia esso Presidente del Consiglio o della Repubblica che, in quel caso, sarebbe eletto direttamente dai cittadini.
In buona sostanza il potere esecutivo è nelle mani del Presidente che, eletto dai cittadini, diventa sia il capo del Governo sia il capo dello Stato ma non ha la possibilità di sciogliere le Camere che, elette in modo indipendente, hanno il potere legislativo e di controllo, ma non possono sfiduciare il Presidente.
Secondo i suoi sostenitori, il Presidenzialismo dovrebbe garantire maggiore stabilità politica e la possibilità di assumere decisioni in modo più agile.
Secondo i detrattori, viceversa, servirebbe una migliore legge elettorale per garantire stabilità e lavoro, non una riforma istituzionale che rischia, inoltre, di avere un Presidente che muove in una direzione e un parlamento in un’altra creando un cortocircuito paralizzante.
In questo caso, a differenza di quanto sta accadendo con l’Autonomia per la quale almeno c’è una prima e parziale cornice che servirà per aprire un dibattito, non c’è ancora nulla. Anzi è già in corso un derby tra le forze politiche della maggioranza di Governo per quale delle due riforme debba viaggiare più speditamente e per comprendere se vi siano elementi di contraddizione tra loro.
SINDACI, SPUNTA
IL TERZO MANDATO
L’altro grande dibattito in corso è
legato al terzo mandato per i Sindaci e i Presidenti di Regione. Anche in Veneto sarebbero molte le città interessate: da Venezia, dove il Sindaco Brugnaro finirà il proprio secondo mandato nel 2025 e, ad oggi, non potrebbe ricandidarsi a Padova dove Sergio Giordani ha appena avviato il proprio secondo. Ma la grande incognita riguarderebbe la Regione Veneto. Il Presidente Zaia finirà il proprio terzo mandato nella primavera 2025, ma la “regola” che ha introdotto il limite dei due mandati è entrata in vigore dopo i suoi primi cinque anni in laguna: se passasse questa modifica, quindi, Zaia potrebbe ricandidarsi per il suo terzo mandato, visto che il primo (che sommati fa 4) non verrebbe conteggiato. Anche in questo caso il dibattito è in corso tra i favorevoli che sostengono come gli anni della pandemia abbiano allungato i processi amministrativi e quindi per completare il lavoro servirebbe “un’aggiunta” e i contrari che ritengono “malsano” per la democrazia la mancanza di ogni tipo di alternanza. Staremo a vedere.
PROVINCE,
In realtà di riforme ce ne sarebbe anche una quarta, quella legata alle Province.
La cosiddetta “Riforma Delrio” ha declassificato le Province a enti di secondo livello, ovvero soggetti eletti soltanto dagli amministratori comunali del territorio e non più dai cittadini e con competenze molto più ridotte rispetto al passato: una sorta di grande “conferenza dei sindaci” concentrata principalmente su viabilità e edilizia scolastica.
Anche in questo caso è in corso un dibattito, questa volta non per fare qualcosa di nuovo, ma per “tornare al passato” ovvero a delle Province elette dai cittadini e con competenze maggiormente “solide”.
Se ne parla, se ne parlerà ancora, ma anche questo elemento potrebbe contribuire ad un cambiamento importante degli assetti istituzionali del nostro Paese.
Di cose che bollono in pentola ce ne sono molte. Bisognerà capire come si combineranno gli ingredienti, quale sarà il primo ad essere pronto e se, alla fine, il piatto che ne uscirà sarà appetitoso, ma soprattutto nutriente.
Noi proveremo a raccontare, da qui in avanti, tutti i passaggi che si susseguiranno, raccogliendo opinioni e pareri dei protagonisti di quella che potrebbe essere una vera rivoluzione o, semplicemente, un nuovo buco nell’acqua.
Il dibattito. Si accende il confronto politico, e non solo, sui possibili scenari
Territorio. Dal prossimo 1° aprile, ogni 15 giorni fino all’autunno
Dodici lezioni, di cui nove in ville venete, due visite guidate nei centri storici più belli della Riviera del Brenta e della Saccisica oltre che una visita alla sede del Gruppo Archeologico Mino Meduaco. 17 enti pubblici che hanno concesso il patrocinio, tre studiosi importanti: Massimo Benetollo, Mauro Manfrin, Antonio Sarto oltre che 10 collaborazioni nelle visite.
Un’associazione, Brenta Sicuro che ha sede a Piove di Sacco. Questi i numeri del corso itinerante che parte il prossimo 1° aprile e che proseguirà, circa ogni 15 giorni fino all’autunno, con l’ambizioso intento di trasmettere saperi, informazioni, cultura.
Il corso parte dalla sede municipale di Stra, villa Loredan e vedrà come ospite il professor Francesco Vallerani, docente alla Cà Foscari di Venezia ed i relatori Antonio Sarto e Massimo Benetollo. I temi trattati sono la Bastia di Stra, l’isola della Sarmazza, il museo diffuso nella Saccisica. La seconda lezione, il 15 aprile, si svolge all’interno di villa Sagredo a Vigonovo sulla nascita e la storia della civiltà delle ville Venete e avrà come relatrice Eleonora Tacchetto. La terza lezione il 29 aprile, si terrà con una visita guidata al suggestivo centro storico di Dolo: i mulini, la conca, lo squero ed
un paese e il suo rapporto con il fiume, relatore Gianpaolo Zampieri. Il 13 maggio, la quarta lezione, condotta da Massimo Benetollo, si terrà a Vigonza al chiostro dell’ex convento di S. Margherita, con il tema le bonifiche e strade romane, la rinascita medievale tra monasteri, feudi e castelli. Il 27 maggio la quinta lezione porterà al nodo idraulico Moranzani con relatore Mauro Manfrin con i temi Il vecchio Meduaco e la ninfa seriola: un paesaggio d’acqua tutto da scoprire. Il 10 giugno il corso si sposta a Piove di Sacco presso il palazzo Stazio Priuli Ballan per la visita del complesso monumentale con relatore Mario Miotto dell’associazione gli Amici del Gradenigo. Dopo la pausa estiva si riprenderà il 9 settembre visitando Villa Foscari di Malcontenta, con una apposita guida del posto. Il 23 settembre è Villa Farsetti a Santa
Maria di Sala la nuova tappa con la visita al complesso monumentale e vedrà Loris Vedovato come relatore. Il 30 settembre è relatore Diego Mazzetto a Villa Sansoni Giantin a Campoverardo di Camponogara che parlerà di ville ed oratori. Il 7 ottobre si parlerà di archeologia presso la sede del Gruppo Archeologico Mino Meduaco a Campolongo Maggiore e vedrà come relatore Cecilia Rossi, soprintendente archeologica di Venezia. Il 21 ottobre Muro Manfrin porterà a Sambruson di Dolo a visitare villa Fattoretto ed il suo “museo del villano”. Il corso termina l’11 novembre dove è cominciato: a Villa Loredan di Stra e vedrà come relatore Antonio Sarto. Il corso è stato ideato con costi d’iscrizione differenziati (più bassi per i giovani sotto i 30 anni). Info mail ecentibrentasicuro@gmail.com o whatsapp 347 2305979.
Un giallo ambientato nella Chioggia del secondo dopoguerra ripercorrendo i luoghi della propria infanzia nella memoria dei lettori vissuti in quel periodo e facendo scoprire ai più giovani zone ancora poco conosciute. “Delitti impuniti?” (art&print editrice 2022) è il quarto libro di Dalio Ballarin, un romanzo in cui si intrecciano varie vicende tra le calli di Chioggia e i porti della Yugoslavia e del Montenegro che mettono in evidenza il difficile compito delle forze dell’ordine alle prese con delle misteriose uccisioni.
Dalio Ballarin ha lavorato per molti anni quale capitano delle motonavi per il trasporto passeggeri ACNIL (in seguito ACTV).
