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LA POSTA di GRAZIA

#io leggo Grazia

Scrivi alla direttrice di Grazia, Silvia Grilli, all’indirizzo grazia.direttrice@mondadori.it

Email di Paolo Massini

Cara Silvia, ho letto la sua risposta alla lettrice Ileana Colombo relativa alla situazione dei vaccini e vorrei tornarci sopra. Lei che è sempre molto attenta, che cosa pensa del vaccino prodotto da AstraZeneca? Non crede che farselo sia una roulette russa? Io ho 62 anni e non voglio vaccinarmi con questo siero. Aspetto il suo parere.

«Caro Paolo, avevo scritto la mia risposta a Ileana Colombo prima del nuovo pronunciamento dell’Agenzia Europea per i Medicinali, Ema. Il 7 aprile l’agenzia ha contraddetto le sue precedenti conclusioni e chiarito che i casi di trombosi cerebrale, che hanno portato a decessi in Gran Bretagna e in tutti i Paesi d’Europa compresa l’Italia, devono essere considerati come raro effetto collaterale di Vaxzevria (il vaccino che prima di cambiare nome si chiamava COVID-19 Vaccine AstraZeneca). Infatti, mentre precedentemente era stato escluso ogni nesso, ora l’agenzia fa presente agli operatori sanitari e alle persone che ricevono le dosi che potrebbe esserci la possibilità di rari coaguli di sangue con piastrine basse entro le prime due settimane dalla somministrazione di Vaxzevria. Finora i casi si sono verificati in donne sotto i 60 anni. Dopo queste conclusioni anche l’Italia, come già avevano fatto altri Paesi europei, ha cambiato le fasce d’età a cui destinare il farmaco prodotto da AstraZeneca. Contrariamente a prima, ora ne raccomanda l’utilizzo dai 60 ai 79 anni, ma non pone limiti al richiamo. Dopo casi di trombosi negli Stati Uniti seguiti a somministrazione di vaccino Johnson&Johnson, l’Ema ha avviato una ulteriore indagine anche su questo vaccino. Se lei non appartiene a una delle categorie per le quali è previsto l’obbligo, può decidere di non immunizzarsi in virtù del principio di autodeterminazione in materia sanitaria. L’Ema ricorda, però, che i benefìci di questi vaccini sono superiori ai rischi. Un caro saluto».

Email di Barbara Imbres

Cara direttrice, non voglio parlare delle cose brutte di questo periodo, perché già ce ne sono tante, ma di una piccola riscoperta che mi è stata concessa durante il lockdown e il periodo forzato in casa. Avevo perso di vista il mio giornale preferito, Grazia, che da sempre ha accompagnato la mia infanzia perché a casa la mia mamma ne aveva sempre una copia. Poi anch’io avevo proseguito la bella abitudine di acquistarlo, una volta andata a vivere fuori dalla casa dei miei genitori. Ma ultimamente, per mancanza di tempo o di costanza, avevo perso questa bella consuetudine. Una gradita offerta arrivata via posta mi dà l’occasione di abbonarmi ed ecco che Grazia ritorna a far parte della mia quotidianità. La rivista si è evoluta nell’arco degli anni, ma rimane quella di sempre, con tante belle inchieste e tanta moda, da ammirare e criticare. Per quanto io abbia installato l’app sul telefono per scaricare le copie online, mi ritrovo quasi sempre a non leggerle finché non arriva l’agognato cartaceo via posta. È un rito irrinunciabile che tutta la tecnologia di questo mondo non potrà mai sostituire. Forse sono diversamente anziana, ma tutto questo per me non ha prezzo. Grazie a tutti voi per la vostra professionalità.

«Cara Barbara, grazie per questa sua email che ci riempie di soddisfazione e dà un senso al nostro lavoro. Un abbraccio».

PRECISAZIONE Il trench indossato da Simona Ventura sulla copertina di Grazia 17 fa parte della collezione Sportmax primavera- estate 2021.

Scrivi a Grazia: palazzo Mondadori, 20090 Segrate (MI) - EMAIL: lapostadigrazia@mondadori.it SOCIAL: facebook.com/grazia - twitter.com/grazia - instagram.com/grazia_it - WEB: grazia.it

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