Notiziario della Marina Giugno 2020

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di Antonio Cosentino Informazione, interviste, partecipazione: questi i tre obiettivi che caratterizzano il nostro impegno editoriale. Un progetto molto ambizioso che il Notiziario ha messo in campo per sviluppare e rendere competitiva la pubblicistica della Marina. Un giornalismo capace di dare contenuti moderni attraverso immagini comunicative, che sono alla base della vita del nostro rinnovamento. Per vincere la sfida che la globalizzazione e le nuove tecnologie impongono, ognuno di noi deve affinare la propria capacità di coesione, di “fare gruppo”, condividere informazione e conoscenza. Proprio queste capacità di fare gruppo, di fare sistema sono le caratteristiche tipiche della gente di mare. Sono le peculiarità stesse dell’ambiente marino che lo impongono. Il mare oltre a formare e temprare nello spirito, insegna soprattutto a fare squadra, a rispondere coralmente alle sfide, ciascuno con il proprio ruolo e le proprie competenze. E’ questo il caso delle Campagne d’istruzione. La nave scuola Amerigo Vespucci è di nuovo pronta a solcare i mari, dopo la consueta sosta invernale. A salutare l'equipaggio e gli allievi in formazione, sulla banchina del porto di Livorno, il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e rivolgendosi a loro ha detto: "Il fatto che tutti quanti voi oggi siate qui è uno dei tanti aspetti per cui possiamo andare orgogliosi della nostra Marina che, oltre a essere riuscita a mantenere fede a questo importante impegno della vostra formazione, è riuscita a non intaccare minimamente le missioni di quest'anno e a svolgere regolarmente le attività operative". L’Amerigo Vespucci è molto più di una semplice nave scuola, rappresenta l’unione tra passato e futuro della nostra Marina, portatrice di valori e tradizioni che ogni marinaio conosce e tramanda. Quanti comandanti si sono avvicendati sull’Amerigo Vespucci? Tra i tanti, uno l’ammiraglio padrone del vento: Agostino Straulino, amava ricordare “mio padre diceva sempre che un uomo di mare non si troverà mai a disagio nella vita, anche se decidesse di cambiare mestiere”. E il mare, in effetti, non è mai uscito dalla sua vita, né poteva uscire la Marina alla quale era legato da ricordi indimenticabili. Valori e tradizioni accompagnano da sempre la storia della Forza armata e dell’Italia e si rinnovano in occasione di eventi particolarmente significativi, in cui i cittadini esprimono un sentimento di coesione e di appartenenza all’Italia, orgogliosi della sua storia e della sua identità. Storia e identità che si fondano sulla Carta Costituzionale, architrave delle Istituzioni e supremo riferimento per tutti. Quest’anno l’emergenza sanitaria ha fortemente condizionato i protocolli tradizionali, cambiando il volto a due celebrazioni importanti del mese di giugno: la Festa della Repubblica e la Giornata della Marina. Entrambe le cerimonie si sono svolte con un sapore diverso, ridotte al minimo. “Una Festa senza festa” quella del 2 giugno, che però non perde la sua intensità ed emozione che unisce gli italiani e non perde di significato che è quello di celebrare la nostra Repubblica nel 74º anniversario. Nel rispetto della tradizione, la Marina ricorda la ricorrenza dell’azione militare passata alla storia come “l’impresa di Premuda del 10 giugno 1918”. Una cerimonia intima quella della “Giornata della Marina”, che si è svolta significativamente a Palazzo Marina, alla presenza del ministro della Difesa, on. Lorenzo Guerini, del sottosegretario della Difesa, on. Giulio Calvisi, del capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli e del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, con la deposizione della corona d’alloro sulla lapide dedicata ai Marinai caduti al servizio della Patria. Rilevante per la Marina il compito affidato alle navi idro-oceanografiche della Squadra navale, impegnate a supporto delle esigenze tecnico-scientifiche dell'Istituto Idrografico della Marina e di importanti Enti di ricerca nazionali. Rilievi utili per aggiornare la cartografia ufficiale italiana a garanzia della sicurezza della navigazione ma anche per incrementare la conoscenza dell’ambiente marino. Contemporaneamente nave Alliance, salpata dal porto di La Spezia, porterà la Marina italiana e il programma di ricerca High North 20 in Oceano Artico, finalizzato a garantire la continuità delle osservazioni ambientali utili alla comunità scientifica internazionale e nazionale. Non potevamo non parlare dell’efficienza e della prontezza operativa della Squadra navale. Un’interessante intervista, rilasciata dal Comandante in capo, vi porterà in un viaggio virtuale attraverso le attività e le principali componenti dello strumento aeronavale. L’ammiraglio Treu sottolinea il prestigio di trovarsi al vertice di CINCNAV, delle prospettive future della Squadra navale e dell’intenso e costante impegno di un equipaggio sempre in prima linea: “Sono certo che le donne e gli uomini della Squadra navale sapranno tenere duro, adoprandosi al meglio per esprimere al massimo le capacità di cui disponiamo, facendo leva su quel catalizzante spirito di equipaggio che sta alla base di tutti i nostri successi e che da sempre ci spinge a gettare il cuore oltre l’ostacolo, come squadra vincente, agguerrita e coesa”. Buona lettura.

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Il Notiziario della Marina è una testata giornalistica mensile fondata nel 1954

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Registrazione: Tribunale di Roma n.396/1985 dell’ 8 agosto 1985

SOMMARIO giugno 2020

Proprietà Ministero della Difesa Editore Ministro della Difesa Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione

DIRETTORE RESPONSABILE Antonio COSENTINO

REDAZIONE Luciano REGINA, Pasquale PRINZIVALLI, Emanuele SCIGLIUZZO

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D IREZIONE E R EDAZIONE Marina Militare - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione Notiziario della Marina - piazza della Marina, 4 - 00196 Roma - tel. 06.3680.5556 mail: notiziario.marina@gmail.com segreteria e abbonamenti tel. 06.36806318 partita iva: 02135411003

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N ORME

PER LA COLLABORAZIONE

La collaborazione è aperta a tutti, gli elaborati, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali dell’autore, che ne assume la responsabilità. La Direzione si riserva il diritto di dare agli articoli il taglio editoriale ritenuto più opportuno. Gli articoli, concordati con il Direttore, dovranno essere corredati di foto (formato .tif o .jpg, di dimensioni minime 18 x 13 cm, con risoluzione a 300 dpi) e didascalie esplicative; gli elaborati dovranno essere redatti evitando l’uso di acronimi, che eventualmente vanno esplicitati. L’accoglimento degli articoli o proposte di collaborazione non impegnano la Direzione alla pubblicazione nè alla retribuzione.

di Antonio Cosentino

2 giugno 2020: una festa senza festa di Antonio Cosentino

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10 giugno, Giornata della Marina di Desirèe Tommaselli

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Tutto pronto. Ripartono le Campagne d’istruzione Al via la Campagna idro-oceanografica 2020 di Antonello Lorusso

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Il contrammiraglio Sinapi nuovo direttore dell’International Hydrographic Organisation di Giovanna Scotton

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Destinazione artico di Antonio Cosentino

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Giornata Mondiale degli Oceani 2020 di Pasquale Prinzivalli

© Tutti i diritti sono riservati.Testi e foto non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione del Direttore.

26 COME ABBONARSI Le modalità di sottoscrizione sono: - versamento di € 20,00 con bollettino postale CCP 001028881603 oppure - bonifico bancario - codice IBAN IT26G0760103200001028881603 intestati a Difesa Servizi s.p.a. con la causale: abbonamento al Notiziario della Marina. Effettuato il pagamento è necessario inviare copia via mail a: notiziario.marina@gmail.com oppure per fax al numero 06.36803396, con i dati completi (nome, cognome, indirizzo, telefono, codice fiscale e mail).

L’editoriale

Le grandi interviste: il Comandante in capo della Squadra navale di Antonio Cosentino

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Efficacia, efficienza e prontezza operativa: la Squadra navale torna in mare di Luciano Regina

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Caorle, faro di atterraggio di Fabio Dal Cin

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“Velista dell’anno 2019” tra i candidati al titolo Ferrari e Calabrò di Antonello Lorusso

Stampa: Fotolito Moggio srl, Villa Adriana - Tivoli

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Vestire gli Onori di Stefano Febbraro

chiuso in redazione il 30 giugno 2020

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2 giugno 2020: una festa senza festa di Antonio Cosentino

uella di oggi è una cerimonia dal sapore diverso che però non perde la sua intensità, non perde l’emozione che unisce gli italiani, non perde il significato che è quello di celebrare la nostra Repubblica. “Rispetto, serietà, collaborazione e servizio alle Istituzioni”, queste sono le parole scandite dal presidente Mattarella che ci indica i principi da seguire per preservare il presente e costruire il futuro della Repubblica. “Sono fiero del mio Paese. Inaccettabile dividersi ora. Serve l’unità morale che fu il cemento della ricostruzione del Dopoguerra”. Quest’anno l’emergenza sanitaria ha fortemente condizionato i protocolli tradizionali, cambiando il volto della festa: niente sfilate davanti alla folla e cerimonie ridotte al minimo. Non c’è stata la parata lungo i Fori Imperiali, ma la deposizione di una corona di alloro da parte del presidente della Repubblica presso l’Altare della Patria. Al termine della cerimonia il presidente Mattarella si è recato in Lombardia per far visita alla comunità di Codogno, il paese del Lodigiano che per primo è stato colpito dal contagio.

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2 giugno, non tutti si ricordano il significato Ogni anno in questa giornata si celebra la nascita della Repubblica italiana, che ha rappresentato un vero e proprio spartiacque per la storia del nostro Paese. Più precisamente, il riferimento storico è il referendum istituzionale che si svolse il 2 e il 3 giugno 1946 per determinare la forma di Stato da dare all’Italia dopo la seconda guerra mondiale. I cittadini furono chiamati alle urne per decidere tra monarchia e repubblica. Dalla prima festa, celebrata nel 1947, la cerimonia ufficiale si è sempre tenuta il 2 giugno a Roma, tranne in due casi: - nel 1961, quando si svolse a Torino (prima capitale dell’Italia unita); - nel 1963, quando non si tenne per il grave stato di salute di papa Giovanni XXIII (che morì il 3 giugno di quell’anno). La festa della Repubblica, in quel caso, fu rinviata al 4 novembre. Nel 1976, invece, a seguito del terremoto in Friuli, la festa venne annullata. Dal 1977 la festa fu fatta coincidere con la prima domenica di giugno, e il giorno festivo del 2 fu soppresso. Dal 2001, per volontà dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il 2 giugno è tornato festivo. Negli ultimi anni la sfilata è stata semplificata, per renderla meno costosa e alcuni reparti delle Forze armate come i mezzi corazzati, non sfilano più. Uno dei momenti più spettacolari della parata è quello dell’esibizione delle Frecce tricolori: dieci aerei, di cui nove in formazione e uno solista, compongono la pattuglia acrobatica più numerosa del mondo.

