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Gabriella Bechi

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Formazione prima di tutto

(da sx) Aproniano Tassinari (presidente Uncai) e Massimiliano Giansantanti (Presidente Confagricoltura)

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Donato Rossi (Confagri) dal palco Uncai di Bologna: “Necessarie

specifiche competenze

per scegliere le giuste tecnologie ed evitare di disperdere i finanziamenti”

di Gabriella Bechi U ncai ha scelto di celebrare il suo annuale convegno nel Palazzo dell’Archiginnasio, per tre secoli sede dell’Università di Bologna, oggi Biblioteca comunale. Il messaggio lanciato dal palco è stato chiaro: l’innovazione passa prima di tutto dalla cultura, che è semina e raccolto dell’alta formazione oggi necessaria in campo. Solo successivamente l’innovazione può diventare business, affare del marketing tecnologico. All’incontro, “Agromeccanici per l’innovazione”, organizzato il 10 novembre insieme Confagricoltura, con il patrocinio dell’Accademia Nazionale di Agricoltura (ANA) e dell’Unione delle Accademie di Scienze Agrarie (UNASA) e grazie agli sponsor McCormick, Syngenta, Topcon e Image Line/Agronotizie, ha partecipato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il delegato di giunta Donato Rossi. “Le aziende agricole hanno bisogno di crescere e di essere assistite nel percorso verso la sostenibilità e questo è il compito di Confagricoltura e Uncai, che vogliono fare sindacato in modo moderno - ha detto in apertura Donato Rossi -. Gli sgravi fiscali del Piano Transizione Industria 4.0 hanno fatto da volano agli investimenti, ma per non andare incontro a sanzioni occorre che l’investimento soddisfi alcuni requisiti tecnici che, non nascondiamoci, sono molto complessi per un agricoltore o un contoterzista. Spesso - ha proseguito - le tecnologie proposte non sono mature o non sono adatte all’agricoltura. Per questo è necessario intervenire con la formazione degli operatori, per evitare di disperdere i finanziamenti”. “L’innovazione è il cavallo di battaglia di Confagricoltura - ha detto il presidente Massimiliano Giansanti -. E le aziende agricole sono pronte ad investire. Lo dimostrano

i risultati della misura Agricoltura 4.0. Dal 2019 al 2021 gli investimenti sono passati da 300 milioni a 2 miliardi euro. Oggi ci chiedono di immaginare un nuovo modello produttivo sempre più attento alle dinamiche ambientali, ma la verità è che abbiamo già gli strumenti non solo per immaginarlo, ma anche per attuarlo. L’agricoltura di precisione è uno di questi. C’è, poi, un patrimonio inespresso di servizi ambientali - ha aggiunto Giansanti - resi dall’agricoltura attraverso il sequestro di carbonio nel suolo che vale 2 miliardi (la Pac ne vale 4) e che deve essere valorizzato. L’agricoltura non può fermarsi e deve lavorare con la scienza nella direzione della sostenibilità, continuando ad investire in innovazione”. All’incontro sono interventi anche i rappresentanti dei sindacati dei lavoratori agricoli: Tina Balì, segretaria nazionale Flai-Cgil; Enrica Mammucari, segretaria nazionale Uila-Uil, e Stefano Faiotto, dirigente nazionale di Fai-Cisl, dai quali è arrivato l’invito a una crescita ulteriore. “Gli imprenditori agricoli e agromeccanici sono chiamati all’aggiornamento culturale, a praticare la strada della formazione continua - hanno detto -. In un contesto culturale complesso, fatto di big data digitali, ma anche di finanza, i contoterzisti hanno il compito di mettere in connessione il frammentato modo agricolo attraverso la loro competenza”. “Tanta innovazione al servizio di un percorso ecocompatibile e remunerativo richiede uno sforzo e un impegno costanti, la capacità di immaginare una nuova forma di connessione fra mondo del lavoro e della formazione per avere lavoratori tecnicamente competenti e qualificati. Gli under 40 corrono già alla velocità 4.0, ma rappresentano solo l’8% di chi lavora in agricoltura - ha commentato il presidente di Uncai Aproniano Tassinari -. L’accordo

Donato Rossi, componente di giunta di Confagricoltura

fatto tra Confagricoltura e Uncai va anche in questa direzione, perché il percorso che l’agricoltura ha intrapreso richiede di unire le forze per raggiungere risultati.” E, parafrasando un noto detto, ha concluso: “Accanto ad un grande agricoltore c’è sempre un grande professionista, un contoterzista”. “Ho iniziato a interessarmi di macchine agricole che avevo 5 anni e a 88 sono ancora curioso”. Con poche parole, ma con l’esempio di una vita, il prof. emerito Gualtiero Baraldi, decano della meccanica agraria, ha quindi ricevuto dalle mani di Aproniano Tassinari, del presidente dell’Accademia Giorgio Cantelli Forti e dal presidente di Unasa Pietro Piccarolo un riconoscimento speciale, perché “l’innovazione è un sentiero lungo il quale vale la pena avviarsi e che non deve mai essere interrotto.” nnn

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