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Merluzzo
from Tempo lontano
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parlava e la vidi anche passare per Porta/Corso Padova.
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Della cosa s’interessava e ne parlava più di tutti Toni tabacaro (sicuramente aveva un cognome ma non me lo ricordo).
Allora si diceva che la nuova Rua doveva essere più piccola dell’antica che non avevo mai vista né sentita nominare prima di allora: ero troppo giovane per entrambe le cose e non esisteva più. Il motivo per cui doveva essere più piccola – se ben ricordo – non era tanto questione di spesa o peso quanto perché se fosse stata più alta non poteva passare per la strada a causa delle linee aeree del tran coe tirache (filobus) e per Toni tabacaro la strada era quella di Porta/Corso Padova in occasione della Sagra de San Zulian. Naturalmente le due coppie di fili, sui quali scorrevano le rotelle delle tirache (bretelle) per fornire l’energia elettrica al filobus, erano sostenute da cavi che attraversavano tutta la strada ed era quindi impossibile passare con un qualcosa che non fosse più bassa dei fili. Quelli della linea 1 andavano dalla Stazione alla Stanga passando per Corso Palladio e Ponte degli Angeli.
Da allora solo in questi giorni ho letto della Rua. Ai miei tempi tutti sapevamo cos’era una rua (ruota), anche se non tutti conoscevano la Rua, ma già allora in città si diceva roda mentre rua era abitualmente usato in campagna. Coesistevano le ruare dei carri e le rotaie del treno. Non so se ora a Vicenza dicono rua, roda, ruota o magari wheel.
Vivendo di questi tempi dubito che la tradizione della Rua possa essere ripresa con lo spirito di un tempo, con lo spirito della gente che ai oto (8 settembre) passava sotto le
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finestre di casa mia per arrivare in vacamora o a pìe alle sca·ete de monte (in treno o a piedi alle scalette di Monte) e salire a Monte Berico, magari coi fighi su·a sporta (con i fichi nella sporta) come diceva la canzone.
Natale
Natale era solo Natale, il Santo Natale. Ma il periodo natalizio era anche qualcos’altro: le vacanze scolastiche, le giornate che finivano di accorciarsi e cominciavano ad allungarsi, la Befana per i più piccoli. Un breve periodo senza scuola ma né io né nessuno dei miei amici doveva fare settimane bianche, andare a sciare: il primo sciatore che ho conosciuto è stato un compagno di scuola che veniva dall’altopiano, da Gallio, ed ero già grandicello.
Il mio compleanno all'inizio dell'Avvento, poi festa dell’Immacolata, novena natalizia, Natale , Santo Stefano, Capodanno, Befana. Finivano le feste e si tornava a scuola.
“A Nadal un pa§o de gal, all’Epifania un passo de stria” (A Natale un passo di gallo, all'Epifania un passo di strega. La befana era detta anche la stria). Sarebbe stato ancora freddo, anzi più freddo, ma si andava verso giorni sempre più lunghi, verso la primavera, ci sarebbe stato carnevale con frito·e, grusto·i … e pevaroni soto axedo par smorbarme ·a boca (frittelle, chiacchiere, peperoni sotto aceto per togliere il dolce in bocca).
Alla novena di Natale mi mandava mia madre, ma mi piaceva andarci. Tutti gli anni faceva freddo ed era buio presto: non era tardi ma era già notte. Ricordo notti di stelle, notti con o senza luna, con poche o tante nubi, notti umide e nebbiose, con o senza neve.