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Il pattugliatore Bettica ai lavori nell’Arsenale

Szent Istvan: impresa ricordata ogni anno nella Giornata della Marina. Nel 1957 diventa sede del Dipartimento Marittimo Adriatico assumendo così un’importanza strategica di controllo delle coste nazionali. Negli anni ‘80, Ancona vive un nuovo impulso con la costruzione di una caserma e di una moderna infermeria; nel 2013, chiuso il Dipartimento Militare Marittimo, viene istituito il Comando Scuole della Marina Militare, responsabile di due funzioni: selezione del personale e organizzazione formativa della Forza Armata. Per la selezione si avvale dei due centri nelle sedi di Ancona e Taranto. Qui si ricercano giovani che rispondano ai requisiti fisici, attitudinali, culturali e motivazionali necessari a svolgere una professione ricca di sfide che richiede impegno fisico, mentale e grande dedizione. Per la formazione istituisce, programma e gestisce i corsi dedicati al personale, avvalendosi degli Istituti di Formazione: antiche scuole custodi di tradizioni e di valori della Forza Armata. Ancona continua a essere punto nevralgico dell’attività della Marina, costituendo di fatto, la porta di ingresso della nuova linfa della Forza Armata. Comandante del Comando Scuole della Marina, da settembre 2021, è l’ammiraglio di divisione Antonio Natale. Siracusano, laureato in “Scienze marittime e navali” presso l’Università di Pisa e “Scienze Internazionali e Diplomatiche” presso l'Università di Trieste, nel corso della sua carriera ha comandato il pattugliatore Libra e la fregata Espero. Ha ricoperto incarichi internazionali come il “Naval Liaison Officer" per “Coalition Joint Force Maritime" in Bahrain e il comando della Standing Nato Maritime Group 2 (SNMG 2), assegnato alla missione NATO di antipirateria denominata Ocean Shield.

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In alto a sinistra: L’Alfredo Cappellini, ricostruzione di un brigantino nel piazzale interno dell’Accademia Navale di Livorno; a seguire la Nave Scuola Amerigo Vespucci ormeggiata nel porto di Ancona. In basso a sinistra, allievi schierati nel piazzale della Scuola Sottufficiali della Marina Militare di Taranto; a seguire allievo ufficiale si addestra al simulatore di plancia in Accademia.

Intervista al comandante del Comando Scuole della Marina, ammiraglio Antonio Natale

Ammiraglio quanto è delicato e importante il ruolo del Comando Scuole, in fase di selezione del personale?

Direi che è fondamentale. La Forza Armata cerca personale motivato con una buona preparazione culturale, un forte spirito di adattamento, capace di lavorare in team e di vivere a stretto contatto con gli altri. È compito della selezione individuare i giovani che meglio si ispirano a queste caratteristiche. Anche per quest’anno è prevista un’intensa attività concorsuale per il reclutamento di circa 400 ufficiali suddivisi nei vari ruoli e corpi, 600 sottufficiali e 3000 tra graduati e militari di truppa. Presso la sede di Ancona transitano oltre 10.000 concorrenti all’anno per sostenere prove scritte, accertamenti psicofisici e attitudinali. In questo contesto sono impiegati medici specialisti, ufficiali psicologi, selettori psicotecnici, infermieri e personale di supporto alle attività stesse.

Attraverso la formazione si costruisce il futuro della Forza Armata, preparando il proprio personale ad affrontare le sfide di domani. Il motto del Comando Scuole è “Sapere aude” (abbi il coraggio di conoscere!). Quanto è difficile programmare i corsi di formazione oggi, guardando alle nuove sfide che attendono il Paese?

La formazione sviluppa e consolida le competenze professionali del personale che garantisce il funzionamento di tutti gli elementi di Organizzazione della Forza Armata. Per essere competitivi, la formazione deve adattarsi all’incessante sviluppo tecnologico e al contesto in cui lo strumento militare è chiamato a operare e deve essere continua durante l’intero arco della carriera. Ogni anno vengono formati presso gli Istituti di Formazione della Marina Militare circa 900 ufficiali, 1800 sottufficiali e 3000 tra graduati e volontari in ferma prefissata (VFP1 e VFP4).

