5 minute read

LO STILISTA Giorgio Armani

Da tempo parlavo della necessità di rivedere i tempi di produzione e di stagionalità della moda. Trovare nelle boutique i cappotti in luglio non aveva senso, così come la continua produzione di collezioni e precollezioni, arrivate ormai al ritmo di una ogni tre mesi, se non meno. A lungo sono stato considerato un moralista. Quando il mondo si è fermato, nel marzo 2020, ho pensato che fosse giunta la resa dei conti, ma poi mi sono accorto che quella situazione poteva essere un’occasione di riflessione per migliorare quello che non andava. Sarò anche un moralista, ma mi è sempre stato chiaro che nella moda si facesse troppo e senza criterio: lo stallo attuale ne è la riprova. Il 14 aprile 2020 ho scritto una lettera aperta, in cui, tra le altre cose, affermavo che il lusso vero richiede tempo, sia per essere creato, sia per essere compreso. Il lusso non può e non deve essere veloce. Mi auguro che il nostro futuro sarà sotto il segno di una ritrovata lentezza, nella moda e non solo. La lentezza è certo una qualità da riscoprire. Per troppo tempo la modernità è stata associata alla velocità, ma mi chiedo spesso dove stiamo andando sempre di corsa? Perché? In questo rallentamento forzato abbiamo imparato che anche una passeggiata è un lusso appagante, e lo stesso vale per un pranzo tra amici. Penso sia una lezione molto importante. Ma sono realista, e ho paura che di questi insegnamenti faremo tesoro per poco.

Nella stessa lettera mi auguravo che la crisi prodotta dalla a getto continuo. È arrivato il momento di fare davvero le pandemia diventasse un’opportunità per ridare valore all’auten- cose in modo più responsabile e convincere i consumatori ad ticità. A più di un anno dall’inizio dell’infezione, sono ancora acquistare con maggiore consapevolezza. dello stesso avviso, ma vedo che la spinta individualista, sta L’artigianato vero, anche nella sua versione industriale, che è prendendo di nuovo il sopravvento. I buoni propositi dell’i- quanto abbiamo messo a punto in Italia con il nostro sapere nizio sembrano essere svaniti e le collezioni ricominciano unico, è sostenibile in primo luogo per la filosofia che lo a uscire a ritmi serrati. Stiamo per ritornare al punto di guida: creare oggetti belli, che superano le mode passeggere partenza, con qualche piccola consapevolezza in più. e non invitano allo spreco. In un clima generale di attenzione L’impatto della pandemia sarà molto forte nel settore moda, collettiva all’ambiente, e non solo per questo motivo, la nostra e non solo in questo: è indubitabile. Lo sarà soprattutto per capacità artigianale va preservata con ogni mezzo. Bisogna i marchi più piccoli. Vedo il loro immediato futuro se non creare situazioni in cui questa ricchezza sia trasmessa alle difficile, certamente complesso: sono stati loro a soffrire di nuove generazioni. più dell’attuale situazione. Ma essere piccoli significa essere Sono convinto che l’attenzione di molte persone, soprattutto più flessibili e poter sperimentare soluzioni innovative, in giovani, all’impatto sull’ambiente sarà uno degli elementi formule non solo online, con maggiore facilità. Per proteggere determinanti nel successo della moda. Ma è un discorso più le piccole e medie aziende si potrebbero attuare delle poli- ampio che riguarda tutti: abbiamo un solo pianeta, e faremmo tiche di incentivo per il prodotto di qualità, ma si dovrebbe meglio a rispettarlo. Ci sono molte innovazioni che trovo intetrattare principalmente di un processo di rieducazione al ressanti, dall’uso di materiali riciclati, biologici e biodegradabili consumo responsabile, che di certo non è cosa veloce anche alla possibilità di riutilizzare l’energia. L’intera catena degli se la più efficace. L’incentivo statale per questi marchi e approvvigionamenti e il processo di produzione devono essere aziende nell’immediato potrebbe essere utile. messi in discussione. E poi dobbiamo considerare la gestione La sfida che attende i giovani stilisti consisterà nel conquistare delle nostre attività dal punto di vista della sostenibilità: i l’attenzione di un pubblico molto distratto, e al momento forse negozi, gli uffici, le reti di trasporto, persino il packaging. Da poco interessato alla moda. La soluzione per me rimane sempre tempo il mio gruppo ha imboccato questa strada. la stessa: osservare i bisogni, e nel caso anticiparli, con prodotti Per tutti questi motivi immagino il futuro, anche quello delle di buon design, che oggi non potranno essere realizzati se grandi città come Milano, che amo profondamente e che non con una mentalità responsabile. E poi inventare mo- ha tanto sofferto, più lento, meno frenetico, ma entusiasta: delli adattabili, sfruttando al meglio la nostra natura di animali sociali un canale come quello digitale, che al momento è negata, ma quando se usato creativamente può essere di potremo tornare a uscire le città si grande aiuto. animeranno e torneranno a vivere. Il mio ottimismo mi spinge a cre- Sarebbe bello che si ritrovasse un dere che, usciti da tutto, la voglia senso di comunità, una maggiore di oggetti belli e durevoli tornerà coesione sociale. Se posso dirlo, è la presto, e con quella il nostro sistema mia più grande speranza. si potrà sollevare, a patto di adottare Penso che il desiderio di non aver un approccio più etico al progetto e confini riemergerà presto, ma con alla distribuzione delle collezioni. una consapevolezza più locale. Non Per dare un futuro nuovo e miglio- sarà facile dimenticare il pericolo che re al mondo della moda, credo si abbiamo corso. Molti pensano che debba partire da una formula che gli esseri umani usciranno migliori ha guidato le mie scelte di business dall’esperienza della pandemia, altri anche negli ultimi anni: di meno, invece ritengono che il rischio del ma meglio. La moda può essere un diffondersi di nuovi egoismi sia reale. grande stimolo al rinnovamento se Io sono disincantato sulla natura saprà riallinearsi ai bisogni reali delle umana, ma non pessimista. L’egoipersone, nel rispetto di quelli che smo riemerge, ma ci sono molte persempre più appaiono beni comuni GIORGIO ARMANI CON IL GORILLA URI ALLA sone che si sono messe, e continuano da tutelare: l’ambiente e un tessuto SFILATA DELL’AUTUNNO-INVERNO 2021/22. a farlo, al servizio del prossimo con sociale sano. Meno spettacolo, forse, qualità e comunicazione oculata. Il consumatore non ha mai preteso che la moda di massa sfornasse prodotti LO STILISTE DICE:«L’ATTENZIONE DI MOLTE PERSONE, SOPRATTUTTO GIOVANI, ALL’IMPATTO SULL’AMBIENTE SARÀ UNO DEGLI ELEMENTI DETERMINANTI DEL SUCCESSO DELLA MODA». una generosità straordinaria. E allora guardo anche a loro, pensando a un futuro migliore. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

This article is from: