INTERVISTA Rancore
RANCORE Essere Luce
U
n grande immaginario e una maniacale cura delle parole. Sta in questo il segreto della musica di Tarek Iurcich aka Rancore, che al suo secondo festival di Sanremo da protagonista vince il Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo tra le canzoni in gara, e si conferma tra i più grandi talenti del nostro rap. Pur essendo entrambi romani, il nostro primo incontro è andato in scena in quel di Sanremo nei giorni del festival. Ecco cosa ne è uscito fuori…
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Ciao Tarek, partiamo dal pezzo sanremese: com’è nata “Eden” e la collaborazione con Dario Faini aka Dardust? Io e Dario non ci conoscevamo, ma in una sessione di studio avevamo già un embrione di “Eden” sia nella musica che nel testo. Siamo partiti dal piano, poi, come Dardust è solito fare, ha mixato classicismo ed elettronica ed è arrivato a questa produzione. Io poi ci ho scritto partendo dalla base già nata, mi sono trasformato in un detective e ho iniziato questo viaggio nel tempo per raccogliere tutte le mele che trovavo - da Newton a Magritte, da Touring a Guglielmo Tell – per poi descrivere come ognuno di questi
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momenti, sia esso letterario, artistico, scientifico…, abbia determinato un cambiamento nella storia dell’uomo e, di conseguenza, come una scelta ben precisa abbia determinato una svolta. Da lì si arriva ad oggi, epoca in cui presente e futuro si incrociano e in cui siamo di fronte a un’altra grande scelta che poi è il tema portante della canzone:
ph. Serena Clessi
di Alessio Bocali