Appassionato della sua città e della storia locale, ha dedicato il tempo libero a realizzare alcune mostre sulle tradizioni pescherecce e marinare dei chioggiotti,
L’iniziativa dell’associazione Brenta Sicuro che riguarda nove residenze, i centri storici della Riviera del Brenta e della Saccisica e l’intervento di importanti studiosi
Da
Prodotti
scrivendo anche due libri: “La pesca a Chioggia nel Novecento raccontata dai pescatori” e “Il mondo della pesca nel 900”. Prima del giallo “Delitti impuniti?” aveva anche pubblicato qualche tempo fa un altro romanzo, “Le ali di una farfalla”.
A proposito del suo ultimo libro Dalio Ballarin spiega che non bisogna dimenticare che le zone descritte sono frutto della sua fantasia. “D’altronde è pur sempre un romanzo - aggiunge Ballarin - e come tale va considerato. Altro mio scopo è quello di dimostrare che Chioggia è di per sé un palcoscenico naturale dove svolgere importanti scene teatrali e cinematografiche”.
Eugenio FerrareseOgni giorno 5 notiziari locali, in onda in FM e in streaming, portano l’informazione locale a chi è in movimento. Breaking news locali ascoltate da oltre 200.000 ascoltatori al giorno: un canale unico ed esclusivo di informazione e promozione.
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ono felicissimo di essere qui e non vedo l’ora di ripagare la fiducia della società in campo, dimostrando sempre, ogni giorno, ad ogni allenamento, massima professionalità”. Sono state le prime parole di Tommaso Cassandro, 23 anni di Sambruson di Dolo, calciatore nato nell’Ambrosiana ed approdato nelle scorse settimane in serie A nelle fila dell’U.s. Lecce. Il giocatore nato a Dolo il 9 gennaio 2000, ha accolto il passaggio nella massima serie con grande entusiasmo e si è dimostrato subito molto carico e voglioso di meritarsi l’avventura nella massima serie dopo aver già maturato esperienze professioniste nelle fila del Novara, in serie C, e del Cittadella in serie B ed essere cresciuto nel Bologna dove ha vinto nel 2019 una Viareggio Cup conquistando anche il premio quale migliore giocatore della finale. Il passaggio in
serie A è stato salutato con grande apprezzamento naturalmente da tutta la comunità dolese ed a complimentarsi per lo straordinario traguardo sono stati anche il sindaco Gianluigi Naletto e l’assessore allo sport Cristina Nardo che al giocatore, a nome dell’amministrazione comunale, hanno espresso tutta la soddisfazione
Il giovane dell’Ambrosiana Sambruson si è laureato all’Università di Padova a 22 anni in Scienze Motorie
e l’orgoglio cittadino: “tantissimi complimenti caro Tommy! In bocca al lupo. Dolo è con te”, le parole degli amministratori dolesi. Tommaso Cassandro non è solo un calciatore professionista, ma si è anche laureato all’Università di Padova in Scienze moto-
rie all’età di 22 anni dimostrando di essere un ragazzo con la testa sulle spalle capace come pochi di abbinare lo sport professionistico allo studio. E non smette di studiare, prosegue gli studi universitari con il biennio per ottenere la specialistica in Magistero. La
Il Tennis Club Dolo risulta al secondo posto nella provincia di Venezia tra le Standard School per i risultati ottenuti, certificati dalla Federazione Italiana Tennis che ha pubblicato la classifica delle “Scuole tennis” in Italia, i punteggi vanno attribuiti in base alla tipologia di scuola (Club School, Basic School, Standard School, Super School, Top School), ai risultati dei campionati a squadre, alle convocazioni ai raduni, al tesseramento degli atleti. La scuola conta ormai da anni un centinaio di bambini e ragazzi tra i quali una trentina animano le 8 squadre under che sono chiamate a confrontarsi nelle fasi provinciali e regionali, è diretta dal maestro federale Andrea Spolaore, coadiuvato dagli istruttori Filippo Baldan, Giovanni Destro, Elena Masiero e per la parte tecnica dal preparatore tecnico Stefano Borgo e dai suoi collaboratori Giovanni Beneduce, Mattia Mognol, Alessio Zampirollo. La parte
psicologica vede il contributo dello psicologo Alberto Fistarollo. L’attività, in continua crescita da diversi anni, colleziona ogni anno risultati pregevoli in ambito provinciale e vede alcuni ragazzi aver migliorato la loro classifica anche di due o tre gradini. Oltre all’attività ordinaria vengono proposte esperienze accrescitive come stage estivo in montagna, collaborazioni con i centri estivi, partecipazione alle manifestazioni comunali, uscite per assistere ai grandi tornei internazionali. Anche per il 2023 il circolo e la scuola stanno preparando una stagione intensa che partirà in primavera con i tornei a squadre giovanili e senior, proseguirà con l’importante “Torneo Open Maschile” di maggio, quindi con il torneo di seconda categoria femminile, uno di IV categoria maschile e per la prima volta un torneo veterani; oltre a varie tappe del circuito Tpra. (l.p.)
sua carriera calcistica lo ha visto, dopo gli inizi nella sua Sambruson, il passaggio nelle giovanili del Padova poi, quando la formazione patavina è fallita, il trasferimento al Venezia e nell’estate del 2015 il salto al Bologna dove nel 2019 ha vinto ila Viareggio Cup.
Dopo aver svolto la preparazione estiva con i felsinei allenati da Mihaijovic, segnando anche un gol in amichevole, Tommaso é stato ceduto in prestito al Novara in serie C poi nell’estate successiva il passaggio in prestito biennale al Cittadella in serie B. Al termine del prestito il Bologna non ha fatto valere il diritto di opzione e il giocatore è stato riscattato dal d.s. padovano Marchetti. Ora il gran salto in serie A al termine di una trattativa voluta dal d.s. pugliese Pantaleo Corvino, un grande esperto di giovani promesse. Tommaso si è subito messo a disposizione del tecnico Baroni per coronare il sogno di ogni ragazzo che corre dietro ad un pallone: giocare in serie A. E tanti a Dolo e in Riviera del Brenta lo seguiranno con particolare attenzione nei suoi nuovi impegni.
Lino PeriniVia libera dal Governo. Il ministro: ad inizio 2024 saranno esaminate le proposte presentate dalle Regioni
Inizia la lunga marcia, a tappe forzate, per l’autonomia. Il primo passo con il via libera in Consiglio dei Ministri alla prima bozza del disegno di legge sull’autonomia differenziata messo a punto dal ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli. Ora la palla passa al Parlamento che entro un anno, non di più, dovrebbe approvare la legge mentre nello stesso periodo la Cabina di regia lavorerà ai Lep, i “Livelli Essenziali delle Prestazioni”, vale a dire i servizi che lo Stato deve fornire in modo uniforme in tutto il Paese per garantire il pieno rispetto dei diritti sociali e civili dei cittadini.
