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Elisabetta Tufarelli

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Gabriella Bechi

Gabriella Bechi

Molte le storie ospitate da Motherland, la tavola rotonda milanese che Eataly ha dedicato all’imprenditoria

femminile

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di Elisabetta Tufarelli

Le donne dell’agricoltura

Dare voce alle imprenditrici dell’agroalimentare. Questo l’obiettivo della tavola rotonda “Motherland: storie di donne, cibo e imprese Eataly”, che si è tenuta a Milano sul palco di Eataly Smeraldo. “Quella agricola, dopo i servizi, è la componente imprenditoriale femminile più rappresentativa. Nel settore primario le donne sono state sempre presenti. La partecipazione femminile all’interno dei consigli d’amministrazione - ha sottolineato la presidente di Confagricoltura Donna, Alessandra Oddi Baglioni, al talk show - è aumentata, a dimostrazione che incentivare e sostenere adeguatamente queste imprese è uno dei mezzi per affrontare le sfide che ci attendono, che vanno dalla ripresa post crisi allo sviluppo sostenibile”. Le imprese agricole attive condotte al femminile, complessivamente, in agricoltura superano le 204.000. Il maggior numero in assoluto si trova in Sicilia, che con un più 1,7% negli ultimi due anni arriva a quasi 25.000.Seguono la Puglia e la Campania. La provincia con più imprenditrici nel primario, secondo l’elaborazione del centro studi di Confagricoltura, è Trieste, con un incremento del 6,92%, seconda Lecce (+ 6,59%), terza Como (+ 5,48%) e quarta Rieti, con + 4,4%. Le imprenditrici che hanno partecipato alla tavola rotonda di Motherland hanno parlato degli ostacoli, ma anche delle soddisfazioni, raccontando le loro storie di realizzazione professionale nel mondo del food. “Quante difficoltà - ha detto Chiara Maci, blogger, conduttrice televisiva e consulente per numerose aziende del food & beverage - nell’essere donna e allo stesso tempo imprenditrice. Ma quanti passi avanti siamo riuscite a fare e quanti ne faremo ancora; ridurre il gender gap è un obiettivo concreto, nell’agroalimentare e non solo, per dimostrare che le imprese al femminile possano crescere e affermarsi”. Per Elena Dalla Bona, fondatrice e ad di Eli Prosciutti, azienda specializzata nella produzione e nella stagionatura di Prosciutti di Parma e San Daniele, “essere una donna a capo di una delle eccellenze alimentari del nostro Paese è un’esperienza appagante, perché consente di partecipare alla creazione di un prodotto di grandissimo valore e amato in tutto il mondo”. La chef stellata Michelin, Viviana Varese, proprietaria del ristorante VIVA, ha raccontato la sua storia. “Il mondo dell’alta ristorazione è stato per molti anni prevalentemente maschile, con una struttura per certi versi militaresca. Da quando ho aperto la mia prima attività - ha proseguito Varese - ho cercato di creare una cucina armonica, in cui tutte le diversità fossero rispettate e ognuno potesse sentirsi se stesso”. Sono intervenute anche Elisabetta Foradori, titolare dell’azienda agricola Foradori, e Francesca D’Antonio, fondatrice di Mimina,

Le donne dell’agricoltura

partner, Motherland. Durante l’evento milanese è stata lanciata la collaborazione tra Eataly e l’associazione Angels for Women, player di riferimento fondato da AXA Italia e Impact Hub SB e primo gruppo di Business Angel italiano dedicato al supporto dell’imprenditoria a leadership femminile. Fino al 31 dicembre è aperta una call dedicata a startup neocostituite o costituende che abbiano almeno il 25% dei ruoli strategici e dirigenziali ricoperti da donne. L’azienda vincitrice riceverà un premio in denaro pari a 5mila euro, ma godrà anche di un programma di mentoring e affiancamento sulle strategie di business per accelerarne lo sviluppo (per candidarsi: https://premiomotherland.com/). “Questo premio - ha spiegato Stefania Quaini, managing director di Angels for Women - nasce dall’intento di dare un piccolo contributo ad una startup attiva nel mondo dell’agroalimentare e contribuire a ridurre il divario di genere nel campo dell’innovazione e dell’impresa nel mondo del cibo, supportando nuove aziende guidate da donne”. nnn

brand di granola artigianale e di prodotti di altissima qualità per la colazione e la merenda. Clotilde Balassone, head of marketing EMEA Eataly: “Eataly è un luogo in cui raccontiamo storie: con Motherland abbiamo amplificato quelle di donne che, attraverso il proprio lavoro nel mondo del cibo, sono riuscite a soddisfare il proprio potenziale, con la speranza di ispirarne altre ad intraprendere un percorso in questo settore”. Maddalena Fossati, direttrice di Cucina Italiana, che ha moderato l’incontro ha ricordato come “l’obiettivo di questi appuntamenti è aiutarci a prendere consapevolezza delle nostre capacità. Le storie di queste donne devono essere da esempio per chi ha grandi sogni e fa di tutto per raggiungerli: bisogna guardare lontano, crederci e andare dritte senza paura”. Plenitude, Società Benefit controllata al 100% da Eni, ha sostenuto, come main

