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Carlo Giulianoe
from N. 32 MAGGIO 2020
by Scomodo
Lockdown forzato anche per L’attuale situazione d’emerUn quarto dei lavoratori, l’industria cinematografica, genza ha inoltre contribuito però, non ha i requisiti e il che, seppur tra le principali ina rivelare contraddizioni e numero di giorni lavorativi teressate dai sostegni economiproblematiche che da semnecessari ad accedere ad alci, ha in questi mesi subito una pre caratterizzano l’industria cun tipo di ammortizzatore, notevole battuta d’arresto. cinematografica: un impero nemmeno la disoccupazione. La paralisi ha investito in modi sorretto da operatori e profesI bonus mensili e i sussidi soe tempi differenti quasi tutte le sionisti di ogni grado che laciali non possono inoltre sopfasi del processo, prima fra tutte vorano privi delle più basilari perire la mancanza di un lavolo step finale, la distribuzione in tutele e assicurazioni. ro che non si sa ancora quando sala, che il decreto dell’8 marzo Anche le misure previste dai sarà nuovamente disponibile. ha bloccato sull’intero territopiù recenti decreti per il soSecondo un delegato del sindario nazionale. In tutto 1.600 sale stegno ai lavoratori del setcato Lavoratori delle Troupes, cinematografiche hanno sospetore risultano inadeguate. solo il 30% del settore ripartirà so la loro attività, per un toa breve. Tutto il compartale di 4.200 schermi spenti. E sono proprio le sale “Un quarto to tecnico è attualmente bloccato, ad eccezione delad accusare maggiormente il colpo, mentre le perdite economiche interessano dei lavoratori non ha i requisiti la sceneggiatura e del doppiaggio cui, rispettando precise indicazioni sanitain misura minore produzioni e comparto creativo. Pessimo tempismo per il e il numero di giorni lavorativi necessari rie, è permesso continuare a lavorare secondo le disposizioni del codice Ateco. cinema italiano, che, dopo il lieve rialzo che aveva opposto il 2019 al “terribiad accedere ad alcun tipo di ammortizzatore, Un problema non meno rilevante, già presentatosi per queste categorie non colpite le” triennio precedente, si preparava a conoscere un nemmeno dal lockdown, è quello della sicurezza sul lavoro, che ulteriore e decisivo slancio nel 2020, i cui guadala disoccupazione.” ha già interessato quei doppiatori che per mesi hanno gni a gennaio - il 22% in continuato a lavorare in più rispetto all’anno scorso – L’indennità di 600 euro prepiccole sale chiuse, a contatto lasciavano ben sperare. Oltre vista per il mese di marzo e con altri tecnici. La questione ai mancati incassi dei mesi da rivolta agli iscritti al Fondo coinvolgerà, probabilmente a marzo ad oggi, la chiusura ha pensioni Lavoratori dello spetbreve, anche le altre categorie, causato lo slittamento di molte tacolo, rappresenta un validato che la tendenza sembra uscite economicamente riledo supporto economico oltre essere quella di ripartire presto vanti – come Si vive una volta che un importante simbolico con le produzioni. Nessuna sosola di Verdone – dai cui ricavi riconoscimento della catecietà assicurativa, però, garanavrebbe giovato l’intero settore, goria; eppure sono in troptisce la copertura delle troupes incluso il comparto produttivo. pi ad esserne tagliati fuori. in caso di covid-19, lasciando la Ai danni economici causati In particolare, una delle reresponsabilità alle produzioni, dalla sospensione delle produstrizioni per l’accesso al boche, dovendo soppesare i rischi zioni già avviate - il maggior nus – l’adempimento di almedi ogni progetto, saranno pronumero delle quali interrotto no 30 giornate lavorative nel babilmente scoraggiate dalle tra la fine di febbraio e l’11 di 2019 - non tiene conto della condizioni di lavoro imposte. marzo - e da una distribuzioprecarietà che contraddistinParticolarmente stringenti sane in attesa, si aggiunge anche gue gli impieghi in ambito ranno infatti le norme da sela fuga delle produzioni interculturale. Inoltre, nonostante guire sui set, probabilmente nazionali, che hanno fermato il ministro Franceschini avespiù restrittive di quelle indicate o annullato le riprese in Italia, se garantito l’accesso senza nella Nordic Film Guide, rivolta lasciando a casa più di mille limitazioni alla cassa intealla Svezia e Danimarca, che lavoratori e determinando una grazione, soltanto due pronelle direttive generali per gestiperdita di circa cento milioduzioni italiane non hanno re l’emergenza si erano mostrani di investimento nel Paese. licenziato nessun dipendente. te già più morbide dell’Italia.