“Se entrambi daranno il via alla legge e ai Lep, ed è un auspicio visto che i tempi del Parlamento non possono essere dettati, mi auguro che ad inizio del 2024 inizieremo a esaminare le proposte di autonomia differenziata presentate dalle Regioni”, ha osservato Calderoli, sottolineando che “spetterà al buon senso e alla saggezza delle regioni fare richieste e con altrettanta sag-
gezza e buon senso risponderà il governo dopo aver ascoltato il Parlamento”. Materiale da maneggiare con cura, ha aggiunto il ministro, richiamando tutti alle proprie responsabilità sulle 23 materie che possono essere devolute alle regioni: “Possono piacere o non piacere ma sono nel testo costituzionale approvate 22 anni fa e confermato da un referendum popolare. Io sono autore di una riforma che mo-
dificava il Titolo V che purtroppo è stato bocciato da un referendum popolare. Dieci anni dopo lo stesso tentativo fu fatto dal governo Renzi e anch’esso fu bocciato. Quando c’è una Costituzione la si rispetta”. La riforma, ha concluso Calderoli, “è necessaria per rinnovare e modernizzare l’Italia, nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità. L’Italia è un treno che può correre se ci sono regioni che
fanno da traino ed altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. Dopo l’ok compatto del Governo, lavoriamo insieme a Regioni ed Enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali”. A Venezia la notizia ovviamente è stata accolta con entusiasmo, sottolineando la portata storica del disegno di legge. Zaia non ha dubbi in proposito: “Diamo corso alla volontà dei Padri costituenti che scrissero la Carta costituzionale in vigore dal ’48 e ai dettami della modifica del titolo quinto. Ma non è il traguardo di un percorso; è l’inizio. Si apre una grande sfida per questo Paese perché stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia. Va riconosciuto a questo Governo che con molta coerenza e rispetto per gli elettori ha mantenuto gli impegni, avviando il percorso dell’autonomia”. A chi non si dice convinto e sottolinea i punti deboli del disegno di legge Zaia ribatte: “Non è il momento di polemiche, dimostreremo con i fatti che autonomia
Le reazioni. Il centrosinistra sottolinea i punti deboli della riforma, soddisfazione nel centrodestra
non è la secessione dei ricchi, che non è una trovata per affossare o lasciare indietro qualcuno, tantomeno il Sud. L’autonomia sarà una grande opportunità anche per il Sud del Paese; non sarà una nemica ma un’opportunità di crescita insieme e l’occasione di valutare fino in fondo gli amministratori. Nord e Sud sono legati a doppio filo come gemelli siamesi”. Il governatore difende a spada tratta il disegno di legge e i provvedimenti che ne seguiranno: “Ben venga la definizione dei Lep, un elemento di civiltà in un Paese in cui su questo tema non si è mai voluto fare chiarezza fino ad oggi. Se esiste un paese a due velocità non è colpa dell’autonomia ma del centralismo tanto decantato da chi si ostina a contrapporlo al percorso dell’autonomia. L’autonomia è prevista dalla Costituzione quindi è chi è contro l’autonomia a essere contro la Costituzione. Ci sono state più conferme sulla correttezza giuridica e istituzionale del percorso”.
F
ronte politico veneto spaccato sull’autonomia. Da una parte il centrodestra esulta, dall’altra il centrosinistra sottolinea le molte incertezze di un percorso ad ostacoli, lungo e insidioso. Chi brinda al disegno di legge è il senatore Luca De Carlo, coordinatore veneto di Fratelli d’Italia: “La meta dell’autonomia si fa sempre più vicina. È inconfutabilmente un risultato targato Giorgia Meloni: i cittadini alle ultime elezioni hanno scelto la concretezza e la coerenza di Fratelli d’Italia, premiandoci con la loro fiducia. In Veneto un cittadino su tre ha creduto in noi e questo ci onora, e la loro fiducia va ripagata: lo facciamo oggi, con atti concreti e non con slogan, promesse o chiacchiere che hanno caratterizzato i passati
governi”.
Andrea Martella, senatore e segretario del Pd Veneto è netto: “L’autonomia si arricchisce di un nuovo annuncio. Si tratta di una recita a soggetto, destinata ad arricchire scaffali di carta e destinata ad arenarsi in Parlamento per le troppe
contraddizioni che contiene.“Le modalità con le quali si è arrivati a questo provvedimento non sono state adeguate alla serietà della questione in gioco - aggiunge il senatore dem -. Basti pensare al fatto che il ministro Calderoli non ha neppure convocato le Regioni,
saltando a piè pari su un confronto che era sacrosanto. La verità è che a questa destra non interessa il merito e neppure il confronto vero sull’autonomia, sulle materie realmente realizzabili, sui Lep e sulle risorse indispensabili per realizzare la riforma. D’altra parte l’unico obiettivo era quello di saldare una cambiale elettorale alla Lega di Salvini propinando la solita propaganda. Tentando così di spostare in avanti il momento in cui emergeranno le reali divisioni della maggioranza, destinate a far arenare il disegno di legge una volta giunto in Parlamento”.
Per Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico, “l’autonomia proposta da Calderoli è un contentino tra alleati dato alla Lega ma
spaccherà il paese: l’unica cosa che rimarrà uguale per tutti i cittadini italiani sarà che saranno loro a fare le spese delle scelte ideologiche di questo governo. Quello sull’autonomia differenziata è un progetto che per essere anche solo considerato dovrebbe stare ad alcune condizioni. Una è avere un confronto costante con le regioni: il ministro Calderoli non le ha nemmeno convocate. Altre sono la chiarezza e la razionalità nelle materie, una predeterminazione dei livelli essenziali delle prestazioni, prevedere coperture adeguate per garantirli, tenere conto degli enormi divari già esistenti nel nostro Paese. Il testo uscito dal consiglio dei Ministri non fa nessuna di queste cose: è semplicemente irricevibile”.
De Carlo: “Ripagata la fiducia dei cittadini”, Martella: “Solo un altro annuncio”In foto Roberto Calderoli e Luca Zaia Luca De Carlo Andrea Martella
Si chiama ViviVeneto, è disponibile su Apple store e su Play store, ed è la nuova “super app” della Regione Veneto, come l’ha definita l’assessore all’agenda digitale e innovazione Francesco Calzavara.
Al suo interno sono state per ora convogliate 4 app e sono attualmente disponibili 40 servizi. Dalla sanità al turismo, dagli eventi culturali ai servizi amministrativi.
Un’App sicura, veloce e gratis che, autenticandosi una sola volta con Spid o carta elettronica digitale, permette di fruire dei principali servizi digitali della nostra regione. Ma è solo l’inizio perché l’app sarà continuamente implementata con nuovi servizi. Un servizio costato 150mila euro e 8 mesi di lavoro.
A tenere a battesimo la app (www.viviveneto.it) insieme all’assessore Calzavara, il presidente del Veneto Luca Zaia, che l’ha presentata così: “Abbiamo messo ordine al disordine. Questa app ViviVeneto è qualcosa di straordinario e sarà implementata all’ennesima potenza. Arriveremo a fissare tutte le visite mediche tramite attraverso questo strumento, non appena le agende cartacee saranno digitalizzate. E con ViviVeneto stiamo anticipando anche un fenomeno internazionale. Tra le dieci strategie tecnologiche emergenti del 2023 ci sono le ‘super App’, cioè le applicazioni mobili in grado di fornire molteplici servizi tra cui l’elaborazione di pagamenti, la ricezione di comunicazioni ed effettuare altre transazioni. Ancora una volta, anticipiamo i tempi con la nostra super app del Veneto”. “Si tratta di un contenitore che continuerà ad arricchirsi, in particolare con servizi della pubblica amministrazione ma non solo - ha aggiunto Calzavara -. Ad esempio nella sezione ‘Turismo’ ci sono le informazioni di Unioncamere veneto. Sempre in ambito turistico, abbiamo in progetto di prevedere una volta a settimana una mes-
saggistica ad hoc con le varie esperienze offerte dal nostro territorio”.
Un progetto in fieri, dunque, “un percorso che inizia e che testimonia l”obiettivo della digitalizzazione e della semplificazione digitale prevista nel programma 2020-25 del presidente Zaia – ha ricordato Calzavara –. Preciso che siamo i primi in Italia a
realizzare un progetto così. E ricordo che il Veneto non ha un’agenzia esterna per la digitalizzazione, ma fa tutto con risorse interne. Abbiamo centrato un importante risultato, ma non ci fermeremo qui. ViviVeneto è un’App che valorizza gli investimenti fatti in questi anni dalla regione in ambito digitale e li mette a sistema, creando benefici diretti per i cittadini e generando economie di scala. L’App è stata
realizzata coinvolgendo ed ascoltando i cittadini, sia nella fase di progettazione sia di test e crescerà nel tempo. Infatti, tra le 16 schede del Pnrr regionale una è dedicata al potenziamento delle infrastrutture digitali e servizi per ViviVeneto, la Casa del Cittadino Veneto”. Tra gli obiettivi futuri della app, anche una sezione “Lavoro” da mettere in piedi con Veneto Lavoro offrendo un match tra domanda e offerta.
