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2 giugno 2020: una festa senza festa di Antonio Cosentino
uella di oggi è una cerimonia dal sapore diverso che però non perde la sua intensità, non perde l’emozione che unisce gli italiani, non perde il significato che è quello di celebrare la nostra Repubblica. “Rispetto, serietà, collaborazione e servizio alle Istituzioni”, queste sono le parole scandite dal presidente Mattarella che ci indica i principi da seguire per preservare il presente e costruire il futuro della Repubblica. “Sono fiero del mio Paese. Inaccettabile dividersi ora. Serve l’unità morale che fu il cemento della ricostruzione del Dopoguerra”. Quest’anno l’emergenza sanitaria ha fortemente condizionato i protocolli tradizionali, cambiando il volto della festa: niente sfilate davanti alla folla e cerimonie ridotte al minimo. Non c’è stata la parata lungo i Fori Imperiali, ma la deposizione di una corona di alloro da parte del presidente della Repubblica presso l’Altare della Patria. Al termine della cerimonia il presidente Mattarella si è recato in Lombardia per far visita alla comunità di Codogno, il paese del Lodigiano che per primo è stato colpito dal contagio.
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2 giugno, non tutti si ricordano il significato Ogni anno in questa giornata si celebra la nascita della Repubblica italiana, che ha rappresentato un vero e proprio spartiacque per la storia del nostro Paese. Più precisamente, il riferimento storico è il referendum istituzionale che si svolse il 2 e il 3 giugno 1946 per determinare la forma di Stato da dare all’Italia dopo la seconda guerra mondiale. I cittadini furono chiamati alle urne per decidere tra monarchia e repubblica. Dalla prima festa, celebrata nel 1947, la cerimonia ufficiale si è sempre tenuta il 2 giugno a Roma, tranne in due casi: - nel 1961, quando si svolse a Torino (prima capitale dell’Italia unita); - nel 1963, quando non si tenne per il grave stato di salute di papa Giovanni XXIII (che morì il 3 giugno di quell’anno). La festa della Repubblica, in quel caso, fu rinviata al 4 novembre. Nel 1976, invece, a seguito del terremoto in Friuli, la festa venne annullata. Dal 1977 la festa fu fatta coincidere con la prima domenica di giugno, e il giorno festivo del 2 fu soppresso. Dal 2001, per volontà dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il 2 giugno è tornato festivo. Negli ultimi anni la sfilata è stata semplificata, per renderla meno costosa e alcuni reparti delle Forze armate come i mezzi corazzati, non sfilano più. Uno dei momenti più spettacolari della parata è quello dell’esibizione delle Frecce tricolori: dieci aerei, di cui nove in formazione e uno solista, compongono la pattuglia acrobatica più numerosa del mondo.
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