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parlava e la vidi anche passare per Porta/Corso Padova. Della cosa s’interessava e ne parlava più di tutti Toni tabacaro (sicuramente aveva un cognome ma non me lo ricordo). Allora si diceva che la nuova Rua doveva essere più piccola dell’antica che non avevo mai vista né sentita nominare prima di allora: ero troppo giovane per entrambe le cose e non esisteva più. Il motivo per cui doveva essere più piccola – se ben ricordo – non era tanto questione di spesa o peso quanto perché se fosse stata più alta non poteva passare per la strada a causa delle linee aeree del tran coe tirache (filobus) e per Toni tabacaro la strada era quella di Porta/Corso Padova in occasione della Sagra de San Zulian. Naturalmente le due coppie di fili, sui quali scorrevano le rotelle delle tirache (bretelle) per fornire l’energia elettrica al filobus, erano sostenute da cavi che attraversavano tutta la strada ed era quindi impossibile passare con un qualcosa che non fosse più bassa dei fili. Quelli della linea 1 andavano dalla Stazione alla Stanga passando per Corso Palladio e Ponte degli Angeli. Da allora solo in questi giorni ho letto della Rua. Ai miei tempi tutti sapevamo cos’era una rua (ruota), anche se non tutti conoscevano la Rua, ma già allora in città si diceva roda mentre rua era abitualmente usato in campagna. Coesistevano le ruare dei carri e le rotaie del treno. Non so se ora a Vicenza dicono rua, roda, ruota o magari wheel. Vivendo di questi tempi dubito che la tradizione della Rua possa essere ripresa con lo spirito di un tempo, con lo spirito della gente che ai oto (8 settembre) passava sotto le