Nell’area Salute è possibile cercare e controllare l’affluenza nei pronto soccorso del Veneto, gestire i propri documenti sanitari (certificati, esami, visite), scegliere e cambiare il proprio medico di base. Nell’area Amministrativa si può fare tutto ciò che prima richiedeva l’accesso tramite web ai portali regionali MyPA, BolloAuto, ViviPass, come ad esempio gestire in completa autonomia tutto quello che riguarda il bollo per cittadini e imprese (pagare, controllare, prendere appuntamento, gestire avvisi di accertamento).
Novità importante riguarda la gestione dei contrassegni e delle targhe per i disabili (Cude E Ztl), dal proprio smartphone anziché doversi recare in Comune. Nell’area Turismo è possibile cercare e informarsi su eventi, spettacoli, attività, beni e luoghi del Veneto, scoprire i sentieri pedonali, ciclabili, equestri e quelli dedicati agli sport invernali, ma anche cercare le strutture ricettive per programmare le proprie vacanze e trovare notizie sul territorio, sui prodotti locali e sul meteo. Tutto questo è disponibile anche in lingua inglese.
Dalla sanità al pagamento del bollo auto, dalla cultura al turismo: tutto in un solo strumento facilmente accessibile. Calzavara e Zaia: “Passo importante sul fronte della semplificazione digitale, anticipiamo i tempi”
L’intervista. Il 26 febbraio la sfida delle primarie del Partito Democratico
Stefano Bonaccini ha vinto nel voto nei circoli del Pd con circa il 55% dei consensi. Per la leadership dei democratici manca solo un passaggio: le primarie del 26 febbraio nel quale affronterà Elly Shlein, che nel voto tra gli iscritti Pd si è fermata al 33%.
C’è stato un dibattito sulla sopravvivenza stessa del partito. C’è ancora dunque del Pd nel nostro Paese?
“Da quasi due mesi sto facendo un viaggio d’ascolto nel Paese, ovunque registriamo grande partecipazione e voglia di confrontarsi. Se le chiami, le persone arrivano. È una comunità che chiede di ripartire. Per farlo servono un nuovo gruppo dirigente, una nuova agenda e un partito popolare e più forte, che torni fra la gente e parli dei problemi reali: lavoro, scuola, sanità, ambiente. Si sono già espressi 128mila iscritti e ben oltre la metà mi ha accordato la propria fiducia. Sono convinto che dalle primarie del
26 febbraio, dove potranno partecipare tutti, non solo gli iscritti, uscirà un’ulteriore spinta”.
La vittoria delle regionali in Emilia del 2020 ha testimoniato, nonostante fosse un test nazionale e non soltanto amministrativo, che c’è un Pd che può vincere. Quale la ricetta?
“Non dimentichiamo che il Pd esprime sindache e sindaci quasi nel 70 per cento dei comuni italiani, abituati ogni giorno ad
ascoltare i cittadini e dare loro risposta: donne e uomini che hanno vinto le elezioni nei territori mentre, magari lo stesso giorno, venivano perse a livello nazionale. Con me c’è quindi una classe dirigente già rodata, per troppi anni tenuta in panchina: intendo ripartire da loro e dal coinvolgimento vero della base. La mia ricetta, come quella dei sindaci, è stare ogni giorno dove la gente studia, lavora, si cura o si diverte. Perché un partito popolare è così, in sintonia con le persone”. Circoli e militanti. Molti iscritti non si sentono completamente valorizzati. Come invertire la tendenza?
“Se resterà questa pessima legge elettorale, da segretario farò le primarie per scegliere i parlamentari: devono essere i citta-
dini a scegliere i propri rappresentanti. Di sicuro non accadrà più ciò che ho visto alle politiche del 25 settembre, quando nessun dirigente nazionale si è candidato nel proprio collegio e i nomi sono stati paracadutati da Roma. Barmsta, adesso si cambia”. Cosa differenzia la sua proposta da quella degli altri candidati alla corsa alla segreteria? E quale il loro ruolo in caso di sua vittoria?
“C’è un confronto molto civile. Nessun partito fa più un congresso per decidere la propria identità e scegliere chi lo guida, dobbiamo essere orgogliosi di questo. Da noi scelgono iscritti ed elettori, mentre gli altri decidono in quattro a Roma nel chiuso di una stanza. La differenza principale? Io non voglio un partito di pro-
testa ma di governo, pragmatico e non ideologico. L’obiettivo è tornare a vincere. Se toccherà a me guidare il Pd, chiederò ai miei sfidanti di darmi una mano”. Quali prospettive politiche per il Veneto, storicamente una regione nella quale il centrosinistra fa più fatica nonostante le ottime esperienze nelle amministrazioni comunali?
“Conosco piuttosto bene il Veneto: non solo siamo contigui, ma condividiamo una rete sociale e un tessuto produttivo forti. Anche a questa Regione serve una politica industriale, una formazione continua che accompagni i lavoratori nella trasformazione, una rete di servizi che sostenga l’occupazione femminile, le famiglie, la natalità. Dobbiamo rimettere al centro i giovani”.
“L’obiettivo è tornare a vincere, serve una forza politica pragmatica e non ideologica, ma anche popolare e in sintonia con le persone”In foto Stefano Bonaccini
Lo spreco alimentare è un elemento cruciale dello sviluppo sostenibile e uno dei temi fondamentali per la sfida della sicurezza alimentare. Proprio nell’ottica di promuovere stili di vita sostenibili e comportamenti responsabili per ridurre gli sprechi, proteggere l’ambiente e garantire una sicurezza alimentare per tutti, l’Agenda ONU 2030, attraverso l’SDG 12, ha messo al centro il tema dello spreco del cibo con l’obiettivo di “dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto”. In questo quadro la GDO svolge un ruolo di primo piano per intercettare le eccedenze di cibo prima che diventino spreco, ridando loro una seconda possibilità, favorendo la redistribuzione di alimenti ancora buoni ma non più vendibili su altri canali, e innescando un circuito virtuoso per aiutare le persone più bisognose e in difficoltà. E questo è anche l’impegno
Da dove nasce l’idea di Last Minute Market (LLM) e come si è sviluppata la sua rete sul territorio?
Last Minute Market nasce fra la fine anni ‘90 e l’inizio anni 2000 come progetto di ricerca accademica applicata per affiancare le aziende della Grande Distribuzione Organizzata nel recupero delle eccedenze alimentari a fini solidali. Nel tempo Last Minute Market ha ampliato e perfezionato i suoi ambiti di intervento, occupandosi di prevenzione delle perdite e degli sprechi a 360°, e promuovendo i principi dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile così come declinati dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite, permettendo di dare un contributo fattivo al raggiungimento di alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU. Dal 2022, inoltre, LMM è membro della Piattaforma Europea sulle perdite e sprechi alimentari.
La GDO è un partner importante per la raccolta del cibo, come è nata la collaborazione con Aspiag Service?
A partire dal 201 3 Last Minute Market collabora con Aspiag Service per recuperare i prodotti rimasti invenduti ma ancora consumabili. La collaborazione ha consentito di costruire gradualmente un’iniziativa strutturata attraverso cui ogni punto vendita è messo in condizioni di donare la merce in eccedenza ancora perfettamente integra ed utilizzabile, alimentare o non alimentare, ad uno o più enti del proprio territorio che assistono persone in difficoltà. Grazie a quest’iniziativa, contestualmente all’apertura di ogni nuovo negozio Aspiag Service, vengono individuati gli enti beneficiari presenti su quel territorio e viene attivato il recupero delle eccedenze. Ad oggi, oltre 9.150 tonnellate di prodotti in eccedenza sono stati donati dall’inizio della collaborazione alle 200 organizzazioni non lucrative che aiutano persone in situazione di difficoltà.