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10 giugno, Giornata della Marina di Desirée Tommaselli

La celebrazione a Roma, a Palazzo Marina erimonia raccolta quella della Giornata della Marina 2020 che si è svolta significativamente a Palazzo Marina, “Stato Maggiore” della Forza Armata e “casa” di tutti i marinai, nonché monumentale testo visivo della gloriosa storia italiana sul mare. Una celebrazione intima, incentrata sulla deposizione della corona d’alloro sulla lapide dedicata ai Marinai caduti al servizio della Patria, murata nell’atrio dello storico edificio. Presenti alla cerimonia il ministro della Difesa, on. Lorenzo Guerini, il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, e il sottosegretario della Difesa, on. Giulio Calvisi, accolti dal capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone. La deposizione della corona, benedetta dal Vicario Episcopale per la Marina militare, Don Marcello

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Calefati, è stata accompagnata dalle commoventi note del “Silenzio”, cui è seguita, come consuetudine, la lettura della “Preghiera del Marinaio”.

Nella pagina accanto: (in alto) il ministro della Difesa, on. Lorenzo Guerini, il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, e il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, rendono gli onori ai Marinai caduti al servizio della Patria; in basso da sinistra: il Vicario Episcopale per la Marina militare, Don Marcello Calefati, benedice la corona d’alloro; il ministro della Difesa, il capo di Stato Maggiore della Difesa, e il capo di Stato Maggiore della Marina, rendono gli onori ai Marinai caduti al servizio della Patria; il ministro della Difesa, il sottosegretario della Difesa, on. Giulio Calvisi, il capo di Stato Maggiore della Difesa e il capo di Stato Maggiore della Marina scendono lo Scalone d’onore di Palazzo Marina.

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Il messaggio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Giornata della Marina, ha inviato al capo di Stato Maggiore della Marina militare, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone

e unità della Marina militare, componente qualificata del Sistema Interforze della Difesa Nazionale, assieme ai mezzi della Guardia Costiera, assicurano – in coerenza con gli indirizzi di parlamento e governo – la libertà di navigazione, la salvaguardia della vita umana in mare, la sicurezza delle nostre coste, fornendo un contributo fondamentale non solo all’ordinato svolgimento della vita del nostro Paese, ma anche alla garanzia di una condizione di pace e cooperazione dell’intera comunità internazionale. Lo testimoniano le attività del personale e dei mezzi impegnati nelle operazioni di contrasto alla pirateria, ai traffici illeciti, al terrorismo internazionale, che garantiscono presenza e sorveglianza nei mari vicini al nostro Paese e anche in quelli più lontani, fondamentali per la tutela degli interessi comuni, nell’ambito delle missioni decise dalla comunità internazionale. L'umanità e la professionalità delle donne e degli uomini della Marina militare hanno caratterizzato anche l’importante contributo fornito in questi difficili mesi nella lotta contro la grave emergenza sanitaria. Meritano grande apprezzamento il contributo del personale sanitario e del San Marco, nonché i mezzi messi a disposizione sin dal primo momento che, ancora oggi, operano instancabilmente al fianco delle strutture pubbliche e della Protezione Civile. Anche in questo frangente, le donne e gli uomini della Marina militare hanno confermato di costituire una riserva e un patrimonio preziosi sui quali la Repubblica può contare. In questa giornata, che celebra la Festa della Marina, rinnovo a tutto il personale e ai loro familiari sentimenti di gratitudine del Paese per gli esempi di lealtà, dedizione, coraggio, sacrificio ed eroismo che hanno accompagnato, nei decenni, la Forza Armata. Alla sua Bandiera di guerra, testimone di questi valori e tradizioni, rivolgo il mio deferente omaggio.

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Viva la Marina Militare, viva le Forze Armate, viva la Repubblica.

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Le parole del capo di Stato Maggiore della Marina militare, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone

entodue anni fa il comandante Rizzo e il guardiamarina Aonzo ci insegnavano a essere dei veri marinai, con il loro coraggio, con la loro forza, con il loro spirito di servizio e con il loro amore incondizionato per la Marina. Oggi li festeggiamo degnamente ricordando i loro ideali e cercando di emularli e di eguagliarli. Siamo stati colpiti da questa grossa pandemia, assolutamente inattesa, che ha condizionato le nostre vite ma, nonostante tutto, le nostre navi in questo anno hanno continuato a navigare dal golfo di Guinea fino a Mar Nero e dal Mediterraneo fino all'Oceano indiano, non mancando a nessun impegno internazionale o nazionale che avessero preso in precedenza. E’ stata una prova dura che ha dimostrato quanto la Marina sia una squadra forte, un team coeso e invincibile. Io ricordo che qualche anno fa, quando ero un giovane ufficiale, partivo per le esercitazioni o per delle operazioni che duravano settimane o mesi. Erano periodi lunghi e analoghi a quelli di questi giorni ma non paragonabili i miei, che erano felici, a quelli di oggi dei nostri uomini e delle nostre donne che sono partiti lasciando le proprie famiglie, i propri figli, le proprie mogli e i propri mariti e i genitori anziani durante questa situazione così critica e così incerta. Un pensiero va anche alle famiglie che hanno visto partire loro cari, i loro punti di riferimento e nonostante tutto li hanno supportati, li hanno aiutati e hanno fatto in modo che la Marina non perdesse un colpo e fosse presente dove doveva essere con grande spirito di servizio, con grande coesione, con grande forza e unità. Sono orgoglioso di far parte di questo team ed è per questo motivo che vi abbraccio tutti, vi ringrazio e vi auguro buona festa della Marina.

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Viva la Marina e Viva l’Italia.

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10 giugno 1918, l’impresa di Premuda di Desirée Tommaselli

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al 1939 la Forza armata celebra la sua Giornata nella ricorrenza dell’azione militare, passata alla storia come l’Impresa di Premuda, con la quale la Marina italiana, nella Grande Guerra, chiuse di fatto la partita con quella austroungarica già al 10 giugno del 1918 - ossia circa 5 mesi prima dell’armistizio - affermando il controllo esclusivamente italiano sull’Adriatico. Il fatto d’arme ha per protagonisti due Mas italiani e una divisione austriaca, i cui “incontro” ed esito del “confronto” - l’affondamento della corazzata imperiale Szent István - possono sembrare apparentemente “fortunati” mentre, invece, furono il frutto di strategia, lungimiranza, pianificazione, addestramento, preparazione e professionalità. Dal 3 giugno 1918, infatti, la Marina aveva rinforzato la vigilanza delle coste nemiche; il capo di Stato Maggiore, ammiraglio Thaon di Revel, appresa la notizia della nomina del giovane ammiraglio Horty quale comandante supremo della Marina austroungarica, valutò infatti la possibilità che il nuovo Comandante in Capo della flotta desiderasse adottare

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una strategia più attiva, tale da esporlo a commettere delle imprudenze, delle quali il vertice della Marina italiana voleva assolutamente approfittare, attaccando con sommergibili, cacciatorpediniere e Mas. Le previsioni del capo di Stato Maggiore italiano erano più che fondate, considerata anche l’urgente necessità dell’Austria sia di rompere il blocco navale operato dagli italiani ad Otranto che stava facendo implodere gli Imperi Centrali per la cronica mancanza di rifornimenti di ogni genere, sia di risollevare il morale dei suoi combattenti. Horty, pertanto, pianificò un’incursione aggressiva contro Otranto. Mentre le formazioni navali austriache muovevano verso sud tra qualche ritardo e un’avaria, i due Mas, 15 e 21, della Squadriglia comandata da Luigi Rizzo erano in agguato, come ogni notte dal 3 giugno precedente; l’incontro tra i Mas e la formazione austriaca condotta dalle corazzate Szent István e Tegetthoff non fu, quindi, fortuito. La prima nave da battaglia, producendo una grande nuvola di fumo, mise in allerta Rizzo, posizionato con il suo Mas15 e con il Mas 21 a largo di Premuda. Il Comandante decise di ingaggiare battaglia e sfruttare a proprio favore la situazione, nonostante l’evidente sproporzione delle forze in campo: due Mas sfidavano due corazzate scortate da dieci unità, tra cacciatorpediniere e torpediniere, che le proteggevano da tutti i lati. Passando tra due torpediniere di scorta senza essere visto, Rizzo sganciò i siluri del suo Mas 15 contro il fianco della corazzata che guidava la formazione. La posizione, perfettamente perpendicolare al bersaglio, era ideale e i lanci centrarono la nave. L’altro Mas, comandato dal guardiamarina Giuseppe Aonzo, cercò di colpire il Tegetthoff, ma ebbe sfortuna. Compiuto il “prodigio”, urgeva disimpegnare e “mettere in salvo la pelle”. Una torpediniera di scorta stava inseguendo il Mas di Rizzo nel tentativo di colpirlo con l’artiglieria o di speronarlo. Rizzo ebbe allora l’idea di utilizzare quanto gli era rimasto a bordo: le bombe di profondità. Dopo il primo lancio, inesploso, il secondo alzò una colonna d’acqua che frenò la corsa dell’inseguitore, consentendo a Rizzo di dirigere verso l’Italia. Dopo il 10 giugno le grandi unità austriache non uscirono più dai porti e il controllo dell’Adriatico fu tutto italiano. Inoltre il forzamento del blocco navale nel Canale d’Otranto, nei piani militari imperiali, avrebbe dovuto anticipare la grande offensiva condotta dal Montello al mare con lo scopo di far avanzare le truppe asburgiche almeno

fino all’Adige o al Po, se non fino a Milano. L’impresa di Premuda esaltò il morale dei combattenti italiani, abbattendo quello degli austroungarici che comunque, sferrarono poi l’attacco con le loro forze migliori. L’impresa di Premuda, con le sue conseguenze militari e politiche, cambiò definitivamente il corso della Prima guerra mondiale, condizionandone l’esito a favore dell’Italia, e diede grande prestigio alla Marina che, 21 anni dopo, scelse quell’azione navale come “emblema” dei valori militari, professionali e umani della Forza Armata.

Nella pagina accanto: i comandanti Luigi Rizzo e Giuseppe Aonzo con gli equipaggi dei Mas 15 e 21; in alto: il capitano di corvetta Luigi Rizzo; in basso, nella pagina accanto Luigi Rizzo e il capo timoniere Armando Gori in un fotogramma del film “Eroi del mare nostro”; in questa pagina i Mas 15 e 21 in un fotogramma di “Eroi del mare nostro”; per la realizzazione di questa pellicola degli anni ‘ 20, Rizzo “interpretò se stesso”, recitando le scene relative all’Impresa di Premuda nel Golfo della Spezia, mentre la Marina mise a disposizione i filmati originali dell’affondamento della Szent István e i mezzi navali necessari alle riprese.

