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GNM: chi-come-perché
GNM: chi-come-perché
Aldo AVALLONE
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Comunicazione Politica
Da questo numero conosciamo informalmente i protagonisti di 999, l’Ente del Terzo Settore che è editore de l’Unità Laburista.
La prima chiacchierata è con Gian Nicola Maestro, ligure nato nella stupenda cornice dalla Riviera di Ponente e Chief Content Officer di 999-ETS, che ci racconterà anche la sua esperienza professionale svoltasi, da sempre, in stretto rapporto con il suo impegno politico.
Gian, come hai iniziato?
A Milano negli anni ‘80, dopo – anzi – durante ultimo anno dello IED a Milano: iniziai come assistente allo Studio Convertino, dove usai il Mac1 (che emozione
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veder uscire le prime cose con la stampante a aghi!): all’epoca curavo numerose sigle RAI – tra cui la Domenica Sportiva – riviste, cover di dischi e manifesti di concerti (ricordo il manifesto del concerto di Jerry Lee Lewis al Rolling Stone, interamente realizzato da me: nascosi una firma nelle illustrazioni...). Dopo circa sei mesi li mollai e passai allo Studio Plagio, ex reparto grafico di Fiorucci, responsabile di capolavori pop quali gli angioletti Fiorucci, il marchio CROFF, le prime pubblicità Panda, ecc. Lì, come assistente dell’art director Pignagnoli (Pigna), imparai davvero cos’è la comunicazione visiva. Il progettare prima e non durante, l’importanza del pensiero ma, soprattutto, che la grafica non è cardiochirurgia e non ne va nemmeno della vita di migliaia di bimbi… insomma, a non prendersi troppo sul serio.
Avanti veloce: passano gli anni, i computer segnano un cambiamento epocale nella società’ e nel lavoro: dal fare tutto a mano – e ecco l’importanza del progettare – alle infinite possibilità’ del mezzo informatico. E qui bisognerebbe aprire un’altra directory: con i personal computer, chiunque diventa grafico/fotografo/ impaginatore, basta prendere e stirare un segno, una parola – et voila’, ecco un logo. Orribile, banale e inutile ma, intanto…
Da Milano ti trasferisci a Torino…
Venni chiamato a Torino come operatore 3d dalla Pixel Graphics del gruppo Satiz/ la Stampa: in quel periodo feci di tutto e, nel frattempo, usai le macchine potentissime – per l’epoca – per fare grafiche per i Movimenti (rientravo in ditta la notte…). Ricordo manifesti, dischi e una serie di finti manifesti elettorali situazionisti che crearono un discreto scompiglio... Aprii il mio studio da freelance e iniziai a lavorare per molte ditte italiane e non: il mio partner era, in allora, Ars Media (tuttora un’importante realtà torinese – e non solo).
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E siamo agli anni 90. Il Web
Dal 1995, con l’avvento di internet, si aprirono ancora nuovi scenari. La progettazione di siti web, con annessi e connessi. Iniziai a seguire i clienti a 360°, fornendo tutto (da strategie a visuals), creai un network di professionisti che coordinavo sui vari clienti. Shinynetwork fu uno dei miei primi clienti nazionali, per cui seguii tutto. Poi la Fratelli Carli, per la quale creai il primo sito eCommerce – credo uno dei primi italiani – e tutta la comunicazione food e cosmetics (per il sito Linea Mediterranea e per il Museo dell’Olivo venni pubblicato e poi premiato come uno dei migliori web designers italiani); Noberasco, poi Canterbury New Zealand, Seven, Parasuco e altre fashion firms per cui seguii comunicazione e eventi come Pitti Moda; l’Orchestra Sinfonica della Rai, Jacobacci and Partners per cui seguii eventi e video produzioni, il Museo del Festival di Sanremo e molti altri. Questo fino a circa il 2012, quando la crisi strutturale portò molte aziende a dotarsi di agenzie interne e, quindi, fece “saltare il banco” a molti studi.
La crisi (l’altra…) cosa cambiò – e come?
Purtroppo, dovetti ridurre le persone che lavoravano con me e continuai a lavorare come consulente e art director per varie agenzie, tra cui Frame Communication, per la quale seguivo progetti per FCA, Maserati, Jeep e ancora Ars Media, oltre a creare e sviluppare tutta l’immagine coordinata della mostra “I mondi di Primo Levi”, prima a Torino e poi in Europa. Producevo marchi e logotipi per musei, ditte e singoli, nonché immagine coordinata e branding per società di vario livello. Ovviamente non smisi mai di fare grafica per divertirmi e per iniziative sociali, realizzando cover di dischi, manifesti, ecc.
Come nasce 999-ETS?
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Saltando molte cose, arrivo a 999. Prima, insieme agli altri fondatori, giocai diverse “partite in incognito”. Quando mi hanno raccontato l’idea, sono saltato subito a bordo. La cosa di creare una “Bestia all’incontrario” è stuzzicante (666 capovolto diventa 999) e l’immagine che abbiamo scelto è un monolite ottico. Un marchio costruttivista, duro, poche informazioni: colori istituzionali il nero e il rosso, un claim – “Costruiamo Vittorie Politiche” – che è un manifesto.
Tutta la comunicazione segue queste linee base. Rarefazione delle personalità, poche info e asciuttezza nelle parole. Fra l’altro, è appena terminata una campagna di 3 settimane su Facebook che ha fatto numeri di tutto riguardo, senza comprare un byte di traffico da Zuck...
Le motivazioni di 999 sono già nei suoi segni. Duri, secchi. La sinistra ha un disperato bisogno di comunicare bene. Non di inseguire le pance degli italiani o dare solo addosso a Salvini. Questa cosa bisognerebbe urlarla dai balconi: “Non serve dire che S e’ cattivo!”, che e’ razzista o che so altro... Non serve. Anzi, gli facciamo un enorme favore. Gli algoritmi prendono e ringraziano. Il problema credo sia da un lato la “quasi vergogna” delle radici comuniste – si può ancora dire? – e dall’altro un modo edulcorato (o timoroso?) di affrontare la realtà, di chiamare le cose con i propri nomi. La disperazione, la fatica, la solitudine di moltissimi – tanti, troppi – queste cose vanno urlate. Non nascoste come se i tuoi elettori fossero dei bambini impressionabili. Temo davvero che taluni “comunisti col rolex” (adesso sarebbe più appropriato chiamarli “progressisti con il c..o al caldo”) siano troppo distanti dalla realtà o ne abbiano paura. E in questo prolasso storico ci stiamo giocando una partita fondamentale, forse l’ultima.
Una intera fetta di società sta per essere cancellata, la media borghesia è scomparsa, inghiottita dalla forbice tra i pochissimi che stanno in alto e i molti che an-
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naspano in basso, le libertà e i diritti vengono cancellati con una leggerezza davvero eccessiva, qualsiasi dissenso dal pensiero comune schiacciato. Attenzione: mi preoccupa il meccanismo. La mancanza di confronto, il fatto che l’asticella si alzi sempre più, le libertà negate. Mi preoccupa l’aria da linciaggio che tira ovunque.
Per questo è nata 999: per mettere in mano un’arma efficace e contemporanea a chi vuole contrastare il conservatorismo, i sovranisti, il razzismo endemico, le disuguaglianze, la povertà. Al singolare: non esistono “le povertà”, la povertà è una sola.
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