Prefazione di Enrico Ghidoni
C
hi affronta tanti chilometri ne ha fatti molti di più dentro di sé. È un’introspezione incredibile che ti porta a rintracciare energie impensabili, altrimenti nascoste nel nostro quotidiano. Io Gianluca lo conoscevo, ma poco. Sapevo cosa aveva fatto, sapevo di Rovaniemi e di quel ghiaccio che mi ricordava lo Yukon, ma non sapevo neanche tutto. Si può dire che siamo amici? Come si fa? È la fatica, la sofferenza, il disagio che ci rende amici, ci avvicina. Siamo stati distanti migliaia di chilometri ma abbiamo provato le stesse cose e adesso sono orgogliosissimo di stare qui accanto a lui, tenere in mano queste pagine e condividerne il viaggio senza fine. Più si vive in difficoltà e più ci si conosce. Se dovessi raccontare la mia storia ci vorrebbero almeno 8 giorni e 21 ore, il tempo in cui ho percorso e vinto la Yukon Arctic. Non mi sarebbe possibile riassumere quello che ho fatto, non potrei lasciar fuori dal racconto neanche un solo minuto perché non ce n’è stato uno inutile. Quando vivi nell’estremo non ce ne sono mai. Ogni azione, giusta o sbagliata che sia, può avere conseguenze enormi, decisive. Se apro la giacca a vento, se tolgo un guantone, se faccio cadere una goccia di sudore che gelando sulla cerniera non mi consente più di aprirla, sto mettendo a rischio
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