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Luca Bagnariol

Parallasse -------------------------------------------------------------------- la rassegna stampa di Scomodo

Lo spostamento apparente di un oggetto causato da un cambiamento di posizione dell’osservatore è un effetto ottico noto come parallasse. Si tratta di un concetto potente, utile a descrivere il relativismo generato dalla molteplicità di interpretazioni dei fatti, soprattutto nell’industria dell’informazione. Spiegare questa molteplicità è l’obiettivo di questa rassegna stampa mensile.

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Narrare le problematiche di Roma: due modelli a confronto Il 12 Novembre 2019, Il Tascabile (rivista digitale direttamente legata a Treccani) ha pubblicato un articolo intitolato “Il declino di Roma”, il cui nucleo fondante è la narrazione delle macro-problematiche della Capitale. Nei giorni seguenti, l’articolo è stato oggetto di una critica feroce da parte del Blog Roma fa schifo, attivo su Facebook nella segnalazione quotidiana di elementi critici presenti sul suolo cittadino. Questo scontro permette in questa sede di sviluppare un confronto più ampio fra le due narrazioni, sia a livello contenutistico che a livello linguistico.

Il Contenuto La differenza principale fra il contenuto dell’articolo e i post del blog risiede essenzialmente nelle tempistiche di pubblicazione: Roma fa schifo pubblica più volte al giorno, per cui è necessario che i post siano brevi, concisi e di impatto per cercare di generare il maggior numero di traffico possibile per la pagina. Nel caso del Tascabile siamo dinanzi ad un vero e proprio articolo giornalistico, per cui la sua realizzazione è avvenuta in seguito a degli studi precisi e soprattutto beneficia della tecnica del “long form” per articolare al meglio le dinamiche trattate. Questa caratteristica rende palese poi la più grande divergenza fra i due modelli, ossia quella a livello contenutistico vero e proprio. Roma fa schifo è celebre per i suoi post di denuncia delle situazioni di degrado urbano che caratterizzano la città, specializzandosi dunque nella constatazione immediata e mai cercando di strutturare discorsi di più ampio respiro sulle macro-problematiche alla base delle suddette situazioni. Una formula molto redditizia se si tiene conto del numero di reactions online che la foto di un parcheggio in doppia fila o di un cassonetto stracolmo riescono a creare, ma che rischiano di distogliere l’attenzione dei cittadini rispetto alle effettive cause di questi problemi, risultando così uno strumento di distrazione di massa (aspetto che viene oltretutto pacatamente criticato dal Tascabile, che forse per questo “attacco” è stato preso di mira dalla pagina nei giorni successivi alla pubblicazione dell’articolo). Il Tascabile nel suo articolo analizza i rapporti di causa ed effetto che sussistono fra la mancanza di una pianificazione urbanistica sensata e non mediata dagli interessi dei privati e la presenza di fenomeni di degrado, che secondo l’autore dell’articolo altro non sono che la conseguenza della mancata strutturazione di un Piano Regolatore Urbano in base alle reali necessità della città. Secondo l’autore, le ingerenze dei palazzinari romani, che nel tempo hanno portato alla creazione di quartieri privi di servizi poiché costruiti in zone non pensate per lo sviluppo di complessi abitativi, hanno portato ad un peggioramento complessivo della situazione cittadina e soprattutto dei suoi servizi, portando come esempio il default totale del trasporto pubblico, costretto a servire delle zone al limite del contesto urbano romano e sottoponendo l’intero parco mezzi (composto da autobus

particolarmente vecchi, questo va detto) a degli “sforzi” eccessivi che inficiano sulla longevità del loro servizio. Una prospettiva del genere non solo non viene mai effettivamente analizzata da Roma fa schifo, ma viene addirittura sbeffeggiata all’interno dei suoi post: pur affermando di esser sempre contrari alla speculazione dei palazzinari romani, le uniche volte che il termine “speculazione” appare sui post è per delegittimare il pensiero di coloro che si oppongono a grandi investimenti in questa città per la paura che i grandi potentati costruttori romani possano specularci sopra. Oltre a questi specifici casi, difficilmente sulla pagina si possono segnalare denunce con nomi e cognomi allo strapotere dei grandi palazzinari della città, se non nei commenti quando questa assenza viene chiamata in causa. Il Tascabile invece si lancia in una sempre pacata invettiva contro le grandi famiglie romane e il loro grande potere d’influenza sulla popolazione tramite il possesso dei maggiori organi d’informazione romana, come nel caso dei Caltagirone ed il Messaggero. Arriviamo così all’ultima differenza contenutistica fra i due modelli, che risiede principalmente nel fatto che Roma fa schifo non si pone come il Tascabile come una fonte d’informazione e d’analisi imparziale, ma sia il “megafono social” degli ideali politici personali del fondatore del blog, Massimiliano Tonelli. Tonelli sfrutta il proprio blog per lanciarsi in delle vere e proprie invettive contro quelli che considera i nemici della sua città e per rilanciare quello che a suo avviso è il modello urbanistico da seguire per il rilancio di Roma, ossia quello di Milano. Questo aspetto è forse quello che squalifica maggiormente il contenuto dei post del blog rispetto al lavoro del Tascabile, poiché quanto viene scritto su Roma fa schifo non ha altro scopo se non rilanciare le idee di un singolo sulla città di Roma senza alcuna reale volontà d’informare il lettore in modo neutro, cosa che invece l’articolo riesce a fare (come è giusto aspettarsi da una testata d’approfondimento).

