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Inserto speciale: “Future Naval System 2035 nelle operazioni multi-dominio”

e di controllo degli spazi subacquei, considerati i complessi scenari operativi e geopolitici che caratterizzeranno il futuro delle operazioni nel dominio marittimo. La nuova serie di sottomarini si colloca nel necessario processo di ammodernamento della flotta subacquea: gli U212NFS andranno infatti a sostituire i quattro battelli della classe Sauro entrati in servizio tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 (“Salvatore Pelosi”, “Giuliano Prini”, “Gianfranco Gazzana Priaroggia” e “Primo Longobardo”). I nomi degli otto sottomarini italiani onorano i Sommergibilisti Medaglie d’Oro al Valor Militare, le cui gesta sono esempio e ispirazione per le nuove leve che ogni anno chiedono di diventare professionisti del mondo underwater. Il sottomarino “Scirè” riprende il nome del Regio Sommergibile, protagonista di imprese ardimentose come la violazione del porto di Alessandria (18 dicembre 1941) durante l’ultimo conflitto mondiale. Il programma U212NFS servirà a preservare e incrementare lo strategico e innovativo know-how industriale maturato da Fincantieri e a consolidare il vantaggio tecnologico conseguito dall’azienda e dalla filiera, grazie alla presenza a bordo di componentistica sviluppata dall’industria nazionale. Il programma è gestito da OCCAR (Organisation Conjointe de Cooperation sur l'Armement - Organizzazione internazionale di cooperazione per gli armamenti). I compiti che i sottomarini svolgono sono molteplici, soddisfacendo la tutela degli interessi nazionali e la difesa collettiva nell’ambito delle più importanti alleanze alle quali il Paese partecipa: NATO e UE. Alle missioni militari si aggiungono quelle inerenti la libertà di navigazione, la sicurezza delle vie di approvvigionamento energetico e flusso dati (in virtù delle risorse dei fondali e delle infrastrutture subacquee presenti), il rispetto del diritto internazionale, la lotta al terrorismo, la tutela delle frontiere esterne, la salvaguardia delle infrastrutture marittime, incluse quelle vitali off-shore e subacquee, e non ultimo la salvaguardia degli ecosistemi marini. Ecco perché il taglio della “prima lamiera” del NFS rappresenta un passo in avanti deciso e importante lungo la rotta dell’evoluzione tecnologica, l’unica in grado di fare eccellere la Marina Militare tra gli attori statali che gravitano senza sosta in Mediterraneo, in maniera visibile e invisibile. Abbiamo intervistato il contrammiraglio Vito Lacerenza, responsabile del 5° Reparto sommergibili dello Stato Maggiore Marina, che ci ha descritto le caratteristiche dei nuovi sottomarini.

Taranto, sottomarino classe U212A in uscita dal mar Piccolo, sullo sfondo il Castello Aragonese.

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L’intervista al contrammiraglio Vito Lacerenza, Responsabile del 5° Reparto Sommergibili dello Stato Maggiore Marina

Ammiraglio, lo scorso 11 gennaio è stata avviata la produzione del primo sottomarino della Classe U212NFS. Quale sarà l’impatto di queste unità sulla Marina Militare?

U212NFS è un sottomarino di nuova generazione a propulsione indipendente dall’aria, le cui caratteristiche salienti sono invisibilità, capacità di ingaggio a lungo raggio, dominio dell’ambiente subacqueo al servizio della capacità di deterrenza, sicurezza e protezione degli interessi nazionali nel Mediterraneo Allargato. Le innovazioni tecnologiche mirano a rendere le nuove unità un efficace moltiplicatore di capacità per la Marina e la Difesa.

Ci può spiegare quali saranno le principali novità tecnologiche del U212NFS?

Il nuovo progetto, in cui Fincantieri ha assunto il ruolo di Design Authority, vedrà un incremento del contributo tecnologico Made in Italy da parte di numerose aziende nazionali. Alcuni esempi sono il Sistema di Combattimento e i siluri Black-Shark Advanced della Leonardo, i sollevamenti elettrici della Calzoni e la strumentazione elettronica (Electronic Support Measures - ESM). Il nuovo sottomarino sarà altresì in grado di dialogare con reti di sensori acustici e droni subacquei unmanned. Inoltre, il sistema di piattaforma prevede l’integrazione delle batterie agli Ioni di litio e delle Fuel Cell di nuova generazione, tecnologie che trovano applicazione anche nel campo civile. La progettazione e costruzione di sottomarini si avvale pertanto di un intero sistema di ricerca scientifica e tecnologica volto a realizzare mezzi allo stato dell’arte e che coinvolge le migliori realtà del Sistema Paese.

Quale contributo fornisce la Marina alla ricerca in campo subacqueo e allo sviluppo dei nuovi mezzi?