In una prima esperienza di allestimento di un set dopo l’emergenza, Alessandro Tomassetti, assistente scenografo, riporta come le location, fornite alla produzione da aziende specializzate, debbano essere sanificate ore prima dell’utilizzo; è necessaria anche la presenza di diversi prodotti per la pulizia degli oggetti di scena, prima e dopo ogni impiego da parte degli attori. Si ipotizza anche un controllo giornaliero della temperatura per tutti i lavoratori chiamati sul set e il frequente ricorso a tamponi. Le misure potrebbero inoltre parzialmente influenzare la dimensione strettamente creativa, data la possibilità che sia ammessa la presenza di una sola macchina da presa e che venga limitato l’utilizzo di comparse e il contatto fisico tra gli attori. Inevitabilmente queste condizioni condurranno anche ad una dilatazione dei tempi di ripresa, che faranno ulteriormente lievitare i costi per la produzione. Nonostante le restrizioni possano apparire ingombranti, Nicoletta Romeo, produttrice cinematografica e direttrice artistica del Trieste Film Festival, ritiene che il cinema, in quanto arte, sia flessibile e in grado di adattarsi alle necessità richieste dall’attuale emergenza, che non costituirà, pertanto, un ostacolo alla creatività della produzione. Diversa la condizione dei festival, anch’essi luoghi vivi di aggregazione sociale oltre che culturale, molti dei quali sono stati rimandati a data da destinarsi, e, rimanendo in attesa di condizioni più proficue, dovranno evitare l’accavallamento una volta che la situazione si sarà sbloccata. È ancora incerto, e probabilmente lo sarà fino all’autunno, se la prossima edizione del Trieste Film Festival, che si terrà a gennaio 2021, si svolgerà in presenza, totalmente online o in modalità mista, con proiezioni dal vivo ed eventi – masterclass, interviste – online. Le difficoltà primarie vanno però oltre le modalità di fruizione. A preoccupare è in misura maggiore il piano contenutistico, perchè lo slittamento dei grandi festival, come quello di Cannes, di Karlovy Vary o di Locarno, mantiene congelate le anteprime dei film, rendendo “vuoti” i mercati internazionali da cui attingere per riempire il palinsesto e generando una domanda maggiore dell’offerta. In alcuni casi, invece, altri festival hanno deciso di salvaguardare l’edizione spostandola su piattaforme online, come il Far East Film Festival, dedicato al cinema asiatico, e lo ShorTS International Film Festival di Trieste, entrambi ospitati da MYmovies. Sebbene l’abitudine alla visione online sia ormai consolidata, questi mesi di lockdown non hanno scalfito la centralità della sala nel processo di fruizione dei film. La riapertura delle sale italiane è prevista, secondo decreto del 16 maggio, per il 15 giugno, nel caso in cui queste siano in grado di rispettare specifiche misure di sicurezza, come il distanziamento tra le sedute e l’utilizzo di termoscanner all’entrata per il rilevamento delle temperature. La necessità di rispettare determinate condizioni andrà certamente a scapito dei piccoli esercenti, che non potranno nemmeno guadagnare dalla vendita al dettaglio di alimenti e bevande. Nonostante il blocco delle produzioni e il lancio online delle anteprime di alcuni film, per cui sarà necessario adottare le strategie più adatte a riproporli efficacemente in sala, molte altre valide pellicole sono in attesa di uscire, in un periodo dell’anno che non è però il più prolifico. Dopo mesi di distanziamento sociale e lockdown, che hanno modellato le abitudini psicologiche degli spettatori, l’ostacolo più grande al ritorno in sala potrebbe però essere rappresentato dalla mancanza di fiducia nelle misure di sicurezza adottate e nel timore di ritrovarsi in uno spazio chiuso e affollato.
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di Giulia D’Aleo e Carlo Giuliano