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Tutto pronto. Ripartono le Campagne d’istruzione

opo la consueta sosta manutentiva invernale, la nave della Marina militare, Amerigo Vespucci è pronta a solcare i mari e spiegare le vele per intraprendere la tradizionale Campagna d’istruzione 2020 a favore dei 106 allievi ufficiali della prima classe del ruolo normale dell’Accademia navale, nel rispetto dei protocolli sanitari per garantire la massima sicurezza a protezione dei nostri equipaggi. Alla presenza del capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, la nave a vela, al comando del capitano di vascello Gianfranco Bacchi, ha lasciato l’ormeggio nel porto di Livorno lo scorso 29 giugno con

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rotta verso il Mediterraneo, per far ritorno nel porto di Taranto il prossimo 22 agosto. L’ammiraglio ha evidenziato di "atmosfera abbastanza irreale ma vi confesso che quando è iniziata l'emergenza della pandemia non avevo idea se saremmo riusciti a fare la campagna addestrativa, a mantenere gli impegni in campo internazionale, è stato sicuramente un impegno gravosissimo, abbiamo dovuto far fronte a questa emergenza in modo assolutamente nuovo, inventandoci e te-


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Le Campagne delle altre unità Nave Luigi Durand de La Penne - Campagna allievi 2^ classe A.N. La Campagna addestrativa per la 2^ classe verrà effettuata a bordo di nave de La Penne nel periodo 6 agosto - 6 settembre 2020, con imbarco degli allievi da Livorno. Campagne Unità a vela minori - Le barche a vela Orsa Maggiore, Capricia,Corsaro II e Stella Polare prenderanno parte alla tradizionale Campagna d’istruzione, a bordo gli aspiranti guardiamarina frequentatori del 3º anno dell’Accademia navale. La Campagna si svolgerà nel Mediterraneo centrale e occidentale. Nave Etna - Campagne allievi Morosini. Le Campagne a favore dei due corsi dell’Istituto Morosini con partenza da Venezia della 1^ classe l’11 giugno 2020 e della 2^ classe il 29 giugno 2020, con soste logistiche in porti nazionali militari in sinergia con il programma di trasporti logistici interdipartimentali con rifornimenti in mare per operazione Mare sicuro e con attività di bilanciamento combustibili nelle basi.

Livorno, 29 giugno 2020 - 106 allievi della prima classe dell’Accademia navale di Livorno schierati durante il discorso del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. (foto di Gabriele Lenzi)

stando sul campo procedure e accorgimenti per limitare l'impatto del contagio ai nostri equipaggi". La Campagna d’istruzione a bordo di nave Vespucci rappresenta una pietra miliare della formazione degli allievi ufficiali. Nel solco di una secolare tradizione, ma con un sempre rinnovato impulso all’innovazione, gli allievi ufficiali saranno impegnati in numerose attività didattiche e addestrative nell’ambito delle discipline marinaresche e della formazione etico-militare,

al fine di sviluppare e nutrire i valori di fedeltà, disciplina e senso del dovere. Attraverso un percorso formativo basato sul lavoro di squadra, che caratterizza ogni marinaio nell’assolvimento dei compiti della Forza armata al servizio della collettività, ogni allievo riceve il cosiddetto "battesimo del mare". La Nave non sarà aperta al pubblico durante le soste in porto, sarà tuttavia visibile in ogni possibile occasione di passaggio ravvicinato nei luoghi di particolare interesse della costa del nostro amato Paese.

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Al via la Campagna idro-ocenografica 2020 Riprendono le attività tecnico-scientifiche dell’Istituto Idrografico della Marina militare a supporto agli Enti di ricerca ai fini ambientali

di Antonello Lorusso

urante il periodo in mare, che durerà tutta l’estate fino al prossimo autunno, le navi idro oceanografiche al Comando Squadriglia Unità Idrografiche ed Esperienze (COMSQUAIDRO) saranno impegnate a supporto delle esigenze tecnico-scientifiche dell'Istituto Idrografico della Marina e altri Enti di ricerca nazionali attraverso l’effettuazione di rilievi utili per aggiornare la cartografia ufficiale italiana a garanzia della sicurezza della navigazione. Al contempo, verranno effettuati dei rilievi oceanografici mirati a incrementare la conoscenza dell’ambiente marino, come per esempio lo studio della colonna d’acqua sovrastante i fondali con cui saranno rilevati i dati di temperatura, di salinità e di presenza di microplastiche. Per questo importantissimo compito, l’attività coinvolgerà, oltre ai circa 300 uomini e donne della Squadriglia Idrografica, suddivisi su cinque unità navali (nave Ammiraglio Magnaghi - unità idrografica maggiore - nave Galatea, nave Aretusa, oltre a due navi di proprietà della NATO che la Marina militare ha in gestione fiduciaria che sono nave Alliance e nave Leonardo), anche importanti enti di ricerca nazionali e internazionali. In particolare saranno impegnati, nella Campagna 2020, scien-

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L’unità idrografica maggiore, nave Ammiraglio Magnaghi, in navigazione.

ziati dell’ENEA Centro Ricerche Ambiente Marino (La Spezia) e del CNR IAS (Istituto per lo studio dell’impatto Antropico e la Sostenibilità dell’ambiente marino) di Genova. Sarà di fondamentale importanza capire lo stato di salute dell’acqua e del mare attraverso lo studio dei dati che, successivamente, verranno condivisi anche con importantissimi Centri di ricerca a livello internazionale. Ecco spiegato il motivo per cui la Marina militare, nonostante il grave momento di emergenza che sta vivendo l’Italia, ha messo in atto ogni sforzo possibile per garantire la partenza della Campagna idro-oceanografica. In particolare, per l’anno 2020 verranno eseguiti da nave Ammiraglio Magnaghi i rilievi del golfo di Olbia e dell’arcipelago di La Maddalena. Nave Aretusa opererà sulle coste dell’alto – medio Adriatico con elongazioni nei porti pugliesi per i rilievi idrografici necessari per l’aggiornamento della cartografia e documentazione del porto e i litorali di Brindisi e Ancona. Infine nave Galatea sarà impegnata nella raccolta dei dati all’Isola dell’Elba. Tutti i dati raccolti in ogni campagna contribuiscono ad arricchire il database dell’Istituto Idrografico per supportare attività di studi climatici ed ambientali sul lungo periodo. Il lavoro si considererà terminato con l’invio dei dati raccolti, da parte di ciascuna unità navale, all’Istituto Idrografico che, dopo un’attenta verifica, procederà alla produzione di nuove carte nautiche

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fruibili per i naviganti. A fattor comune, in aggiunta ai rilievi batimetrici, saranno svolti anche i rilievi geo-topografici della linea di costa e delle infrastrutture antropico-portuali e naturali, unitamente alla classificazione della tipologia del fondale e identificazione dei relitti e ostruzioni pericolose per la navigazione. In tali occasione, saranno contestualmente raccolte in

A sinistra le altre unità che insieme a nave Magnaghi sono impegnate nella Campagna idrooceanografica 2020. Dall’alto: nave Galatea, nave Leonardo, nave Alliance e nave Aretusa.

loco le informazioni nautiche relative alla regolamentazione della navigazione, indispensabili per la comunità marittima, attraverso la rete capillare delle Capitanerie di porto. Utile ricordare come l’Istituto Idrografico della Marina militare sia l’unico organo dello Stato, designato alla produzione della cartografia nautica ufficiale nazionale. Questo compito è un’attività che la Forza armata svolge da sempre, e con costante impegno tutti gli anni, in quanto la cartografia nautica prodotta viene, successivamente, utilizzata da tutta la comunità di naviganti, siano essi diportisti che mercantili o militari. Negli anni passati, la presenza di microplastiche nei mari che circondano la penisola non sono risultati irrilevanti.

È per questo motivo che diventa fondamentale il continuo monitoraggio per dare tutte le giuste informazioni, in modo da rendere chiunque responsabilizzato a limitare sempre più l’utilizzo delle plastiche che, come sappiamo, rimangono per lungo tempo nei nostri mari. Considerato l’estremo valore e la peculiarità della Campagna svolta dall’Istituto Idrografico, grazie all’impiego delle navi della Squadra navale, abbiamo posto all’ammiraglio Sinapi alcune domande che ci dimostrano come l’impegno e professionalità del personale della Marina militare si sposino con la tecnologia per riuscire a raggiungere traguardi sempre più alti per la collettività.

L’ intervista La parola al direttore dell’Istituto Idrografico della Marina militare, contrammiraglio Luigi Sinapi Ammiraglio, quale sarà il focus di ricerca della Campagna SWIM LS 20? La Campagna Summer and Winter Intensive Measuring of the LIGurian sea 2020, è un progetto oceanografico di monitoraggio del Mar Ligure condotto dall’Istituto Idrografico della Marina che ha come scopo quello di confrontare le misure di salinità, ma soprattutto di temperatura. Tali misurazioni sono indispensabili per gettare le basi della comprensione degli scambi termici con l’atmosfera con tutti i fenomeni conseguenti che ne derivano, i quali creano il complesso “ensemble” di fenomeni meteo-oceanografici comunemente inglobati nell’espressione “cambiamenti climatici”. La componente primaverile di questi dati, associata alle misure effettuate nelle stagioni precedenti, è di importanza fondamentale in quanto tassello insostituibile per la comprensione delle evoluzione dei parametri oceanografici. L’insieme di tutti questi dati e la loro elaborazione permetterà quindi di effettuare studi sullo scambio termico del Mar Ligure e di poter validare ulteriormente il modello oceanografico del Mar Ligure dell’Istituto Idrografico. Tale modello è importante per poter effettuare previsioni sempre più affidabili di corrente e dei principali parametri (temperatura e salinità), indice di una maggior comprensione delle dinamiche oceaniche sopra citate presenti nel Mar Ligure. Perché è stato deciso il Mar Ligure

come area di competenza per la SWIM LS 20? Per le sue caratteristiche ambientali e climatiche che ne fanno un “laboratorio naturale” per lo studio di numerosi ed importanti fenomeni oceanografici. Nonostante le dimensioni limitate del bacino e la sua collocazione in area mediterranea, la dinamica del Mar Ligure comprende una varietà di processi tipicamente oceanici che qui possono essere studiati con più facilità: dagli eventi di formazione di acqua densa durante l’inverno, alle correnti nei canyon che solcano la piattaforma. Nel Mar Ligure è inoltre operativa una rete di monitoraggio ambientale comprendente boe meteo-oceanografiche di altura e costiere, catene correntometriche, stazioni mareografiche e radar costieri che garantiscono un ottimo supporto agli esperimenti effettuati durante le campagne oceanografiche. Quali sensori/strumentazioni verranno utilizzati/e per questo studio? Si utilizzerà principalmente una sonda per la misura della temperatura, della salinità e pressione nella colonna d’acqua, denominata CTD

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(Conductivity – Temperature – Depth) di elevata precisione e, qualora le condizioni meteo marine non consentano tali misure, si utilizzeranno sonde a perdere di tipo XBT (Expendable Bathy Thermograph) per la misura della sola temperatura che possono essere operate da nave in moto. Durante la Campagna, oltre alle misure meteorologiche standard effettuate dalla stazione meteo di bordo ed alle misure della profondità del fondale in ogni punto di misura, è anche operativo il correntometro acustico ad effetto doppler ADCP (Acoustic Doppler Current Profiler). Tale strumento viene impiegato per la misura in continuo delle correnti marine e la mappatura delle caratteristiche acustiche associate alla presenza di zooplancton lungo la rotta della nave.

