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Per chi “fare equipaggio” non è solo un modo di dire

Il farmacista in Marina: l’evoluzione di un professionista

A cento anni dalla nascita del Corpo, il ruolo del farmacista della Marina dagli ospedali militari, alle missioni umanitarie internazionali, al contrasto al Covid-19

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di Giovanni M. Bruno

Il Corpo Sanitario della Marina Militare è stato costituito il 1° aprile 1861, quando Cavour, Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro della Marina, presentò al Re un regolamento per dare un ordinamento unitario ai Corpi Sanitari delle flotte del Regno di Sardegna, del Regno delle Due Sicilie, del Regno Pontificio e del Gran Ducato di Toscana. Allora i 12 farmacisti, pur avendo uniforme e gradi con il caratteristico sotto-panno verde, che li assimilavano agli Ufficiali di Comando, non

erano veri e propri militari. Fu nel 1923 con il Regio Decreto n° 688 che fu avviato il loro processo di militarizzazione, con l’istituzione degli Ufficiali Chimico – Farmacisti in servizio permanente attivo. Da allora sono trascorsi ormai quasi cento anni: la loro storia li vede per i primi anni impiegati nelle farmacie degli ospedali militari e imbarcati a bordo delle navi Ospedale per la preparazione e distribuzione di medicamenti ai reparti di degenza. In seguito, il ruolo del farmacista acquisisce maggiori competenze nel campo della logistica sanitaria, divenendo, nel tempo, importante riferimento per il settore. Non mancano, d’altro canto, gli impegni operativi, come ad esempio quelli nella Cooperazione civile e militare (CIMIC, Civil-Military Cooperation) in territorio iracheno (operazione Antica Babilonia 2004-2005) o quale Direttore alla direzione della farmacia dell’ospedale da campo nel continente africano, in Ciad (EUFOR 2008) e della farmacia della componente sanitaria della portaerei Cavour nella missione White Crane (2010) per il soccorso alla popolazione di Haiti colpita dal un catastrofico sisma. Gli ufficiali farmacisti hanno offerto un significativo contributo anche nel corso dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia del Covid-19. A partire dal marzo 2020, quando la Sanità militare ha inviato team di medici e infermieri nelle regioni più colpite, i farmacisti hanno supportato il personale gestendo la fornitura e l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e concorrendo nella formazione al loro utilizzo. Molto importante anche il loro ruolo nella logistica connessa all’effettuazione dei test antigenici e molecolari, un impegno che ha consentito ai Servizi Sanitari di tutte le basi della Marina di proseguire senza soluzione di continuità nell’opera di testing del personale, soprattutto quello imbarcato. In virtù di protocolli molto stringenti, tutto ciò ha consentito di non interrompere le attività operativoaddestrative della Squadra navale. Con l’inizio della campagna vaccinale a fine 2020, la presenza dei farmacisti è diventata essenziale per la gestione dei vaccini, a partire dal loro arrivo dall’Hub di Pratica di Mare e sino al momento della somministrazione. Il farmacista, in questo contesto, ha certificato che nelle fasi di trasporto e conservazione, non vi fossero state interruzioni della catena del freddo. Con il suo apporto il farmacista, dimostrando come la multidisciplinarietà sia un elemento sempre più indispensabile in ogni organizzazione, ha saputo integrarsi nelle fila del Corpo Sanitario e fornire un prezioso contributo al miglior espletamento dei compiti istituzionali della Marina.

A sinistra e in alto: il capitano di corvetta Lucioli Cristiana e il tenente di vascello Aversa Lucrezia Alessandra, ufficiali farmaciste presso la farmacia di La Spezia.

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