LE TARTARUGHE Appena Giorgio cattura la storia, i quattro amici si ritrovano ancora al mare, ma stavolta sul dorso di una tartaruga che nuota verso la riva. – Dove ci porta, signora tartaruga? – chiede Mei. – Sulla spiaggia: devo andare a deporre le uova – risponde. – Io non faccio uova! – protesta Mei. – Ma io sì! – dice la tartaruga. Sulla spiaggia ci sono già alcune tartarughe che con le pinne scavano nella sabbia per deporre le uova in profondità. – Ma dove siamo stavolta? E in quale periodo? – chiedono i due bambini. – Siamo nella terra dei Fenici – risponde Omero. – E al vostro presente mancano solo tremila anni! – Ehi, la sentite anche voi questa terribile puzza? – chiede Mei. Gea guida i bambini verso un punto poco distante: è da lì che arriva l’odore. A terra ci sono conchiglie aperte e, in una vasca, macera una poltiglia rossastra e puzzolente. – Ma chi è che ha fatto questo? – chiede Mei. – I Fenici! Eccoli che arrivano con le loro belle navi… – risponde la tartaruga. – Con quella poltiglia di molluschi fanno la porpora per colorare i tessuti di rosso! Gea però, che ha il naso molto sensibile agli odori, non vuol più sapere niente della porpora e prende il retino in cerca di una nuova storia da catturare.
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