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Francesco Bellizzi
Le richieste di Confagri al ministro Fitto: più risorse al settore primario, semplificazione della misura Agrisolare, Internet nelle aree rurali e potenziamento delle infrastrutture idriche
di Francesco Bellizzi
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Il 16 novembre scorso è toccato al ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e PNRR incontrare le parti sociali. A Raffaele Fitto, il vicepresidente di Confagricoltura, Sandro Gambuzza, e la dg, Annamaria Barrile, hanno consegnato alcune proposte per la rimodulazione del Piano di Ripresa e Resilienza. Intervento di cui la stessa Commissione Ue ha parlato per ogni singolo Paese, vista l’improvvisa necessità di accelerare il processo di transizione energetica sorta con l’invasione dell’Ucraina. Secondo la Confederazione lo spazio di manovra è offerto dal 10% dei Fondi di coesione 2014-2020, di cui una parte può essere destinata fin da subito al settore primario. Grande attenzione da parte di Palazzo Della Valle è stata data alle green energy, a partire dalla preoccupazione per la misura legata al FER2, che rischia di negare l’accesso agli incentivi a impianti per un valore di circa 400 milioni annui. Molto lavoro c’è da fare sulla misura Parco Agrisolare. È essenziale superare l’attuale limite relativo all’autoconsumo che va a sfavorire gli impianti situati in aree soggette a vincolo paesaggistico. Nel prossimo bando (previsto entro il primo semestre 2023) bisogna rivedere anche la previsione di una soglia minima di fatturato, dato che contrasta con gli elementi strutturali intrinsechi all’impresa agricola stessa. Stesso discorso vale per l’esclusione delle aziende con consumi termici superiori agli elettrici. È fondamentale accelerare il passo anche sulle misure che il PNRR dedica al biometano, (il cui bando è in via di pubblicazione), all’agrivoltaico e alle comunità energetiche. Confagricoltura ha ribadito a Fitto anche la richiesta di ricomprendere il settore agroalimentare tra quelli energivori, per permettere l’accesso a tariffe energetiche agevolate. Altro capitolo attiene alla disponibilità finanziaria dei bandi sui contratti di filiera. In particolare, quella del quinto bando, che già oggi appare inadatta a rispondere al numero di progetti candidati. Per recuperare tali risorse si potrebbe attingere anche a quelle contenute nel Fondo Complementare. Necessario maggiore impegno anche sullo sviluppo delle infrastrutture digitali, perno della transizione tecnologica. Confagricoltura chiede da tempo un potenziamento delle connessioni Internet nelle aree rurali, con una maggiore diffusione della Banda Ultra Larga, come previsto anche nel Next generation EU e nello stesso PNRR. La siccità iniziata nella scorsa primavera ha riportato l’attenzione sul tema delle infrastrutture idriche, indispensabili per la riduzione e il contenimento dei processi di desertificazione e salvaguardia degli ecosistemi. Insieme all’incremento delle risorse economiche previste dalla misura M2C4, urge un partenariato culturale fra istituzioni e società civile in modo da dotare il Paese di una rete idraulica in grado, ad esempio, di aumentare dell’11% la raccolta dell’acqua piovana. nnn