52 Nipoti di Maritain
intervista
Pino Lorizio e i simboli da riabitare umanamente a cura di Piotr Zygulski
Professor Lorizio, innanzitutto le chiediamo cosa Lei intende per simbolo, da distinguersi rispetto ai segni, alle allegorie, alle metafore e alle rappresentazioni. Il simbolo non si definisce, ma si abita e si racconta. Penso che dobbiamo muovere la riflessione sul simbolo a due livelli: quello che definirei “naturale” e quello che possiamo chiamare “culturale”. Al primo livello ci poniamo, per esempio, attraverso la splendida lirica di Charles Baudelaire “Correspondances”: «La natura è un tempio dove pilastri viventi si lasciano sfuggire a volte confuse parole. L’uomo vi passa attraverso foreste
di simboli che lo osservano con sguardi familiari». Qui il poeta ci pone di fronte alla natura nel suo insieme, come universo simbolico, ma anche, nel prosieguo, ai singoli messaggi che le diverse espressioni naturali emanano. In questo senso il livello cosmico-naturale dell’esistenza rimanda ad altro, ad un altrove che siamo chiamati ad intravedere e che profumi, colori e suoni ci invitano a scorgere. Al secondo livello troviamo l’uomo come “animale simbolico”, ossia capace di produrre simboli, ovvero artifici o artefatti che conducano all’altrove. Mi sembra importante sottolineare come, nel simbolico-sacramentale cristiano, si intreccino le due pro-