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L’Italia e l’identità marittima di Antonello D’Avenia

un periodo strutturale di ricondizionamento per il personale imbarcato: l’equipaggio, al termine delle visite per la prevista idoneità fisica, partecipa ai corsi di formazione professionale di categoria volti all’aggiornamento delle competenze legate al “controllo del danno”. Ciò consente di consolidare e accrescere il bagaglio professionale e tecnico del personale militare, risorsa preziosa e riconosciuta nel contesto nazionale ed internazionale. Solo dopo questa fase, l’equipaggio, pronto a riprendere il mare e addestrato individualmente, comincerà l’addestramento di team (il saper fare insieme: essere un equipaggio!) necessario a navigare ed operare in sicurezza.Le navi classe Comandanti rappresentano un indispensabile strumento della Squadra navale. Queste navi infatti, sono deputate all’attività operativa di “medio raggio” che si esprime in missioni di presenza e sorveglianza, monitoraggio, deterrenza alle attività illecite e tutela degli interessi nazionali impiegate nelle principali operazioni italiane e che interessano Forze internazionali alleate ed europee. In questo contesto nave Comandante Bettica e il suo equipaggio, “con ardire e con tenacia” - come recita il motto dell’unità - saranno presto pronti a solcare il mare e percorrere nuove miglia.

La parola ai protagonisti

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Comandante (capitano di fregata Elia Cuoco) ci dice un aspetto peculiare della sosta in bacino di nave Bettica?

La sosta in bacino è un momento delicato. I risultati degli sforzi che ognuno di noi mette in campo si vedranno nei mesi a venire, quando nave Bettica tornerà a navigare. In questa fase le attività devono essere fatte bene, nel rispetto delle tempistiche ma, soprattutto, in sicurezza. La sicurezza sul lavoro del mio equipaggio e di chiunque collabori con noi è fondamentale, viene prima di tutto.

Aiutante di bordo (C° 1ª cl Nocchiere Emanuele Scicolone), qual è il segreto per raggiungere l’obiettivo?

Per ottenere risultati concreti è necessario che tutti collaborino e diano il meglio di sé anche in questo periodo, solo apparentemente meno impegnativo. Ognuno, con le proprie conoscenze, è un elemento fondamentale nella riuscita dell'impresa e l'impegno di tutti prestato oggi, sarà domani soddisfazione e orgoglio per la nave.

Lei è tra i marinai più giovani a bordo (com 2ª classe Mirko Carmelo Polimeni) è stato difficile far parte di un equipaggio della Marina?

Mi sono integrato e sto lavorando con tutto l’equipaggio, cercando di apprendere quante più nozioni possibili. Sognando un futuro in Marina, immaginavo di trovare una nave operativa pronta già subito a navigare, ecco perché non vedo l’ora di vedere la nostra nave in mare, pronto per tutte le nuove esperienze che mi attendono.

Sopra da sinistra: il capitano di fregata Elia Cuoco, il capo di prima classe Emanuele Scicolone e il comune di seconda classe Mirko Carmelo Polimeni.. In basso: vista aerea del pattugliatore Bettica nel bacino galleggiante.

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