Dopo una lunga carriera in cui è stato impegnato anche in incarichi di livello internazionale, oggi cos’è che ancora l’affascina del suo lavoro che potrebbe essere di ispirazione per un giovane che ha fatto domanda per entrare nella Marina?

È un onore e un privilegio far parte della Marina Militare. Qualsiasi sia il ruolo scelto, dall’ingegnere al medico, dall’esperto informatico al cuoco, dal pilota al consulente legale, si potranno solcare i mari di tutto il mondo lavorando al servizio del proprio Paese. L’ambiente è stimolante, tecnologicamente avanzato e richiede al marinaio del secondo millennio una formazione e un addestramento continuo. Le donne e gli uomini della Marina Militare sono quindi dei professionisti del mare, risorsa essenziale del Paese, capaci di adattarsi ai diversi scenari sia in ambito nazionale sia internazionale: questa poliedricità la ritroviamo nella moltitudine di incarichi che siamo chiamati a svolgere nell’iter della nostra carriera. Un percorso che ci stimola ad arricchirci continuamente di nuove conoscenze e a confrontarci con scenari non sempre completamente conosciuti. L’imprinting che ci viene dato, fin dalla formazione di base, ci consente di affrontare queste nuove sfide con quello spirito d’iniziativa che accompagna e contraddistingue un buon marinaio.

Il pattugliatore Bettica ai lavori nell’Arsenale di Augusta

Maestranze dell’Arsenale e industria privata insieme per l’efficienza delle navi

di Rosa Bon

Il pattugliatore d’altura classe Comandanti Bettica è nell’Arsenale di Augusta per i lavori di manutenzione e sta per completare il periodo in bacino, dove si svolgono attività di carenamento in parallelo con interventi sullo scafo e, in particolare, sull’opera viva (parte di scafo normalmente immersa). La “sosta lavori” è un momento pianificato della vita operativa di una nave militare, fondamentale per consentire il ricondizionamento, ovvero la riparazione e la manutenzione dello scafo, della piattaforma e l’eventuale ammodernamento dei sistemi di comunicazione, elettronici e d’arma. Una fase delicata perché coinvolge attività articolate in cui l’equipaggio della nave, le maestranze dell’Arsenale e le industrie private lavorano fianco a fianco. Questa è probabilmente la massima espressione di una profonda e funzionale sinergia d’intenti che da anni è presente tra la Marina Militare e il mondo civile: una nave che per diversi mesi è ormeggiata “a secco” in un bacino gestito da personale civile della Difesa. Qui intervengono, come attori protagonisti, operai di industrie private non solo del territorio, ma anche provenienti da varie regioni italiane, risultato dell’impegno speso dalla Forza Armata a sostegno dell’intera nazione. In sostanza, un’immagine delle potenzialità del “Sistema Paese”, nel quale per mantenere una importante capacità operativa militare, la Difesa mette in campo risorse militari e civili con un forte investimento sulle aziende italiane. Si crea così un solido team building tra equipaggio, maestranze arsenalizie e industria privata (IP) che, seguendo una comune linea di azione, cooperano per raggiungere l’obiettivo finale. Un aspetto fondamentale, che costituisce la priorità del comandante, capitano di fregata Elia Cuoco, è quello di assicurare il corretto svolgimento delle complesse attività nel rispetto delle norme di sicurezza: “Dobbiamo fare tutto, bene, in tempo e, soprattutto, in sicurezza”. L’Arsenale Militare Marittimo di Augusta si conferma, infatti, quale valido polo produttivo della Difesa inserito con le realtà tecniche e produttive civili di settore. Le opere di manutenzione sulla carena e le sovrastrutture rappresentano un sostanziale intervento nel processo di mantenimento delle capacità operative della nave. Pur essendo un periodo di pausa dall’attività in mare, questo momento complesso richiede un impegno continuativo da parte dell’equipaggio. Infatti la sosta lavori, interruzione fisiologica della vita operativa della nave, è anche

Il pattugliatore d’altura classe Comandanti Bettica nel bacino galleggiante dell’Arsenale della Marina Militare di Augusta.

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