Come si alterneranno le navi durante la Campagna idro-oceanografiche 2020 e con quali compiti? Le navi della componente idro-oceanografica della Marina militare appartenenti a COMSQUAIDRO effettueranno rilievi secondo un programma stilato dall’Istituto Idrografico, questo programma permetterà l’aggiornamento della cartografia ufficiale dello Stato, a garanzia della sicurezza della navigazione, e oltretutto verranno altresì condotti rilievi oceanografici mirati ad incrementare la conoscenza dell’ambiente marino. Un complesso di ricerche che ogni anno impegna circa 200 militari specializzati in idrooceanografia, sia parte degli equipaggi fissi imbarcati sulle varie unità navali e sia provenienti dall’Istituto Idrografico, che porteranno a termine le loro missioni impiegando strumentazione e

mezzi all'avanguardia. La Campagne 2020 vedrà le Unità idro-oceanografiche impegnate secondo il seguente programma: - nave Galatea, eseguirà l’attività in favore del progetto oceanografico di monitoraggio del Mar Ligure SWIM-LIG20 (Summer and Winter Intensive Measuring of the LIGurian sea 2020); - nave Leonardo, sarà destinata a condurre una attività di scandagliamento dell’arcipelago Toscano, effettuando rilievi idrografici presso le isole di Palmaiola, Montecristo e Pianosa; - nave Aretusa, condurrà rilievi nel Mar Adriatico, in particolare nel porto di Brindisi e lungo il litorale di Ancona e di Ravenna; - nave Ammiraglio Magnaghi, effettuerà rilievi in Sardegna, nell’area di Olbia e del Golfo degli Aranci.

Il contrammiraglio Sinapi nuovo direttore dell’International Hydrographic Organisation (IHO) di Giovanna Scotton l podio dei finalisti era certamente di grande prestigio e a contendersi il “testimone” per la direzione dell’International Hydrographic Organization, per i prossimi sei anni, c’erano infatti tre Paesi di grande “cultura marinara”: Brasile, Italia e USA. E come in tutte le migliori sfide tra “campioni”, il risultato non era affatto scontato. Così, il 5 giugno scorso, nella sede della più importante organizzazione intergovernativa di idrografia, a Montecarlo (Principato di Monaco), si è svolta l’elezione del nuovo direttore. Per la prima volta da remoto, a causa dell’emergenza COVID ancora in corso, gli 81 Stati membri dell’IHO hanno scelto il loro nuovo dirigente. A vincere è stata l’Italia, che ha “schierato” un candidato dalle credenziali molto solide, il contrammiraglio Luigi Sinapi, già direttore dell’Istituto Idrografico della Marina militare (IIM). Un incarico molto prestigioso, quello che si accinge a ricoprire dal 1° settembre 2020, per il quale è stato scelto sulla base della solida esperienza professionale e della riconosciuta capacità

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Esperienza, tradizione marittima, rispetto, conoscenza e sviluppo sostenibile dei mari per la prosperità dell'intera umanità: i pilastri dell’ufficiale di Marina, scelto da 81 Paesi a Montecarlo

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dirigenziale, culminata, fino ad oggi, con la direzione dell’IIM, che aveva rilevato nel 2015. Il suo è un curriculum di tutto rispetto, con una grande esperienza di lavoro in ambiente internazionale, in cui ha già ricoperto numerose cariche delicate e strategiche per la comunità idrografica multinazionale. Tra queste, quella di chairman del Comitato per i Servizi Idrografici e per gli Standard IHO (Hydrographic Services and Standards Committee - HSSC), dove ha lavorato con particolare attenzione allo sviluppo del nuovo standard cartografico S-100, e quella di chairman della Commissione Regionale Idrografica del Mediterraneo e del Mar Nero (Mediterranean and Black Seas Hydrographic Commission - MBSHC), dove ha coordinato le attività di tutte le nazioni appartenenti a quest’area del globo estremamente strategica e complessa. Moltissime e ad ampio spettro anche altre attività, a livello bilaterale e in seno all’IHO, che hanno contribuito a cementare la stima e il riconoscimento professionale verso il suo operato, in


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L’ammiraglio Sinapi, direttore dell’Istituto Idrografico della Marina militare, durante le attività di elezione del nuovo direttore dell’HIO (International Hydrographic Organization.)

contrammiraglio è prestigioso rappresentante, a tutti coloro che si occupano di ambiente blu, la sua nomina è stata accolta con sincera e grande soddisfazione. “Porto con me l'esperienza di 35 anni da ufficiale di Marina – continua il nuovo Direttore IHO – e il supporto della Marina militare e dell'Italia intera, affinché la nostra cultura marinara e marittima possa contribuire a sensibilizzare l’intera comunità internazionale sull'importanza, il rispetto e lo sviluppo sostenibile dei mari, essenziale per la prosperità dell'intera umanità. È una sfida ambiziosa di cui sono consapevole

tutti i consessi idrografici internazionali. Anche le sue attività in ambito nazionali sono state giudicate di grande interesse dagli osservatori internazionali. Tra le più apprezzate, l’avvio del programma di ricerca della Marina militare in Artico, la “High North”, a guida scientifica dell’IIM, che ha evidenziato la visione aperta e “in avanti” del contrammiraglio Sinapi, improntata alle nuove sfide, all’approfondimento e allo sviluppo continuo della conoscenza degli oceani, attraverso la cooperazione multidisciplinare. Un approccio perfettamente in linea con la mission primaria dell’IHO: salvaguardare gli oceani attraverso la conoscenza dei fondali marini, ad oggi noti solo in percentuale inferiore al 20% della loro estensione totale. E come nelle migliori sfide tra “campioni”, chi vince porta con sé, insieme a professionalità, preparazione e “allenamento”, anche la sua storia, la sua tradizione e la sua visione strategica: il contrammiraglio Sinapi ha già preannunciato la sua intenzione di dare un significativo impulso al lavoro di mappatura dei fondali marini, in un’ottica di sviluppo sempre più orientato alla salvaguardia generale del Pianeta e al sostentamento del genere umano che, in una misura superiore ai 3 miliardi di persone nel mondo, utilizza risorse ittiche marine, come fonte primaria di cibo. “Questo è il Secolo Blu, - ha commentato il contrammiraglio Sinapi, a margine della sua elezione - un secolo decisivo per l'intera umanità. Le scelte che decideremo di intra-

prendere a salvaguardia dei nostri Oceani avranno un impatto enorme sulle generazioni a venire. La conoscenza e la comprensione più accurata dell’ambiente marino non potranno che favorire uno sviluppo sempre più ecosostenibile dei mari, anche grazie alla disponibilità e la condivisione di tutte le informazioni, per una navigazione sempre più sicura e rispettosa dell’ambiente”. La notizia della sua elezione non poteva che essere accolta con grande positività da tutti coloro che, in patria e all’estero, sono coinvolti, a vario titolo, nel rispetto, nella salvaguardia e nello sviluppo della cultura del mare. Dalla Marina militare, di cui il

– conclude il contrammiraglio - ma sono fortemente motivato e intenzionato a perseguirla con tutte le mie forze, la mia esperienza e lo stesso slancio che mi ha guidato nell'intraprendere, tre anni fa, questa brillante sfida, vinta grazie al supporto unanime dell'intero sistema Italia”. Congratulazioni al contrammiraglio Luigi Sinapi, un grande in bocca al lupo per il suo lavoro! Appuntamento a settembre a Montecarlo, dove ospiterà (ha promesso!) il Notiziario della Marina, per un’intervista nella sede e nei panni del nuovo direttore di IHO, in cui ci racconterà piani, dettagli e articolazione della sua visione strategica.

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Partita da La Spezia il 22 giugno nave Alliance, porterĂ la Marina militare e il programma di ricerca High North in Oceano Artico per il prossimo triennio 2020-2022

Destinazione Artico di Antonio Cosentino

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’unità polivalente di ricerca Alliance è salpata dal porto di La Spezia alla volta dell’Oceano Artico per la Campagna High North 20 della Marina militare, finalizzata a garantire la continuità delle osservazioni ambientali utili alla comunità scientifica internazionale e nazionale. L’obiettivo della campagna è la conoscenza dell’oceano, considerata anche l’attenzione e l’interesse manifestato dalle Nazioni Unite, proprio all’apertura della decade dedicata agli oceani. A bordo di nave Alliance, al comando del capitano di fregata Andrea Crucitti, un equipaggio di 48 militari e un team scientifico, coordinato dalla professoressa Roberta Ivaldi, composto per le restrizioni adottate a causa dell’emergenza sanitaria, interamente da personale dell’Istituto Idrografico della Marina militare. Alla Campagna cooperano Enti di ricerca

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internazionali e nazionali, quali il NATO STO-CMRE, il Centro di Ricerca dell’Unione Europea (JRC), il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico (ENEA), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), l’European Research Institute (ERI), e l’industria privata, e-GEOS. Nave Alliance è stata progettata per essere una piattaforma da ricerca all'avanguardia per la sperimentazione di nuove tecnologie e l'impiego di sistemi e apparecchiature di nuova generazione per la ricerca e lo sviluppo scientifico a favore della NATO e, quindi, delle marine dei paesi ad essa appartenenti. in grado di navigare in modo totalmente elettrico. Per svolgere il suo ruolo è inoltre dotata di sistemi molto sofisticati di posiziona-

mento che permettono di calare in acqua e recuperare una vasta gamma di sensori. Tecnici, scienziati e specialisti possono lavorare e svolgere il loro programma di ricerca nel laboratorio di bordo di circa 150 mq, a questi vanno aggiunti 400 mq di spazi aperti, 500 mq di magazzini e 225 mq di spazio addizionale. Dal marzo 2016 è equipaggiata con personale della Marina militare grazie a un'intesa del dicembre 2015 fra la Marina militare e il CMRE, come accadde a suo tempo per nave Leonardo. Dal 21 marzo 2016, nave Alliance ha dipendenza organica, per il tramite del Comando Squadriglia Unità Idrografiche ed Esperienze (COMSQUAIDRO) e il Comando delle Forze di Contromisure Mine (MARICODRAG), dal Comando in capo della Squadra navale (CINCNAV).

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Giornata Mondiale degli Oceani 2020 Quest’anno il World Oceans Day si concentra su 30×30: una spinta globale per proteggere almeno il 30% della terra e dell’oceano entro il 2030 di Pasquale Prinzivalli i celebra ogni anno l’8 giugno, la Giornata Mondiale degli Oceani (World Oceans Day). E’ proprio questo il giorno in cui ricorre l’anniversario della Conferenza Mondiale sull’Ambiente e sullo Sviluppo di Rio De Janeiro tenutasi nel 1992, giornata in cui i Paesi che vi hanno partecipato hanno preso coscienza collettiva e politica della grande importanza che l’ambiente riveste per l’economia di ogni Paese. “Nella Giornata Mondiale degli Oceani annunciamo l'adesione a 30by30: proteggere entro il 2030 almeno il 30% dei mari e degli oceani di tutto il mondo”, queste le parole del ministro dell'Ambiente, onorevole Sergio Costa. 30by30 è una iniziativa lanciata dalla Gran Bretagna l'anno scorso per difendere i mari a cui hanno già aderito Belgio, Belize, Costa Rica, Finlandia, Gabon, Kenya, Palau, Portogallo, Seychelles, Vanuatu, Nigeria e Svezia. «Tutti noi dipendiamo dal mare e dai servizi ecosistemici che ci offre - sottolinea il ministro - se ci prendiamo cura del mare, il mare si prenderà cura di noi. Proteggere la salute dei mari porta be-

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Nave Orione in navigazione, durante attività di antinquinamento.

nefici alla pesca e al turismo, alla biodiversità e al clima». L’obiettivo dell’iniziativa 30by30 è la creazione di una rete di Aree Marine Protette che contribuisca a tutelare la salute dei mari, a preservare le popolazioni ittiche e la biodiversità, nonchè a contrastare i cambiamenti climatici. Da sempre la Marina militare si adopera per la salvaguardia dello stato di salute dei mari attraverso il controllo, la prevenzione e il monitoraggio dei parametri ambientali marini. Oltre ai mezzi della Squadra navale, sei navi specializzate per le operazioni antinquinamento, tutte le unità della Marina hanno tra i propri compiti anche quello della salvaguardia dell’ambiente marino. La Marina militare è anche tra le prime al mondo a seguire il programma “Flotta verde”, tecnologie per il trasporto marittimo sicuro, pulito e sostenibile. L’attenzione all’ambiente marino, alla sorveglianza antinquinamento, al monitoraggio della fauna marina e delle microplastiche, alla tutela della biodiversità marina, sono alcuni degli aspetti a cui la Forza armata è legata per la promozione e la diffusione della cultura marittima.