Come funziona la rete che avete creato sul territorio Veneto, quali le realtà alle quali donate e come vengono scelte?
Last Minute Market non gestisce direttamente i prodotti, ma affianca l’azienda per la corretta gestione del recupero secondo la normativa vigente. Le strutture beneficiarie coinvolte in questo tipo di iniziativa sono principalmente Empori solidali, Organizzazioni di volontariato, Cooperative sociali, Case-famiglia, Comunità Terapeutiche. Tutte le strutture coinvolte sono impegnate quotidianamente nell’attività di assistenza a persone fragili. L’obiettivo è quello di accreditare gli enti beneficiari prossimi alla sede di recupero e con le caratteristiche adatte per gestire in massima sicurezza tipologia e quantità di alimenti. Una volta attivate le relazioni territoriali, LMM supervisiona le attività di recupero, ne monitora l’andamento ed interviene in caso di necessità. Inoltre, al fine di prevenire l’insorgere di
che vede Aspiag Service in prima linea dal 2003 in tutte le regioni in cui l’azienda opera. Un impegno che ha permesso alla concessionaria dei marchi Despar, Eurospar ed Interspar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia di recuperare ingenti quantitativi di cibo invenduto da destinare alle persone bisognose. “É un’attività di cui andiamo particolarmente orgogliosi e che si inserisce perfettamente nelle nostre azioni di responsabilità sociale di impresa”, spiega Giovanni Taliana, Direttore Regionale di Aspiag Service per il Veneto. Un’azione resa possibile grazie alla consolidata collaborazione con Last Minute Market e Fondazione Banco Alimentare che ha consentito ad Aspiag Service di creare una solida rete con oltre 200 associazioni e strutture caritative dei territori in cui l’azienda è presente. Nel 2022 Aspiag Service ha così recuperato, nelle diverse regioni in cui opera, più di 1 400 tonnellate di alimenti, appartenenti a tutte le categorie merceologiche, consentendo la preparazione di oltre 3 milioni di pasti.
É un risultato a cui ha contribuito in modo significativo anche il Veneto attraverso il longevo e proficuo rapporto con Last Minute Market e a fianco del tessuto di volontariato sociale della nostra regione.
In Veneto nel 2022 sono state quasi 600 le tonnellate di cibo recuperate e donate a numerose associazioni sul territorio.
I prodotti raccolti e redistribuiti hanno consentito la preparazione di quasi 1,3 milioni di pasti, generando un forte impatto in termini di sostenibilità e riduzione degli sprechi e degli scarti.
In Veneto la quantità totale di merce recuperata ha infatti permesso di ottenere una riduzione dei rifiuti prodotti dall’azienda pari a 556 tonnellate, equivalenti a quasi 1.235 cassonetti della spazzatura.
Inoltre, ha consentito di non sprecare oltre 2 tonnellate di CO2 emessa e quasi 1,2 milioni di metri cubi di acqua utilizzata per produrre gli alimenti rimessi in circolo.
criticità operative e di mantenere un confronto costruttivo con gli enti no profit partner, LMM e Aspiag Service organizzano periodicamente incontri di restituzione dei risultati, e corsi di formazione, destinati agli operatori degli enti beneficiari finalizzati in particolare a fornire tutti gli strumenti necessari per la gestione in massima sicurezza dei recuperi.
I dati legati al recupero dei prodotti in eccedenza ci hanno permesso sia di aiutare concretamente le persone più bisognose, sia di intervenire in termini di sostenibilità ambientale.
La lotta allo spreco alimentare è un impegno che continueremo a perseguire, in armonia con alcuni degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 che la nostra azienda ha scelto come linee guida per il proprio sviluppo in un’ottica di sostenibilità sociale e ambientale.
Una sostenibilità che guarda all’ambiente e alle personeDirettore Regionale Aspiag Service per il Veneto In foto Matteo Guidi, AD e socio fondatore di Last Minute Market – Impresa sociale
Sono 500 gli uffici postali dei piccoli comuni del Veneto che entro il 2026 verranno trasformati fisicamente e digitalmente in uno Sportello Unico di prossimità, con l’obiettivo di rendere più semplice e veloce l’accesso dei cittadini ai servizi della pubblica amministrazione. Di questi, 105 sono in provincia di Vicenza, 91 di Padova, 84 di Verona, 83 di Treviso, 48 di Rovigo, 59 di Belluno e 30 di Venezia. Il progetto si chiama “Polis” ed è stato presentato a fine gennaio a Roma da Poste Italiane con un evento che ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della Presidente del Consiglio dei ministri Gorgia Meloni, del Presidente del Senato Ignazio La Russa, di quasi tutti i ministri del Governo, del Segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin, del Presidente di Anci Antonio Decaro e di 3.500 su 7mila sindaci alla guida di comuni con meno di 15mila abitanti. Costerà 1,2 miliardi di euro: 800 milioni di euro finanziati con risorse del piano complementare al Pnrr e 400 milioni a carico di Poste Italiane. La ristrutturazione degli uffici postali non sarà innovativa solo dal punto di vista strutturale, con l’abbattimento ad esempio di tutte le barriere architettoniche: nei nuovi “Uffici Polis” saranno installati dei totem self-service grazie ai quali il cittadino, affiancato da personale appositamente formato, potrà fare richiesta di alcuni documenti e certificati: carta di identità elettronica, passaporto, certificati di stato civile
e anagrafici, autodichiarazioni di smarrimento, denuncia di detenzione e trasporto d’armi, richiesta di nuova emissione del codice fiscale (compresa quella del primo codice fiscale dei neonati), estratto conto delle posizioni debitorie, visura delle planimetrie catastali, esenzione del canone Rai, deleghe
per i soggetti fragili, certificati giudiziari, Isee, estratto contributivo, modello Obis per i pensionati, certificazione unica, rilascio della patente nautica, denuncia e richiesta di duplicato della patente. Non è tutto, perché i nuovi uffici postali dei 7mila comuni coinvolti vedranno l’installazione di ATM
Nei centri con meno di 15mila abitanti i cittadini potranno richiedere attraverso un totem certificati e servizi della pubblica amministrazione.
Un investimento complessivo di 1,2 miliardi di euro 800 milioni sono finanziati con il Pnrr
Postamat, di lockers per la consegna di pacchi (attivi 24 ore su 24), di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, di impianti fotovoltaici per l’alimentazione degli stessi uffici e di sistemi di smart building e sensori di monitoraggio ambientale. Alcuni degli uffici saranno dotati, all’esterno, di spazi attrezzati per accogliere iniziative culturali, di salute e benessere. Dalla trasformazione degli edifici direzionali di Poste e dei grandi uffici postali presenti in tutte le province, inoltre, saranno creati anche 250 “Spazi per l’Italia”, rete di coworking con oltre 10mila postazioni di lavoro e riunione, servizi condivisi, aree dedicate a eventi e formazione per professionisti, imprese, associazioni e singoli cittadini. I primi 37 spazi saranno aperti entro la fine dell’anno.
“Il mondo è cambiato, ma la vocazione di Poste Italiane di tenere unito il Paese si conferma”, ha dichiarato il Presidente Mattarella, che ha voluto sottolineare come la mancanza di servizi nei piccoli centri abbia portato a un impoverimento dell’Italia. Le comunità sotto i 15mila abitanti rappresentano il 90 per cento dei comuni,
coprendo una superficie dell’80 per cento del territorio nazionale. Un’area nella quale vivono 16 milioni di italiani.
