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L’ERA DELL’IDROGENO: UN MONDO A ZERO EMISSIONI
from Pentascienze_21_22
by mctpalazzo
Come uscire dalla crisi energetica
Nell’ultimo decennio la richiesta di energia sta vistosamente aumentando e probabilmente, continuerà a crescere. È risaputo che la sua produzione, purtroppo, è strettamente legata all’utilizzo dei combustibili fossili, molto dannosi per l’ambiente. Si è cercato, così, di sviluppare nuove centrali energetiche sostenibili recuperando altre fonti naturali, e poco inquinanti. Osservando la natura notiamo che tutto parte dall’acqua e, precisamente, da ciò che la compone: idrogeno e ossigeno. Se, come è noto, l’acqua è costituita da due atomi di idrogeno e un atomo di ossigeno (H20), perché non ripartire e ricavare energia, quindi, proprio dall’idrogeno? Ma come fare? Ecco che gli scienziati, i fisici e gli ingegneri si sono adoperati alla progettazione di impianti per la produzione e l’utilizzo di idrogeno. Tra i metodi per la produzione di idrogeno quello maggiormente utilizzato è l’elettrolisi. Questo processo richiede l’impiego di grandi quantità di energia elettrica utilizzata per dividere i suoi componenti. Una volta ottenuto, l’idrogeno puro viene stoccato in speciali bombole per essere, successivamente, utilizzato come fonte energetica. Attualmente il suo utilizzo è ancora molto poco sviluppato a causa del suo basso rendimento e difficoltà di elaborazione. Gli ultimi avanzati studi ingegneristici stanno sperimentando la maniera per valorizzare al massimo questa risorsa apparentemente illimitata. I brevetti sviluppati, inoltre, hanno come obiettivo comune l’abbandono graduale dei combustibili fossili favorendo, quindi, la salvaguardia ambientale. Fino ad oggi, questa risorsa è stata utilizzata in alcuni processi industriali che, altrimenti, produrrebbero l’emissione di enormi quantità di CO2 come, ad esempio, alcune lavorazioni dei metalli, produzione dell’acciaio o la fusione del vetro. Ma le applicazioni più innovative riguardano il campo automobilistico: ad esempio, attraverso uno speciale trattamento chimico, l’idrogeno permette di produrre una sostanza simile al petrolio greggio (E-fuel). C’è anche chi lo sta sperimentando con le celle a combustibile, in modo da generare energia elettrica. È una risorsa, talmente diffusa che possiamo ritrovarla, anche se in quantità ancora esigue, all’interno delle nostre case: combinata con il gas naturale della rete o, negli impianti più recenti, usata integralmente per il riscaldamento domestico. È evidente, quindi, che l’idrogeno ha uno spettro di funzionalità molto ampio ed essendo molto abbondante può rappresentare, davvero una risorsa fondamentale. È una sostanza non tossica ed è persino in grado di produrre, come scarto, acqua potabile. Certo non è accessibile a tutti: infatti, i processi di estrazione dell’idrogeno sono molto costosi e difficilmente potranno essere sostenuti da tutti i paesi del mondo, specie i più poveri. Inoltre non va dimenticato il problema dello stoccaggio: infatti, per comprimerlo allo stato liquido sono
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necessarie temperature molto basse. Nonostante questi svantaggi, tutti ormai propendono per un uso efficace dell’idrogeno. Persino Il Parlamento Europeo si è mosso in questo senso lanciando II progetto Europa 2050 con lo scopo di decarbonizzare il continente e incentivare l’uso delle energie rinnovabili. Quindi, è lecito chiedersi: se l’idrogeno presente nel vecchio continente può arrivare a rappresentare il 24% della domanda energetica, perché non partire proprio da lui?