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Le grandi interviste: il Comandante in capo della Squadra navale Il direttore del Notiziario della Marina incontra l’ammiraglio di squadra Paolo Treu di Antonio Cosentino

oma Santa Rosa - Mi trovo nel comprensorio militare di Santa Rosa, nella struttura in cui ha sede il Comando in capo della Squadra navale (CINCNAV), che costituisce il vertice dell’organizzazione operativa della Marina militare, alle dirette dipendenze del capo di Stato Maggiore della Marina e dal quale dipendono direttamente le unità navali, i comandi operativi che le raggruppano e i reparti delle forze operative assegnati. Sto per incontrare l’ammiraglio di squadra Paolo Treu, comandante in capo della Squadra navale, 62 anni ap-

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pena compiuti, nato a San Vito al Tagliamento in provincia di Pordenone. L’Ammiraglio nella sua lunga e brillante carriera, iniziata presso la Scuola navale militare Francesco Morosini, ha ricoperto importanti incarichi sia in Italia che all’estero, tra questi ricordiamo: capo del 6° Reparto aeromobili e Comandante delle Forze aeree, Comandante delle Forze d'altura e Commander Italian Maritime Forces (NATO), Comandante del 30° Gruppo navale, Maritime Component Commander della NATO Response Force 2014, direttore del IV Reparto presso il Segretariato

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Generale della Difesa/Direzione Nazionale degli Armamenti e di sottocapo di Stato Maggiore della Marina. Dal 13 ottobre dello scorso anno ricopre l’incarico di Comandante in capo della Squadra navale, nel giorno del passaggio di consegne, ricordo una sua frase: “Noi siamo i cuori, le menti e le braccia che compongono i nostri equipaggi a bordo e a terra e che armano le correlate strutture di comando, noi siamo tutti parte di una sorta di orologio, in cui ingranaggi grandi e piccoli sono tutti parimenti indispensabili, hanno tutti pari dignità e girano insieme per produrre il ri-

sultato”. Ho avuto modo di conoscere l’ammiraglio Treu nel suo precedente incarico di sottocapo di Stato Maggiore della Marina, voglio sottolineare la costante interazione, la proficua sintonia e l’attenzione riservata al Notiziario durante il suo mandato. Un uomo preciso, meticoloso e molto attento ai dettagli, di grande competenza e lungimiranza. Nell’intervista che l’Ammiraglio ha concesso al Notiziario della Marina, ci parla del prestigio di trovarsi al vertice di CINCNAV, delle prospettive future della Squadra navale, dello strumento

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aeronavale e del lavoro di squadra dell’equipaggio.

Ammiraglio buongiorno e grazie per la disponibilità. Può parlarci dell’importanza di quest’incarico al vertice dell’organizzazione operativa della Marina militare? Nel mio petto batte un cuore operativo, considerato che ho trascorso buona parte della mia vita professionale nell’entusiasmante mondo delle navi e dell’Aviazione navale, ossia in stretto contatto con il core business della Forza armata. Pertanto ritengo che l’incarico di Comandante in capo della Squadra navale sia quello più bello per un ammiraglio a tre stelle. La Squadra navale è fatta soprattutto di donne e uomini, militari e civili, cuori, menti e braccia dei nostri Equipaggi a bordo e a terra, tutti parte di una sorta di orologio, in cui ingranaggi grandi e piccoli sono tutti parimenti indispensabili e hanno pari dignità, girando insieme per produrre un

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sinergico risultato. Si tratta di circa 16.000 militari e quasi 1.500 civili, la cui ammirevole opera è proiettata nei domini marittimi, sopra e sotto la superficie, aereo e terrestre, riflettendo il DNA di una Marina inerentemente interforze, oltre ad essere integrata con le altre Forze armate, sia in ambito nazionale che a livello internazionale. L’output operativo della Squadra navale si esprime anche sotto l’egida della NATO e dell’Unione europea, oltre che delle coalizioni istituite ad hoc per affrontare specifiche crisi, in attività inquadrate nell’ambito della sicurezza marittima, della protezione degli interessi nazionali e della collettività internazionale (traffico mercantile, piattaforme di estrazione delle risorse energetiche e materie prime, cavi sottomarini, pescherecci, accesso ai porti, ecc.), della gestione delle crisi internazionali, del contrasto dei traffici illeciti sul mare e dell’inquinamento marino, della Protezione Civile e, non ultima, della

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diplomazia navale a sostegno del Paese, in collaborazione con molteplici Dicasteri. In questo contesto operativo la Marina, Forza armata multidimensionale, si avvale di un variegato strumento dotato di forze che si proiettano sul mare e dal mare nei 3 citati domini e che beneficiano dei gradi di libertà tipici del dominio marittimo, da cui deriva una distintiva autonomia logistica e una peculiare flessibilità operativa, che offre al decisore politico una ampia gamma di opzioni correlate alla possibilità di variare agevolmente e rapidamente la pressione dello strumento militare nell’area di crisi, modulandone agilmente la presenza in funzione dell’evoluzione della situazione. Il mare è vita, benessere, prosperità e progresso per l’Italia, paese che si slancia nel mare con i suoi 8.000 chilometri di coste e che dipende fortemente, a causa della sua economia prettamente di trasformazione, dall’approvvigionamento via mare


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di materie prime (90%) e risorse energetiche (80% del petrolio e il 57% del gas) e dal trasferimento via mare delle proprie esportazioni (55%). L’insieme delle attività del cluster marittimo italiano rappresenta una componente determinante per l’intera economia nazionale, con un reddito generato di oltre 48 miliardi di euro pari al 3,1% del totale dell’economia e, se consideriamo anche le cosiddette attività “generate” indirettamente, passiamo addirittura al 8,9% per un ammontare produttivo complessivo pari a 137 miliardi di euro. Sono quasi 195.000 le imprese coinvolte, a cui si aggiunge un tasso di occupazione equivalente a circa 880.000 posti di lavoro, ovvero il 3,5% del totale in Italia. Tutto questo per dare un’idea della valenza del mare per l’Italia, da cui deriva l’importanza della Squadra navale a servizio del Paese sul mare e dal mare e, di riflesso, la rilevanza dell’incarico affidatomi.

Tuttavia la mia soddisfazione per questo Comando non deriva dal prestigio della posizione, ma dal fatto di svolgere un incarico che mi consente di poter fare molto a sostegno della Squadra navale e in particolare del suo personale, pilastro operativo della mia amata Marina. Il suo è un ritorno al CINCNAV dopo l’esperienza di vent'anni fa (1998-1999: assistente del sottocapo di Stato Maggiore per le operazioni degli AV8B Plus). Come lo ritrova? A quel tempo eravamo in una cruciale fase di svolta nell’impiego della portaerei, assetto strategico che ha di fatto rivoluzionato la nostra Marina, elevandola alla serie A, consentendo oltretutto all’Italia di entrare a far parte di un ristrettissimo club di paesi dotati di questa pregiata capacità di nicchia. A seguito della trasformazione dell’incrociatore portaelicotteri Garibaldi in portaerei e dell’acquisizione, nel 1994, del primo AV8B Plus - di cui ho avuto peraltro l’onore di essere stato il primo pilota italiano - la Marina non perse tempo e, ottenuti ulteriori 2 velivoli, a gennaio del 1995 si lanciò nell’operazione Somalia 3/United Shield, finalizzata all’evacuazione dalla Somalia dei Caschi Blu.

Ma la vera svolta avvenne proprio nel 1999, con la partecipazione della portaerei Garibaldi all’operazione Allied Force, occasione in cui gli aerei imbarcati si cimentarono nelle prime missioni di guerra, colpendo obbiettivi nella ex Jugoslavia. A quei tempi il mio ruolo a CINCNAV, in virtù della mia esperienza maturata nella componente aerotattica e culminata con il comando del Gruppo Aerei Imbarcati, fu proprio quello di far acquisire, a livello del vertice operativo, le competenze necessarie per un efficace impiego della formidabile capacità della portaerei. Non fu facile, perché si trattò di avviare anche una sorta di rivoluzione culturale, per spingere la Marina verso nuovi orizzonti grazie all’enorme allungamento del Suo braccio operativo, in grado di superare la linea di costa per colpire anche in profondità nel territorio avversario. Inoltre, per la Marina si trattò di ingaggiarsi in vere e

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proprie attività belliche, come non accadeva dai tempi della Seconda guerra mondiale, e di acquisire anche nuove competenze per la condotta delle operazioni aeree da bordo, con gli Harrier della portaerei che venivano integrati anche nell’Air Tasking Order della NATO. Fra queste vi era il fondamentale e specifico supporto intelligence e la capacità di Combat Search and Rescue, per il recupero di personale in territorio nemico, inclusi eventuali equipaggi di velivoli abbattuti.