“Oggi l’Italia ha il dovere di garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità e la stessa qualità del vita”, ha dichiarato la presidente di Poste, Maria Bianca Farina, che ha spiegato come il progetto “offra servizi essenziali con connessioni internet ad alta velocità alle zone periferiche, comunità piene di vita e di saperi che nel tempo hanno perso popolazione perché non efficientemente connesse”. Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste, ha aggiunto che l’attuazione del progetto “contribuisce ad accelerare anche la trasformazione digitale del Paese”. Per Giorgia Meloni si tratta di “un progetto imponente e capillare per avvicinare istituzioni e cittadini, un modello di innovazione e inclusione sociale che insegna all’Europa, che unisce l’Italia, che dice no ai servizi di serie A e di serie B, garantendo a tutti il diritto di accedere ai servizi in maniera semplice e veloce, guardando al futuro e facendo risparmiare tempo”.
Sara SalinL’Ordine dei giornalisti compie 60 anni. È del 3 febbraio 1963 la legge che istituì la professione, voluta dal veronese Guido Gonella, primo presidente dell’Ordine, oltre che segretario della Democrazia Cristina, ex ministro di Grazia e giustizia e della Pubblica istruzione. E proprio nel Veneto di Gonella si sono aperte le celebrazioni nazionali, con un convegno organizzato alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista di Venezia su “I valori del giornalismo, le sfide dell’informazione”, seguito il 3 febbraio a Roma da un evento aperto con il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
che, partendo dall’art. 21 della Costituzione che tutela la libertà di informazione e del pensiero del cittadini, ha sottolineato come i giornalisti abbiano una responsabilità enorme. “Una
responsabilità accentuata dalla moltiplicazione delle fonti di informazione offerta dalla rivoluzione del web. Alla professione giornalistica – ha detto Mattarella – viene affidato il ruolo di
espressione della libera critica secondo doveri di lealtà e buona fede. Ai giornalisti è rimesso il compito rilevante, ai fini della libera formazione delle opinioni dei cittadini, del rispetto della verità sostanziale dei fatti”.
Alla celebrazione nella capitale hanno preso parte il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il suo vice Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e il costituzionalista Giovanni Maria Flick.
“La stampa libera è uno dei fondamenti della democrazia liberale e della cultura”, ha detto nel suo intervento il Guardasigilli, che ha sottolineato l’importanza di “coniugare la sua prerogativa con il rispetto della dignità e della libertà dei cittadini, che può essere violata, violando la segretezza delle loro conversazioni”. Precisando che “se un giornalista pubblica una notizia riservata su un’indagine giudiziaria, la colpa non è del giornalista, che non va né incriminato né censurato. La colpa è di chi consente la diffusione di queste notizie e non vigila abbastanza”. (s.s.)
Sicurezza stradale, la parola passa ai ragazzi. Saranno loro gli ideatori dei prossimi messaggi di prevenzione che la Regione Veneto utilizzerà per sensibilizzare i più giovani al tema della sicurezza sulle strade.
La sfida è partita, “Un’altra strada challenge”, e invita alla partecipazione attiva al progetto i ragazzi della secondaria di secondo grado del Veneto, attraverso un’attività che si svolgerà nelle scuole.
“Guidare ti fa sentire… libero! Niente più bus affollati la mattina, niente più genitori che ti aspettano fuori, niente più pioggia finito l’allenamento. Ma non è tutto rose e fiori. – recita lo spot di presentazione del progetto che in questi giorni rimbalza nel web da una pagina all’altra delle Ulss venete - Ci sono limiti e regole pensati per proteggerci perché, in fondo, essere liberi significa anche questo: rispettare la libertà degli altri. Scegliamo di essere responsabili. Contribuire a una strada più sicura è qualcosa che dobbiamo prima di tutto a noi stessi e puoi farlo anche tu. Partecipa a un’altra strada chellenge realizzando messaggi di prevenzione efficaci e creativi. Eh sì, anche i meme vanno bene. Con la tua classe potrai vincere un’opportunità di crescita per te e i tuoi compagni e fondi da investire nella tua scuola. Accetta la sfida”.
“Un’altra strada challenge” è, dunque, un concorso che mette alla prova gli studenti, sfidandoli a creare il messaggio di prevenzione più efficace e accattivante, e promuovendo in loro comportamenti consapevoli e prudenti.
Prosegue alla pag. seguente
L’appello
La campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute rilanciata dall’Ulss 2 Marca Trevigiana sul corretto utilizzo degli smartphone
Un’altra strada è un progetto che vuole creare awareness nelle scuole, invitando gli studenti a realizzare contenuti sul tema della sicurezza stradale, portandoli a riflettere su 3 concetti fondamentali: libertà, responsabilità e sicurezza.
Dopo un primo momento di approfondimento sul tema della sicurezza stradale, gli studenti saranno chiamati a realizzare contenuti brevi ed efficaci, con l’obiettivo di diffondere i valori della prevenzione e della responsabilità con un tono di voce fresco e creativo, mirato a diffondere consapevolezza proprio fra i giovani.
Chi può partecipare al concorso di idee?
Tutte le scuole secondarie di secondo grado e gli istituti di Formazione professionale del territorio Veneto, presentando una o più proposte oh messaggi sul tema della sicurezza stradale.
Da quando e fino a quando può essere presentata la domanda?
La domanda di partecipazione al concorso dovrà essere presentata entro 90 giorni dalla data di pubblicazione della deliberazione del Bollettino ufficiale regionale (Bur) e nel portale Internet regionale (piattaforma telematica “bandi online” della Regione del Veneto: https//bandi.regione.veneto.it/), secondo le indicazioni e le procedure indicate nell’avviso contenuto nell’allegato della deliberazione.
Quante classi possono partecipare per singolo istituto?
Non esiste un limite, però l’adesione al bando è effettuata dall’Istituto, che pertanto dovrà coordinare le proposte presentate dalle proprie classi o gruppi di studenti. Scopo dell’iniziativa è di sensibilizzare ciascuno studente al tema della sicurezza stradale e di raccogliere il maggior numero di proposte al fine di individuare quella con la maggiore efficacia a livello comunicativo.
La domanda di partecipazione può essere presentata anche da un singolo alunno?
“Usa il cellulare con intelligenza. Tutela la salute e l’ambiente”. E’ il messaggio che si rinnova nella campagna di sensibilizzazione del Ministero della Salute e che l’Ulss 2 Marca trevigiana fa proprio veicolandone, nella sua pagina Facebook, i punti salienti attraverso una infografica sul tema.
“Gli smartphone - si legge - sono ormai parte integrante della nostra vita e sono in molti ad utilizzarli per più ore consecutive, per motivi legati alla propria professione o perché lontani dai propri affetti. Uno dei dubbi più comuni sull’uso massiccio dei telefoni cellulari è il possibile effetto nocivo dei campi elettromagnetici in radiofrequenza. Sul tema sono stati condotti numerosi studi”.
L’obiettivo è dunque informare e chiarire qualche dubbio per utilizzare correttamente gli smartphone, nell’ottica di un approccio basato sulla prevenzione.
Lo smartphone e onde elettromagnetiche. Le evidenze scientifiche attualmente disponibili sul tema affermano che le emissioni di telefoni cellulari e cordless non sono pericolose per l’utilizzatore, le ricerche tuttavia sono ancora in corso: non sono ancora disponibili osservazioni fatte a più di 15 anni dall’inizio dell’uso, mentre sono ancora limitate le evidenze per le esposizioni durante l’infanzia e l’adolescenza.
“In quest’ottica – si legge nell’infografica - è prudente cer-
care di ridurre l’esposizione alle onde elettromagnetiche, soprattutto per i più piccoli, in attesa che studi specifici in corso forniscano evidenze utili.