La Marina Militare, da sempre, conduce un’intensa collaborazione con il mondo universitario e le aziende del settore usando anche lo strumento dei Piani Nazionali di Ricerca Militare. Queste attività hanno consentito di sviluppare alcune innovative filiere di ricerca anche nella dimensione sottomarina, come ad esempio l’applicazione dei Meta-materiali per aumentare l’occultamento, l’impiego della tecnologia quantistica per le comunicazioni subacquee e l’uso dell’Intelligenza Artificiale nel riconoscimento delle sorgenti sonore. L’impresa U212NFS coinvolge le aziende private, lo Stato Maggiore Marina, la Direzione degli Armamenti Navali, OCCAR e le articolazioni operative

della componente sommergibili che partecipano a degli specifici gruppi di lavoro dedicati ad approfondire tutti gli aspetti di design e di sviluppo del nuovo sottomarino. Un raffinato e impegnativo lavoro di squadra che mi rende orgoglioso delle donne e degli uomini della Componente Sommergibili, che con un approccio teso sempre oltre l’orizzonte sono già al lavoro sugli scenari tecnologici ed operativi del futuro che porteranno allo sviluppo della prossima generazione di mezzi subacquei.

Ammiraglio, i sommergibili rappresentano da sempre un irresistibile fascino nell’immaginario comune. Ci dice tre parole chiavi, tre brevi concetti per cui un giovane potrebbe decidere di seguire questa passione?

Mi sento di condividere con i più giovani la mia esperienza personale usando le parole di uno scrittore d’eccezione, Paulo Coelho: “Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”. Quindi una ragazza o un ragazzo che ami le sfide, la tecnologia, e abbia curiosità, voglia di conoscere e di esplorare una nuova dimensione, può vivere la sua rotta personale a bordo dei sottomarini. La cosa più bella del mio lavoro è vedere giovani entusiasti di lavorare, fieri delle proprie responsabilità, orgogliosi della propria identità di sommergibilisti e dell’appartenenza a una squadra che procede insieme.

Ammiraglio, la tecnologia è sempre più determinante nelle performance dei sottomarini, ma quale altro fattore rimane insostituibile in un equipaggio?

Il fattore umano senza ombra di dubbio! In un ambiente non certamente “spazioso” come un sottomarino, si vive fianco a fianco, spalla a spalla, l’uno con l’altro, condividendo con i propri colleghi: spazi, tempo, emozioni e naturalmente lavoro. La tecnologia ha bisogno di una gestione delicata e di un controllo minuzioso che possono essere garantiti solo da elevate competenze tecniche e un profondo senso di responsabilità, non solo singola, ma anche di squadra. Una peculiarità che curiamo sin dalle prime fasi dell’addestramento presso la Scuola Sommergibili, ma il cui affinamento prosegue in mare e a terra giorno per giorno.

In alto: il contrammiraglio Vito Lacerenza mentre esce dalla garitta di prora di un sottomarino classe U212A; In basso: Muggiano (La Spezia), Cantiere Integrato Navale Militare - Fincantieri, prima lamiera del nuovo sottomarino U212NFS; A sinistra: Elaborazione grafica del nuovo sottomarino U212NFS.

La Vision della Marina Militare sullo Strumento Marittimo del futuro

L’innovazione tecnologica porta con sé sfide e opportunità. La complessità e dinamicità della materia, nonché la sua trasversalità, rendono indispensabile un’azione sinergica, inclusiva e continua nel tempo per mantenere un adeguato vantaggio sul piano tecnologico, culturale e organizzativo. La Marina Militare ha dunque sentito la necessità di sintetizzare e diffondere, attraverso il documento "Il Future Combat Naval System 2035 nelle operazioni multi-dominio", la sua visione sullo Strumento Marittimo del futuro e la linea d'indirizzo per sviluppare e sostenere capacità a elevato contenuto di innovazione tecnologica. Il documento, pubblicato in quest’occasione dal Notiziario della Marina, delinea i principali requisiti che lo Strumento Marittimo dovrà conseguire e si focalizza su alcuni aspetti di rilevanza strategica, quali il ruolo e le caratteristiche dei sistemi unmanned (senza pilotaggio umano), il vantaggio informativo e decisionale da conseguire attraverso l'integrazione dei sistemi e l'analisi dei dati, l’adeguamento di requisiti e strumenti per selezionare, formare e impiegare il personale, elemento centrale del “Future Combat Naval System 2035”. Ulteriori focus sono dedicati al concetto di sostenibilità, in un’accezione più complessa e sfidante rispetto a quella comunemente adottata, e alle modalità di sviluppo delle capacità, basate su processi agili e nuove sinergie tra mondo militare, industriale e accademico. Le attività discendenti da questo impianto concettuale sono state già avviate, con diversi progetti per sviluppare e sperimentare tecnologie innovative in settori particolarmente rilevanti per la Forza Armata, a partire dalla Sorveglianza Marittima e veicoli autonomi subacquei. Sono attività che vedono in prima linea il nostro personale, che grazie all’esperienza tecnica e operativa maturata sul campo, potrà dare un prezioso contributo allo sviluppo delle soluzioni tecniche utili a soddisfare le esigenze operative. di Enrico Vignola*

*Capo Ufficio Spazio e Innovazione Tecnologica (USIT)

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