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Maria MarzanoMaria Marzanodi di LA COPERTINALA COPERTINA
from N.25 OTTOBRE 2019
by Scomodo
Angelo Licciardello nasce a Catania il 21 Settembre del 1990. Laureato in Graphic Design presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, nel 2019 frequenta il Master di illustrazione MiMaster di Milano. Alla pratica dell’il- lustrazione accosta la ricerca artistica in campo visuale, prima con il collettivo Nuovo Cinema Casalingo, poi con il duo Licciardello&Tagliavia. Attualmente vive e lavora a Venezia.
Una rubrica per raccontare chi ha deciso di donare la sua arte e il suo lavoro come copertina del mese
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Dopo il liceo artistico e l’Ac- cademia, quando hai capi- to che fare l’illustratore sa- rebbe diventato un lavoro? Quando i miei disegni han- no iniziato ad aprirsi di più verso chi li guardava. Ho sempre disegnato per addo- mesticare delle sensazioni personali e per capirmi me- glio, ma capito che la cosa si stava facendo seria quan- do in Accademia feci una portfolio review con il prof. Riccardo Francaviglia al quale presentai una serie di fogli stracciati dalle forme tutte diverse, inseriti pietosamente in un cartoncino piegato ad uso carpetta. Lui mi spiegò che il disegno può diventare un lavoro, se inizi ad avere cura della presentazione e a simulare una certa professionalità. Io penso che questo approccio, per quanto essenziale, non può sopperire al talento (ma ripeto, questo lo penso io). Ho fatto un po’ di fatica perché sono sempre stato disordinato, ma si sa, il mondo è pieno di regole!
Come ti poni davanti al foglio bianco? Dipende dal foglio bianco! Quando compro dei fogli costosi ho sempre paura di rovinarli, e sono molto a mio agio invece con dei supporti a caso, come quelli strappati dai quaderni. Quindi se voglio iniziare bene devo sempre illudere il mio cervello, e pensare che i fogli “costosi” che sto utilizzando sono invece dei semplici fogli da stampante A4.
Questa tua attitudine fanciullina nell’utilizzo di colori molto accesi enella creazione di personaggi molto buffi ti ha avvicinato
alla dimensione ludica e lavori spesso con i bambini, ci racconti dell’iniziativa “piccoli a teatro” in cui hai collaborato con teatro sommerso? Questa domanda non me l’aspettavo, ma grazie per averla fatta! Con gli amici di Città Sommerse Teatro ab- biamo lavorato presso il Tea- tro Coppola, un teatro occu- pato a Catania che cura una splendida rassegna di even- ti per l’infanzia chiamata Squonk! Il Teatro Coppola ha invitato Città Sommerse alla rassegna, che a sua volta ha invitato me. Già tempo prima con i ragazzi di Città Sommerse ci eravamo trovati a pensare all’infanzia, e al modo in cui teatro e disegno potevano collaborare: attraverso il gioco. Quindi è nata questa folle collaborazione, e dico folle perché alla fine, durante il laboratorio/spettacolo che abbiamo proposto, i bambini erano iperattivi e super attenti, saltellavano e correvano dappertutto ed è stata una vera e propria battaglia… abbiamo conquistato terre lontane, cantato inni, disteso fogli come campi di battaglia e vecchi divani come trincee. Sono stati dei giorni pazzi!
Lo scorso anno le tue opere sono state selezionate per Bologna Children’s Book Fair, una vetrina in cui è possibile ammirare l’incontro tra stili, tecniche, tradizioni visuali e tendenze provenienti da ogni Paese del mondo. Come è stata questa esperienza? È stata una bellissima esperienza. Mentre lavoravo ai disegni da mandare a Bologna, Teresa, la mia ragazza, storceva il naso. Questo mi ha aiutato a convincermi che fossero ottimi lavori! E infatti poi sono stato selezionato, e alla fine insieme a lei ab- biamo anche pubblicato un libro di fiabe illustrato, con le illustrazioni selezionate a Bologna. Il libro si chiama Leggende perdute, e raccoglie otto leggende sotto forma di piccoli racconti, quasi haiku, scritte da lei e accompagna- te dai miei disegni. Mescola- re il processo del disegno a quello della scrittura è stato interessante. Purtroppo non posso pub- blicizzarlo qui perché è edi- to solo a Tokyo, in Italia non si trova!
Tu, da siciliano, che vivi una terra in cui i beni sottratti alla mafia sono tanti, come ti sei approcciato al tema del bene comune? Per me non è stato un tema facile da affrontare. Da siciliano spesso sono arrabbiato. Ma apprezzo chi riesce a parlare di mafia in maniera sottile, ironica e cruda, senza cadere nel vittimismo: Cipri e Maresco ne danno un affresco convincente, per quanto mi riguarda, e anche me piacerebbe parlarne così.
di Maria Marzano
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