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Glamping, il campeggio si veste di lusso
Turismo
Glamping, il campeggio si veste di lusso
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Veronica D’ANGELO
Siamo a marzo, l’estate non sembra poi così lontana e il bel tempo comincia a farci sognare spostamenti senza restrizioni e, magari, finalmente una vacanza. Diciamoci la verità. Chi di noi in questi mesi non ha immaginato di rilassarsi in un luogo incontaminato, circondato dalla natura, dove placare al contempo il bisogno di spazi aperti e le ansie da distanziamento sociale?
Il 2020 è stato caratterizzato dalla crescente attenzione verso forme di turismo len-
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to e green, passeggiate giornaliere nei parchi, pic-nic in campagna, trekking, cammini di più giorni. Eppure, non tutti hanno la preparazione e la tempra fisica per affrontare lunghe camminate, magari con lo zaino in spalla.
La soluzione per non rinunciare né al comfort né alla natura esiste. Avete mai sentito parlare del Glamping? Nuovo termine, nato dalla fusione di glamour e camping, per descrivere i campeggi caratterizzati da tende e alloggi eco-compatibili super accessoriati e immersi nel verde, con letti soffici, bagno in camera e altri tipi di comodità.
L’idea, che riprende la formula dei lodge africani, asseconda l’esigenza di un turismo alternativo che coniuga la voglia di contatto con la natura e il bisogno di dormire in un ambiente comodo e rilassante, e si è evoluta fino a contemplare servizi di lusso.
E allora dimenticate i bagni comuni, le piazzole, i sacchi a pelo, il libretto di istruzioni per montare la tenda…il vecchio campeggio ha ceduto il passo ad alloggi degni di una stanza d’albergo e curati nei minimi dettagli: tende di lusso, dotate di a- ria condizionata, doccia idromassaggio, barbecue in giardino o terrazza vista mare. Ma anche casette con bagno, cucina moderna e spazio esterno attrezzato, oppure sospese in aria!
Un campeggio chic, direi, che combina comfort, lusso, design ed ecologia. La caratteristica di queste strutture, infatti, è che sono ideate per essere ben integrate con l’ambiente circostante, costruite con materiali eco-compatibili e a basso impatto ambientale. In alcuni casi anche gli arredi sono fatti di materiale riciclabile o biodegradabile.
Ma non si tratta solo di lusso. Col tempo, infatti, dalle tende si è passati ad alloggi
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di ogni tipo, purché adattabili all’ambiente da un punto di vista estetico ed energetico. Si può dormire in tende tepee indiane, molto di moda nei glamping in America, safari lodge, ma anche in comode grandi botti all’interno di un vigneto, come tra le colline del prosecco, o in “bolle” trasparenti da cui poter guardare il cielo come se fossimo distesi su un plaid in mezzo al bosco, ad esempio in Cile o in Basilicata. Tra le opzioni ci sono perfino autobus, pulmini o vecchie carrozze-treno dismessi, soprattutto nel Regno Unito. Per non parlare delle case sugli alberi, le Glamping Tree House: ce ne sono dappertutto, dalla foresta australiana a Viterbo.
Certo, non sono quelle che ricordavo. Molti anni fa, in Turchia, ho dormito in una casetta di legno sull’albero, era così piccola che c’entrava quasi solo il materasso. Non c’erano finestre e di notte, nel buio più assoluto, scendere con la torcia per cercare il bagno fu un’esperienza piuttosto avventurosa! Oggi anche le case sugli alberi sono diventate confortevoli, a uno o due piani, con toilette e porte-finestre per godersi il panorama. Perché non approfittarne?
I costi del glamping, infatti, sono variabili, in proporzione all’esclusività del luogo, alla tipologia di alloggio e ai servizi offerti. Ce n’è per tutte le tasche. Si va dai 20 euro al giorno a persona, per una tenda confortevole e accessoriata su una spiaggia pugliese, fino ai 2.000 dollari a notte, che per un periodo hanno contraddistinto l’esperienza di urban outdoor più esclusiva di New York: dormire all’aperto sul terrazzo di un noto albergo con vista sul Central Park, dotato di caminetto e telescopio per osservare le stelle. Eccessivo? Forse sì. Infatti, è durato poco.
Quel che conta, in fondo, è il fatto che il concetto di lusso si sia evoluto e che possa coniugarsi con quello di turismo sostenibile e rispetto per l’ambiente, che ci sia una ricerca di materiali che limitino il più possibile l’impatto sulla natura e il consumo di energia. E se di certo manca un po’ il fascino rude del campeggio
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“classico”, a chi non piacerebbe poter dormire in un bosco, ammirando il cielo stellato da un comodo letto e vedersi arrivare una ricca colazione in camera il giorno dopo? Perché, in fondo, come disse qualcuno, tutti vogliono tornare alla natura, ma nessuno vuole andarci a piedi.
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