(da sx) Chiara Maci (giornalista, consulente aziendale), Alessandra Oddi Baglioni (Confagri Donna), Elena Dalla Bona (Eli Prosciutti), Maddalena Fossati (Cucina Italiana)

Bio francese in stallo colpa dei prezzi… e della concorrenza

In Francia la domanda di prodotti biologici è in calo. Per la prima volta, in otto anni, si registra una contrazione dei consumi dovuta all’inflazione galoppante che hanno pesato sull’offerta, ma anche sulla domanda. Eppure, nelle previsioni degli esperti di marketing, nel periodo post epidemia si sarebbe dovuta registrare una crescita delle vendite di cibo bio. È una circostanza temporanea o il segno di un’inversione di mercato? Solo il tempo darà una risposta a questo rallentamento senza precedenti. A pesare, indubbiamente, oltre alla perdita del potere d’acquisto, è anche la crescita di prodotti etichettati “alta qualità ambientale” o “privo di pesticidi”, che hanno regole meno restrittive dei bio. I prezzi inferiori dei prodotti tradizionali, poi, hanno fatto la loro parte: costano anche il 45% in meno. Questo calo della domanda, che supera il 10%, è particolarmente evidente nei due punti vendita principali: la grande distribuzione, dove cresce della stessa percentuale l’acquisto dei prodotti in promozione, e nei negozi specializzati.

GERMANIA, RISORSE IDRICHE IN SOFFERENZA

Circa il 90% dei fiumi, dei laghi e delle acque costiere in Germania non è in buona salute, se pur lievemente migliore rispetto al 2015. Lo ha rilevato l’ultimo rapporto “Direttiva Quadro sulle Acque”, che viene pubblicato ogni sei anni. Nel Paese si contano quasi 9.000 fiumi, oltre 700 laghi, 100 acque costiere e di transizione, 1.300 corpi idrici sotterranei. Le acque sono in buono stato se c’è una portata sufficiente e una qualità elevata, capace di garantire buone condizioni di vita alla fauna e ai vegetali ospitati o presenti nelle vicinanze.

L’EXPORT IN NUOVA ZELANDA NON RISOLLEVA LONDRA

L’accordo tra Uk e Nuova Zelanda apre il mercato ai produttori di carne bovina, ovina e lattiero-caseari con pochi benefici compensativi, secondo un rapporto dei Comuni. I parlamentari si sono chiesti se il governo avesse pienamente considerato i pro e i contro dell’intesa. “Vogliamo aumentare le esportazioni agroalimentari del Regno Unito del 30% entro il 2030 - ha detto Minette Batters, presidente della NFU - ma questo accordo farà ben poco per aiutarci ad aumentare il nostro mercato di esportazione e il nostro contributo all’economia nazionale”.

Usa, la questione raziale spacca il mondo agricolo

Gli agricoltori Usa in difficoltà economica hanno ricevuto quasi 800 milioni di dollari in prestiti dal Dipartimento dell’Agricoltura (USDA) attraverso i fondi dell’Inflation Reduction Act. Questa legge stanzia 3,1 miliardi di dollari all’USDA per effettuare aggiustamenti dei prestiti o pagamenti per gli agricoltori in difficoltà finanziarie. “Il primo obiettivo - ha precisato il segretario all’agricoltura Tom Vilsack - è quello di mantenere le persone in agricoltura”. L’USDA amministrerà altri 500 milioni di dollari per aiutare gli agricoltori con situazioni finanziarie più complesse, come bancarotta o pignoramento. L’Inflation Reduction Act includeva anche 2,2 miliardi di dollari da distribuire agli agricoltori che avevano subito discriminazioni. Un precedente programma di riduzione del debito, nel piano di salvataggio americano, lo aveva assegnato agli agricoltori di colore. Quel programma, però, è stato bloccato in seguito alle cause legali degli agricoltori bianchi che lo ritenevano razzialmente discriminatorio, ed è stato stralciato dalla nuova legge.

L’INSALATIERA DI LONDRA È A RISCHIO

Oltre il 10% dei produttori in Lea Valley (UK), secondo la locale “Growers Association” (LVGA) ha chiuso quest’anno a causa di un abbinamento letale dato dall’impennata dei costi energetici unita alla mancanza di manodopera. Riusciranno a sopravvivere gli 80 produttori di quella conosciuta come “L’insalatiera di Londra”? Si tratta di 180 ettari di serre orticole, che attraversano oltre la Grande Londra, l’Essex e l’Hertfordshire. Il governo ha annunciato un programma di sostegno che fisserebbe i prezzi all’ingrosso dell’energia per sei mesi.

LA PRODUZIONE DI OLIO TUNISINO CALA DEL 16%

La produzione di olio d’oliva in Tunisia dovrebbe raggiungere le 200,000 tonnellate nel 2022/2023 secondo il National Oil Office (ONH). Un volume inferiore del 16% rispetto alla stagione precedente. I dati dimostrano un calo del 22% rispetto alla produzione media quinquennale stimata in 257.000 tonnellate tra il 2016 e il 2021. In Tunisia, gli oliveti occupano il 33% della superficie coltivata, ovvero circa 1,8 milioni di ettari. Nel Paese è la regione di Sfax la principale area di produzione di olive da olio, concentrando da sola il 33% della coltura.

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