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A causa della giovinezza della Componente, sebbene fossi solo un capitano di fregata, ero di fatto uno dei massimi tenutari della scienza in materia e quindi si può immaginare quale fosse lo stato d’animo dei vertici della Forza armata che, privi di adeguate conoscenze e competenze nello specifico settore, erano costretti a fare un atto di fede. Malgrado le numerose difficoltà che si dovettero superare, la partecipazione della portaerei Garibaldi all’Allied Force fu un

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successo e agevolò notevolmente il mio lavoro presso CINCNAV, grazie alla credibilità che la nuova componente aerotattica imbarcata seppe guadagnarsi in un complesso e arduo teatro operativo. La Marina capitalizzò subito sui risultati raggiunti e si lanciò in nuove importanti operazioni, fra cui Enduring Freedom, Leonte e Unified Protector. In Enduring Freedom, grazie alla portaerei Garibaldi dislocata nel Mare Arabico, l’Italia ebbe il privilegio di essere al fianco degli


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USA nella fase iniziale delle operazioni aeree di attacco al suolo in Afghanistan, quando nel dominio aereo potevano operare esclusivamente le componenti aerotattiche imbarcate, dal momento che non vi erano aeroporti disponibili per l’impiego dei velivoli delle Aeronautiche. In Unified Protector, l’impiego del Garibaldi dimostrò che la portaerei è un validissimo assetto strategico anche quando il campo di battaglia è di fronte all’Italia. Gli aerei imbarcati consentirono infatti di risparmiare

costose ore di volo perché decollavano in vicinanza degli obbiettivi, oltre ad avere la possibilità di cogliere improvvise opportunità di attacco su obbiettivi cosiddetti “time sensitive”, opzione non disponibile per velivoli che vengono da lontano. Inoltre, in caso di presenza di personale a terra da difendere, gli aerei imbarcati avrebbero potuto assicurare missioni di Supporto Aereo Ravvicinato con aerei pronti sul ponte di volo e a motore spento, anche questa opzione non disponibile per chi

opera da basi aeree distanti. La Portaerei avviò una rivoluzione copernicana per la Marina, con riflessi estremamente positivi anche sul prestigio internazionale del Paese, oltre ad aver consentito a CINCNAV di elevare le proprie competenze e capacità al massimo livello, grazie anche all’esordio operativo, nel 2011, della portaerei Cavour, unità nata per sostituire il Garibaldi in tale ruolo e realizzata beneficiando delle esperienze maturate con quest’ultimo. Tutto questo

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per evidenziare che i cambiamenti epocali di questi ultimi vent’anni hanno radicalmente trasformato anche CINCNAV, struttura di comando che nella sua storia si è sempre adeguata e rinnovata per rispondere in modo sempre più rapido ed efficace alle mutevoli esigenze di una realtà geostrategica in rapida evoluzione, a una Difesa che ha assunto sempre maggiori connotazioni interforze e a un formidabile progresso tecnologico che ha consentito alla Marina di disporre di nuovi mezzi molto avanzati. Fra questi i cacciatorpediniere lanciamissili della Classe Orizzonte, le fregate della Classe FREMM e i sommergibili della Classe U212A, oltre agli elicotteri EH101 e SH90.Tali nuovi mezzi hanno consentito di ampliare enormemente le capacità operative della flotta, grazie alla disponibilità di sensori, sistemi e armi di nuova generazione. L’evoluzione di CINCNAV è avvenuta anche

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sotto il profilo infrastrutturale, grazie alla sostituzione di quell’antiquato e pericolante edificio, cui sono legati i miei ricordi di fine anni ’90, con una moderna e funzionale struttura, in cui si trova anche il Centro Operativo della Marina, che si articola in quattro centrali per esercitare il controllo operativo dei mezzi e dove si elabora, convalida e condivide la Maritime Situational Awareness, ottenuta con il contributo delle nostre unità, della rete radar costiera e delle Marine alleate, al fine di disporre di un approfondito quadro della situazione marittima, fondamentale per portare a termine con successo ogni azione sul mare. A CINCNAV ho dunque trovato una struttura di Comando moderna e al passo con i tempi, aperta all’innovazione, molto efficace e reattiva, integrata nel contesto interforze, nell’ambito delle pertinenti agenzie nazionali e delle alleanze, capace di

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affrontare a testa alta le impegnative sfide dei nostri giorni. Quali sono le prospettive future per la Squadra navale? Dal punto di vista operativo, l’attuale situazione geostrategica e le numerose crisi regionali che affliggono il cosiddetto Mediterraneo allargato, ci impongono un impegno costante a difesa delle linee di comunicazione marittima e del libero uso dell’alto mare, del quale ho già parlato. Da qui l’esigenza di mantenere un’assidua presenza e sorveglianza nel cosiddetto Mare Nostrum, con la partecipazione a operazioni nazionali, come la Mare Sicuro e la Vigilanza Pesca nel Mediterraneo centrale e, nell’ambito delle alleanze internazionali, all’operazione NATO “Sea Guardian”, oltre alla partecipazione alle attività antipirateria nel Golfo di Guinea e all’operazione “Atalanta” dell’Unione Europea. Lo scorso dicembre la Marina ha inoltre assunto il comando dello Standing NATO Maritime Group 2 (SNMG2), di cui la nuova fregata Fasan è stata flagship. Il 2020 vede la presidenza italiana della


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“European Amphibious Initiative” e la certificazione del Comando della Terza Divisione Navale come CATF (Commander Amphibious Task Force) per il turno di stand-by del relativo “European Union Battle Group” anfibio a guida nazionale. Alle attività di presenza e sorveglianza, si affiancano le attività di Naval Diplomacy e Maritime Capacity Building, svolte principalmente nel Mediterraneo Orientale. Dette attività hanno una valenza strategica nei confronti delle Marine e/o delle articolazioni istituzionali che operano sul mare e dal mare. Tra queste figurano le attività svolte con i paesi del Nord Africa, del Corno d’Africa e del Medio Oriente, fra cui desidero sottolineare la costante presenza di una unità minore nel porto di Tripoli, in supporto alla Marina e alla Guardia Costiera libica. Non meno importanti sono le attività non prettamente militari che lo strumento aeronavale deve essere sempre prontamente in grado di svolgere a sostegno della popolazione, a seguito di calamità che peraltro paiono essere sempre più frequenti. Fra queste vi è quella del “COVID-19”, tuttora

in corso, in occasione della quale la Squadra navale ha lottato con il proprio personale sanitario a sostegno del Sistema Sanitario Nazionale, mettendo in campo anche un Posto Medico Avanzato, ossia un vero e proprio ospedale da campo che è stato assemblato in tempi record dai nostri leoni del San Marco, presso la città di Jesi, nelle Marche, realizzando un’impresa che è stata specchio di generosa umanità e solidarietà, nel solco delle migliori tradizioni della Marina. Purtroppo l’emergenza “COVID-19” ha comportato anche lo slittamento all’anno prossimo di un’epocale Campagna intorno al mondo per nave Vespucci, della durata di 18 mesi, che la vedrà dare grande lustro all’Italia in occasione delle olimpiadi in Giappone.Tale campagna, a coronamento dei 90 anni della gloriosa Nave Scuola, offrirà un formidabile contributo per la promozione dell’Italia e del “made in Italy”

attraverso iniziative che rafforzeranno i legami con altre Marine, altri popoli, altre culture ed altre tradizioni. Nel Vespucci riconosco un potente strumento di “Naval Diplomacy”, capace di svolgere il Suo ruolo di Ambasciatore dell’Italia nel mondo in modo impeccabile, riflettendo le migliori qualità del popolo italiano, sotto il profilo sia professionale che umano. La Marina può ritenersi soddisfatta del proprio strumento aeronavale? L’emergenza del “COVID-19” ha messo a dura prova gli strumenti aeronavali di tutte le Marine del mondo e sono ben note, in particolare, le vicende cha hanno messo fuori gioco portaerei della Marina Americana e Francese. Per quanto riguarda la Squadra navale devo dire che abbiamo affrontato molto bene l’emergenza, grazie a direttive chiare e tempestive, mirate a

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porre in assoluta priorità la salute del personale, anche a scapito dell’addestramento e della prontezza operativa. Al verificarsi dei primi casi di contagio, non ho esitato a far totalmente evacuare ben due imponenti navi anfibie, adottando un rigido protocollo che ha impedito la diffusione del contagio. Altrettanto fondamentale è stato il pieno e convinto rispetto delle direttive da parte del personale, sia sul posto di lavoro che nell’ambito della vita familiare, anche a seguito del diradamento delle presenze presso i vari Comandi. Ciò ha permesso di limitare i contagiati a una ventina di unità, pari a circa lo 0,1% della forza, e siamo riusciti a onorare tutte le attività operative programmate. Tale risultato è stato molto importante perché, oltre ad aver mantenuto fede ai nostri tradizionali impegni per il mantenimento della sicurezza marittima a sostegno degli interessi del Paese e delle alleanze cui apparteniamo, abbiamo anche contribuito a dimostrare al mondo intero che l’Italia non si piega e non si chiude su se stessa, nemmeno quando viene colpita duramente, ma continua ad operare, a testa alta, con l’onore e l’orgoglio di sempre. Molti progressi sono stati fatti nel recente passato con l’ingresso in linea, in particolare, delle Fregate Multimissione della classe FREMM, ma rimane ancora molto da fare per completare il processo di rinnovamento dello strumento aeronavale. Nel 2021 verrà consegnato il primo pattugliatore polivalente di altura (PPA), che porta il nome del Grande Ammiraglio Paolo Thaon Di Revel e che appartiene a una ambiziosa classe di Unità dotate di avanzata tecnologia ispirata al mondo aviatorio, fra cui una vera e propria “cabina di pilotaggio” situata in plancia, e dalla grande flessibilità data da una configurazione modulare. All’inizio del 2021 sarà consegnata la nave di supporto logistico Vulcano, mentre nave Trieste, la più grande unità da guerra mai costruita dall’Italia, entrerà in linea nel 2022, per sostituire nave Garibaldi nel suo ruolo a sostegno

delle operazioni anfibie. In parallelo continuerà l’immissione in servizio degli elicotteri SH90 presso i tre poli aeronavali e proseguirà il programma per l’ingresso in linea degli aeromobili a pilotaggio remoto (APR). Attualmente la Marina dispone di 2 F35B rischierati presso la base dei Marines di Beaufort, negli USA, al fine di assicurare l’addestramento del primo nucleo di piloti e specialisti da imbarcare. Entro la fine dell’anno dovrebbe avvenire, sempre negli USA, la certificazione di nave Cavour per l’impiego del nuovo velivolo, che andrà a sostituire l’AV8B PLUS, ormai prossimo alla fine della sua gloriosa vita operativa. In questo modo verrà rinnovata la capacità di proiezione di potenza sul mare e dal mare del Gruppo portaerei grazie all’integrazione di una componente aerotattica di 5ª generazione. Al riguardo sono in corso anche lo studio e lo sviluppo di nuove ipotesi d’impiego, attraverso la costituzione di un Carrier Strike Group, anche in ottica multinazionale. Al contempo si procederà con il potenziamento delle capacità ai fini della Maritime Situational Awareness, mirata ad acquisire una sempre più ampia, affidabile e approfondita conoscenza di quanto accade sui mari di interesse, ricorrendo anche all’ammodernamento e potenziamento della rete radar costiera, a tutto vantaggio della sicurezza marittima. Alla dismissione di Unità e aeromobili che hanno scritto importanti pagine di storia della Marina negli ultimi 3-4 decenni, fa dunque eco l’entrata in servizio di nuovi mezzi, anche se sono ancora lontani i tempi per l’entrata in servizio di 2 nuovi cacciatorpediniere per sostituire le 2 unità della Classe Ammiragli e di 3 nuove unità anfibie per sostituire quelle della Classe San Giusto, oltre alla sostituzione di diverse navi di media e piccola taglia. Siamo dunque in una situazione di luci e ombre e il mio auspicio è che la crescente importanza del mare - anche ai fini della sopravvivenza stessa del pianeta - consenta di superare la cosiddetta “sea blindness”, ossia l’incapacità di comprendere il mare

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nelle sue svariate dimensioni e aspetti, e dare seguito a adeguati investimenti nel settore marittimo, ivi incluso il potenziamento dello strumento aeronavale. Nel transitorio, sono certo che le Donne e gli Uomini della Squadra navale sapranno tenere duro, adoprandosi al meglio per esprimere al massimo le capacità di cui disponiamo, facendo leva su quel catalizzante spirito di equipaggio che sta alla