Le chiamate sono il momento in cui si è più esposti, pertanto è consigliabile utilizzare l’auricolare o il vivavoce, preferendo quando possibile i messaggi. E’ inoltre preferibile utilizzare il telefono in condizioni di buona ricezione, così il segnale trasmesso sarà meno forte.
Se si è portatori di pacemaker è bene non tenere il cellulare vicino al cuore.
Non distrarsi col cellulare sulle strade. Niente chiamate, messaggi, foto, videogiochi, fumetti o libri mentre si è al volante o in strada. Mentre si guida o si cammina la strada non dev’essere mai persa di vista. E’ opportuno evitare di ascoltare la musica ad alto volume con gli auricolari.
Il Codice della strada, peraltro, lo prevede: è vietato toccare il telefono mentre si guida, anche se fermi in fila nel traffico, al semaforo o al casello. Il cellulare, infatti, aumenta il rischio di incidenti: scrivere un messaggio equivale a 10 secondi di distrazione, si abbassa la soglia di attenzione e aumentano i tempi di reazione come quando si beve troppo. Dove smaltire il vecchio cellulare. E bene rivolgersi direttamente ai punti vendita. E’ un servizio che viene fornito gratuitamente e senza l’obbligo di acquisto.
No, la partecipazione al concorso di idee effettuata dall’Istituto scolastico, eventualmente anche in forma associata con altre scuole e potrà interessare più classi. Non è prevista la possibilità di presentare proposte direttamente da parte degli studenti.
Gli step del progetto sono tre: preparazione, creatività, partecipazione dei migliori progetti.
La preparazione.
Ogni insegnate che intende iscrivere il proprio istituto scolastico può registrarsi e scaricare il “Kit dello studente” e i documenti allegati da leggere con attenzione insieme agli studenti.
Creatività.
L’invito rivolto agli studenti è di creare il contenuto più interessante (sia esso un meme divertente oppure un video emozionante), virgola facendoli lavorare da soli o in gruppo.
La partecipazione
L’insegnate individuerà i prodotti migliori selezionando i lavori più efficaci dei suoi studenti, poi dovrà caricare il materiale tramite il profilo della scuola, senza dimenticare nessun documento al momento dell’upload.
Premi in palio. Al termine del concorso una giuria esaminerà i contenuti e decreterà le tre opere vincitrici che saranno premiate con una somma di denaro: 5.000 euro per la scuola prima classificata 3.000 euro per la seconda classificata e 2.000 euro per la scuola terza classificata.
Il concorso della Regione, una sfida a “colpi” di meme
A partire dai 25-30 anni e fino ai 64 anni di età l’invito rivolto alle donne è di aderire al percorso gratuito di controllo, diagnosi e cura della eventuale lesione pretumorale
Tumore del collo dell’utero, si può prevenire e curare, grazie ad una diagnosi precoce, che può davvero salvare la vita. E’ questo il mantra che è stato in più occasioni ribadito. Il messaggio rivolto alle donne è chiaro e si può sintetizzare in tre parole: informati, aderisci allo screening e fai il vaccino. La campagna della Regione del Veneto sulla sensibilizzazione alla prevenzione del tumore del collo dell’utero parte proprio dal programma di screening oncologico della cervice uterina.
In generale, si spiega sulla pagina web della Regione, i Programmi di Screening hanno lo scopo di ridurre la mortalità favorendo la diagnosi precoce che accresce le possibilità di cura e di guarigione, sono rivolti a tutte le persone che abitano in Veneto e che sono in una fascia di età in cui il rischio di ammalarsi di questi tumori è più alto.
Nello specifico quello della cervice uterina è un percorso gratuito per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero, che accompagna la persona dal momento dell’adesione all’invito, alla diagnosi, fino alla cura dell’eventuale lesione.
Ha lo scopo di favorire la diagnosi precoce di tumori e di lesioni che potrebbero evolvere in tumore (lesioni pretumorali), per ridurre la mortalità e accrescere le possibilità di cura e di guarigione.
L’invito ad aderire è rivolto a tutte le donne che hanno residenza in Veneto, a partire dai 25 o 30 anni di età, a seconda dello stato vaccinale per la vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV), e fino ai 64 anni. Le donne vaccinate contro HPV entro i 15 anni hanno un rischio molto ridotto di sviluppare tumori o lesioni pretumorali, per cui iniziano lo screening a 30 anni. Le donne non vaccinate contro HPV entro i 15 anni, invece, iniziano lo screening a 25 anni.
Il Programma di Screening della cervice uterina, propone tramite lettera d’invito, il Pap test ogni tre anni alle donne dai 25 ai 29 anni non vaccinate contro HPV e il test HPV ogni 5 anni a tutte le donne dai 30 ai 64 anni. Viene offerto il test di screening più appropriato ad ogni fascia d’età, sulla base delle caratteristiche del test e sul rischio della donna di sviluppare tumore o lesioni pretumorali.
Differenze tra test HPV e Pap test. Il test HPV è un esame di recente introduzione che ricerca l’infezione da HPV, mentre il Pap test ricerca le lesioni causate dall’infezione stessa. Il test HPV è più sensibile rispetto al Pap test e, per tale ragione, può essere eseguito ogni 5 anni anziché 3. Tuttavia, poiché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono molto frequenti e nella gran parte dei casi regrediscono spontaneamente, il test HPV è raccomandato a partire dai 30 anni.
Come si procede. La lettera d’invito a effettuare il test arriva a casa alle donne nelle fasce di età interessate da parte della Ulss di appartenenza. Una volta effettuato il test, se l’esito è negativo, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e, dopo l’intervallo programmato, un successivo invito. Se la risposta è invece positiva, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e un invito a eseguire specifici esami di approfondimento (visita ginecologica con colposcopia): Successivamente, in caso di diagnosi di lesione pretumorale o tumore, vengono definite e programmate le analisi e le cure del caso.
Se il test HPV risulta positivo, viene effettuato, sullo stesso campione, il Pap test. Se anche il Pap test risulta positivo, la persona riceve una comunicazione dalla Ulss e un invito a eseguire specifici esami di approfondimento (visita ginecologica con colposcopia). Successivamente, in caso di diagnosi di lesione pretumorale o tumore, vengono definite e programmate le analisi e le cure del caso.
Se invece il test HPV è positivo, ma il Pap test risulta negativo, la donna riceverà una comunicazione dell’esito dei test ed un invito a ripetere il test HPV dopo un anno.
E’ bene precisare che un test positivo (test HPV o Pap test) non indica la presenza di un tumore o di una lesione pretumorale, ma indica un aumentato rischio. Per questo motivo è importante eseguire gli esami di approfondimento proposti.
La vaccinazione contro il papilloma virus. In Italia è raccomandata e offerta gratuitamente alle ragazze e ai ragazzi, a partire dagli 11 anni di età, e viene somministrata in due dosi a distanza di sei mesi. Se il ciclo vaccinale inizia dopo il compimento dei 15 anni, le dosi previste sono tre.
La storia di cinque ragazzi, tra i 20 ed i 28 anni, affetti da autismo, che realizzano colorate rampe di mattoncini Lego, utilizzate nei negozi e in strutture pubbliche per permettere l’accesso alle persone con disabilità motoria
Si chiamano Enrico Balestra, Nicola Barzon, Ludovico Lancia, Enrico Ortile e Alessandro Padrin, hanno tra i 20 e i 28 anni e sono accomunati dal fatto di essere tutti e cinque affetti da autismo e di lavorare in nome di un obiettivo comune: aiutare chi - come loro – convive con una disabilità. Come? Realizzando delle coloratissime rampe di mattoncini Lego che vengono utilizzate all’interno di negozi e strutture pubbliche per permettere l’accesso alle persone con disabilità motoria e abbattere così le barriere architettoniche.
