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Davide Antoniotto Davide Antoniotto di di InfograficaInfografica
from N.25 OTTOBRE 2019
by Scomodo
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di Davide Antoniotto
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L’ombelico del mondo
Come continua l’incubo del Medio Oriente
Il ritiro delle truppe americane dalla Siria nord-orientale e la conseguente offensiva turca. La riaccensione dei conflitti tra Iran e Arabia Saudita che da anni si confrontano indirettamente in una delle guerre più devastanti di sempre. Le scorse settimane hanno visto diverse regioni mediorientali ripiombare in una spirale di violenza, tra interessi geopolitici di potenze mondiali e narrazioni propagandistiche.
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Il lettore non appassionato di politica internazionale potrà rimanere infastidito di fronte a gran parte della sezione dedicata ai conflitti mediorientali. In realtà, alla base di questa scelta ci sono esigenze e motivazioni ben precise. Raccontare la genesi dei due articoli in questione potrà forse chiarire eventuali perplessità.
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Il 5 ottobre si è tenuta la prima riunione di redazione per la pianificazione del numero che avete tra le mani. Da qui sono uscite diverse proposte di articoli, ancora confuse e poco strutturate. Tra queste, una delle meglio recepite e di cui eravamo più sicuri è stata quella di trattare le nuove tensioni in Medio Oriente. Mentre le pagine di politica nazionale erano impegnate nell’inseguimento delle dichiarazioni di Conte e di Renzi, alle prese con il suo neonato partito, gran parte del dibattito internazionale delle settimane precedenti era stato piuttosto monopolizzato dallo scambio di minacce tra Teheran, Riyadh e Washington. Due giorni dopo, mentre diventava sempre più evidente la necessità di chiamare nuove riunioni per definire meglio gli articoli da scrivere, è arrivata la notizia del ritiro delle truppe USA e l’annuncio dell’offensiva turca. A questo punto andava operata una scelta. E chiunque sia un minimo avvezzo al lavoro di redazione sa quanto “operare una scelta” nella pianificazione editoriale di un giornale sia un’attività di carattere negativo: per ogni argomento a cui si decide di dare spazio, ne vengono esclusi o rinviati a data da destinarsi molti altri, seppur validi. In questo caso la decisione era ovviamente quale dei due temi mediorientali trattare. Entrambe le ipotesi avevano buoni punti a favore.
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Da un lato le tensioni nel Golfo rappresentavano un nucleo tematico che, seppur trattato da buona parte della stampa, difficilmente era stato contestualizzato in modo approfondito. Dall’altro, non parlare dell’offensiva turca non voleva dire soltanto ignorare un’esigenza di cronaca giornalistica – a cui Scomodo, in qualità di mensile cartaceo, non ha mai dato troppa rilevanza – ma soprattutto ignorare una responsabilità politica verso i nostri lettori, dopo che in occasione della pubblicazione di Presente 2018 abbiamo definito quella in Siria come “la grande guerra del nostro tempo”. Il risultato di tale dibattito è ciò che leggerete nelle prossime pagine. E’ nata così quindi la volontà di dedicare più di metà della sezione di attualità a entrambi i due grandi conflitti mediorientali, yemenita e siriano, evidenziandone in questo modo anche i legami e le similarità. Con la speranza che queste pagine siano d’aiuto inoltre alla formulazione – da parte di qualcuno più bravo di noi – di una teoria che riesca a spiegare perché, in un mondo in cui la diplomazia e la finanza diventano sempre di più il campo di gioco della politica internazionale, il Medio Oriente continui a rimanere in una costante spirale di violenza da cui non sembra poter uscire.