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base di tutti i nostri successi e che da sempre ci spinge a gettare il cuore oltre l’ostacolo, come squadra vincente, agguerrita e coesa. Quasi 18.000 uomini e donne, qual è la prospettiva per il personale? Anche in una nave supertecnologica il personale costituisce ancora l’elemento essenziale e fondamentale per il successo

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di ogni nostra attività, che non è mai il risultato dell’azione di un singolo, ma è piuttosto la vincente espressione del lavoro di una squadra che opera in modo compatto e in piena sinergia: l’equipaggio. Considero l’intera Squadra navale come un grande equipaggio, costituito dall’insieme di tutti i nostri equipaggi, includendo naturalmente anche il personale dei Comandi a terra. Considero me stesso, unitamente al mio staff, a servizio delle Donne e Uomini della Squadra navale, perché sono loro l’espressione più autentica del “core busi-


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ness” della Forza armata. Sono loro al centro, mentre noi siamo in supporto. Quando si chiede la situazione dell’efficienza, normalmente si ottiene in risposta lo stato di “salute” dei mezzi di cui si dispone.Tuttavia anche il mezzo più efficiente e tecnologicamente più avanzato può dare scarsi risultati, se alle sue elevate prestazioni non corrispondono pari prestazioni da parte del personale cui è affidato. Pertanto l’efficienza professionale e morale del personale è di primaria importanza soprattutto in una organizzazione militare, che può richiedere alle proprie Donne e Uomini

anche il sacrificio estremo della vita. Di fondamentale importanza è la diffusione capillare della cultura della sicurezza negli ambienti di lavoro, che va attuata costantemente attraverso la formazione, l’informazione e l’addestramento del personale ai vari livelli e che sta alla base dell’efficienza del personale. Particolare attenzione deve essere rivolta alla puntuale rilevazione dei fattori di rischio ambientale a bordo delle

unità navali e presso i Comandi a terra; attività che deve essere effettuata parallelamente alla gestione del rischio amianto e di ogni altro materiale potenzialmente dannoso presente nei luoghi di lavoro e della vigilanza sulla corretta gestione della filiera idropotabile. Viviamo in una società occidentale in rapida evoluzione, che ci impone di rimanere al passo con i tempi, pena il distacco con

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la realtà. Lo stile di vita del marinaio, che spesso trascorre periodi anche di lunga durata lontano dai propri cari e che è scollegato da quel mondo virtuale di cui molti giovani d’oggi sembrano non poter fare a meno, rischia di rendere la nostra professione sempre meno appetibile, a causa dei sacrifici che impone. Questo già accade nei paesi con un mercato del lavoro più florido del nostro. L’attenzione nei confronti delle esigenze e del benessere del personale è pertanto un assoluto imperativo. Quando ho assunto l’attuale incarico, mi sono quindi sforzato di comprendere le attuali esigenze e aspettative del personale, per levare l’ancora da un passato che non c’è più e gettarla nel presente, ma con lo sguardo al futuro. Ho voluto porre il personale in posizione di assoluta priorità nella mia azione di comando, nella ferma convinzione di dover accendere con una nuova fiamma la motivazione e l’entusiasmo dei nostri equipaggi, veri artefici dei successi della gloriosa Squadra navale. Contando sull’aiuto dei mei Comandanti, mi sono posto l’obbiettivo di rinvigorire negli equipaggi l’orgoglio e lo spirito di appartenenza alla propria Unità, per ricompattarli e ridurre drasticamente il ricorso ai temporanei imbarchi, forieri di disgregamento e demotivazione. Al contempo, ho chiesto al mio staff di elaborare una programmazione degli impegni delle Navi lungimirante, sostenibile e affidabile, per consentire a ogni marinaio di guardare al futuro senza incertezze e con fiducia, anche per organizzare al meglio la propria vita privata e familiare. Inoltre, nelle mie Direttive per il biennio 2020 – 2021, sono indicate importanti iniziative mirate alla riorganizzazione or-

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ganica e strutturale del comparto risorse umane della Squadra navale e ad elevare il benessere del personale, cui si è aggiunto un servizio, particolarmente gradito, di assistenza per l’emergenza “COVID-19” a favore del personale militare e civile e delle loro famiglie. Nei momenti di grave difficoltà, come l’attuale pandemia, sono fondamentali la forza, la solidità e l’efficacia della leadership dei Comandanti, ai quali ho chiesto di fare da collante per garantire la coesione dei loro equipaggi, di essere accessibili senza fare distinzione di grado o ruolo, di infondere fiducia, di essere aperti al dialogo per alimentare un ambiente di lavoro armonico e produttivo, di essere trasparenti per fugare ogni dubbio e timore. In tutti i miei Comandanti io pongo la mia fiducia e in loro desidero investire, perché sono fondamentali artefici dei successi della Squadra navale. In cambio della mia fiducia, mi attendo però che loro non tradiscano le aspettative della Marina, che a loro ha affidato i suoi beni più preziosi, ossia i suoi formidabili equipaggi, fra cui includo anche il personale inquadrato nei Comandi a terra. Infine colgo l’opportunità di questa intervista per rinnovare la mia esortazione a trarre ispirazione dal motto dannunziano “io ho quel che ho donato”, perché noi non siamo ciò che teniamo egoisticamente per noi stessi, ma siamo ciò che lasciamo agli altri, con il nostro agire, con il calore del nostro cuore, l’ingegno della nostra mente e la forza delle nostre braccia. In questo modo ci si può anche aprire le porte dell’immortalità, come sono riusciti a fare i nostri migliori marinai che dall’alto, come brillanti stelle, continuano a indicarci la giusta rotta. A tutti i nostri caduti va il mio deferente, commosso e affettuoso ricordo.

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Efficacia, efficienza e prontezza operativa: la Squadra navale torna in mare L’addestramento in mare è fondamentale perché consente di preparare, nella maniera più efficace e realistica possibile, gli equipaggi ad assolvere in sicurezza i compiti istituzionali, per assicurare a un Paese marittimo come il nostro, la tutela degli interessi nazionali, ovunque essi risiedano. di Luciano Regina

inque giorni di intense esercitazioni per gli equipaggi della Marina militare: dal Mar Tirreno al Mar Jonio, le unità della Marina hanno simulato situazioni che richiedono un intervento rapido per riportare gli equipaggi delle navi ad uno standard di prontezza operativa necessaria per far fronte ai diversi scenari nei contesti antiaereo, antinave e antisommergibile, per i quali il Paese potrebbe richiedere il supporto delle Forze armate, ed in particolare della Marina militare. A Taranto, la Seconda divisione navale agli ordini dell’ammiraglio Paolo Pezzuti, ha condotto un’intensa attività con diverse unità tra cui spiccano la portaerei Cavour, i cacciatorpediniere Andrea Doria e Francesco

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Mimbelli e la nave da supporto logistico Etna, con a bordo gli allievi della Scuola navale militare Francesco Morosini di Venezia. Le manovre, che hanno previsto operazioni aeree anche di velivoli ad ala fissa, gli AV-8B Harrier II e tiri di artiglieria, si sono concluse venerdì 19 giugno. Si sono unite alle unità navali italiane due navi della Marina francese in rientro da una lunga attività nell’Oceano Indiano, a cui ha partecipato anche un elicottero della Marina italiana imbarcato per l’occasione sulla nave anfibia Mistral. In mare si è rivista anche la portaerei Cavour, che è rientrata in linea nella flotta dopo importanti lavori di adeguamento che le permetteranno di operare con i nuovi F35B della Marina militare. I velivoli del

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tipo Stovl (Short Take Off & Vertical Landing) richiedono infatti il rafforzamento della superficie del ponte di volo e l’ammodernamento della strumentazione, anche informatica, per poter acquisire la piena capacità operativa (Foc – Full Operational Capability) con i nuovi velivoli stealth di quinta generazione. Pertanto l’unità, nel secondo semestre di quest’anno, farà rotta per gli Stati Uniti sia per qualificare il ponte di volo agli standard Joint Strike Fighter e così poter imbarcare i primi velivoli F-35B italiani della Marina, sia per certificare che i sistemi informatici, elettronici e logistici di bordo possano supportare efficacemente ed autonomamente le operazioni con i cacciabombardieri stealth. Cambiando scacchiere e passando a quello settentrionale, nel Mar Ligure un gruppo

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di unità agli ordini dell’ammiraglio Silvio Vratogna, si è esercitato nell’individuazione e neutralizzazione di ordigni subacquei. Il gruppo era costituito dai cacciamine Alghero, Rimini e Termoli, unità dotate di sistemi ad elevato tasso tecnologico impiegate per la ricerca subacquea e la rimozione dai fondali di ordigni bellici, nonché per l’individuazione e messa in sicurezza di relitti e beni archeologici sommersi. Tali attività sono finalizzate a garantire il libero accesso ai porti e mantenere aperte le vie di comunicazione marittima assicurando il libero transito dei mercantili e la sicurezza della navigazione contribuendo in maniera sostanziale all’incolumità di quanti dal mare e sul mare operano quotidianamente e traggono il frutto del proprio lavoro.

Le attività sono impostate secondo una logica “a difficoltà crescente”, con lo scopo di mettere il personale alla prova in un ambiente complesso e realistico, consolidando e incrementando così le capacità, sia sul piano individuale sia a livello di equipaggi

Alcune immagini delle varie fasi dell’attività addestrativa in mare.

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Caorle, faro di atterraggio di Fabio Dal Cin

Nella seconda puntata della rubrica “Il Notiziario del Segnalamento”, scopriamo il faro di Caorle, cittadina veneta sul mare, incastonata tra la laguna di Venezia ed il golfo di Trieste el primo numero della nostra rubrica abbiamo raccontato del fanale di “pericolo” “Scoglio d’Africa”, posizionato al centro del Tirreno a circa 44 miglia ad ovest dalla costa toscana: questo mese, impareremo a conoscere un segnalamento situato sull’altra sponda della nostra penisola, esempio di ingegno e versati-

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lità del Servizio Fari Nazionale che, ricordiamolo, è affidato per legge alla Marina militare tramite la Direzione Fari e Segnalamenti del Comando Logistico. Navighiamo quindi virtualmente dal Tirreno all’alto Adriatico, tra Trieste e Venezia, facendo rotta verso Caorle. Caorle è una cittadina veneta sul mare, incastonata tra la laguna di Venezia ed il golfo di Trieste, il cui territorio si estende su una superficie di 151,39 kmq e confina a est, attraverso la laguna, con il comune di San Michele al TagliamentoBibione, a nord con i comuni di Portogruaro e Concordia Sagittaria, a ovest con i comuni di Santo Stino di Livenza ed Eraclea e a sud è bagnata dal mare Adriatico, alla foce del fiume Livenza. La nostra storia parte proprio da Caorle, e più precisamente da una piccola chiesa affacciata sul mar Adriatico settentrionale: il Santuario della Madonna del-

l’Angelo. Edificato nel sec. XVIII, sulle rovine di quella che forse fu la chiesa più antica della città, esso ospita nelle immediate vicinanze, in direzione della adiacente scogliera sul mare, un campanile di stile romanico-lagunare risalente al XIII secolo. Il campanile, per le sue caratteristiche architettoniche e per la sua vicinanza al mare, ha rappresentato da sempre un inconfondibile punto cospicuo, sicuro riferimento per la navigazione marittima diurna. Furono questi i motivi che indussero all’inizio del secolo scorso l’allora Genio Civile, a studiare l’ipotesi – poi concretizzatasi – di posizionare, all’interno della torre, un segnalamento che consentisse di navigare in sicurezza anche nelle ore notturne: era il 1905 quando venne ufficialmente attivato il faro di “atterraggio” di Caorle. Ma approfittiamo di questa occasione

Caorle, faro di atterraggio Caratteristiche generali Lat.: 45° 36’.0 Nord Long.: 012° 53’.6 Est Comando Zona Fari: Venezia Funzione del segnalamento: faro di atterraggio Altezza del piano focale sul livello medio mare: 12 m Portata nominale sorgente principale: 14 mg Portata nominale sorgente di riserva: 10 mg Caratteristica: luce bianca (gruppi di due lampi) con settore visibilità oscurato verso terra di 180° Anno di costruzione: 1905 Costruzione: fanale su mensola di ferro con tientibene (fronte a mare) del Campanile della Chiesa della Madonna dell’Angelo.

