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CONTAMINAZIONE Anne

«ENTRO IL 2030 LA TOTALITÀ DEI VEICOLI IN CITTÀ SARÀ NON INQUINANTE E LA METÀ DEI PARCHEGGI SARÀ TRASFORMATA IN GIARDINI»

La sindaca di Parigi Anne Hidalgo con una bici elettrica Velib Metropole: l’obiettivo è fare avvenire sulle due ruote il 15 per cento degli spostamenti in città.

un turismo positivo per l’ambiente, come i trekking urbani, per esempio, che attraversino le zone verdi ed esplorino parti talvolta dimenticate della città. Puntare all’ecologia significa puntare a una migliore qualità di vita per tutti. Entro il 2030, la totalità dei veicoli che circoleranno in città sarà non inquinante. La metà dei parcheggi sarà trasformata in spazi verdi o piste ciclabili e aumenteremo le zone pedonali». Una città può trasformarsi in un esempio per l’intero pianeta? «Ne ha il dovere. Pensiamo alla plastica, per esempio. Se continuiamo di questo passo, nel 2050 avremo nei mari più rifiuti di plastica che fauna ittica. Agire su piccola scala può essere più facile e può servire da modello per gli altri. Ci stiamo organizzando con i commercianti e gli industriali per rendere possibile l’uscita dal circolo vizioso della plastica usa e getta e stiamo sviluppando insieme delle alternative. Anche le scuole sono coinvolte. Io credo non solo nella città del futuro, ma anche nei cittadini del futuro. E questi cittadini, ho intenzione di proteggerli. Stiamo perfezionando un’etichetta di “garanzia ambientale” per le scuole, per assicurarci che ogni edificio scolastico non subisca gli effetti dell’inquinamento atmosferico e non contenga nei materiali impiegati per la costruzione dei perturbatori del nostro sistema endocrino. Le auto non potranno circolare nei pressi delle scuole nelle ore di entrata e uscita degli allievi. E non dimentichiamo il dispositivo Pollutrack, i sensori mobili installati un po’ ovunque in città per misurare la presenza di polveri sottili pericolose per la salute». I detrattori di questa sindaca, dalla tempra fuori dal comune, la accusano di inseguire ideali utopici. «Ha ragione a parlare di sogno. Essere sindaco, significa rispondere ai bisogni della vita quotidiana di ogni cittadino e sapersi proiettare nel futuro. Come dirigere una città come Parigi, senza una componente di utopia insita in noi? Sogno una città che non resti immobile, che continui all’infinito a cambiare e a trasformarsi. Abbiamo una decina d’anni davanti a noi per evitare il peggio, per costruire un modello cittadino in armonia con la natura e con il benessere di tutta la comunità. Ci siamo ritrovati con ondate di calore estive sempre più lunghe e torride. Ma non è solo il cambiamento climatico a rappresentare una minaccia. I prezzi immobiliari altissimi e la gentrificazione della città, ovvero l’espulsione della classe media verso la periferia, sono pericoli altrettanto gravi. Sogno una città che sia al centro di una battaglia per una giustizia ambientale e al tempo stesso sociale». Lei punta molto a una città inclusiva, con le periferie in relazione con il centro storico. «Il cosiddetto “périphérique”, la tangenziale che circonda la capitale, è oggi una barriera più che un legame con la periferia. È diventato poi una fonte di problemi: inquinamento atmosferico e acustico, traffico e ingorghi continui. Il mio scopo è abbattere questa barriera, perché il progetto della Grande Parigi diventi una realtà: stiamo trasformando le porte di accesso alla città in piazze alberate e vogliamo continuare a unire la periferia al centro con passerelle, prolungamenti delle linee di metro e di tram, potenziamento delle piste ciclabili. Oggi abbiamo già diverse piste che costeggiano i canali parigini, come quello dell’Ourcq. Il suo prolungamento permette di raggiungere centri periferici. La Coulée Verte, antica linea di treno cittadina trasformata in passeggiata bucolica, arriverà fino al Parco di Sceaux. Questo permetterà anche ai turisti di raggiungere posti meravigliosi da visitare. Abbiamo anche organizzato gli “Atelier della periferia” che riuniscono tutti gli attori in grado di formulare proposte interessanti. La mescolanza sociale sarà al centro della metropoli che sogniamo, e questa passa dal riequilibrio dello sviluppo territoriale. Parigi ha davanti a sé un bell’avvenire. Basta inventarlo insieme».

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