E’ una bella storia che viene raccontata attraverso la testimonianza di Sebastiano Rizzardi del Consorzio di Cooperative Sociali CSS, che raggruppa otto realtà che, tra le altre cose, si occupano – con la piattaforma “Habile” - di inserimento lavorativo di persone con disabilità e con cui il Servizio di Integrazione Lavorativa (SIL) della Ulss 6 Euganea da tempo collabora.
“Eravamo durante il primo lockdown – racconta Rizzardi - e dovevo organizzare un laboratorio di comunicazione un paio di po-
meriggi la settimana per tre giovani seguiti dal SIL. Dopo un inizio tentennante abbiamo applicato concretamente la maieutica di socratica memoria, facendo emergere da loro gli ambiti su cui se la sentivano di affinare le abilità di espressione, sapendo che autismo e comunicazione sono spesso due mondi ben lontani. Ludovico ed Enrico Ortile mi dissero che a loro piaceva scrivere e anzi il primo aveva anche già pubblicato un libro. Enrico Balestra invece mi disse che a lui piacevano i Lego e la volta dopo mi portò un Super Mario di mattoncini di cui andava tanto fiero perché lo faceva sentire forte e sicuro di sé. Anche agli altri due ragazzi piacque l’idea di cimentarsi in qualcosa di pratico durante questo laboratorio: unendo questi loro intenti con l’idea della nonna tedesca Rita Ebel, che già da tempo costruiva le rampe per i disabili con i Lego, venne fuori la nuova missione del nostro laboratorio: realizzare per il nostro territorio questo tipo di rampe”. Da questi esordi ad oggi la strada fatta è stata tanta: i Talents sono diventati cinque, le rampe costruite sono arrivate a sette – dislocate
tra il padovano e il vicentino – e ce ne sono in cantiere almeno altrettante: a Padova, e poi a Selvazzano Dentro, Rubano, Conselve, Noale. Ogni rampa è costituita da migliaia di pezzetti che, prima di essere minuziosamente assemblati, vengono raccolti e selezionati. I ragazzi basano quindi il loro lavoro sulla generosa disponibilità di mattoncini che provengono sia da privati cittadini che da negozi, che vengono a sapere dell’iniziativa attraverso il tam tam mediatico e i testimonial, tra cui c’è il campione paralimpico Damiano Marini. “La tenacia, la dedizione, la precisione e la costanza di Enrico Balestra e degli altri ragazzi permettono di realizzare qualcosa di concreto per chi si trova ad affrontare quotidianamente il dramma delle barriere architettoniche e questa intuizione – conclude Rizzardi – ha consentito di sviluppare una comunicazione di Habile e delle nostre imprese sociali come non avremmo mai potuto immaginarla, veicolando concetti complessi in maniera pop e leggera e consentendo di immaginare una concreta inclusione lavorativa in un ambito creativo come quello della comunicazione”.
Una ricetta tutta vegetariana, ottima da gustare come piatto unico o per farcire un bel panino accompagnato da formaggio e verdure fresche.
Ingredienti (6 burger): 400 gr broccoli; 240 gr ceci (già cotti); 150 gr quinoa; 300 ml acqua; 50 gr Formaggio Grana; farina; sale e pepe q.b.
Preparazione: Sbollentare i broccoli in acqua salata per circa 5 minuti. Cuocere la quinoa in acqua fredda per 10 minuti a partire dal bollore. La dose dell’acqua deve essere il doppio del peso della quinoa. Lasciare riposare la quinoa a fuoco spento. Trasferire i broccoli e i ceci nel boccale del mixer e frullare fino ad avere un composto ben omogeneo. Aggiungere la quinoa cotta e il formaggio grana e mescolare bene. Aggiustare di sale e di pepe e della farina se il composto è troppo liquido. Formare i burger e lasciarli in riposare in frigo per un’ora. Cucinare gli hamburger in forno a 180° per 10 minuti per lato.
Un piatto che unisce il sapore delicato del pollo al gusto dolce e pungente del carciofo.
Ingredienti: 3 carciofi; 200 gr di pollo; 1 spicchio di aglio; 1/2 bicchiere di vino bianco; farina; olio sale; pepe q.b.
Per una colazione o una merenda profumata. Dolcetti soffici, leggeri, facilissime e accontentano tutta la famiglia.
Ingredienti (6 muffin): 1 uova; 75 gr zucchero; 40 ml latte; 1 arancia; 50 ml olio di semi; 150 gr farina 00; 4 gr lievito per dolci
Preparazione: Grattugiare la scorza di un’arancia lavata e asciugata e tenetela da parte. Spremete l’arancia e filtratela con un colino a maglie fitte. In una ciotola aggiungere farina, lievito, lo zucchero l’uovo, l’olio e il succo di arance e mescolare con una frusta a mano. Dopo aver aggiunto la scorza, versare il composto negli stampini. Infornare i muffin in forno ventilato precedentemente riscaldato per 5 minuti e lasciateli cuocere a 180°forno ventilato per circa 20 minuti.
Preparazione: Tagliare il petto di pollo a cubetti. Pulire i carciofi facendo attenzione a rimuovere le foglie esterne più dure e successivamente affettarli. Trasferire i carciofi in una padella antiaderente con uno spicchio di aglio schiacciato, un giro di olio e fateli sfumare per circa 10 minuti a fiamma moderata e poi salare. Unire il pollo e lasciare cuocere a fiamma vivace per 5 minuti per rosolare uniformemente i bocconcini di pollo. Sfumare il pollo e i carciofi con il vino bianco e lasciate cuocere per altri 5 minuti, aggiustando di sale.
Febbraio è il mese ideale per creare ricette gustose e ricche di proprietà nutrizionali.
La frutta e verdura di stagione offrono diversi spunti per realizzare un menù facile e sfizioso
ARIETE
Siete partiti in quarta e riuscite finalmente ad affrontare e risolvere tutte le questioni rimaste in sospeso, in ambito domestico, familiare ma anche lavorativo
State attraversando una fase di passaggio che talvolta genera confusione e disorientamento, ma è un percorso necessario. Presto tutto sarà più semplice e chiaro
E’ un periodo di alti e bassi dal punto di vista emotivo. Non lasciatevi travolgere e date spazio alla razionalità che in questo periodo vi guiderà nelle vostre scelte
Il mese è iniziato nel migliore dei modi. Una rinnovata energia vi consente di ottenere approvazione e successo, a volte anche insperati. Approfittatene per puntare in alto nei vostri obiettivi
Se le cose non vanno proprio come avevate sperato affidatevi all’ottimismo e alla vostra innata gioia di vivere che vi consentiranno di superare con successo tutte le ostilità
All’impulsività che vi tenta talvolta opponete il vostro sano realismo che vi consente di affrontare con lucidità ogni prova. Ne trarrete beneficio in ogni situazione
E’ tempo di rialzarsi in piedi e tirare fuori tutta la grinta di cui siete capaci per lasciarvi alle spalle quella fase di incertezza che avete vissuto in modo passivo. Si volta pagina e si ricomincia
Il cuore avrà la meglio, accompagnato da una fervida immaginazione che vi consentirà di mettervi in gioco con più leggerezza nelle relazioni. Non fatevi distrarre troppo
La situazione è molto più semplice di quanto possa apparire se affrontate le cose con un po’ di spensieratezza e col sorriso. Gli amici sono una risorsa incredibile
Non vi smentite mai: la vostra forza è nella determinazione e, ancora una volta, sarà la vostra carta vincente. Nessuno potrà fermarvi, neanche la stanchezza. La vostra grinta avrà la meglio
E’ il momento giusto per lasciare da parte tutti i dubbi e i sensi di colpa. Guardate oltre e pensate solo a voi stessi. Gli altri se la caveranno da soli
Concentratevi su ciò che volete davvero cambiare e cominciate a pensarci concretamente. Un passo dopo l’altro arriverete a ottenere ciò che desiderate. Siate tenaci