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Sette nuovi incursori al Comsubin di Marzo Mezzanelli
Basi navali di Taranto e La Spezia Il punto del Capo di Stato Maggiore della Marina
di Pasquale Prinzivalli
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Taranto, Stazione Navale Mar Grande (SNMG), sullo sfondo la città di Taranto. A destra: Varignano (La Spezia). Il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Enrico Credendino.
“A Taranto si sta creando un Comando a due stelle della NATO - afferma l’ammiraglio Credendino - ma che sarà comandato da un ammiraglio italiano, per proteggere il fianco sud della NATO, quindi la regione del Mediterraneo, che conseguirà la capacità operativa iniziale entro la fine del prossimo anno”. Queste le parole del capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Enrico Credendino, durante la cerimonia di cambio al vertice del Comando in capo della Squadra Navale (CINCNAV), avvenuta tra l’ammiraglio di squadra Paolo Pezzutti (cedente) e l’ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis (subentrante) a bordo della portaerei Cavour, ormeggiata alla Stazione Navale Mar Grande di Taranto. L’ammiraglio Credendino si è soffermato sulla centralità della base navale di Taranto e dell’Italia intera rispetto alla difesa dell’Unione Europea e della NATO: “Il Parlamento ha annunciato che a breve emanerà la Direttiva ministeriale per la strategia di sicurezza del Mediterraneo, nella sua eccezione allargata, comprendendo quindi anche il Golfo Persico, l’Oceano Indiano e il Golfo di Guinea, continua il Capo di Stato maggiore della Marina Militare. Questo dà centralità all’ambiente marittimo, riconosce a livello governativo l’importanza che ha il mare per l’Italia, dal punto di vista della crescita, dello sviluppo, ma anche della sicurezza o dell’insicurezza, citando anche la recente istituzione della Zona Economica Esclusiva da parte del Parlamento. Ricordiamo che l’Italia ha 7/8 di frontiera liquida, il mare da cui possono provenire le minacce e i rischi alla nostra sicurezza”. In occasione della cerimonia del cosiddetto “imbascamento” dei nuovi incursori avvenuta al Varignano - La Spezia invece, l’ammiraglio Credendino ha delineato il piano d’investimenti del prossimo futuro che riguarderanno l’area spezzina: in particolare si procederà con la riorganizzazione della base navale, verranno create nuove infrastrutture e assegnato all’Arsenale un ruolo centrale anche con l’attribuzione ad un li-
Piani di sviluppo infrastrutturali, investimenti, nuovi assetti strategici per la Difesa e per il Paese. Sono questi i temi affrontati dal capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio di squadra Enrico Credendino che riguardano le basi navali di Taranto e La Spezia.
vello gerarchico superiore del Comandante. Previste anche nuove assunzioni di personale civile per fare dell’Arsenale di La Spezia un polo d’eccellenza. “La mia è stata una prima visita a La Spezia come capo di Stato Maggiore della Marina e in questa occasione ho voluto fare il mio primo saluto ai sindacati. Ma ci saranno altre visite più avanti. C’è un piano di sviluppo a livello infrastrutturale e sulle banchine che prevede un grande investimento su La Spezia che per la Marina è un polo fondamentale. Non si può immaginare Spezia senza la Marina, né la Marina senza Spezia. La Marina è e resterà a Spezia […]. Alcune delle nuove navi saranno destinate a La Spezia in futuro, ecco perché dobbiamo costruire nuovi pontili e nuove sistemazioni logistiche per il personale. C'è ovviamente necessità di assunzioni di personale civile perché l'Arsenale è un assetto strategico non solo per la Difesa, ma anche per il Paese. Ho voluto elevare il grado del comandante dell'Arsenale che da contrammiraglio diventerà ammiraglio di divisione proprio per l'importanza strategica che l'Arsenale riveste per il nostro Paese”, queste le parole dell’ammiraglio Credendino. Un legame indissolubile quello che unisce il mare e l’Italia, anche attraverso la Marina Militare, presente sul territorio nazionale con le sue navi, velivoli e le sue infrastrutture. Mantenere saldo questo rapporto, valorizzare questa reciprocità fra mare e terra, è ciò che costituisce la natura e la vera essenza del lavoro delle donne e degli uomini della Forza Armata, che quotidianamente svolgono il proprio dovere di servizio alla collettività.