Il migliore esempio per dimostrare come Tonelli veicoli il proprio pensiero individuale sul Blog spacciandolo come informazione imparziale è osservabile nella serie di pubblicazioni che hanno seguito la manifestazione delle Sardine a Piazza San Giovanni il 14 Dicembre 2019. Il Blog si è infatti lanciato in una fortissima invettiva contro il movimento di piazza, paragonandolo alla fase di genesi del Movimento 5 Stelle, cercando di mascherare l’antipatia personale di Tonelli nei confronti delle Sardine attraverso una denuncia del “degrado” lasciato al seguito del loro passaggio (quantificabile in 2 scritte su 2 cassonetti e un cartellone abbandonato in strada). Roma fa schifo in questo caso, come in molti altri, getta la propria maschera di “blog d’informazione neutra” e si mostra per quello che effettivamente è.

Differenze di forma La forma di un articolo si esprime attraverso una varietà di mezzi; uno dei più efficaci per convogliare emozioni e muovere lo spirito di un lettore è il linguaggio. Il modo con cui viene elaborato un pezzo non è separato dai contenuti che esso presenta; spesso si tratta soltanto di un altro strumento per aiutare l’interpretazione che si da degli eventi. Sicuramente è il caso quando si confrontano due testate online tanto diverse quali il Tascabile di Treccani e Roma fa schifo. La differenza di forma è già palese dal nome dei due blog, dove l’obiettivo di uno è scaturire una sensazione di disgusto, attraverso un nome che è più simile ad un’imprecazione e che in realtà già contiene in sé un manifesto delle idee della pagina web.

L’uso del linguaggio come strumento politico è palese poi nella critica di Roma fa schifo all’articolo del Tascabile. Una delle critiche che Roma fa schifo rivolge al Tascabile è circa la presunta difesa dei movimenti per il diritto all’abitare, che da Roma fa schifo vengono considerati come “criminali”. La prima cosa che salta all’occhio è che l’articolo criticato non contiene vere e proprie difese nei confronti dei movimenti per il diritto all’abitare e nemmeno si presenta come apologetico di questi movimenti, semplicemente vengono contestualizzati. Di sicuro però gli attacchi che invece vengono rivolti ai movimenti da Roma fa schifo sono chiari, espliciti e

veementi: citando l’articolo de il Tascabile i movimenti per il diritto all’abitare vengono definiti da Roma fa schifo come “nazisti”, “pro mafia-capitale”, “criminali”, “un danno per la città” e responsabili “del declino di Roma”. Nell’ultimo articolo di critica invece sono “organizzazioni politiche violente e subdole” che vogliono “depistare” l’opinione pubblica, poiché, in realtà, si tratta di “approfittatori”.

Il linguaggio usato è fortemente patemico e, attraverso simboli del genere, suscita coinvolgimento emotivo nei lettori, sia che essi siano di una o dell’altra parte. Nel caso del Tascabile la situazione è diametralmente opposta. Il linguaggio usato non è uno strumento patemico (per la maggior parte dell’articolo) ma soltanto un mezzo con cui dipingere l’immagine reale della città, attraverso un’accurata ricostruzione storica. Parte di questa narrativa è costituita da un’analisi dei movimenti per il diritto all’abitare che vengono posti come un tassello in un mosaico più ampio di eventi. La forma inoltre non differisce solo nel linguaggio ma in una serie di aspetti che vanno dal posizionamento delle immagini, alla scelta delle notizie in prima pagina, alla struttura degli articoli. Roma fa schifo utilizza in maniera indiscriminata le immagini del degrado di Roma e riporta in maniera minuziosa ogni aspetto delle manifestazioni quotidiane di un disagio che ha radici ben più profonde. L’effetto è quello di generare un disgusto viscerale di fronte a quella che appare una ricerca del degrado che si spinge nelle profondità della città. Si tratta di qualcosa di ben più ampio di una semplice indignazione da click, scaturita da un anonimo post su Facebook. Il fenomeno Roma fa schifo è strutturato nel tempo e diventa un archivio dei momenti del degrado della città. Da questo punto di vista ricorda un’altra pagina facebook simile sotto alcuni punti di vista: Welcome to favelas, che allo stesso modo archivia i momenti di degrado della città, tuttavia non proponendo un pozzo di indignazione dove potersi sfogare del degrado (come fa Roma fa schifo) ma uno di becera derisione. Andare oltre queste due reazioni d’istinto al degrado significa superare il linguaggio dell’immediatezza e riflettere sulle questioni che veramente rendono Roma una città difficile e che successivamente si riversano nella quotidianità delle strade. Sicuramente Roma fa schifo è tutt’altra cosa rispetto a pagine come Welcome to favelas, tuttavia le immagini del degrado necessitano di essere presentate in un contesto e con un linguaggio che convogli messaggi “costruttivi”, dando contesto ed identificando le ragioni del disagio, altrimenti o è cronaca o è qualcosa di sbagliato. La differenza nel linguaggio è un riflesso dei contenuti. Da una parte abbiamo un linguaggio che suscita emozioni e che parla alla pancia della gente, pieno di espressioni forti e violente: questo si presta bene per i contenuti che altro non sono che immagini d’impatto e critica a zero contro “l’attitudine romana” in generale (ormai diventata una rappresentazione macchiettistica e incoerente della realtà). Dall’altra il linguaggio narrativo rispecchia dei contenuti sostanziali, ricchi di contesto storico e che hanno, al contrario di ciò che dice Roma fa schifo, “il fine di spiegare” come si è sviluppata la speculazione edilizia a Roma e non solo.

di Marco Collepiccolo e Luca Bagnariol

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