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anche per esplicitare qualche termine di nomenclatura tecnica che caratterizza il Servizio Fari. Il faro di Caorle si definisce infatti “faro di atterraggio” poiché il segnalamento è posizionato ad una altitudine sul livello del mare, tale da rendere possibile al navigante il riconoscimento della costa limitrofa e quindi consentire il calcolo della posizione e rotta del traffico marittimo da seguire per raggiungere il punto di ancoraggio o il porto assegnato. La nostra indagine, non sarebbe però completa senza aver esaminato la carta d’identità del segnalamento, il cosiddetto “Notiziario”, di cui abbiamo parlato nel primo numero di questa rubrica. Esso racconta che il fanale, nel corso della sua lunga storia, è stato oggetto di numerosi adeguamenti tecnici e, in accordo con l’allora “Soprintendenza ai monumenti di Venezia”, sottoposto anche a modifiche di tipo architettonico. Le più significative, apportate nel 1966. Si legge infatti in una lettera del Ministero della Difesa – Marina del 10 maggio che: “esaminata la relazione sull’esito del sopraluogo effettuato dal dipendente disegnatore Bertonati, si approva il progetto di modifica di cui al disegno n.

00316/serie 8 – maggio 1966, del fuoco in argomento”. Il citato sopralluogo venne effettuato infatti sia “per rilievi necessari alla installazione di un fanale del tipo FTM 300 in relazione alle caratteristiche estetiche dell’antico campanile ove è sistemato il fuoco”, che per uno studio finalizzato ad aumentarne la portata e quindi la sua visibilità a favore dei naviganti. Si cercò, di fatto, di rendere più discreta ed omogenea la lanterna mediante l’eliminazione della tettoia fino ad allora in opera, l’eliminazione delle due squadre sagomate di sostegno della mensola, l’eliminazione della ringhiera ad eccezione dell’ultimo tratto di passamano fissato al campanile e la colorazione delle strutture metalliche con pittura di colore adeguato al contesto architettonico del bene storico. Dal punto di vista dell’evoluzione tecnologica delle sorgenti luminose istallate nei segnalamenti, è interessante approfondire la tipologia del citato fanale, presente all’epoca, prima dell’elettrificazione, all’interno del Faro di Caorle: Parliamo quindi del fanale di tipo FTM In basso: il Santuario della Madonna dell’Angelo.

– fanale testa di meda – struttura di robusta costruzione in rame e bronzo composta da una lanterna, o gabbia d’inviluppo, da un tamburo diottrico e dall’apparecchiatura preposta al funzionamento della sorgente luminosa acetilenica. Un fanale testa di meda tipo “Regia Marina”, ad esempio, era costituito da tre parti principali: base del fanale; corpo del fanale o gabbia d’inviluppo; coperchio del fanale. Sulla base veniva posizionato il lampeggiatore acetilenico, mentre il corpo del fanale era costituito da un anello superiore e uno inferiore, collegati da montanti elicoidali che sostenevano spessi vetri arcuati triangolari. La particolare struttura costruttiva del fanale aveva lo scopo di proteggere tutti gli organi interni, mentre un sistema di aerazione assicurava la combustione ed evitava l’appannamento dei vetri esterni e di quelli del tamburo. Al passo con i tempi, negli ultimi decenni, l’alimentazione principale dei fanali, da acetilenica, diventò progressivamente di tipo elettrico, mentre l’alimentazione di riserva venne garantita da batterie

Il faro di Caorle si definisce infatti “faro di atterraggio” poiché il segnalamento è posizionato ad un altitudine sul livello del mare, tale da rendere possibile al navigante il riconoscimento della costa limitrofa e quindi consentire il calcolo della posizione e rotta del traffico marittimo da seguire per raggiungere il punto di ancoraggio o il porto assegnato.

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stazionarie.Inoltre, il progresso tecnologico ha fatto enormi passi avanti anche dal punto di vista della miniaturizzazione dei componenti. Solo per fare un raffronto, una lanterna FTM 300 pesava circa 300 kg, mentre oggi, una lanterna di nuova concezione dotata di sorgente luminosa a LED, ha un peso che varia dai 3 ai 20 kg! Sul Campanile della Madonna dell’Angelo quindi il nostro segnalamento continua a svolgere le sue funzioni di guida per il popolo dei naviganti adeguandosi al cambiare dei tempi. Esso infatti è uno dei numerosi segnalamenti che sono stati ammodernati con il tele-monitoraggio (di cui parleremo più diffusamente nel prossimo numero della rubrica), un sistema che supervisiona le funzioni delle apparecchiature e ne trasmette l’esito a distanza al personale farista. Il moderno “guardiano del faro” è così in grado di monitorare costantemente “lo stato di salute” del segnalamento verificandone il suo corretto funzionamento a beneficio di tutta la comunità marittima. A destra il disegno del nuovo fanale; in basso il particolare del campanile di stile romanicolagunare risalente al XIII secolo a seguire il fanale del campanile.

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“Velista dell’anno 2019” tra i candidati al titolo Ferrari e Calabrò di Antonello Lorusso

I giovani velisti della Marina militare, già qualificati per i prossimi Giochi Olimpici, hanno visto i loro nomi in pole position tra le nomination fatte dalla Federazione Vela. Il titolo è stato vinto dal diciassettenne romano Marco Gradoni, tre volte Campione del Mondo nella classe Optimist

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nche quest’anno la Federazione Italiana Vela ha celebrato le eccellenze sportive distintesi durante il 2019. Per riuscire ad assegnare l’ambitissimo premio, vengono prese in considerazione le prestazioni e i piazzamenti degli atleti azzurri nella vela Olimpica ottenuti, nell’anno di riferimento, in competizioni ufficiali nazionali e internazionali. Arrivata alla 26ª edizione, quest’anno la particolarità della premiazione è stata data dall’organizzazione dell’evento in diretta streaming a causa delle restrizioni dovute all’emergenza COVID 19. Il Velista dell’Anno nasce nel 1991 da un'idea di Alberto Acciari che, nel corso degli anni, si è affermato come il più importante e ambito riconoscimento nel settore, tanto da essere considerato l’oscar della vela.

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La premiazione ha suscitato un grande interesse per la Marina militare in quanto tra i finalisti, che fino all’ultimo si sono contesi il titolo, erano presenti i nomi di Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò: atleti del Gruppo Sportivo della Forza armata già campioni del mondo nella classe 470M juniores e che nel 2018 sono riusciti a qualificare l’Italia nella classe Olimpica 470 per i prossimi Giochi di Tokyo. Tanti erano i nomi prestigiosi arrivati nella fase finale ed è stato molto difficile per la giuria riuscire

ad assegnare il prestigioso titolo di Velista dell’Anno 2019, vinto da Marco Gradoni di soli 17 anni e già vincitore per tre volte del Campionato del Mondo optimist (2017, 2018, 2019). Dopo questa importante nomination avuta per i giovani atleti della Marina militare, non resta che continuare a sostenerli in vista dei prossimi eventi sportivi che si spera continuino a vederli protagonisti prima di gareggiare per il titolo nelle acque giapponesi vestendo i colori della nazionale.

A sinistra i nostri atleti Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò a bordo dell’imbarcazione classe olimpica 470. In basso i candidati della 26ª edizione del premio “Velista dell’anno”.

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Recensione VESTIRE GLI ONORI Manuale illustrato sull’uso delle decorazioni dell’OMRI con le tenute civili, ecclesiastiche, cavalleresche e le uniformi della Repubblica

Titolo del volume:Vestire gli onori Autori: Michele D’Andrea, Fabio Cassani Pironti e Carlo Cellerino Editore: Azzurra Publishing Pagine:140 Prezzo: € 19,90

loro violazione è frequente, persino negli ambienti dove vivono le decorazioni come un fatto quotidiano. Il più delle volte, si tratta di un difetto di conoscenza, che si estende, purtroppo, anche agli uffici delegati a trattare la materia. È diffuso anche l'atteggiamento di chi si ritiene, in un senso, al di fuori delle regole e considera le onorificenze

estire gli onori” non è soltanto un compendio, ma un bignami di facile consultazione. E’ la prima guida illustrata, almeno a livello italiano, che spiega come indossare correttamente le decorazioni cavalleresche e le medaglie sulle tenute civili, sugli abiti ecclesiastici e sulle uniformi delle Forze Armate, della Guardia di Finanza, delle Forze di Polizia a ordinamento civile, dei Vigili del Fuoco, dei Corpi militari della Croce Rossa e dell’Associazione Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta, delle Associazioni Combattentistiche. Gli autori Michele D’Andrea, noto esperto in materia onorifica e cerimoniale della Presidenza della Repubblica, insieme a Fabio Cassani Pironti, già diplomatico di carriera e esperto di araldica, con il contrammiraglio Carlo Cellerino, giornalista di grande esperienza nel settore della Comunicazione istituzionale e nella Pubblica Informazione, hanno lavorato a questo importante riedizione della pubblicazione edita nel 2005, adesso più fruibile a tutti coloro che svolgono attività di relazioni esterne, raggruppando tutte le informazioni essenziali in 144 pagine, con l’analisi di 37 fra tenute civili e uniformi e ben 450 splendide immagini vettoriali a colori che assicurano una precisione e una leggibilità straordinarie. La prefazione la lasciamo alle parole del manuale originale: il mondo cavalleresco e ben fornito di regole scritte o consuetudinarie, ma la

come un mero strumento di ostentazione personale. Si tratta di un errore anzitutto concettuale, perché attribuisce un alto grado di discrezionalità a un mondo regolato, al contrario, dall'architettura rigida, che individua i suoi membri proprio attraverso il segno dell'uniformità. Stefano Febbraro

“V

N OT I Z I A R I O

D E L L A

M A R I N A

Formato regolamentare Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone. Il collare si indossa sopra la divisa, adagiato simmetricamente sul petto e sulla schiena. La placca si dispone a sinistra, sotto il petto.


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